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lunedì 24 febbraio 2014

AVVENTURE DI ZIA E NIPOTE: LEONETTO ALL'ASILO NIDO


Leonetto
Quando ho saputo che mio nipote Leonetto doveva fare l'inserimento all'asilo nido, ho provato una piccola stretta al cuore. E' troppo piccolo mi son detta, ha solo sei mesi, ed è il più piccolo di tutti i bambini iscritti. Che succederà? Si prenderanno cura di lui? Lo terranno in braccio? E che dire delle maestre? Se rientrassero in quella maledetta schiera di persone che maltrattano i bambini? 
Presa da questo vortice di pensieri semi infausti, progettavo piani punitivi verso le probabili diaboliche maestre, vedendomi già indossare i panni della vendicatrice mascherata (tipo Super Zia manga o roba del genere).
Inutili le parole con me, dovevo verificare di persona. Perciò son partita, e me ne sono andata allegramente da mio nipote, nidificando in casa sua per farla breve. 
Leonetto è piccolo sì, ma è un bambino molto acuto ed intelligente, dotato di una grande capacità di osservazione (che probabilmente ha ereditato nel suo corredo genetico da me medesima). Pur avendo sei mesi, si fa delle gran risate ed è perfettamente in grado di stare con tutti (altra caratteristica che ha preso da me....).  Per il suo inserimento all'asilo era stato dotato di un paio di fantastici pantaloncini in vellutino a coste mimetici e felpa color crema con Woodstock in prima linea. A completare il tutto il mio tocco creativo: pettinatura easy rider. 
Al nostro arrivo ci ha accolto una dolce maestra che, per il piacere dei miei occhi, indossava un bel grembiule a quadrettini tutto sgaleante. Intorno, un nugolo di bambinetti già grandicelli che guardavano Leonetto incuriositi. Ma questo ovviamente, non mi ha distratta dai miei proprositi di indagine e usando la mia vista da agente del KGB, ho analizzato la struttura nel suo complesso, controllando appendiabiti, battiscopa, piastrelle, finestre, tappeti, cuscini, tavolini, annusando l'aria per captare odori sospetti, scannerizzando l'ambiente per trovare microbi (controllo per altro già fatto dalla mamma a cui io ho voluto aggiungere il mio per forza). Ad un primo screening  tutto regolare. Dal canto suo Leonetto, già tombeur de femmes, si è profuso in sorrisi spaccacuore lasciandosi andare fra le braccia della maestra ormai colpita da uno strale di Cupido. Tempo di permanenza come da istruzioni, un'ora, giusto il tempo di andare a prendere un caffè e fare qualche commissione nei dintorni. Al nostro rientro per riprendere Leonetto, io e Simona ci siamo un attimo soffermate di fronte ad una porta finestra, dalla quale si vedeva il piccolo principe adagiato su una sdraìna a dondolo con la maestra inginocchiata di fronte a lui, tutta presa a parlargli. Proprio in quell'istante la maestra si è accorta della nostra presenza e guardando Leonetto ci ha indicate. Beh, lasciatemelo dire, mio nipote si è girato verso di noi, ha guardato attraverso il vetro e ci ha omaggiate di uno dei suoi più splendidi sorrisi senza denti che un bambino di sei mesi può fare. Lui può. Che felicità, che orgoglio....Lo abbiamo dunque preso e lo abbiamo portato a casa dove un compito ben più arduo ci attendeva: la pappina svezzamento e la sua maledetta consistenza.

domenica 29 dicembre 2013

OBLIO

Giacqui,
con un sembiante non noto,
ove l'oblio avea a lungo lavorato.
Non emozione,
statuaria icona di serenità.
Non mente,
poichè scevra di negativi affanni.
Solo da lacrime di cristallo
udisti storie di sentimenti infuocati,
di paraventi, e segrete stanze.
Ne aprii le celle e furon liberi,
e divenni il sembiante dell'oblio.

