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giovedì 31 marzo 2016

Come preparare la pelle alla primavera: esfolianti fai da te, efficaci ed economici

Con l'arrivo della bella stagione, del tepore primaverile e del sole, il nostro primo pensiero dovrebbe essere quello di preparaci al cambio di stagione che ci porta verso le calde giornate estive. Anche il nostro corpo sente il cambiamento, e in particolare la nostra pelle, che presto sarà esposta al sole. Perciò, meglio iniziare per tempo a prepararla alle prime esposizioni solari. Ecco come fare.

Siamo a fine Marzo e mentre speriamo vivamente che la Primavera esploda in tutto il suo splendore, dobbiamo pensare anche a purificare e rinnovare la nostra pelle, per prepararci a scoprirla. Dobbiamo eliminare le cellule morte e lasciare spazio alle nuove cellule, quelle più giovani. Per farlo dobbiamo affidarci all'esfoliazione, quella naturale, ma che non deve essere aggressiva, ma eseguita occasionalmente in maniera leggera e con l'utilizzo di prodotti delicati.



Esistono vari tipi di tecniche esfolianti, ad esempio lo scrub domestico fatto con preparati tutti naturali, oppure creme speciali fino a trattamenti intensi di peeling.  Conoscerete tutti gli alfa idrossiacidi, che facilitano l’esfoliazione delle cellule cutanee morte ma che contemporaneamente stimolano nel derma la produzione di elastina e collagene.

Sono presenti naturalmente nel latte (acido lattico), nello zucchero di canna (acido glicolico), in mele e pere (acido malico), negli agrumi (acido citrico) e nell’uva (acido tartarico). L’acido lattico e quello glicolico sono le sostanze maggiormente impiegate nei prodotti cosmetici esfolianti.

E' necessario però che si presti comunque attenzione all'uso di prodotti che contengono queste sostanze e non farne eccessivo uso per non incorrere  in arrossamenti e irritazioni cutanee. Perciò la cosmetica ha sviluppato prodotti che contengono molecole più grandi: i poli-alfa-idrossiacidi e i beta-idrossiacidi, che hanno un minor effetto irritante sulla pelle.

È preferibile scegliere prodotti che contengano una percentuale di idrossiacidi compresa tra il 10% e l’8%. Un contenuto superiore rischia di causare irritazioni con maggior frequenza, mentre quantitativi inferiori sono meno efficaci. Comunque chi ha la pelle sensibile può optare per una bella maschera naturale, e in ogni caso il fai da te ripaga sempre perchè usare ciò che la natura ci offre, ci mette al sicuro da tanti guai. Vediamo qualche esempio.

La crusca:   al latte detergente abituale mescolate della semplice crusca sarà un peeling molto delicato. È possibile preparare un miscuglio cosmetico con yogurt bianco naturale e crusca e stenderlo sul viso massaggiando delicatamente per un paio di minuti.

L’ananas: un' azione di peeling delicata la si può ottenere con il succo d’ananas, ricco di enzimi proteolitici capaci di “sciogliere” lo strato corneo dell’epidermide.

Le mandorle: se desideriamo un'azione tipica di una maschera viso, potete creare una  maschera esfoliante in questo modo. Prendete una manciata di mandorle dolci naturali pelate e riducetele in farina. Prendete poi un po’ di farina e aggiungetevi dell’acqua sino a ottenere una preparazione pastosa sufficientemente densa per essere applicata sul viso. Massaggiate per due minuti e lasciate agire il preparato per circa 5 minuti. Sciacquate bene il viso con acqua tiepida e concludete il trattamento cosmetico, passando lievemente sulla pelle un batuffolo di cotone imbevuto di acqua di rose.

Invia una preghiera di guarigione, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

Siamo energia, energia che vibra e le nostre vibrazioni arrivano in tutto l'universo. Ogni nostro pensiero è energia vibrante e la preghiera è una forma di vibrazione ancor più forte.

Esistono tanti tipi diversi di preghiere e molte ragioni per invocare l'aiuto del Cielo. Ogni nostra richiesta viene ascoltata, anche se a volte ci sembra che non sia così. Quando preghiamo la nostra energia viene inviata nell'universo e la nostra voce arriva fino alle guide spirituali.


