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giovedì 3 marzo 2016

Il vino di angelica per la digestione

Il nome angelica (Angelica achangelica) detta anche  erba degli angeli come suggerisce il nome, è specie considerata fra le migliori a livello fitoterapico. L’angelica veniva coltivata già nel 1500, ma già dal X secolo la si importava dai paesi scandinavi come merce preziosa, proprio i suoi molteplici utilizzi. Spezia, verdura, erba officinale, l’angelica veniva usata addirittura contro gli avvelenamenti. Deve il suo nome all’arcangelo Raffaele, che secondo la tradizione popolare la usava per dare sollievo agli appestati.


Dell'angelica nulla va sprecato perchè le radici (da estrarre e seccare in autunno), le foglie (da raccogliere a primavera) e il fusto (in estate), se pure in modo differente, sono tutti utilizzabili. Con i semi si può preparare un ottimo impacco per occhi stanchi. Fra i suoi principi attivi vi sono tannino, cumarina, olio essenziale, resina e sostanza amara, essa infatti è indicata in caso di gonfiore e meteorismo, catarro bronchiale ma anche di disturbi del sonno. E’ anche utile per mestruazioni irregolari.

Bisogna  però usarla con una certa attenzione, poichè  può causare foto-sensibilizzazione e, se assunta in dosi molto elevate, può avere effetti depressivi. Sconsigliata in gravidanza in virtù del suo potere emmenagogo, stimolando cioè l’afflusso di sangue nella regione pelvica. Ecco la ricetta di vino di angelica, da usare come coadiuvante digestivo.

Ingredienti:
30 gr di radice di angelica
1 l di vino rosso
4 gr di cannella in polvere
Preparazione: lasciare il tutto in infusione (a freddo) per 4 giorni in una bottiglia chiusa. Quindi filtrare con una garza a trama fine. Bere la quantità di un bicchierino da liquore un paio di volte al giorno.

Oppure unita all'echiancea se ne ottiene un  decotto:  portare ad ebollizione 2,5 dl di acqua con 1 cucchiaio di radice di echinacea per 5 minuti, versato su di 1 cucchiaino di angelica e lasciato riposare per una 10 minuti, diventa una buona tisana contro il raffreddore. I gambi di angelica, infine, sono una leccornia se canditi, e l’aroma dei fiori e delle foglie arricchisce le insalate verdi.

mercoledì 2 marzo 2016

Brevi cenni sul caffè verde

Il caffè verde non è altro che il chicco di caffè non sottoposto a tostatura, ecco perchè il chicco è verde. Non essendo tostato, il chicco mantiene intatte tutte le sostanze che con la tostatura si disperdono e grazie ad esse il caffè verde  offre una vasta gamma di benefici per la salute, fra cui quello di essere un naturale aiuto nella perdita di peso. Il caffè verde contiene acido clorogenico, una sostanza antiossidante che si rompe quando i chicchi di caffè vengono cotti, rilasciando un sapore leggermente amarognolo. Nella medicina alternativa, il caffè verde è consigliato per molti problemi salutari, fra cui il tumore del colon-retto, diabete, malattie cardiache, pressione alta, obesità e Morbo di Parkinson.


PERDITA DI PESO: l' estratto di caffè verde può essere utile per coloro che cercano di perdere peso, perché pare essere in grado di ridurre l'assorbimento di grassi aiutando così a dimagrire. Tutto ciò grazie alle metilxantine, molecole che liberano le cellule che contengono i lipidi, bruciando letteralmente i grassi in eccesso. Ovviamente è bene mantenere un regime alimentare corretto, coadiuvato anche da movimento. Inoltre è consigliabile bere almeno 2 litri di acqua al giorno.

COME ASSUMERE IL CAFFE' VERDE: il caffè verde, si trova sotto varie forme, in capsule, in bustine da infuso o in polvere. Per un aiuto alla perdita di peso si dovrebbe assumere un bicchiere prima di ogni pasto principale, quindi almeno tre volte al giorno. Ovviamente non trascurate una buona attività fisica, e aggiungete una dieta sana ed equilibrata per ottenere degli ottimi risultati.

EFFETTI COLLATERALI: a lungo termine il consumo di caffè verde può aumentare i livelli di omocisteina, creando così dei problemi ai vasi sanguigni. Inoltre, il caffè verde può interferire con il controllo di zucchero nel sangue. Alla luce di queste preoccupazioni per la salute, è importante consultare un medico prima della sua assunzione.

L'integratore perfetto: la clorella, alga dai sorprendenti benefici

Esiste il cibo perfetto? Secondo alcuni studiosi sì, e sarebbe la clorella, un'alga verde che cresce spontanea nelle acque salmastre dell’Africa equatoriale: sembra infatti che questa alga alberghino un sorprendente numero di benefici. Oltre il 60% dei suoi costituenti è composto di proteine nobili vegetali totalmente assimilabili, ed inoltre contiene tutti gli aminoacidi essenziali, vitamine e numerosi minerali come ferro, calcio, fosforo, e micronutrienti che hanno un’importante funzione nel meccanismo generale della nutrizione.


Per queste sue caratteristiche, viene impiegata come integratore alimentare con proprietà antiossidanti e ricostituenti. Come tale è in grado di soddisfare tutte le necessità dell’organismo: aumento della capacità di lavoro, miglioramento del rendimento a fronte di un minor affaticamento fisico e psichico e rapido recupero dopo lo sforzo.Vediamo le sue qualità una ad una.

Disintossicante:  favorisce l’eliminazione di metalli pesanti come cadmio, piombo e mercurio e di altre sostanze tossiche come pesticidi. Per questo motivo è indicata per i fumatori.

Digestione: sarebbe in grado di ricreare una sana flora batterica e di promuovere un corretto livello di pH nell’intestino, permettendo ai batteri utili di proliferare.

Ricca di Clorofilla:  insieme all’alto contenuto di carotenoidi e di altri fattori antiossidanti sarebbe in grado di ridurre il livello di radicali liberi, e limitare i danni al DNA.

In base ad alcuni studi condotti dalla Green Med Info l’assunzione di clorella può essere in grado di prevenire o migliorare oltre 40 patologie. Ad esempio stipsi, reumatismi, dermatiti, psoriasi, anemia, rinite, sinusite,raffreddore, problemi respiratori, irregolarità mestruali, cancro al fegato, disturbi della menopausa e alitosi. E' particolarmente indicata nella cura del diabete e nella cura dell’ipertensione: sarebbe infatti in grado di migliorare la sensibilità all’insulina. Inoltre può essere di aiuto a pazienti affetti da fibromialgia, diminuendo l’intensità del dolore.

Qusta benefica alga si può trovare in tutte le erboristerie sotto forma di polvere e compresse. Per una piena azione disintossicante, è consigliabile assumere almeno 3-4 grammi di clorella al giorno. Prima di assumere il prodotto è opportuno consultare il proprio medico curante. La prolungata assunzione può ridurre, a livello intestinale, l’assorbimento di ferro e di altri minerali.

martedì 1 marzo 2016

I benefici degli estratti di Ninfea

Fiore dall'antichissima simbologia, la ninfea era una pianta dalla grande sacralità presso antiche civiltà come gli Egizi. Come tutti noi ben sappiamo, la ninfea è una pianta acquatica il cui habitat naturale è costituito dagli stagni.