martedì 15 ottobre 2013

MATTINATA AL POLIAMBULATORIO




Proprio questa mattina mi sono recata presso un poliambulatorio per effettuare un esame clinico. Avevo l'appuntamento alle 10:00 e come mio solito, mi sono presentata con un certo anticipo (il mio  disturbo ossessivo compulsivo: prima è meglio).
Alla reception, la gentilissima segretaria mia ha informata che il medico doveva ancora arrivare, perchè rimasto bloccato in strada causa traffico. 
Così mi sono seduta nella sala d'attesa sulla quale si affacciavano svariati studi medici delle più differenti specialità: elettromiografia, risonanza magnetica, audiometria, ecocolor doppler, quello che dovevo fare io.
Non c'è cosa più bella che osservare le persone, i volti, la gestualità, ascoltare i loro discorsi, e spesso, essere costretti ad interagire, anche quando non hai voglia, perchè c'è sempre qualcuno che ti chiede cosa mai tu, giovane, ci fai lì, se sei in attesa del medesimo specialista che attendono loro, e  in questo caso devi per forza confessare a che ore hai l'appuntamento, che risulta immancabilmente essere dopo il loro.
Così mi sono messa tranquilla, osservando qua e là e mi sono imbattuta in un imponente donnone, fornito di stampella da difesa, seduta accanto all'ambulatorio dove si effettuava l'elettromiografia.
La mia mente l'ha soprannominata Amaranta, dato che indossava un vestito di quel colore. La signora Amaranta era accompagnata dalla figlia, e con lei stava lamentandosi dell'attesa: " Ma quanto ci vuole? Io sto male" (sinceramente a vederla non sembrava proprio, aveva un viso fresco come una rosa e un atteggiamento che un guerriero spartano non avrebbe potuto sostenere). La figlia, visibilmente stanca e provata si era seduta dalla parte opposta della stanza rispetto all'ingombrante madre, e le ha fatto notare che dentro, c'era una giovane ragazza di 17 anni, e che insomma, non era il caso che si lamentasse.
Ma Amaranta è stata pronta nel rispondere: " E che me frega, io mi lamento per me, sto male sai? Hai preso tutta la documentazione?" 
"Sì mamma"
" E i soldi li hai?" 
"Sì mamma, secondo te venivo senza?"
"Ma la dottoressa dell'audiometria non viene? L'ho chiamata più volte ma non mi ha risposto!" 
" Sta arrivando mamma!"
Proprio in quel momento è entrata la dottoressa, carica di valigie contenenti le apparecchiature di calibrazione degli apparecchi acustici, piegata sotto il peso di quegli ingombranti pesi e visibilmente  provata. Amaranta senza por tempo in mezzo, l'ha bloccata avvalendosi della stampella da difesa e, se non fosse stato per i riflessi della dottoressa, tutti i presenti, me inclusa, avremmo assistito ad un grave incidente.
"Mamma! Che diamine! Lascia che la dottoressa posi le valigie in ambulatorio!"
"Beh ma io ho l'apparecchio che mi fischia!"
La dottoressa doveva conoscerla bene, perchè le ha preso immediatamente l'apparecchio e si è ritirata nel suo ambulatorio (sbolognare quell'invadente  di Amaranta doveva essere per lei una priorità urgente).
Nel frattempo ecco che entra un'altra attempata signora, e anche a lei la segretaria dice che il medico ecografista è in ritardo: "Ma io ho l'appuntamento alle 10:20! E poi volevo sapere: siccome ho la tendinite qui, e mi ha visto un dottore che mi ha segnato una pomata, se si poteva fare qualcosa"
La segretaria aveva il viso costipato, e per tener buona la sgrammaticata donnina ha subito chiamato il fisioterapista (che ci parlasse lui.....)
 Ecco Sandro, il fisioterapista di comprovata esperienza: "Buongiorno, allora Delia qual'è il probelma oggi?" - "Ho la tendinite qui, vedi? Ora il dottore mi ha dato una pomata e delle pasticche ma non mi fa nulla ho le dita gonfie quando mi alzo"
"Ma Delia, ti ha visto un ortopedico?" - "Si ma non so come si chiama"
"Allora fai il doppler per stamani, poi è necessario che tu mi porti pomata e pasticche va bene?"
"Si poi vado a casa e ti posto tutto oggi"
Finalmente è arrivato il medico ecografista, che scusatosi per il cospicuo ritardo, si è messo a sistemare il macchinario. La signora Delia, già in fibrillazione per il ritardo, aveva già una gamba dentro l'ambulatorio, perchè lei aveva furia e quindi, considerando l'orario, toccava a lei. Il dottore però, l'ha bloccata mettendosi davanti alla porta e, senza proferire verbo ha indicato me, facendole capire che (strano, ma vero) c'ero prima io. 
"Ma io ho l'appuntamento alle 10:20!" - "Ma la signorina aveva l'appuntamento alle 10:00!"
Così sono entrata a fare il mio ecocolor doppler e ci sono rimasta una quarantina di minuti, perchè era un'indagine piuttosto lunga e quando sono uscita la signora Delia era decisamente arrabbiata: "Si può sapere cosa ha fatto tutto questo tempo?" mi ha chiesto.
" Ho giocato a carte signora!"


