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martedì 30 ottobre 2012

Hungry Years

17/10/2012
"Callide" come solo il ladro di Baghdad sa esserlo, e veloci come l'Uccello Roq, siamo entrate appunto da Hungry Years, birreria vecchio stile con tavoli in legno e panche, specchi liberty e pubblicità anni '20. Il titolare, un uomo di mezza età, alto, asciutto e sorridente, ci ha accolto con entusiasmo (Bravo! Sai stare al pubblico!) e ci ha fatto accomodare presso un tavolo seminascosto in un angolo (consapevole, forse, che io e Dona avevamo intenzione di ciacolare in santa pace). Perspicace Businessman!

Per i menù ha mandato il suo secondo, un ragazzino che non saprei definire esattamente, ma di cui ho notato gli occhietti piccoli, ravvicinati e furbi, ma ahimè poco intelligenti. Abbiamo affondato i nostri visi nei menù e di tutte le allettanti proposte, fra cui un invitante stinco di maiale, e svariati primi piatti, la mia curiosità, e forse influenzata dallo stile british del locale, è caduta su un cheeseburger che mi ha fatto ricordare gli antichi fasti di un soggiorno in Scozia ad Edimburgo e uno a Londra (beati tempi.....). Così entrambe abbiamo preso il cheeseburger con crauti, patatine e birra consigliata personalmente dal nostro Businessman: per me un Rossa doppio malto, per Dona una Bionda triplo.....come se prima da Baffino avessimo scherzato! (...quisquilie....)

Mentre aspettavamo la nostra ordinazione, i nostri sguardi hanno percorso la birreria, iperscrutando i presenti: interessante clientela. Dai giovani studenti in libera uscita (stile febbre del Sabato sera) intenti a scambiarsi sms, foto, link con gli inseparabili iphones, a coppie più mature e rilassate in meditazione degustativa di birre o vino, alle conventicole di amici pronti a "ruzzare fino a ora presta" (così sentii esordire un ragazzo nella famosa pasticceria "Salza" a Pisa in un lontano giorno della mia vita goliardica).

Con Dona stavamo parlando proprio di buttar giù un programmino ludico-culturale e, nella nostra bozza, erano inclusi anche il cinema, da noi disertato lo scorso anno, cene a casa di Dona con mio accurato programma di assaggio dolci (quelli prodotti da me medesima ovviamente), forse cinema d'essai, e tours enogastronomici per le sagre d'autunno.

Ecco i cheeseburger, i crauti e le patatine....FAME! FAME! FAME! (ricordiamo l'effetto idraulico liquido del cocktail Martini). Mmmm che bontà; io mi sono sentita trasportata a Camden Town, Dona invece non so perchè, l'ho vista sparata all'Oktober Fest.... Pancia mia fatti capanna: "Mascelle all'attaccoooo! Denti, caricaaaa! Stomaco mio placati!
Fra un morso e l'altro tentavo di convincere Dona a vedere qualche fantastico film gothic horror, mentre lei rimaneva al palo con i thriller, poi abbiamo trovato un compromesso: ok a vampirelli e lupi mannari e via con qualche action movie (e questa è la fase uno), in seguito qualcosa di più cerebrale.

Il mio stomaco però non era ancora soddisfatto, che poteva mancare se non un dolcetto? Conditio sine qua non per concludere la serata? Non ho avuto dubbi: un Creme Caramel faceva al caso mio (fatto in casa naturalmente). Su di me il dolce fa lo stesso effetto che su Baffino aveva fatto la richiesta del cocktail Martini: mi fa dilatare le pupille e mi fa fare le fusa, produco endorfine, il tutto con l'IMPRIMATUR del cervello. Eccoloooo!
Chiedo a Dona se ne vuole assaggiare un po', ha un aspetto magnifico, ma nulla, i dolci che Dona assaggia sono quelli che impasto io (meno male che la mia produzione è discreta). OK, a noi caramello!

"Santo cielo Silvia, ma l'hai ingoiato intero?"
"Ma cosa dici Dona!"
"Ti rendi conto della nanovelocità con cui l'hai mangiato?" (nanovelocità?)
"Certo che no, l'ho gustato al massimo"
"A volte mi spaventi, te e i tuoi dolci!"
"Sì, la pasticceria, l'arte culinaria per eccellenza...."

Ci siamo avviate alla cassa dal Businessman, mentre Dona ancora rifletteva su come avessi potuto "sbranare" quel povero creme caramel senza alcun ritegno, quando improvvisamente, mi tira per un gomito, indicandomi una foto attaccata vicino alla cassa. Ora era lei ad avere le pupille dilatate. La foto ritraeva un bel moro dai capelli lunghi e ricci, con fisico mozzafiato (del resto era in costume da bagno) seduto sul bordo di una piscina. Allarme rosso! Allarme rosso! Sindrome cinese! Dona non si spiccicava dalla foto, nonostante le avessi rifilato un calcetto sulla tibia, anche perchè Businessman la guardava con grande soddisfazione: sì, quella paterna, dato che la foto ritraeva suo figlio (orgoglio di padre). Altra figura tapina che abbiamo fatto anche questa volta.
Non paga, Dona prende informazioni, e viene a sapere che il "Divino Achille" spesso si materializza in birreria e che suona in un gruppo non ben identificato....Oddio, prevedo altro giro da Businessman!
Con lo stesso garbo usato a Baffino abbiamo salutato e con la pancia piena e gli occhi pieni della divina visione, siamo tornate a casa.


1 commento:

  1. Eccomi cara! Felicissima di essere qui. Non vedo l'opzione per poterti seguire ... ogni tanto ricordamelo, per cortesia ... tra mille blog, è facile perdersi di vista e mi dispiacerebbe molto. Un abbraccio, A presto. Raffaella

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