Di ninfee ci sono varie tipologie, ma indubbiamente la ninfea bianca è fra le più belle e da sempre conosciuta per le sue proprietà anafrodisiache. Sia la radice che i fiori infatti, hanno un potere calmante degli impulsi sessuali, ma d'altro canto hanno anche preziose proprietà sedative, antinfiammatorie, emollienti che sono efficaci in caso di cistite, tosse grassa, e dissenterie.

La medicina ayurvedica consiglia l'estratto di ninfea stellata per il trattamento dei disturbi epatici. Sia le radici che le foglie vengono anche usate per il diabete, come cardiotonico, diuretico. Ma quali sono i principi che contiene? Troviamo i flavonoidi nei fiori: acido gallico, astragalin, quercetina e kaempferolo, mentre nei semi proteine e mucillagine.

Da vari studi condotti sulle sostanze contenute e sulle loro proprietà farmacologiche, è stato evidenziato che gli estratti di ninfea hanno una buona azione antibatterica per merito di una lectina estratta dalla radice. Sembra inoltre che abbia effetti radioprotettivi, che prevenga il diabete grazie all'induzione di un processo che rigenera le cellule pancreatiche.

Non è finita qui, perchè grazie al contenuto di antiossidanti, alcuni estratti vengono utilizzati nella medicina cinese per trattare mal di testa, tosse, e anche epatite e ipertensione.



sabato 20 febbraio 2016

Prunella Vulgaris: usi e proprietà

Durante la dinastia Han al fine di alleviare i disturbi epatici veniva usata la Prunella vulgaris o anche Brunella vulgaris,  grazie alla attività dell'acido rosmarinico, che compone il 25% della pianta. Quindi la Prunella vulgaris può essere impiegata in caso sulla riduzione del rilascio dei radicali liberi a livello della biomembrana della cellula epatica, preservandone cosi l'integrità strutturale e funzionale.

Fra i costituenti principali troviamo infatti: acido rosmarinico, acido oleanolico, acido betulinico, acido ursolico, triterpenoidi, flavonoidi, tannini, e polisaccaridi solforati. Questo insieme di sostanze ne fa una pianta molto utile in caso moltissimi disturbi infatti fra le principali proprietà si annoverano quella:  antibatterica, antispasmodica, antipiretica, ipotensiva, antisettica, astringente, febbrifuga, vermifuga, diuretica, stomachica, antiossidante, antinfiammatoria, cicatrizzante, effetto antivirale effetto immunomodulante. In fitoterpaia la Prunella è conosciuta  per una sua specifica azione astringente cutanea che in passato ne ha determinato l'impiego per favorire la cicatrizzazione di ferite e ulcere cutanee; oggi è utilizzata soprattutto per detergere piccoli tagli ed escoriazioni in caso di mancanza temporanea di adatti disinfettanti, rallentando lo sviluppo di piccole emorragie.


Una specifica attività della Prunella consiste nel favorire la regressione delle infiammazioni e delle piccole ulcerazioni delle mucose buccali legate a disordini alimentari. Infatti l'infuso di questa pianta è utile per lenire lievi irritazioni genitali e tale attività antinfiammatoria di inibizione locale della sintesi di prostaglandine da ricondursi sempre alla presenza all'acido rosmarinico.

La Prunella si impiega per uso esterno per favorire la cicatrizzazione di piccole lesioni, piaghe, scottature, per ridurre arrossamenti locali a livello delle mucose della bocca, della cute e delle parti intime e per la prevenzione e il trattamento dell'herpes simplex. Ad uso uso interno, specie in America dalla tradizione Indiana e in Asia, come infuso febbrifugo, antidiarroico, antinfiammatorio, rinforzante del sistema immunitario. Se le infiorescenze sono un tradizionale rimedio antipiretico in Cina, le foglie sono commestibili e vengono consumate crude in insalata oppure cotte nelle zuppe di verdure.

Recenti studi evidenziano inoltre la presenza tra i polisaccaridi di una particolare frazione capace di competere con il recettore cellulare delle particelle virali, determinando cosi una specifica attività dell'estratto contro l'infezione da herpes simplex di tipo 1 e 2. Ultime pubblicazioni riferiscono oltretutto un'attività immunomodulante della Prunella con stimolazione della proliferazione linfocitaria (linfociti B e T) e regolazione della risposta immunitaria da parte dei monociti-macrofagi.

mercoledì 10 febbraio 2016

Uno scrigno di benefici per la salute: le segrete qualità del crescione

Oggi parliamo del crescione, di cui esistono trevarietà:  il crescione dei prati "Cardamine sativum o pratensis", che cresce allo stato selvatico, il cui stelo è molto lungo e in alto ha foglie piuttosto larghe, mentre alla base sono più piccole e che produce piccoli fiori bianchi o rossastri che nel ‘700 erano reputati stimolanti, diuretici e antispasmodici,  il crescione d'acqua o nasturtium officinale e il crescione inglese o agretto cioè il Lepidum sativum.

Il crescione in fatti è uno scrigno di preziosi nutrienti: vitamine C, A, B1, B2, B3, PP, E e carotene, minerali come ferro, fosforo, rame, zinco, calcio. Questa semplice pianticella favorisce la digestione, è un tonico, remineralizzante, diuretico, depurativo, cura l’anemia e contribuisce ad abbassare la glicemia. Le sue proprietà si sviluppano però soltanto dal prodotto fresco, seccato diventa inerte.


Il crescione oggi forse poco diffuso sulle tavole è una pianta che è stata molto popolare in tempi antichi: pare che i Persiani lo facessero consumare ai bambini, ritenendo che crescessero più sani, mentre i Romani lo consideravano un potente afrodisiaco e un rimedio essenziale contro la forfora e la caduta dei capelli.

Il crescione può essere usato in cucina in vari modi, ad esempio le foglie di crescione d'acqua, mangiate fresche in insalata, arricchiscono l'organismo di vitamine e sali minerali e hanno proprietà depurative a livello intestinale e renale. La varietà inglese invece, ha proprietà depurative e diuretiche. Aiuta, inoltre, a combattere astenia e senso di debolezza fisica. Per le sue qualità disintossicanti viene spesso consigliato ai fumatori.

L'aroma del crescione è aromatico,  un po' pungente, che richiama  quello della senape e per questa sua caratteristica è spesso utilizzato per dare più sapore a formaggi freschi. Viene, inoltre, usato nelle insalate, in salse per aromatizzare il pesce, per arricchire frittate e quiche o anche per guarnire i piatti. . 

Gli antichi romani si credeva che il crescione inglese restituisse il senno ai pazzi e dunque, per bollare i folli e i codardi, si rivolgeva loro la frase “mangia un po’ d’agretto” che aveva un significato dispregiativo.

venerdì 25 dicembre 2015

Tonico, depurativo,drenante: il sedano rapa

Avete mai assaggiato e cucinato il sedano rapa? E' una qualità di sedano cicciotto e bitorsoluto, fresco e delicato, croccante e appetitoso. Buonissimo da consumare esclusivamente a crudo sia come contorno che mescolato ad altre insalate. Oggi lo si trova in quasi tutti i supermercati, ed è ricchissimo di proprietà digestive, toniche, rimineralizzanti, da non far mancare sulla nostra tavola soprattutto in estate. 