martedì 30 ottobre 2012

Hungry Years

17/10/2012
"Callide" come solo il ladro di Baghdad sa esserlo, e veloci come l'Uccello Roq, siamo entrate appunto da Hungry Years, birreria vecchio stile con tavoli in legno e panche, specchi liberty e pubblicità anni '20. Il titolare, un uomo di mezza età, alto, asciutto e sorridente, ci ha accolto con entusiasmo (Bravo! Sai stare al pubblico!) e ci ha fatto accomodare presso un tavolo seminascosto in un angolo (consapevole, forse, che io e Dona avevamo intenzione di ciacolare in santa pace). Perspicace Businessman!

Per i menù ha mandato il suo secondo, un ragazzino che non saprei definire esattamente, ma di cui ho notato gli occhietti piccoli, ravvicinati e furbi, ma ahimè poco intelligenti. Abbiamo affondato i nostri visi nei menù e di tutte le allettanti proposte, fra cui un invitante stinco di maiale, e svariati primi piatti, la mia curiosità, e forse influenzata dallo stile british del locale, è caduta su un cheeseburger che mi ha fatto ricordare gli antichi fasti di un soggiorno in Scozia ad Edimburgo e uno a Londra (beati tempi.....). Così entrambe abbiamo preso il cheeseburger con crauti, patatine e birra consigliata personalmente dal nostro Businessman: per me un Rossa doppio malto, per Dona una Bionda triplo.....come se prima da Baffino avessimo scherzato! (...quisquilie....)

Mentre aspettavamo la nostra ordinazione, i nostri sguardi hanno percorso la birreria, iperscrutando i presenti: interessante clientela. Dai giovani studenti in libera uscita (stile febbre del Sabato sera) intenti a scambiarsi sms, foto, link con gli inseparabili iphones, a coppie più mature e rilassate in meditazione degustativa di birre o vino, alle conventicole di amici pronti a "ruzzare fino a ora presta" (così sentii esordire un ragazzo nella famosa pasticceria "Salza" a Pisa in un lontano giorno della mia vita goliardica).

Con Dona stavamo parlando proprio di buttar giù un programmino ludico-culturale e, nella nostra bozza, erano inclusi anche il cinema, da noi disertato lo scorso anno, cene a casa di Dona con mio accurato programma di assaggio dolci (quelli prodotti da me medesima ovviamente), forse cinema d'essai, e tours enogastronomici per le sagre d'autunno.

Ecco i cheeseburger, i crauti e le patatine....FAME! FAME! FAME! (ricordiamo l'effetto idraulico liquido del cocktail Martini). Mmmm che bontà; io mi sono sentita trasportata a Camden Town, Dona invece non so perchè, l'ho vista sparata all'Oktober Fest.... Pancia mia fatti capanna: "Mascelle all'attaccoooo! Denti, caricaaaa! Stomaco mio placati!
Fra un morso e l'altro tentavo di convincere Dona a vedere qualche fantastico film gothic horror, mentre lei rimaneva al palo con i thriller, poi abbiamo trovato un compromesso: ok a vampirelli e lupi mannari e via con qualche action movie (e questa è la fase uno), in seguito qualcosa di più cerebrale.

Il mio stomaco però non era ancora soddisfatto, che poteva mancare se non un dolcetto? Conditio sine qua non per concludere la serata? Non ho avuto dubbi: un Creme Caramel faceva al caso mio (fatto in casa naturalmente). Su di me il dolce fa lo stesso effetto che su Baffino aveva fatto la richiesta del cocktail Martini: mi fa dilatare le pupille e mi fa fare le fusa, produco endorfine, il tutto con l'IMPRIMATUR del cervello. Eccoloooo!
Chiedo a Dona se ne vuole assaggiare un po', ha un aspetto magnifico, ma nulla, i dolci che Dona assaggia sono quelli che impasto io (meno male che la mia produzione è discreta). OK, a noi caramello!

