Proprio questa mattina mi sono recata presso un poliambulatorio per effettuare un esame clinico. Avevo l'appuntamento alle 10:00 e come mio solito, mi sono presentata con un certo anticipo (il mio disturbo ossessivo compulsivo: prima è meglio).
Alla reception, la gentilissima segretaria mia ha informata che il medico doveva ancora arrivare, perchè rimasto bloccato in strada causa traffico.
Così mi sono seduta nella sala d'attesa sulla quale si affacciavano svariati studi medici delle più differenti specialità: elettromiografia, risonanza magnetica, audiometria, ecocolor doppler, quello che dovevo fare io.
Non c'è cosa più bella che osservare le persone, i volti, la gestualità, ascoltare i loro discorsi, e spesso, essere costretti ad interagire, anche quando non hai voglia, perchè c'è sempre qualcuno che ti chiede cosa mai tu, giovane, ci fai lì, se sei in attesa del medesimo specialista che attendono loro, e in questo caso devi per forza confessare a che ore hai l'appuntamento, che risulta immancabilmente essere dopo il loro.
Così mi sono messa tranquilla, osservando qua e là e mi sono imbattuta in un imponente donnone, fornito di stampella da difesa, seduta accanto all'ambulatorio dove si effettuava l'elettromiografia.
La mia mente l'ha soprannominata Amaranta, dato che indossava un vestito di quel colore. La signora Amaranta era accompagnata dalla figlia, e con lei stava lamentandosi dell'attesa: " Ma quanto ci vuole? Io sto male" (sinceramente a vederla non sembrava proprio, aveva un viso fresco come una rosa e un atteggiamento che un guerriero spartano non avrebbe potuto sostenere). La figlia, visibilmente stanca e provata si era seduta dalla parte opposta della stanza rispetto all'ingombrante madre, e le ha fatto notare che dentro, c'era una giovane ragazza di 17 anni, e che insomma, non era il caso che si lamentasse.
Ma Amaranta è stata pronta nel rispondere: " E che me frega, io mi lamento per me, sto male sai? Hai preso tutta la documentazione?"
"Sì mamma"
" E i soldi li hai?"
"Sì mamma, secondo te venivo senza?"
"Ma la dottoressa dell'audiometria non viene? L'ho chiamata più volte ma non mi ha risposto!"
" Sta arrivando mamma!"
Proprio in quel momento è entrata la dottoressa, carica di valigie contenenti le apparecchiature di calibrazione degli apparecchi acustici, piegata sotto il peso di quegli ingombranti pesi e visibilmente provata. Amaranta senza por tempo in mezzo, l'ha bloccata avvalendosi della stampella da difesa e, se non fosse stato per i riflessi della dottoressa, tutti i presenti, me inclusa, avremmo assistito ad un grave incidente.
"Mamma! Che diamine! Lascia che la dottoressa posi le valigie in ambulatorio!"
"Beh ma io ho l'apparecchio che mi fischia!"
La dottoressa doveva conoscerla bene, perchè le ha preso immediatamente l'apparecchio e si è ritirata nel suo ambulatorio (sbolognare quell'invadente di Amaranta doveva essere per lei una priorità urgente).
Nel frattempo ecco che entra un'altra attempata signora, e anche a lei la segretaria dice che il medico ecografista è in ritardo: "Ma io ho l'appuntamento alle 10:20! E poi volevo sapere: siccome ho la tendinite qui, e mi ha visto un dottore che mi ha segnato una pomata, se si poteva fare qualcosa"
La segretaria aveva il viso costipato, e per tener buona la sgrammaticata donnina ha subito chiamato il fisioterapista (che ci parlasse lui.....)
Ecco Sandro, il fisioterapista di comprovata esperienza: "Buongiorno, allora Delia qual'è il probelma oggi?" - "Ho la tendinite qui, vedi? Ora il dottore mi ha dato una pomata e delle pasticche ma non mi fa nulla ho le dita gonfie quando mi alzo"
"Ma Delia, ti ha visto un ortopedico?" - "Si ma non so come si chiama"
"Allora fai il doppler per stamani, poi è necessario che tu mi porti pomata e pasticche va bene?"
"Si poi vado a casa e ti posto tutto oggi"
Finalmente è arrivato il medico ecografista, che scusatosi per il cospicuo ritardo, si è messo a sistemare il macchinario. La signora Delia, già in fibrillazione per il ritardo, aveva già una gamba dentro l'ambulatorio, perchè lei aveva furia e quindi, considerando l'orario, toccava a lei. Il dottore però, l'ha bloccata mettendosi davanti alla porta e, senza proferire verbo ha indicato me, facendole capire che (strano, ma vero) c'ero prima io.
"Ma io ho l'appuntamento alle 10:20!" - "Ma la signorina aveva l'appuntamento alle 10:00!"
Così sono entrata a fare il mio ecocolor doppler e ci sono rimasta una quarantina di minuti, perchè era un'indagine piuttosto lunga e quando sono uscita la signora Delia era decisamente arrabbiata: "Si può sapere cosa ha fatto tutto questo tempo?" mi ha chiesto.
" Ho giocato a carte signora!"
Più che altro le ha solleticate, una risata ogni tanto sdrammatizza tante situazioni sgradevoli.
RispondiEliminaPuoi dirlo forte, ridere è sempre un buon inizio di giornata, grazie per il tuo commento
Eliminahahahahah scusa ma ho riso tanto, certa gente e' proprio assurda, Ciao
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