La ricchezza delle sue proprietà è dovuta al fatto che il suo ciclo di crescita è più lungo rispetto agli altri ortaggi, per questo assorbe dal terreno molti principi attivi depurativi e sali minerali stimolanti, tra cui magnesio, manganese, iodio, ferro, rame, potassio, sodio, calcio, fosforo, preziosi per il metabolismo di surrene e pancreas, oltre alle vitamine A, B, C, indispensabili per conservare l’elasticità dei tessuti e combattere l’azione invecchiante dei radicali liberi. Per quanto ancora sconosciuto a molti, durante il Medioevo  e il Rinascimento il sedano rapa veniva usato come un vero e proprio medicinale. Contiene pochissime calorie (solo 23 per 100 grammi di prodotto) ed è ritenuto persino afrodisiaco.

Potete centrifugarlo, dopo averne eliminato la buccia e depurerete surrene e pancreas. Per un mese, bevete mezzo bicchiere di succo centrifugato fresco prima dei pasti principali. Drenante di reni e fegato, regola anche i processi digestivi e stimola l’attività del surrene, aumentando la resistenza allo stress.

 ATTENZIONE: il consumo quotidiano di succo di sedano rapa va evitato durante la gravidanza, visto che questo ortaggio ha anche la capacità di promuovere le contrazioni uterine. Lo stesso vale per i piatti a base di sedano rapa fresco, ugualmente sconsigliato alle gestanti.

Il sedano rapa deve essere consumato sempre e solo fresco, poiché la cottura distrugge le vitamine di cui è ricco. Ottimo da abbinare allo yogurt ed erba cipollina, un pizzico di curry,  sale e pepe a piacere da gustare come contorno o da solo come antipasto: oltre a stimolare pancreas e surrene, è anche un ottimo alleato contro la pigrizia intestinale.

lunedì 2 novembre 2015

Guida all'olio di neem per la pelle e i capelli

Avete mai provato l'olio di neem? Si tratta di un olio multitasking che si ottiene dalla spremitura rigorosamente a freddo dei semi di una pianta: Azadirachta Indica, che, come suggerisce il nome, è originaria dell'India e della Birmania. Sicuramente lo conoscete, ma pensa che ti ripenso, mi sono decisa a descrivere in tre puntate i suoi modi di utilizzo.

Premetto subito che, l'olio di neem ha un odore molto acuto che potrebbe farvi desistere dall'usarlo, ma non fatevi pregiudizi poichè oltre che puro, questo olio può essere miscelato a creme, shampoo, saponi e non solo, si rivela molto utile anche per piante ed animali domestici.

Prima però è necessaria qualche piccola avvertenza in merito all'uso. In primis meglio non ingerirlo ed evitarne l'uso durante la gravidanza. Stesse precauzioni vanno usate anche per gli animali. Per le piante, frutta e ortaggi non vi sono particolari problemi, in quanto l’olio di neem è più sicuro dei pesticidi. Fate attenzione quando acquistate prodotti che contengono olio di neem, poichè è necessario verificare gli ingredienti ed assicurarsi che siano naturali.

E ora vediamo quali sono le proprietà di questo olio per la pelle e i capelli. Grazie alle sue qualità idratanti, alla ricchezza di acidi grassi e alla presenza di vitamina E, questo olio è particolarmente indicato per le pelli, secche, danneggiate e stressate, favorendone la ripresa e ripristinando la naturale elasticità. Inoltre ha proprietà antibatteriche e antifiammatorie che lo rendono efficace anche in caso di acne. Lo si può usare anche come dopobarba e dopo la depilazione ha un effetto disinfettante, lenitivo, idratante e ammorbidente. E' ottimo anche per combattere le smagliature che se già presenti, con l'uso costante dell'olio di neem risulteranno attenuate. Sulla pelle va applicato puro con movimenti circolari sulle zone interessate. Dato l'odore particolarmente acuto che può rivelarsi poco gradevole, è possibile aggiungere l'olio di neem a saponi liquidi o creme. Se usato sulle unghie le protegge e ammorbidisce le pellicine.

E' ottimo anche per i capelli, in particolare chi ha forfora e un cuoio capelluto irritato e arrossato trae giovamento da un massaggio con questo olio, che lenisce i rossori e i pruriti. Lo potete usare puro per massaggiare il cuoio capelluto oppure aggiungerlo allo shampoo (da 1 ml a 5 ml per 100 ml di shampoo). Oppure potete miscelarlo immediatamente prima dello shampoo sulle vostre mani. Se decidete di massaggiarlo puro sul cuoio capelluto lasciatelo poi in posa per circa 30 minuti e poi lavate i capelli. Vedrete dopo qualche tempo i risultati.


lunedì 26 ottobre 2015

Cosmesi naturale: gli oli di armellina proprietà e caratteristiche

Si definiscono oli di armellina quegli oli cosmetici che vengono estratti grazie alla spremitura a freddo dei noccioli di albicocca, pesca, susina e ciliegia. La loro principale caratteristica è la loro leggerezza così da essere particolarmente assorbibili dalla pelle e quindi poco untuosi, caratteristica questa  che li rende ottimi per i massaggi. Li vedremo uno per uno spiegandone in breve le caratteristiche.

Olio di albicocca: questo olio si presta ad essere un ottimo vettore degli oli essenziali. Contiene preziosi nutrienti, ha proprietà antiossidanti, idratanti, emollienti. Ottimo stimolatore della rigenerazione cellulare, riequilibra la produzione sebacea della pelle e contemporaneamente contrasta in maniera naturale le rughe. Si adatta particolarmente alle pelli secche e miste e si rivela un ottimo protettore dagli agenti atmosferici. Può essere usato anche come struccante perchè rimuove in maniera delicata anche make up particolarmente resistenti.

Olio di pesca:  la sua fluidità lo rende utile ad alleggerire oli particolarmente corposi e viscosi. E' antiossidante, rigenerante, idratante, emolliente, lenitivo e levigante. Dona elasticità alla pelle e la mantiene idratata. Si rivela utile alle pelli mature, secche, sensibili ed è ottimo per la pelle dei bambini.

Olio di prugna:  emolliente, nutritivo, idratante, antiossidante e lenitive sia addice alle pelli particolarmente secche e sensibili, e a quelle mature. È molto efficace anche nel trattamento delle pelli devitalizzate.

Olio di ciliegia:  rispetto ai precedenti contiene un'alta quantità di acido linoleico. La sua azione sulla pelle è ristrutturante e rigenerante,  rinfrescante, astringente e purificante. Vi interesserà sapere che stimola la mobilizzazione dei depositi idrici e grassosi, e ne contrasta la formazione, combatte in modo efficace la cellulite.


venerdì 23 ottobre 2015

Olio di Pistacchio, alleato di bellezza

Poco conosciuto e forse ancora poco diffuso, l'olio di pistacchio è conosciuto soprattutto in Oriente per le sue qualità cosmetiche. Si ottiene grazie alla spremitura a freddo dei semi freschi o leggermente tostati ha un bellissimo color verde e il caratteristico odore di pistacchio. Le sue qualità sono date dall'alto contenuto di acidi grassi (acido oleico e linoleico), lecitina, ferro, magnesio e vitamina E.


Questi suoi componenti lo rendono particolarmente indicato per la pelle, poichè ha proprietà antibatteriche, antiossidanti e rigeneranti delle cellule, che lo rendono indicato a proteggere la pelle dalle aggressioni esterne come lo smog e la luce solare. Inoltre ha ottime qualità nutritive. Chi ha una pelle molto secca e tendente all'arrossamento lo troverà eccezionale, perchè lascia la pelle setosa e morbida. Si rivela speciale per coloro che praticano sport acquatici e necessitano di proteggere la pelle dal sale e dal cloro.