"Santo cielo Silvia, ma l'hai ingoiato intero?"
"Ma cosa dici Dona!"
"Ti rendi conto della nanovelocità con cui l'hai mangiato?" (nanovelocità?)
"Certo che no, l'ho gustato al massimo"
"A volte mi spaventi, te e i tuoi dolci!"
"Sì, la pasticceria, l'arte culinaria per eccellenza...."

Ci siamo avviate alla cassa dal Businessman, mentre Dona ancora rifletteva su come avessi potuto "sbranare" quel povero creme caramel senza alcun ritegno, quando improvvisamente, mi tira per un gomito, indicandomi una foto attaccata vicino alla cassa. Ora era lei ad avere le pupille dilatate. La foto ritraeva un bel moro dai capelli lunghi e ricci, con fisico mozzafiato (del resto era in costume da bagno) seduto sul bordo di una piscina. Allarme rosso! Allarme rosso! Sindrome cinese! Dona non si spiccicava dalla foto, nonostante le avessi rifilato un calcetto sulla tibia, anche perchè Businessman la guardava con grande soddisfazione: sì, quella paterna, dato che la foto ritraeva suo figlio (orgoglio di padre). Altra figura tapina che abbiamo fatto anche questa volta.
Non paga, Dona prende informazioni, e viene a sapere che il "Divino Achille" spesso si materializza in birreria e che suona in un gruppo non ben identificato....Oddio, prevedo altro giro da Businessman!
Con lo stesso garbo usato a Baffino abbiamo salutato e con la pancia piena e gli occhi pieni della divina visione, siamo tornate a casa.


Baffino


12/10/2012

In uno dei momenti di maggiore ispirazione, Donatella ha deciso di andare a fare una gitarella fuori porta per cambiare aria e togliere entrambe dal solito tran tran. Dato che in questo è una pioniera esperta ed una esploratrice formidabile, mi ha caricata in macchina e siamo partite.
Il viaggio è stato veloce, costellato dalle nostre chiacchiere e stavolta Dona ha approvato il mio abbigliamento, più curato e femminile (in effetti ultimamente un po' per l'eccessiva magrezza, un po' per i problemi alla schiena e forse per il pessimismo cosmico, non brillavo certo per mondanità) tanto che ha esclamato: "Ora ti riconosco!" (meno male che mi riconosce lei!).

Comunque, trovato il posto per la macchina mi sono lasciata guidare da lei e, dopo esserci inoltrate nel dedalo di stradine di un centro cittadino, siamo arrivate al locale destinato all'aperitivo che avrebbe consacrato l'inizio della serata. E' stato così che ho visto per la prima volta BAFFINO.

Sembrava uscito da un libro d'altri tempi, con i suoi lineamenti stile '800, lineamenti da figlio del secolo, capigliatura corvina e la "mustache" (BAFFINO appunto) in primo piano.
Appena entrate, Baffino si è genuflesso a mani giunte (NAMASTE') per darci il benvenuto nel suo localino gremito dentro e fuori, che ospitava anche un gruppetto parecchio canoro.
Il nostro ottocentesco amico deve aver notato la mia aria smarrita mentre guardavo una ragazza dai capelli verde smeraldo e, per minimizzare i segni del trauma cromatico sul mio volto, ci ha chiesto (sempre genuflettendosi): "Che volete da bere ragazze?" Credeva di trovarci impreparate.....invece no caro Baffino: "Due cocktail Martini grazie!"
Le nere pupille si sono dilatate.....anche lui stava producendo endorfine: "Ahhh però.....Subito ragazze! Gin o vodka? " "Gin!"

Ed ecco in due bicchieri (da Martini appunto) i nostri cocktail freschi, chiari, con tre olive verdi e tanto alcool (ecco perchè a Baffino si erano dilatate le pupille, forse ci credeva due Bond Girl).
Il cocktail Martini è piuttosto forte (una bombetta direi), bisogna accompagnarlo con del cibo, perchè a stomaco vuoto i suoi effetti potrebbero essere imbarazzanti. Infatti io l'ho assaporato con delle fantastiche patatine (una ciotola intera), mentre Dona dopo il primo sorso ha ritenuto opportuno optare per un semplice Martini bianco on the rocks (con delusione di Baffino). Se avessi spruzzato un sorso di cocktail sulla fiamma di un accendino, avrei incendiato Baffino e locale.. Comunque fra un sorso e un altro con Dona ci siamo guardate intorno: il locale traboccava di gente alternativa (vedi ragazza con capelli verdi) e di qualche soggetto da film francese (le aiutanti di Baffino dietro al banco, una delle quali indossava una canotta a righe, tipica divisa dei camerierini dei bistrot).
Il mio cocktail aveva avuto un ottimo effetto sia sulle mie guance (che avevano ripreso colore) sia sullo stomaco (il cocktail Martini è come l'idraulico liquido) e quindi ero pronta per la cena, perciò con Dona abbiamo allegramente salutato Baffino, il trio canterino, e la ragazza con i capelli verdi e ci siamo avviate verso "HUNGRY YEARS", la birreria dove avremmo cenato.

