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lunedì 24 agosto 2015

La superficialità di alcune persone si sente anche quando stanno zitte


Continuo a rimuginare su questo concetto: la superficialità.
Il vocabolario la definisce: "mancanza di profondità interiore, carenza di approfondimento o riflessione.
Mi sembra che oggi sia dominante in tutti i settori, e come la gramigna si è annidata anche nell'anima delle persone. Più mi guardo intorno e più vedo gente che non va oltre quello che vede, tutto si ferma all'impatto visivo, alla parte sottile nessuno fa più caso, a guardare con occhi diversi, occhi addestrati a penetrare l'impalpabile si è persa l'abitudine.

In primis l'intelligenza, mi pare giaccia in coma da parecchio, puoi essere un completo deficiente, con un quoziente intellettivo di un'ameba, con un neurone pronto al suicidio che naviga da solo nella scatola cranica, ma se hai un'immagine impattante sfondi, poi che importa se non metti insieme un soggetto, un predicato e un complemento? Se cerchi di indagare la personalità di qualcuno, magari ti senti dire che sei troppo sofisticata, se tenti di parlare di un libro che non è commerciale vieni additata come strana, se, parlando di trasmissioni televisive, affermi che non segui programmi come i reality perché insomma, sono scadenti, e asserisci che sono un'offesa all'intelligenza, non sei "figo" e quindi fuori dal coro, perché di che si parla altrimenti?

Signori miei, di argomenti di cui parlare ce ne sono un'infinità, il problema è che alla gente non importa più di fare conversazione, quella vera, dove ci si confronta, si disquisisce, non sto scrivendo che si debba parlare dei massimi sistemi, ma che diamine! cerchiamo di rivolgere la nostra attenzione anche all'esplorazione del nostro profondo, di valori come la volontà, l'impegno, la meritocrazia tanto decantata oggi, ma che  ancora giace come lettera morta, la coerenza, che costa sforzi notevoli di volontà in un mondo che cambia direzione a seconda di come tira il vento.

Invece no, l'introspezione comporta farsi delle domande, pensare, ragionare su se stessi e sugli altri, chiedersi dove stiamo andando e dove sta andando la società.
A me a volte sembra di vivere in una fiction, ho l'impressione che la gente sogni solo di vivere in un film, fuori dalla realtà in un mondo come quello di Barbie, dove tutto è pronto e facile e non costa alcuno sforzo.
Alle persone non  interessa capire quello che sei, che capacità  hai,  quello che puoi offrire al mondo del lavoro e alle persone in termini sia di competenze che di capacità umane,   ma si interessa semplicemente alla maschera che indossi. Apparire, avere potere, maneggiare soldi tutto il resto buttiamolo pure nel cesso e tiriamo l'acqua.

Ma dove ci sta portando questo treno su cui siamo saliti?
Ricordo che fu Anna Magnani a dire al suo truccatore: "Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una. Ci ho messo una vita a farmele venire". Forse dovremmo proprio ripartire da qui e pensare che ci sono  persone che aspettano l'occasione di poter dimostrare quello che sono al di là dell'immagine che le rappresenta.


2 commenti:

Qualunque sia la modalità che vi ha portato su questa paginetta, vi invito a restare e a leggere i miei racconti e le mie poesie.
Cerco di comunicare tutta me stessa e spero che le mie emozioni arrivino anche a voi.
Lasciate traccia del vostro passaggio, un commento o anche solo una parola, sapere che anche una frase o un solo verso vi ha lasciato qualcosa significherà aver toccato le corde del vostro cuore.
Buona lettura,
Silvia

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