Come agisce? Stimolando i processi di rigenerazione dei tessuti mantenendo l’idratazione, soprattutto  la pelle delle gambe e dei piedi. Lo si può anche usare come maschera per illuminare la pelle spenta.






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mercoledì 21 ottobre 2015

Cura dell'Uva: perchè e come farla

Gli antichi Romani, i Greci e gli Arabi praticavano la cura dell'uva, un metodo naturale ed efficace per disintossicare e rinforzare l'organismo e beneficiare delle proprietà salutari di questo antichissimo frutto. E' una cura che consiste nel nutrirsi per un determinato periodo, solo  di uva o di succo d'uva o entrambi.

Perchè praticarla? Essendo molto digeribile, dolce, succosa, energetica, l'uva è uno dei più potenti antiacidi esistenti in natura, per farvi un esempio ha lo stesso potere antiacido di tre cucchiaini di bicarbonato. L'uva infatti è un concentrato di sostanze benefiche come vitamine A, B1. B2, C, PP, di sali minerali grazie ai quali si potenzia il sistema immunitario, si contrasta l'anemia, si combatte la stipsi. Inoltre decongestiona il fegato per le sue proprietà diuretiche. Ma non è tutto, essa infatti contiene glicidi, pectina, minerali come fosforo, calcio, magnesio, rame manganese, potassio, ferro, sodio e iodio e poi flavonoidi e resveratolo rivelatosi molto importante per le sue azioni antitumorale, antinfiammatoria e fluidificante del sangue.


Ma quali sono le proprietà dell'uva? L'uva è un frutto energetico, rimineralizzante, disintossicante e ed è ottima alleata della bellezza. Grazie al contenuto di melatonina che si trova nella buccia, l'uva è utile come complemento per il rientro al lavoro dopo le ferie, quando è necessario riprendere i ritmi stressanti dell'attività lavorativa. E non è finita qui, il succo d'uva contrasta il colesterolo cattivo ed aiuta ad eliminare l'acido urico, contribuendo a stimolare la secrezione biliare. Un bel bicchiere di succo di uva nera è capace di rallentare l'attività piastrinica riducendo così il rischio di trombosi, infarto cerebrale, favorendo l'attività cardiaca, aiutando il sistema nervoso.

Siete in sovrappeso? Provate ad alimentarvi due giorni su 10 con circa 1,2 kg di uva al giorno. Disinfettante, antivirale, ottima contro la piorrea è un ottimo preventivo delle malattie degenerative e dei tumori.

A cosa serve la cura dell'uva? E' possibile fare la uva dell'uva in caso di  convalescenze, nel periodo della gravidanza,per l’astenia e l’artritismo. Utile negli stati febbrili, per coloro che soffrono di nefrite, azotemia, edemi, ipertensione, dermatosi.

Come si fa la cura dell'uva? Preferite l'uva nera e fate la seguente cura per circa due settimane.  Per bambini, studenti, sportivi, anziani, donne in gravidanza è ottimo il succo. Si mangiano anche i semi ricchissimi di sostanze benefiche, ma se la cura si prolunga oltre il periodo di due settimane, buccia e semi non vanno mangiati, poichè l'intestino in questo periodo di 15 giorni si pulisce completamente e prolungando la cura, l'ingestione di bucce e semi può provocare pericolosi tappi. La quantità varia da 500 gr a 1,2 kg al giorno. Prima di intraprendere una cura dell'uva è opportuno uno stop totale da ogni eventuale farmaco. Per ottenere il massimo risultato il periodo migliore per fare la cura dell'uva va da fine Agosto a fine Ottobre.

Per fare questa cura è necessaria una fase di preparazione di alcuni giorni in cui alimentarsi con frutta e verdura cruda e lo stesso procedimento va fatto nel momento in cui si deve ricominciare ad alimentarsi normalmente. In questi periodi, cioè quello preparatorio e di termine sono utili anche centrifugati di frutta e verdura, spremute, frullati. Si passa poi a frutta e verdura cruda (masticata molto) prima di riprendere la normale alimentazione.


mercoledì 14 ottobre 2015

Sali Schüssler cosa sono e benefici

Nella seconda metà dell'Ottocento l'intuitivo Dottor Wilhelm Schüssler già sosteneva che i nostri tessuti cominciano ad ammalarsi allorchè le cellule che li compongono non riescono più a trattenere le necessarie quantità di minerali di cui abbisognano per la loro salute. Grazie ai suoi studi condotti sulle ceneri ottenute dalla combustione di tessuto umano, emerse che i sali presenti, erano solamente dodici e che il perfetto funzionamento delle cellule dipendeva da una giusta proporzione di detti sali minerali. Da questi studi sono nati infatti i Sali Schüssler, 12 sali minerali dinamizzati e diluiti in base ai criteri omeopatici che ad oggi sono utilizzati sia nella medicina omeopatica che in quella alternativa.


La loro formulazione permette ad essi di penetrare bene nel sangue attraverso la mucosa orale e arrivare in maniera diretta alla cellula attraverso la membrana cellulare e agire là dove sia necessario. Deve essere ben chiaro che questi Sali non vanno a colmare carenze quantitative, ossia la mancanza di sali minerali, ma vanno a portare un'informazione in modo che il corpo sia in grado di usare le sostanze minerali ivi già presenti  e sia in grado di assorbire meglio i sali minerali presenti negli alimenti. L'obiettivo è quello di sollecitare il corpo e le cellule affinchè  imparino ad assorbire i sali minerali dall’alimentazione in quantità sufficiente e in modo bilanciato.

Ed ora vediamoli insieme:

Fluoruro di calcio: dà elasticità alle fibre muscolari, le quali possono così tornare ad allungarsi. Tra l'altro questo sale è un componente fondamentale dello smalto dei denti e delle unghie. Altra sua funzione è quella di favorire la circolazione e rinforzare i piccoli vasi favorendo il riassorbimento di indurimenti vascolari.

Fosfato acido di calcio: il più abbondante nel nostro organismo, costituisce principalmente le ossa. Contribuisce alla loro resistenza e solidità e contribuisce alla formazione del callo osseo quando ci sono fratture. A differenza del Fluoruro, il Fosfato è responsabile delle strutture interne di denti e ossa. E' assai utile nei casi di crampi muscolari.

Fosfato di ferro: ci difende dalle infezioni ed è utile nei casi di malattie improvvise, negli stati infiammatori e febbrili in fase iniziale. Rinforzante, migliora l’apporto di ossigeno alla muscolatura, rinforza anche le pareti dell’intestino e i villi intestinali.

Cloruro di potassio: utile per  le mucose e il catarro, si usa in caso di disturbi alle orecchie, agli occhi ed alla gola. Disintossicante, grazie al processo detto di idrolisi si lega alle sostanze che hanno procurato l’infiammazione, neutralizzandole.

Fosfato di potassio: utile nei casi di esaurimento e depressione fisica e psichica. Favorisce la fluidità del sangue e stimola la formazione di globuli rossi, dei tessuti, delle cellule cerebrali, nervose e muscolari. Se carente causa sovraffaticamento che può manifestarsi con disturbi psichici quali abbattimento, senso di angoscia, tristezza e debolezza della memoria.

Solfato di potassio: utile alle infiammazioni croniche di qualsiasi genere (affezioni cutanee con desquamazione, catarro cronico..).