lunedì 29 ottobre 2012

Capodanno con Piramide


04/01/2008

E così siamo arrivati alla fine dell'anno.
La giornata del 31 Dicembre è stata ovviamente una giornata campale. Telefonate ogni cinque secondi circa e una marea di clienti in arrivo per i grandi festeggiamenti di fine anno.
Come volevasi dimostrare Piramide era tutta un fuoco, bisognava essere preparatissimi a ricevere tutti i clienti, ma in particolare i suoi amici (il che significava attenderli ad un ora non ben precisata del pomeriggio, sera...)




Sia il Poggio che la Muccheria erano al completo e i gruppi familiari solitamente sono da noi i più temuti, dato che arrivano come una mandria in preda al morbo della mucca pazza e vanno gestiti con grande cautela. Voci, schiamazzi, sospiri e alti lai si susseguono per la struttura, mentre la mente di chi sta alla reception (in questo caso io) va in pezzi. Ed eccoci ai primi arrivi: gruppo di adolescenti con soldi da spendere che invade la reception e la sala, un coro di parole tutte diverse e domande a fiumi, e mentre tu cerchi di rispondere in maniera esauriente, il citofono suona e arriva la coppietta snob, vestita Prada da capo a piedi che guarda scandalizzata gli adolescenti e ti chiede: - Hanno una suite qui a Poggio?- 


E tu con un sorrisone rispondi che i ragazzi risiedono nel residence. Poi arrivano gli amici di Piramide, e scatta la richiesta del tavolo riservato e tranquillo....come no, in un ristorante pieno!!!! Anche qui dopo una genuflessione grazie alla quale ho toccato le palme delle mani sul pavimento di cotto, ho spiegato che la serata sarebbe stata tranquilla, ma che un po' di rumore ci sarebbe stato visto che il ristorante era al completo. E per risposta ho avuto un grugnitino amoroso. E mentre Piramide volava per la sala accendendo candele, intensificando i poutpourri, e modulando le luci, io facevo decine di viaggi su e giù per il Poggio e alla Muccheria andata e ritorno. Erano le sette e io ero sfiatata, avevo lasciato i polmoni un po' ovunque per la struttura; e mentre cercavo di riprendere fiato, Piramide candidamente mi chiede: -Dove vai a festeggiare stasera?- 

Ho replicato che non andavo da nessuna parte, ma che stavo a casa in compagnia delle poesie di Oscar Wilde. Per tutta risposta mi sono sentita dire che mi meritavo delle piattonate in testa....solo perchè non andavo a fare un bagno di folla, e in uno dei suoi accessi di generosità mi ha proposto di rimanere in loco a festeggiare con Lei. Ho socchiuso gli occhi, anche per controllare una scarica nervosa che mi saliva dai piedi verso la testa, e ho rifiutato: ma siamo ammattiti? E dopo dodici ore passate qui devo anche rimanerci per fare un brindisino? Ma preferisco che un fulmine divino mi incenerisca piuttosto che passare un'ora di più qui, ho bisogno di tranquillità e silenzio, di suoni armoniosi, del profumo delle resine indiane e degli incensi. Erano quasi le otto, e nella mia testa mi sono ripetuta un vecchio adagio medievale:

"vinum dolce gloriosum, pingue facit et carnosum atque pectus aperit; vinum dolce vinum purum, reddit hominem securum et depellit frigora"....Ed era quello che avrei fatto appena arrivata a casa.





L'Ammutinamento


25/12/2007

Siamo giunti alla goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ormai Piramide è una bomba ad orologeria che si aggira per la struttura, criticando tutto e tutti, urlando qua e là, minacciando repentini cambiamenti organizzativi. Analizzando questa situazione e stufa all'ennesima potenza ho deciso di dire la mia in sede di riunione e così ho fatto.