  • Questa settimana avremo il compito di scegliere una persona a cui dedicare ogni giorno una preghiera di guarigione. Se conosciamo qualcuno che è malato e ha bisogno di aiuto, è il destinatario ideale. Se invece non ci viene in mente nessuno, chiediamo ai nostri familiari o amici di suggerirci il nome di una persona a cui la nostra preghiera porterebbe sollievo
  • Ci sono molti modi per guarire: a volte serve un rimedio che agisce sul corpo, altre una medicina per lo spirito. Il potere di dare la guarigione spirituale appartiene a Dio che la riversa nelle mani delle nostre guide spirituali affinche compiano la sua volontà
  • Con una preghiera di guarigione possiamo aiutare le nostre guide a svolgere il loro lavoro. 
  • Quando abbiamo individuato il destinatario, scriviamo il suo nome e il motivo per cui pensiamo che abbia bisogno della luce guaritrice di Dio. Le guide spirituali saranno al nostro fianco per darci ispirazione. Prendiamo un bel foglio di carta e scriviamo ciascuna parola in modo chiaro e leggibile, come se stessimo componendo una formula sacra. Forse non ce ne rendiamo conto, ma è davvero così
  • Quando siamo pronti, leggiamola a voce alta, così che le nostre guide sentano chiaramente le nostre parole e capiscano cosa desideriamo. Poi recitiamo questa preghiera: "Caro Dio, lascia che prenda parte alla tua opera di guarigione; lascia che unisca la mia energia guaritrice con la tua e possa inviarla assieme a te nel mondo, secondo la tua volontà"
  • Infine pronunciamo il nome della persona che abbiamo scelto e il motivo per cui l'abbiamo scelta. Rivolgiamoci direttamente a Dio e alle nostre guide senza timore, ci ascolteranno
  • Regaliamo a chi ne ha bisogno l'opportunità di guarire e ricominciare a vivere: la nostra preghiera arriverà a Dio e Lui invierà subito le guide in soccorso 

mercoledì 30 marzo 2016

Motti toscani: Cominciare dalla frusta, compitar cicerbite, confetti di Bibbiena

La saggezza viene dalla vita pratica, dall'osservazione della natura e persino dai prodotti locali. Da questo antico empirismo, nascono interessanti e pungenti modi di dire e noi in Toscana ne abbiamo da vendere.

COMINCIARE DALLA FRUSTA: si dice di chi, mettendo su casa o un negozio o qualcosa del genere, ma sempre di un certo impegno, comincia a comprare le cose accessorie e d'importanza minore. Esattamente come chi vorrebbe comprare carrozza e cavalli e cominciare dalla frusta.

COMPITAR CICéRBITE: gingillarsi; perder tempo. La cicérbita è una pianta erbacea delle composite che si mangia lessa o in insalata.


CONFETTI DI BIBBIENA: sono le castagne casentinesi da quando così le cantò il Burchiello (1404-1449) barbiere poeta:

..."Secca, lessa e arsiccia
si dà per frutta a desinare e a cena:
questi sono i confetti di Bibbiena".

Dal Nord Europa: la nanna sotto zero

Paese che vai, usanza che trovi, recita un proverbio. Ed in effetti ogni paese ha le sue usanze e tradizioni. Conoscere usi e costumi degli altri paesi ci aiuta sempre ad aprire la nostra mente, a capire, a prendere esempio, magari per far nostre alcune sane abitudini che possono giovare alla nostra vita. Come la nanna sotto zero, un'interessante pratica del Nord Europa.

Nei paesi del nord Europa a differenza di quanto facciamo noi, è consuetudine la pratica della "nanna sotto zero". Questa modalità è assolutamente out in Italia dove siamo abituati a vestire i bambini con giacconi super imbottiti, sciarpe, guanti, cappelli e calzettoni pesanti e li facciamo uscire solo se fa bello. Se piove o peggio se nevica ci si tappa in casa. I popoli nordici invece lasciano i propri figli in balia delle intemperie invernali, ore ed ore fuori al freddo a giocare, a correre e saltare in mezzo alla neve. Persino i più piccini vengono lasciati a dormire in carrozzine fuori al freddo, ed è una pratica di buona salute.


In ogni scuola e ogni asilo sono previste attività all’aria aperta in inverno, cosa che in Italia sarebbe sicuramente mal vista. Perchè lo fanno? Il corpo deve abituarsi e il sistema immunitario deve saper reagire ai cambi di stagione e alle intemperie per temprare il corpo; quindi pioggia, neve e gelo non sono considerate un ostacolo alle attività all’aria aperta per nessuno. La salute ne trae giovamento e sembra proprio che i nordici stiano benone. Anzi le temperature sotto zero vengono considerate l'ideale per una nanna salutare tanto che proprio nel nord Europa c'è la tendenza  a lasciare i bambini a dormire al freddo, spesso anche fuori dal ristorante nel passeggino.