Fosfato acido di magnesio:  utile in caso di dolori e spasmi, nevralgie, emicrania. Assai efficace in caso di coliche, meteorismo, e tosse soprattutto serale. Contrasta la presenza del colesterolo nel sangue. .

Cloruro di sodio – sale da cucina sotto forma molecolare: come tutti ormai sappiamo, regola la ritenzione idrica e i liquidi del corpo. Grazie ad esso si depura il corpo da metalli pesanti, arsenico e fumo, e riesce a farci espellere anche  i veleni organici, ossia quelli che arrivano dalle punture degli insetti

Fosfato di sodio: contrasta l'eccessiva acidità del corpo, infatti se carente possono presentarsi disturbi come reumatismi, sudore acido, disturbi gastrici, renali e vescicali, anche disturbi alla vista come le mosche volanti o una facoltà visiva instabile che indicano una iperacidificazione.

Solfato di sodio, sale di Glauber: favorisce l’eliminazione dei liquidi e delle scorie metaboliche del corpo, disintossicando l’organismo e stimolando la secrezione biliare.

Acido di silicio, sabbia quarzifera: ha un ruolo fondamentale nella formazione della cute, della mucosa, delle unghie, dei capelli e delle ossa. Grazie alla sua azione ne beneficiano la resistenza meccanica dei tessuti e la sudorazione perchè aiuta ad eliminare le tossine attraverso la pelle, scioglie i depositi di cristalli di acido urico.

Solfato di calcio, gesso: in caso di bronchiti persistenti con forte tosse e catarro,è efficace nello sciogliere ed espellere meglio la grande quantità di muco.


martedì 13 ottobre 2015

Corteccia di Salice Bianco: proprietà e benefici

Lessi per la prima volta dell'uso della corteccia di salice nelle Mille e una Notte, più precisamente si parlava dello sciroppo di salice, usato per la febbre. Purtroppo non sono riuscita a reperire informazioni in merito alla preparazione dello sciroppo, ma non ho avuto problemi a trovare quali siano gli usi della corteccia le cui proprietà erano già note ai greci e agli egiziani. Il principio attivo è la salicina, i cui effetti sono assai simili a quelli dell'aspirina, ma la corteccia di salice contiene anche tannini, glicosidi, catechine e flavonoidi.

Dagli studi condotti sulla corteccia è emerso che essa ha effetti analgesici e anti-infiammatori che si esplicano lentamente, ma la cui efficacia può durare più dell’ aspirina. Da notare che la salicina si converte in acido salicilico solo dopo che lo stomaco l'ha assorbita, ed è un gran vantaggio poichè così non comporta l’irritazione dello stomaco come invece avviene con l’aspirina.

Quali proprietà? Anti-infiammatoria, antipiretica, antisettica, anti-ossidante, analgesica e stimolante del sistema immunitario. Può essere utilizzata efficacemente per il trattamento di mal di testa, mal di denti, mal di schiena, artrosi, sindrome premestruale, crampi mestruali, dolori muscolari e tensioni, disturbi cardiovascolari, tagli, ferite, ustioni, raffreddori, influenza, febbre e disturbi reumatici e infiammatori, cioè borsite, artrite, dolore articolare, sindrome del tunnel carpale e tendinite.

Vediamo i suoi campi di applicazione:

Febbre:  associata a raffreddore e influenza.

Attacchi di cuore: bere una tazza di tè di corteccia di salice bianco una o due volte al giorno, può ridurre il rischio di infarto e ictus in persone ad alto rischio.

Emicrania:  bere una tazza di tè di corteccia di salice regolarmente può combattere l’emicrania

Artrosi e artrite reumatoide: da uno studio tedesco è emerso che l'assunzione di estratto di corteccia di salice (240 mg di salicina per due settimane) è risultato efficace nel ridurre il dolore del 14% in persone affette da osteoartite.

Sindrome premestruale e crampi mestruali:  i componenti della corteccia di salice regolando la produzione di prostaglandine e riducendo l’infiammazione aiutano in entrambe le sintomatologie. Bere una tazza di tè di corteccia di salice 2-3 volte al giorno circa un paio di giorni prima dell’inizio del ciclo mestruale.

Mal di denti: in caso si mal di denti, masticare un piccolo pezzo di corteccia di salice bianco o strofinare la sua polvere alla zona interessata. Bere il tè di corteccia può aumentare l’efficacia del trattamento. In caso di gengive infiammate si possono fare gargarismi con il tè di corteccia alla sera, prima di andare a letto.

Per fare il tè con corteccia di salice:aggiungere un cucchiaino di corteccia di salice bianco in una tazza di acqua calda . Filtrare il tè e aggiungere miele o zucchero per ridurre al minimo il sapore amaro. Il tè può essere refrigerato per non più di 48 ore dal momento che perde la sua efficacia se conservato per più ore.

ATTENZIONE: in merito agli effetti collaterali, è bene che evitino l'uso dell acorteccia coloro che sono  allergici all’aspirina. Devono evitarne l'uso anche le donne durante l’allattamento e quelle incinte, chi soffre ulcere croniche, morbo di Crohn, colite, malattie renali, asma, i bambini sotto i 16 anni, in quanto può causare la sindrome di Rye. Il sovradosaggio comporta problemi simili al sovradosaggio di aspirina, benchè meno forti. Il sovradosaggio può provocare eruzioni cutanee, irritazione dello stomaco, infiammazioni renali, nausea, vomito, vertigini, acufeni / ronzio. Se si stanno assumendo rimedi come il Ginkgo e aglio o qualsiasi diuretico, inibitori piastrinici, anticoagulanti o un qualsiasi farmaco che contiene bismuto Subsalicylates, farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), Metoclopramide, e inibitori dell’anidrasi carbonica, non si deve assumere la corteccia di salice in qualsiasi forma.


sabato 3 ottobre 2015

Germanio organico, usi e proprietà

Oggi vorrei parlarvi del Germanio Organico (Ge 132 o Betacarboxyethylgermanium Sesquioxidum) che sostanzialmente è un minerale traccia, cioè  un composto organometallico del germanio scoperto dal Dr Kazuhiko Asai nel 1945 e che sintetizzò il primo Germanio Organico verso la fine degli anni 60 e del quale si conoscono gli effetti positivi. Il dott. Asai in un suo libro, “Miracle Cure: Organic germanium”, descrisse gli esperimenti eseguiti utilizzando un composto organico del germanio, il Ge-132. Grazie ai suoi esperimenti e alle sue ricerche, il dott. Asai è riuscito a trattare molte patologie col solo utilizzo del germanio liquido. Ma vediamo quali sono le sue proprietà.


Innanzitutto il Germanio organico stimola il nostro sistema immunitario in modo diretto e concreto specialmente  le cellule Natural Killer e l’aumento della capacità citolitica; grazie agli studi effettuati si è scoperto che ha un ruolo fondamentale  nell’attivazione dei linfociti T, dei macrofagi, delle linfochine e del Gamma Interferon. 

Inoltre, fra le sue principali caratteristiche vi è quella antiossidante, che  avviene proprio a livello biochimico: questa caratteristica rende disponibile l’ossigeno alla cellula, aumentandone la riserva nel corpo e quindi abbassandone il bisogno.