Qualche settimana fa ad una delle nostre riunioni ho detto chiaro e tondo a capo e Piramide che io a lavorare così non ce la facevo più e che quindi non avrei più tenuto l'amministrazione, con le continue interruzioni, il telefono, i clienti, il bar. Inoltre ho anche detto in faccia a Piramide che ricevo lo stipendio non per fare amministrazione, ma per fare del sano e robusto facchinaggio, affermazione che l'ha indispettita a morte. Ma del resto è la pura verità. 


Da Gennaio quindi l'amministrazione se la farà Lei, sempre che ci riesca considerando la sua "precisione" e io mi dedicherò al momento ai clienti e alla reception. E' ovvio che mi sono messa a cercare un altro lavoro, perché non intendo più sacrificare tutta la mia esistenza e il mio tempo (dato che per me non ne ho) ad una causa che non mi appartiene e per la quale non ricevo mai una gratificazione. 

Il clima ora è teso e Piramide è sempre sull'orlo di una crisi, ma d'altra parte bisogna anche accettare le conseguenze di quello che si semina, e visto che lei semina vento, non può che raccogliere tempesta.



IL TELEFONO...LA TUA VOCE

01/12/2007

 Nonostante l'untore abbia centrato il suo bersaglio appiccicandomi mal di gola e raffreddore, non  paga dello scempio perpetrato su di me e anche sulla collega, ieri mattina il mio telefono ha squillato. Era la mia collega che, con la voce semi preoccupata mi chiedeva:"Silvietta, scusami ma per caso hai strappato tu le pagine del quaderno con la cronologia degli incassi del negozio?" - "Ma che dici!" ho risposto - "Quel quaderno è stata una mia creazione, perché avrei dovuto strappare le pagine?"
Poi un pensiero si è insinuato nella mia mente....doveva esserci lo zampino di Piramide. Infatti la collega mi ha spiegato che Piramide si era impossessata del quaderno ieri mattina e ha cominciato ha sblaterare sui chi come e cosa, che io e la collega non eravamo capaci di gestire nulla, come mai mancavano le pagine del quaderno....Strano che due incapaci tirino avanti un'azienda intera, considerando la memoria dotata di un neurone di Piramide. Ho fatto mente locale, come al solito, per ricostruire i movimenti del mio prezioso quadernetto e mi sono ricordata che Piramide se ne era impossessata qualche tempo fa, lodando la mia precisione, perché avevo segnato tutto. Quindi con pazienza e una risatina di fondo ho detto alla collega che l'aveva preso lei. Jas, così si chiama la mia compagna di avventure, ha cacciato un urlo: "Lo sapevo, me lo immaginavo, è sempre la stessa storia, Lei prende la roba dal nostro ufficio e poi viene a lamentarsi che non la trova, che è sparita che qualcosa è stato cambiato" - "Infatti - ho detto - non ti ricordi la storiella del libretto del gasolio?" In effetti in quel momento Jas incarnava l'ira del Pelide Achille. Al termine di questa breve conversazione, ci siamo salutate ripromettendoci di sentirci in serata, come infatti è stato e con che risultato? Che Piramide aveva ammesso che le pagine del quaderno le aveva strappate Lei in un momento di disturbo ossessivo compulsivo.
Ora cosa si può aggiungere a tutto questo se non che il suo estetismo posticcio è un esempio della sua decadenza?

