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sabato 8 marzo 2014

IL SOGNO COSCIENTE

Mi distesi nel silenzio della mia camera, alla ricerca di quel magico momento di relax con la luce del primo pomeriggio. Rilassai i muscoli sempre troppo tesi del mio corpo e quasi senza coscienza mi appisolai. Riemersi dal buio del sonno affaticata, stanca, lenta. Come al solito ero circondata dalle mie appendici: il pc, i libri accanto a me, il cellualre. Tutto però mi appariva sfocato, non riuscivo a mettere a fuoco nulla, che fastidiosa sensazione. Il computer era in stand by, lo schermo nero, così afferrai il mouse per vedere se era arrivata qualche notifica, e fra le immagini sfocate notai solo che non c'erano molte mail da leggere, solo la lunga fila dei miei post precedentemente programmati. Sospirai lievemente tentando ancora di mettere a fuoco i titoli per controllare l'ortografia. Avvertii la vibrazione del telefono che mi annunciava almeno un paio di messaggi, forse di Donatella che voleva chiedermi al solito se la raggiungevo per la serata. Il cellulare era, come sempre, appoggiato su un libro, e quasi annoiata lo presi per controllare: sì era lei, ma dato che non avevo gran voglia di leggere lo rimisi a posto, promettendomi di risponderle più tardi. Ero alquanto confusa, avvertivo la sensazione della forte pesantezza delle palpebre: al solito non avrei dovuto appisolarmi, dopo rimango sempre stordita. E poi dovevo darmi una mossa, avevo del lavoro da fare e continuavo ad indugiare con il sonno, gli occhi stanchi, la vista ancora sfocata, un po' come quella del mattino, quando è la lieve luce del giorno che ci tocca gli occhi e ci sveglia, e sembra di riemergere dal centro della terra. Ma non avevo la forza di scuotermi da quel torpore pomeridiano....Altri messaggi sul cellulare. Che stizza! Mi arresi, dicendomi che altri dieci minuti di sonno non sarebbero alla fine stati deleterei, a parte poi quel cerchio alla testa che non se ne sarebbe andato se non quando avessi dato la buonanotte al mondo. Inutile combattere, richiusi gli occhi e mi lasciai andare, ma il senso del dovere sembrava proprio non darmi pace, e contemporaneamente tutto intorno a me continuava ad apparirmi sfocato, e i miei movimenti per raggiungere il mouse, i libri e il cellulare, quelli di un bradipo affetto da cachessia. Che tortura. Poi, la voce della televisione accesa dai miei mi scosse da quel torpore e tutta la stanza riacquistò i contorni netti e definiti. Mi resi conto solo in quel momento che non mi ero affatto svegliata, ma che quel torpore e le immagini sfocate della mia stanza e delle mie cose erano solo state un sogno. Guardai il pc, e vidi le notifiche che avevo controlalto nel sogno, presi il cellulare e vidi i messaggi di Dona.....anzi, il cellulare non era più sul libro, ma proprio accanto a me. Cosa avevo fatto? Tutte quelle immagini sfocate, la lentezza dei miei movimenti......
Sorrisi, un po' stupita di me stessa: il sogno cosciente, dove tutto è realmente reale, tranne il tuo corpo che dorme.

3 commenti:

  1. Silvia, potrebbe essere un bel inizio per un libro di fantascienza! Mi ha inchiodato il racconto, speravo continuasse. cmq quella sensazione di pesantezza ti si incolla addosso e non riesci a capire cosa sia successo. Un po credo ti abbia destabilizato. A presto. Ciao

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  3. Ci sarebbe, credo, una piccola correzione da fare nella frase "a parte poi quel cerchio alla testa che non se ne sarebbe andato se non quando avrei dato la buonanotte al mondo", "avrei" dovrebbe essere sostituito da "avessi". Per il resto il destarsi coscientemente all'interno di un sogno non è fantascienza, ma a volte accade, anche se non nel modo descritto nel racconto perché quando avviene si sa di essere all'interno del proprio sognare. A me è accaduto diverse volte e in alcune di queste ho avvertito, al risveglio definitivo, un forte botto nelle orecchie. Quando la mia coscienza è desta all'interno di un sogno sono in grado di decidere cosa fare e, di norma, acuisco l'attenzione sulla realtà che mi circonda, e quando mi capita di avvertire dei pericoli volo via. Però non posso decidere di svegliarmi a forza, ma è come se il sogno scivolasse lontano, sgusciando fuori dalla portata della mia attenzione, quindi mi sveglio ricordando nei dettagli il sogno.

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