La sua azione è quella di un elettro-nutriente negli stati di ipossia, frequente in tutte le patologie croniche da degenerazione, come quelle cardio-vascolari, neuro-vascolari, o del metabolismo in genere, perchè  stimola la capacità di aumentare la disponibilità di ossigeno per le cellule e favorisce l’eliminazione degli elettroni spaiati. E' particolarmente prezioso in situazioni d’ischemia acuta (Infarto miocardico, Ictus, asfissia da monossido di Carbonio).

Come la Zeolite, il Germanio organico favorisce anche l'espulsione dell’eccesso di metalli tossici presenti nel corpo come il piombo, il cadmio ed il mercurio, contrastando anche gli effetti delle radiazioni ionizzanti. Un'altra delle sue proprietà è quella di migliorare le condizioni dell’artrite reumatoide; aiuta a combattere la candidosi; a livello ematico abbassa il livelli di glucosio nel sangue, dei trigliceridi, migliorando anche il rapporto del colesterolo HDL e LDL e aumentando l’emoglobina; è d’aiuto in caso di ischemie e infarti; molti articoli sono stati scritti riguardo al Germanio Organico e le sue proprietà di combattere anche allergie, immunodeficienze, ipertensione e cancro.

Riguardo proprio al cancro, non viene confermato o smentito niente come di routine, ma si possono trovare studi e ricerche su internet che confermano i molti effetti benefici: aumento di interferone gamma, attivazione di macrofagi, cellule natural killer e granulociti, aumento di emoglobina, diminuzioni dei leucociti, migliorata attività immunomodulatoria dei linfociti B e T. Anche dal punto di vista della tossicità il Germanio organico è sicuro e non presenta effetti collaterali anche se somministrato ad alte dosi (10 g/giorno). Ma vi sono pareri discordanti, ma da quanto riportano gli studi Giapponesi l’elemento con un alto grado di tossicità è il germanio inorganico, la cui commercializzazione è vietata.

E' necessario fare particolare attenzione al Germanio che viene venduto, poichè quello inorganico (di origine minerale) può provocare disfunzioni a livello renale ed epatico (in particolare i sali citrati lattati). Mentre non vi sono effetti negativi nell’assunzione di Germanio organico anche in pastiglie: in Giappone viene liberamente venduto come alimento. Il Germanio Organico Ge132 può venire somministrato per via endovenosa oppure oralmente. Prima di correre in erboristeria o farmacia a comperarne un flacone, bisogna sapere che nella sua forma naturale questa sostanza è tossica, così come nei suoi composti salini. Non si deve quindi cercare l’elemento puro, bensì un suo composto, il già menzionato G-132, inventato e sviluppato dal dott. Asai.

Fuori dal Giappone (nazione-leader su tale elemento chimico), poche linee aziendali europee e americane hanno iniziato a proporre farmaci a base di Germanio organico. Bisogna principalmente porre attenzione alla quantità di Germanio organico contenuto per essere sicuri che la dose terapeutica sia esatta (in genere almeno 150 milligrammi al giorno, per un paziente con un peso di 65-70 kg circa).

Per sapere le dosi esatte e migliori per ogni caso, è d’obbligo essere consigliati da un professionista. Studiando ed esaminando diverse piante famose per il loro valore nutrizionale si è scoperto che contengono Germanio Organico, Ge 132: possiamo parlare di aglio, clorella, ginseng, crescione d’acqua, funghi, funghi shiitake, funghi Reishi, cipolle, broccoli, orzo perlato, molte qualità di semi, vari tipi di aloe tra cui l’aloe vera, glicine e suma.


lunedì 21 settembre 2015

Fior di Zolfo, usi e proprietà

Tutti conoscono lo zolfo, ma credo che non tutti conoscano il Fior di Zolfo e le sue proprietà. Andiamo per gradi e vediamo innanzitutto di che si tratta. Il Fior di Zolfo è un derivato dello zolfo minerale, cioè una polvere gialla ottenuta per raffreddamento rapido dei vapori di zolfo che, a causa del raffreddamento, assumono una caratteristica forma a fiore. Come minerale, lo zolfo è molto diffuso in natura e, in particolare, nel nostro corpo si concentra nella pelle, nei capelli, nelle unghie, nelle articolazioni.


Lo zolfo ha un ruolo importante nel nostro organismo, poichè presiede alla sintesi proteica e di alcuni aminoacidi che, a loro volta, sono gli elementi essenziali nella costituzione di ormoni, vitamine e co-enzimi. In particolare esso è il componente principe delle molecole di Glutatione: insulina, tiamina, biotina, eparina e cheratina.

Quali sono le proprietà del Fior di Zolfo? Fra le più importanti: disintossica dai metalli pesanti e contrasta i radicali liberi, aiuta il fegato a secernere la bile e si rivela efficace nel contrastare allergie, asma, dermatosi, eczemi, orticaria, prurito e contribuisce al benessere delle ossa, dei capelli, delle unghie, dei denti.  Promuove la cicatrizzazione delle ferite.

Come si usa? Il Fior di Zolfo può essere usato sia internamente che esternamente. Per l'uso interno è necessario stare attenti, le dosi sono piccolissime: una puntina, equivalente ad una punta d'unghia da mescolare con miele. La durata dell'assunzione varia da 7 a 30 giorni, o a giorni alterni al mattino a digiuno, prima di colazione.
Per l'uso esterno è possibile preparare maschere per pelli grasse e impure, mescolando un cucchiaio di Fior di Zolfo con acqua e argilla. Lo si può usare anche per la detersione di tutti i giorni mescolandone un cucchiaio con scaglie di sapone di Marsiglia e acqua.

Non sono note interazioni con altri prodotti e particolari effetti collaterali, in ogni caso per quanto concerne l'uso interno è sempre bene consultare il proprio medico curante.


martedì 8 settembre 2015

Le bacche di Maqui il nuovo superantiossidante

Di recente sono diversi i supercibi che si sono diffusi per le loro proprietà nutrizionali e le sostanze preziose in esse contenuti. Fra questi le bacche di Maqui, forse ancora non molto conosciute in Europa ma molto usate nel loro paese di origine: l'America Latina. Il nome botanico della pianta che le produce è Aristotelia chilensis assai diffusa sia in Cile che in Argentina. Questa pianta produce delle bacche molto scure, violacee, lontanamente simili per forma ai mirtilli.

Il loro colore scuro è indice dell'alto contenuto di antociani che hanno un alto potere antiossidante. Degne di menzione (fra gli antociani) sono le le delfinidine,  flavonoidi sfruttati dai vegetali per combattere le radiazioni ultraviolette del sole. E sono proprio le delfininidine a dimostrare peculiarità antiossidanti e  un potere antibatterico contro agenti patogeni vegetali.Inoltre le bacche di Maqui contengono vitamine, in particolare dei gruppi E e B. Vediamo quali sono gli usi.

Grazie al contenuto di vitamina E sono utili a prevenire tutti i problemi dovuti all’invecchiamento e all'azione dei radicali liberi, dalla cura della pelle alla caduta dei capelli. Le applicazioni di questa pianta, tuttavia, non si limitano a questi unici campi.

Per il contenuto di antocianine inoltre le bacche di Maqui potrebbero contrastare la formazione del colesterolo dannoso. A livello estetico (sono già in commercio alcune creme naturali che fra i principali ingredienti hanno proprio le bacche di Maqui oltre a quelle di Goji), sono ottime per migliorare la consistenza e tonicità della pelle.  Al momento sono in divenire alcuni studi sugli effetti interni all'organismo, fra questi il potere preventivo contro la formazione o lo sviluppo di cellule tumorali, tuttavia a oggi non sono state rilevate conferme in questo senso. Le bacche hanno rivelato anche un leggero potere antinfiammatorio, in particolare nei confronti delle prime vie respiratorie.

