Cenni sulla Bieta erbetta le cui proprietà erano già conosciute dai Celti e dai Romani che l'apprezzavano come contorno ai più svariati piatti, ma ance lessate e in minestre
Beta deriva dal celtico e significa "rosso" per via
della costolatura e della radice che rosseggiano;
vulgaris deriva dal latino con significato di "molto comune" .
La bieta, detta anche erbetta, nella sua specie originaria, detta Beta marittima,
fu oggetto di raccolta alimentare fin dalla preistoria, essendo diffusa
spontaneamente nei litorali sabbiosi del bacino del Mediterraneo.
Tanto pregiata era la pianta, che le selezioni per ottenere foglie più grandi
cominciarono addirittura 3000 anni fa ad opera dei Babilonesi.
Già i Romani ne annoveravano diverse varietà: una bianca, una rossa e
una a coste sottili che diede vita ai piatti betacei di Apicio. Questi smentiscono
il pesante giudizio di Marziale che reputò le "inconsistenti biete"
mero cibo di operai, anche se è pur vero che le classi povere ne facevano
gran consumo. Ma, mentre queste si accontentavano di mangiarle lessate
o in zuppe di verdure o facendone cuocere le radici sotto la cenere,
i gaudenti del tempo le ricercavano come
gradito contorno a piatti più sostanziosi.
Altre prevenzioni, poi, le circondarono ad
onta del loro vasto consumo.
Plinio, ad esempio, pur descrivendone
le diverse varietà, asse riva che erano
malsane. Col passare del tempo ogni
pregiudizio si dissolse e la bieta continuò
ad essere presente in tutte le nostre
cucine. Nel corso dei secoli, dalla
bieta originaria sono state create
le erbette da orto con superficie
grande, le coste, le rape rosse e
quelle da zucchero.
Dal punto di vista medico, vediamo
cosa diceva, nel XIV secolo, il
Tacuinum sanitatis in medicina: "... il
loro succo toglie la forfora dalla testa e
scioglie il ventre. Taluno, a quest' ultimo
effetto, indica la radice raschiata col
coltello, ricoperta di miele e un poco di sale e adoperata come supposta. Il
danno delle biete è che impediscono la digestione,
a motivo dell' umidità e della natura lassativa,
e che bruciano il sangue. Convengono,
nell' inverno, ai vecchi" .
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