STRATEGIA DELL'UNTORE

Salute di ferro sì, ma purtroppo Piramide, grazie alla sua nuova strategia dell'untore è riuscita ad attaccarmi mal di gola e raffreddore. E come direte voi? La strategia è semplice: ci si mette "vicini vicini" alla vittima designata e grazie ad un particolare tipo di mitragliatore, chiamato tosse, si investe il malcapitato con una valanga di proiettili batteriologici. In caso di resistenza del nemico, la strategia prevede anche il supporto dell'acqua che balla (cioè il naso che cola come una fontana: uno stranuto qui, uno starnuto là...e il gioco è fatto).
In effetti dopo una strenua lotta durata due giorni, il mio sistema immunitario, stamani, all'ennesima raffica di proiettili, ha leggermente ceduto e si è aperta una breccia. A metà mattina ho sentito un fastidioso inizio di raucedine, seguito da una slavina di starnuti. Ora, siamo sinceri,   dover tenere una mano al naso fissa e con l'altra continuare a fare il vostro lavoro, non vi provoca un attacco di itterizia rabbiosa? A me sì, e viscerale anche. Comunque ho tentato di tamponare con delle caramelline balsamiche che tengo sempre di scorta, e nel frattempo ho controllato le mail attraverso le quali il capo mi stava chiedendo di fargli pervenire un check di fatture dal 2005 a oggi.....e che ho fatto in un minuto facendo una telefonatina nel nord Europa. Poi Piramide, ridacchiando delle mie accuse al suo attentato alla mia salute, si è ricordata che oggi urgentissimamente aveva bisogno del calcolo del consumo della biancheria in un anno e che bisognava anche stampare i menu del ristorante. Il portatile da un lato, la calcolatrice dall'altro e i tamponi nel naso, ho portato avanti le due attività in contemporanea e alla sua richiesta di rispondere al telefono del ristorante che squillava, ho detto: "Non sono Mandrake". Stranamente non ha fiatato.
Sul finire della serata un paio di appuntamenti di Piramide per la realizzazione di progetti "Apri e Gusta" mentre io ho terminato di mettere a posto la scrivania, che somigliava ad un polveroso archivio degno di un topo di biblioteca affamato di carta straccia. Mi sono concessa un ultimo download della posta e ci ho trovato una mail di Blumi che dalla Malaysia mi mandava i saluti in un momento di pausa durante l'ultima gara velica dell'anno. Gli ho inviato i miei saluti e un in bocca al lupo pregandolo con un post scriptum di salutare Sandokan e sono tornata a casa.

IO E PIRAMIDE




27/11/2007

Sembrava che ieri capo e Piramide dovessero partire, invece è partito solo capo e Piramide è rimasta.
Così già ieri mattina si è piazzata in ufficio con me, io con le mie scartoffie, lei con il Mac in cerca di impaginazioni grafiche decenti per il menu del Ristorante di Natale e Capodanno. Già ieri però Piramide non era adrenalinica come al solito, lamentava infatti un leggero mal di gola...Oggi aveva una brutta cera, il mal di gola era aumentato e c'era anche un po' di febbre.
E che ti fa Piramide? Si piazza accanto a me a spargere micidiali bacilli, ma non ha fatto i conti con la mia salute di ferro (he he he). Stranamente però, in questi giorni si è creata una certa armonia fra noi, siamo riuscite a stare nella stessa stanza senza fare scintille e a collaborare in maniera costruttiva. Sarà la provvidenza divina o il frutto dei pingui sacrifici ad Apollo?
Meglio non sperare troppo in questa tregua, c'è ancora domani e comunque deve tornare capo che potrebbe in ogni caso sconvolgere i precari equilibri che ci proteggono dalla bianca e lucente pietra calcarea che ricopre la Piramide. Che fare allora? Possiamo solo aspettare domani.

LA RIUNIONE




24/11/2007

Nonostante avessi dei giorni di recupero, dato che, causa problemi della collega, mi sono sparata quindici giorni di lavoro sette giorni su sette per circa dodici ore al giorno, Giovedì c'era la riunione con capo a Piramide e quindi sono dovuta andare a lavoro. Ovviamente essendo una maniaca della puntualità, sono arrivata circa mezzora prima, anche per riunire la carte. Chissà perchè, quando sono arrivata Piramide mi ha subito chiesto un piccolo favore, o meglio, fare un ordine presso un nuovo fornitore di svariati tipi di birra artigianale da mettere al bar: e se io non c'ero l'ordine chi lo faceva? Comunque mi butto sul telefono, e faccio anche uno squillo al capo per sapere se era pronto. La riunione non potevamo farla in ufficio, perchè il ristorante era aperto e quindi in ritardo di un'ora, ci siamo riuniti a casa di Piramide e capo (un freddo barbino).  Abbiamo ripreso i punti della riunione precedente, dandoci nuove scadenze, e siamo passati ai nuovi punti, in pratica i miei, cioè quelli amministrativi: check delle fatture, pagamenti di fine mese, situazione cassa...Per fortuna tutto regolare. Il capo che pensa sempre che io sia onnipresente e dotata anche del dono dell'ubiquità, mi ha subito dato da preparare alcune scartoffie, infischiandosene del fatto che al termine della riunione io me ne sarei andata allegramente a casa. Fra un discorso e un altro la riunione è terminata alle tre, e dovevamo ancora mangiare, infatti il mio stomaco gorgogliando diceva :"De minimis non curat lex". Un veloce spuntino a base di formaggi, e finalmente il capo si è degnato di farci il caffè turco, che io adoro e che solitamente non fa mai. Poi, tutto felice mi ha mostrato una specie di lampada da giardino a forma di tartaruga e funzionante grazie ad un piccolo pannellino solare installato sul carapace. L'ho guardato con aria interrogativa e non riuscendo a trattenermi gli ho detto: "Ma dove l'hai presa, su D-Mail?"
Sono salita in ufficio e ho preparato in fretta e furia le scartoffie che mi aveva chiesto lasciandole in consegna alla collega e mentre Piramide mi diceva :"Sentiamoci!" ho infilato la porta dell'ufficio e, in compagnia dello scirocco, con una sgommatina sono ritornata a casa.