Per ciò che concerne gli effetti collaterali, ci sono studi in corso, anche se è stato messo in evidenza un certo potere astringente. E' buona norma quindi farsi consigliare da un esperto in merito alle dosi e comunque è sempre bene consultare un medico, soprattutto nel caso si stiano seguendo terapie farmacologiche.


giovedì 13 agosto 2015

Alloro, olio essenziale

Nome botanico: Laurus nobilis
Famiglia: Lauracee
Provenienza: coste del Mediterraneo
Estrazione: dalle foglie e dai rametti
Profumo: intenso, spesiato
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: antireumatico, digestivo, stimolante, antisettico, sudorifico, stomachico, espettorante
Principali indicazioni: esaurimento, stanchezza, tosse, raffraddore, influenza, dolori reumatici, disturbi digestivi, inappetenza, caduta dei capelli, allontana gli insetti
Preacauzioni: evitare l'uso in gravidanza; usare con moderazione


E' l'albero solare per eccellenza, sempreverde, strettamente legato al dio Apollo, considerato invulnerabile dal fulmine e simbolo di trionfo, della luce che sconfigge le tenebre, connesso con le virtù intellettive dell'uomo e con la vittoria: nell'antichità ai vincitori in battaglia veniva cinto il capo d'alloro; si riteneva che le sue foglie pensassero. Secondo il mito greco Apollo si innamorò di una ninfa selvatica, Dafne, figlia di un dio fluviale. 

Questa, rifiutando le sue offerte amorose, rincorsa dal dio implorò il padre affinchè la salvasse. Ed ecco che dalle sue mani e dai suoi capelli spuntarono rami e foglie, i piedi divennero radici e la ninfa venne trasformata in un albero di alloro. Apollo, affranto, dichiarò a  Dafne che essa sarebbe stata il suo albero, e ne ornò la lira, la faretra e i capelli. Il Lauro-Dafne è l'allegoria della psiche umana che, cercata dal Dio, dapprima resiste e poi cede, entrando in comunicazione con lui e illuminandosi della vera sapienza.

 L'albero di Apollo, dio luminoso, è associato al simbolismo dell'intelletto puro e terso, e non può che essere profetico: a Delfi, la Pizia, prima di cadere in trance masticava foglie di alloro; metterne una foglia sotto il cuscino favoriva sogni profetici; arbusti di alloro venivano piantati accanto ai santuari pagani, affinchè il suo profumo purificasse lo spirito e il corpo. In Oriente si massaggia la spina dorsale con olio di alloro per rinforzare il sistema nervoso, e si consiglia alle persone non pià giovani di aspirarne il profumo per "apirare la vita". Oltre alla sua azione stimolatrice e purificatrice delle funzioni cerebrali, è anche un ottimo antibiotico naturale, senbra attivo anche sul bacillo della tubercolosi: massaggi giornalieri, lenti e penetranti con olio di alloro, stimolerebbero la risposta immunitaria e la ricostruzione dei tessuti. 

E' anche impiegato contro i virus influenzali, le infiammazioni e le punture di insetti. L'alloro stimola le funzioni digestive, risveglia l'appetito; masticare una foglia prima dei pasti aiuta chi ha la digestione difficile e combatte le fermentazioni. Un massaggio con alcune gocce efficace contro i dolori reumatici, per l'azione stimolante è utile frizionare il cuoio capelluto contro la caduta dei capelli; sul pelo degli animali la frizione con alcune foglie tiene lontani gli insetti; nelle forme influenzali, frizionato sul corpo rafforza il sistema imunitario e vaporizzato in acqua calda calma la tosse. Massaggiato alle tempie attenua il mal di testa. In caso di debolezza massaggiare tutti i giorni le mani e i polsi con due gocce di essenza.


lunedì 27 luglio 2015

Tutto il buono degli anacardi

Chi ama fare gli aperitivi conosce molto bene gli anacardi, semi di un albero da frutta tropicale, Anacardium occidentale originario del Brasile. Il suo nome deriva dalla forma del frutto fresco che assomiglia ad un cuore.


Gli anacardi possiedono proprietà benefiche per le sostanze che contengono, infatti in essi troviamo vitamina A, C, vitamine del gruppo B, vitamina K,  proteine, lipidi e carboidrati. In particolare la vitamina K regola la coagulazione del sangue, mantiene sane le ossa ed è fonte di minerali assai utili, quali calcio, fosforo, rame, zinco, ferro e fibre. Gli anacardi si trovano sempre sgusciati al momento dell'acquisto poichè nelle conchiglie che li contengono si trova una resina caustica, chiamata "balsamo degli anacardi" e che deve essere rimossa prima che gli anacardi possano essere consumati. Tale resina viene usata dall'industria per la produzione di vernici e insetticidi.

Ma non è tutto, gli anacardi sono ricchi di acido oleico, lo stesso contenuto nell'olio di oliva, buono anche per i diabetici, poichè riduce i trigliceridi. Il rame, contenuto in alte quantità, contribuisce a prevenire l'anemia dovuta alla carenza di ferro, impedisce la rottura dei vasi sanguigni, previene problemi articolari. Ricchissimi di grassi monoinsaturi, combattono il colesterolo cattivo presente nel sangue, e, grazie alle proantocianidine, una classe di flavonoidi che contrasta la proliferazione delle cellule tumorali, prevengono, in particolare, il cancro al colon.

Inoltre gli anacardi sono una miniera di Zea-xanthin, un flavonoide antiossidante che viene selettivamente assorbito nella macula retinica degli occhi. Quest'ultimo protegge dai raggi UV, facendo da filtro naturale contro la degenerazione maculare senile. Come consumare gli anacardi? Davvero in molti modi: intere, a pezzetti, tritate, tostate a secco ed eventualmente salate. Opportunamente macinate, danno vita ad una pasta cremosa che si usa come il burro d’arachidi, ma che ha un sapore molto più dolce. Potete trasformarle in un ottimo snack unendole a frutta disidratata, semi o altre noci. Ma possono anche diventare un ottimo complemento per insalate, riso, paste alimentari, budini, biscotti, pudding, agnello al curry e carni in umido.

Ma non è finita qui perchè la corteccia dell’anacardio ha azione astringente e tonificante, i fiori, che contengono anacardina, hanno proprietà toniche, la linfa è utilizzata nella produzione di inchiostro e la radice ha proprietà purgative.




mercoledì 15 luglio 2015

Semi di Chia: mille e più virtù e benefici

Sono ormai noti e piuttosto diffusi, i semi di chia si ricavano da una pianta il cui nome è Salvia Hispanica originaria del Centro e Sud America e qui molto utilizzata fin dai tempi più remoti. A noi son giunti abbastanza recentemente, a partire dal 2009, quando l'UE li ha ammessi sul mercato. Le proprietà nutrizionali di questi semini sono davvero stupefacenti in particolare per il loro contenuto di calcio e l'equilibrio di acidi grassi essenziali omega3 e omega6.

