E quando poi non riesci a prendere sonno guardi il soffitto
della tua stanza e rimugini, e più rimugini e meno sonno hai. Da fuori giungono
le voci della varia umanità che si affolla al pub: chiacchiere, risa, voci dai
toni diversi che si intrecciano in un mare di vite a me estranee e di cui
vorrei essere partecipe. Un libro giace sul cuscino accanto a me ma non ho voglia
di leggere, cosa vorrei?
Non trovarmi qui e non essere costretta a pensare che
per ora da qui non me ne posso andare. Non un andare definitivo, ma il semplice
staccare, quella frazione di tempo che ti permette di allontanare da te stessa
il morboso stillicidio del quotidiano pensare, l'assedio dei luoghi e degli
oggetti familiari che sono parte di noi e da cui non si può scappare, ma dai
quali almeno si può evadere, anche se per poco, come si evade da una prigione,
come si sfugge ad un carnefice, quel tanto che basta per respirare aria nuova,
il profumo di una nicchia di libertà a cui ti aggrappi e che ti dà la forza di
andare avanti.
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Qualunque sia la modalità che vi ha portato su questa paginetta, vi invito a restare e a leggere i miei racconti e le mie poesie.
Cerco di comunicare tutta me stessa e spero che le mie emozioni arrivino anche a voi.
Lasciate traccia del vostro passaggio, un commento o anche solo una parola, sapere che anche una frase o un solo verso vi ha lasciato qualcosa significherà aver toccato le corde del vostro cuore.
Buona lettura,
Silvia