LA GINNASTICA FA BENE




21/11/2007

Da che mondo è mondo, si sa che fare del movimento, correre, andare in palestra, fa bene al nostro corpo.
Così perchè usare la tua mastercard per pagare l'iscrizione in palestra quando fare ginnastica al lavoro non ha prezzo?
Proprio ieri mattina, al mio arrivo in ufficio cosa vedono i miei occhi? La governante in cima alla scala che metteva a posto degli splendidi vasi di vetro dentro cui, l'acqua, si mescola a coloratissimi fiori o verdi arbusti, mentre Piramide aveva smantellato tutta la scrivania della reception, cosa che mi ha fatto venire quasi un mezzo mancamento, dato che sulla scrivania risiedono i pos per le carte di credito, la stampante, il pc con il programma di gestione delle prenotazioni....Tutto staccato (il panico cresceva). Piramide era accucciata sotto la scrivania con svariati cavi in mano e ciabatte multipresa e borbottava parole incomprensibili sulla quantità di fili che giacevano lì da tempo, o meglio, da quando il nostro elettricista aveva abbandonato i lavori a metà. Perciò, mi ha subito detto che non riusciva a spiegarsi come io e la collega potessimo lavorare in quelle condizioni, con cavi in grovigli pitoneschi, e polvere ovunque. Ho fatto orecchie da mercante, e dentro di me mi sono detta: "Mettici le mani tu in quel groviglio, e scommetto che quando avrai riattaccato tutto, qualcosa non funzionerà e dovremmo rimetterci le mani noi" - poi mi sono diretta a preparare il caffè per tre. Dopo il corroborante caffè, la governante è sparita a casa di Piramide, tanto non ce la faceva a reggere a quello spettacolo, e io ho tentato di chiudermi nel back office per inserire alcuni dati importanti nel programma di contabilità. Praticamente non sono riuscita a fare quasi nulla, perchè  Piramide mi chiamava in continuazione, per questo o quello e, durante il suo lavoro, ha smosso tanta di quella polvere, che alla fine mi è venuta una crisi allergica e ho cominciato a starnutire, e nonostante tutto lei non si è fermata. A pranzo ci siamo arrangiate con pezzo di pizza del forno della Coop e poi finalmente è arrivata la mia collega che doveva prendere il furgone e anche a lei è toccata una bella siringa di critiche. Abbiamo ribaltato gli occhi al cielo e, in silenzio ognuna ha cercato di continuare a fare quello che aveva cominciato: io nel back office, nel tentativo di produrre un grafico da excel, lei ha preso il furgone con il farro perchè ci doveva caricare del ferro per casa sua. Quando Piamide ha riattaccato tutti i cavi, il pc non aveva più connessione alla rete LAN, e io mi  sono dovuta seppellire sotto la scrivania e riattaccare i cavi. Dopo questo sforzo fatto con il naso chiuso e un mal di testa bestiale, Piramide, che era andata in paese per delle commissioni, è tornata piena di energie, e tanto per terminare in bellezza la giornata nel buio invernale, le è venuta la brillante idea di spostare dalla parte esterna della veranda tre panchine in legno massiccio. Così ha reclutato la forza lavoro rappresentata dalla mia persona e una per volta ci siamo caricate le panchine sulle braccia e le abbiamo spostate nel giardino d'inverno, al buio, al freddo e con la fida Camilla che mi stava attaccata alle calcagna. Sbuffando siamo rientrate in ufficio e io, dopo aver ripreso fiato mi sono preparata per andare a casa, dicendo a Piramide che ci saremmo viste per la riunione e di riferire alla governante che  l'avrei stupita con gli effetti speciali della mia forza sovrumana.
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