Come accennato, questi semi sono una delle principali fonti vegetali di calcio, per darvi un'idea circa 600 milligrammi per ogni porzione da 100 grammi. In parole povere ne contiene 5 volte di più rispetto al latte. Il contenuto di acidi grassi essenziali omega3 corrisponde al 20% del loro peso, 100 grammi di semi di chia presentano circa 20 grammi di omega3, una proprietà che li rende la fonte vegetale più ricca di questi acidi grassi essenziali.

Ma c'è ancora da stupirsi perchè il contenuto di vitamina C, ferro e potassio è sorprendente. Il contenuto di vitamina C (5,4 milligrammi ogni 100 grammi) è di 7 volte superiore rispetto a quello delle arance, il contenuto di potassio (809,15 milligrammi ogni 100 grammi) 2 volte rispetto alle banane e il ferro (9,9 milligrammi ogni 100 grammi) 3 volte rispetto agli spinaci. Vi sono poi altri minerali come selenio, zinco e magnesio, e poi vitamina A, E e B6, niacina, riboflavina e tiamina.

I semi di chia sono naturalmente ricchi di aminoacidi, tra cui possiamo trovare metionina, cisteina e lisina (è esclusa la taurina) e di antiossidanti, presenti all'interno di essi in quantità 4 volte superiore rispetto ai mirtilli.

A beneficio della nostra salute sono in grado di controllare il livello degli zuccheri nel sangue, così da arginare l'aumento di peso. Ottimi per la salute di tutto l'apparato cardiovascolare e quindi un toccasana per la prevenzione delle malattie a carico del cuore. Grazie agli aminoacidi, alle vitamine e ai sali minerali contribuisce a regalare all'organismo un ottimo livello di energia.

Possono trarne  beneficio anche coloro che soffrono di ipertensione in quanto questi semi sono considerati in grado di contribuire alla regolazione della pressione sanguigna. Inoltre coloro che desiderano perdere peso, introducendoli nella loro dieta avranno nutrienti essenziali ed energia senza che l'organismo richieda di assumere grandi quantità di alimenti in sovrappiù.

E se avete problemi di colesterolo, questi semini possono aiutare a tenerlo sotto controllo, e considerate che non contengono glutine, quindi possono essere assunti anche da chi soffre di celiachia. Calorie? 70  ogni 15 grammi di prodotto, ovvero circa un cucchiaio di prodotto, che contiene inoltre 3 grammi di proteine e 7 grammi di carboidrati, oltre agli acidi grassi ed ai sali minerali già elencati. Non contengono colesterolo né zuccheri semplici.

Sono semini piccoli e croccanti quasi insapori e quindi adatti ad essere uniti ai muesli, ai cereali, ad altri semi. Non irrancidiscono e si conservano per anni se rispoti all'interno di un contenitore ben chiuso.

Come dose giornaliera vanno bene da uno a due cucchiai al giorno oppure si possono unire ad insalate, pasta, risotti, orzo, miglio, quinoa, legumi ed altri cereali a piacere. Ma la loro versatilità non finisce qui, perchè li potete aggiungere a frullati di frutta e/o verdura oppure come elemento decorativo, ma nutriente, su crostini e tartine insieme a patè e salse vegetali. Se preferite i dolci potete aggiungerli a mecedonie, oppure a cottura ultimata a torte, plum-cake, biscotti. Vanno bene anche sulla frutta cotta, nelle zuppe e nelle minestre.

E per chi ha problemi di stipsi i semi di chia sono un ottimo alleato nella pulizia dell'intestino: infatti se lasciati in ammollo in acqua a temperatura ambiente, i semi di chia, che assorbono acqua in quantità molto superiore al loro peso, sprigionano un gel benefico che può essere assunto come tale al mattino, preferibilmente a stomaco vuoto. Questo gel tra l'altro, può essere utilizzato come sostituto delle uova nella preparazione di torte e biscotti.

venerdì 3 luglio 2015

Acido clorogenico: vantaggi e svantaggi

L'argomento acido clorogenico è stato ampiamente trattato, e sicuramente ne avrete già sentito parlare dato che è diventato famoso quale prodotto per dimagrire. Ma precisamente, alla domanda cos'è l'acido clorogenico, voi sapreste rispondere? 

Dunque l'acido clorogenico è una sostanza naturale presente in molti vegetali e anche nel caffè. Chimicamente viene definito un estere, ovvero il risultato di una reazione chimica che avviene fra un alcol o un fenolo con l'acido carbossilico. Più specificamente l'acido clorogenico è l'estere risultante dalla combinazione dell’acido caffeico con l’acido (L)-chinico, o quinico. Esso è presente in grandi quantità nel caffè verde.

Ma quali i suoi effetti? Questo estere metterebbe in moto un meccanismo inibitore dell’enzima glucosio-6-fosfatasi (G6P), ovvero i parole povere sarebbe in grado di ridurre la quantità di glucosio prodotto dal corpo. Inoltre sarebbe anche  inibitore dell’enzima alfa-glucosidasi, che interviene nell’assorbimento corporeo dei carboidrati. Detto questo la sua azione porterebbe a una diminuzione del contenuto corporeo di lipidi.

La comunità scientifica però in merito alle tanto decantate proprietà dimagranti dell'acido clorogenico è scettica. Uno studio in particolare, condotto dalla Western Australia University, ha affermato l’infondatezza dell’azione dimagrante dell’acido clorogenico. Lo studio ha infatti preso in esame due gruppi di animali, che hanno seguito la stessa dieta, ma non è emersa differenza alcuna nell'accumulo di grassi tra gli animali a cui era stato somministrato acido clorogenico e quelli che non l’avevano assunto.

Dove trovare l'acido clorogenico? I vegetali che ne contengono la maggior quantità sono caffè (non tostato), tè, semi di girasole, mirtilli, ma anche  il prezzemolo cinese, le patate, i pomodori, le mele, le pere e le melanzane .

I suoi effetti si esplicano principalmente sul fegato, poichè l’acido clorogenico, ha un effetto colagogo,  cioè fluidifica la bile favorendone e accelerandone il deflusso dal fegato verso l’intestino. La bile, come sappiamo, nel corso del processo digestivo, una volta giunta nell’intestino, si mescola al cibo in fase di digestione e solubilizza i grassi. Ma nonostante l’azione colagoga, la ricerca effettuata dalla Western Australia University ha scoperto che un’assunzione prolungata di acido clorogenico favorisce l’accumulo di grassi nel fegato, portando alla steatosi epatica.

Ciò però non significa che l'acido clorogenico non sia benefico per il nostro organismo, anzi, i suoi effetti sono molteplici. Studi epidemiologici, hanno associato il consumo di caffè a un diminuito rischio di cancro. Il caffè, consumato quotidianamente in dosi elevate, sembra avere un forte effetto protettivo contro i tumori del tratto digestivo, anche impedendo o rallentando la diffusione di metastasi.

È stato dimostrato l’effetto protettivo del caffè nei casi di declino cognitivo negli anziani. In uno studio condotto su quasi 700 persone con un’età media di 75 anni colpite da declino cognitivo è stato osservato che, con un consumo di almeno 3 tazze di caffè al giorno, il declino si è dimostrato inferiore di 4,3 volte rispetto a quello patito dai non consumatori di caffè.

Se non si è già diabetici, si può essere in grado di ridurre il rischio di ben il 67,% bevendo grandi quantità di caffè. A questo proposito, un grande studio americano combinato su più di 450.000 persone ha dimostrato che ogni tazza di caffè giornaliero riduce il rischio di diabete del 7%


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