Questa metodologia  nasce negli anni venti per iniziativa del pediatra Arvo Ylppö; fun in quegli anni che si notò che il tasso di mortalità si abbassò drasticamente proprio grazie alla pratica suggerita dal pediatra, di far dormire i bimbi a temperature tra i -10° e i -15°. L'aria fredda e l'esposizione al sole prevenivano il rachitismo e aumentavano l’immunità ai batteri. Addirittura i bambini di appena di due settimane vengono fatti dormire all’aperto, almeno una volta alla settimana con temperature che oscillano dai -27° ai 5°C. Lo anche confermato uno studio condotto dall’Universita di Oulu che ha stabilito che i bambini dormono meglio all’aria aperta e la temperatura esterna ideale sarebbe di -5°C.

E' stato evidenziato che i bambini che dormono all’aperto non solo dormono di più, ma al loro risveglio risultano più attivi, probabilmente perchè c'è una maggiore ossigenazione del sangue: ciò che è basilare  è indossare sempre abiti adatti, caldi e impermeabili per non rimanere bagnati, per il resto il freddo non deve essere un impedimento alle uscite e alle attività anzi stare all’aria aperta, in particolar modo quando c’è il sole, che aiuta la produzione della vitamina D necessaria al corretto funzionamento dell’organismo. Visto che nei paesi nordici il sole non è poi così presente stare il più possibile all’aria aperta aiuta ad esserne più esposti: ecco che anche i neonati ben vestiti e all’interno della loro carrozzina durante i loro sonnellini vengono posizionati sul terrazzino, in giardino o in veranda per respirare aria pulita e per prendere un pò di sole.

Perchè non provare a metterla in pratica anche qui in Italia? Probabilmente ci beccheremmo una denuncia per maltrattamento e abbandono di minore, ma  sappiate che ai bambini fa bene stare all’aria aperta quindi approfittatene in ogni occasione, in ogni stagione e con ogni condizione climatica!

Fuori pasto o dopo pasto? Quando mangiare la frutta

Che la frutta faccia molto bene è un dato di fatto ormai. Di stagione, buona, sana, ricca di sostanze nutrienti la frutta non dovrebbe mai mancare sulle nostre tavole. Ma quando è meglio consumarla? A fine pasto o fuori pasto? Cerchiamo insieme di dare una logica risposta a questa domanda.

Uno dei dilemmi che più confonde le persone  è quello relativo al consumo di frutta, o meglio, che la frutta sia un toccasana per la salute lo sappiamo tutti, ma è meglio consumarla a fine pasto, come tradizione ci ha insegnato o fuori pasto?  Le teorie sono diverse, anche se recentemente alcuni nutrizionisti consigliano di consumare frutta come spuntino, non durante i pasti.

Fra i motivi che giustificano questa teoria della frutta fuori pasto c'è il fegato, alla base del metabolismo energetico e biochimico del nostro organismo. E' noto che dopo un pasto a base di carboidrati, come pane, pasta, pizza o altri prodotti da forno, il nostro corpo registra un picco di glicemia nel sangue: glucosio e insulina si trasformano principalmente in energia per i muscoli ma, quando sono in eccesso, finiscono nel fegato e vanno a costituire il deposito personale di zuccheri chiamato glicogeno.

Nel momento in cui il glicogeno raggiunge il livello di saturazione, a godere saranno i depositi adiposi del nostro corpo. In pratica, il nostro fegato produrrà grasso. Se ad un pranzo ricco di carboidrati, quindi, si aggiunge la frutta, questa verrà direttamente trasformata in adipe, perché il nostro fegato sarà già sovraccarico di glicogeno e grassi presenti nel pasto appena ingerito.

Altra motivazione per cui si ritiene che la frutta a fine pasto non debba essere consumata è il fatto che questa sarebbe già pronta per essere immediatamente digerita, ma viene trattenuta nello stomaco dalla presenza del pasto precedente: questo sarebbe causa di fermentazione e rallentamento della digestione.

D'altra parte ci sono coloro che sostengono che la frutta si debba mangiare “soprattutto” a fine pasto e i vantaggi sarebbero molteplici: primo, perchè grazie al naturale apporto di vitamina C, migliorerebbe l’assorbimento del ferro presente negli altri vegetali; secondo, sarebbe utile a ripulire la bocca da eventuali residui di cibo; e, inoltre, sarebbe un ottimo sostituto del dolce e contribuire a farci sentire sazi più velocemente.

Concludendo: la frutta è ottima a stomaco vuoto e a fine pasto quando le portate sono a basso contenuto glicemico; risulta, invece, più dannosa che benefica quando abbiamo appena consumato un pasto abbondante ricco di carboidrati e zuccheri.

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