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mercoledì 24 febbraio 2016

Decifrato un manuale di incantesimi egiziano, manoscritto misterioso

Il misterioso Egitto ha regalato ai ricercatori "Il Manuale del Potere rituale" (come lo hanno definito), un testo medioevale scritto in copto in cui sono stati decifrate invocazioni ed incantesimi. Il manuale è una guida per i propri lettori dell'epoca a lanciare incantesimi in amore, esorcismi contro spiriti malefici e addirittura al trattamento dell'"ittero nera" (la leptospirosi), un'infezione batterica che anche oggi può rivelarsi fatale. 

Il manuale molto antico, risale infatti a 1300 anni fa, ed è costituito da pergamente legate insieme.  "È un codice completo di 20 pagine di pergamena, contenente il manuale di un praticante rituale", scrivono Malcolm Choat e Iain Gardner, professori rispettivamente presso l'Università di Macquarie e l'Università di Sidney, nel loro libro "A Coptic Handbook of Ritual Power" (Brepols, 2014). L'antico libro "comincia con una lunga serie di invocazioni che culminano con disegni e parole di potere", scrivono. "Seguono un numero di prescrizioni o formule magiche per curare la possessione da parte di spiriti e vari malanni, o per avere successo in amore e nel lavoro".


I ricercatori fanno anche alcuni interessanti esempi:  per soggiogare qualcuno, il codice dice che bisogna recitare una formula magica su due chiodi, e poi "piantarli negli stipiti della porta, una sul lato destro e uno sul sinistro". Secondo i ricercatori il codice risale al VII o all'VIII secolo, periodo durante il quale molti egizi erano cristiani e il codice contiene una serie di invocazioni in riferimento a Gesù. Però alcune delle invocazioni sembrano più associate con un gruppo che è talvolta chiamato "Sethiani". Questo gruppo prosperò in Egitto durante i primi secoli della cristianità e aveva grande riguardo verso Seth, il terzo figlio di Adamo e Eva. Un'invocazione recita: "Seth, Seth, il Cristo vivente".

Proprio all'inizio il codice fa riferimento  a una figura divina chiamata "Baktiotha", la cui identità rimane ancora un mistero. Si legge infatti: "Ti rendiamo grazie e ti preghiamo, Baktiotha: il grande, che è molto affidabile; quello che è il signore su quaranta e nove tipi di serpenti". "Il Baktiotha è una figura ambivalente. È un grande potere e un governante di forze nel regno materiale", hanno detto Choat e Gardner.

In base alle cronache del tempo si sa che che i leader della chiesa consideravano i Sethiani come eretici. Dal VII secolo, si sa che  i Sethiani erano estinti o stavano scomparendo. Questo codice, con il suo mix di invocazioni cristiane ortodosse e sethiane, potrebbe in verità essere un documento di transizione, scritto prima che tutte le invocazioni sethiane venissero epurate dei testi magici. Esistono altri testi simili a questo codice, ma contengono dei tratti più cristiani ortodossi e meno sethiani. I ricercatori sostengono che le invocazioni fossero in origine separate da 27 degli incantesimi del codice. Più tardi invece, invocazioni e questi incantesimi vennero combinati per formare un "singolo strumento di potere rituale", dice Choat.

Un altro interrogativo è quello che riguarda chi ha usato questo manuale, la cui identità rimane ignota. "Credo che ci fossero praticanti rituali al di fuori delle cerchie di clero e monaci, ma chi fossero esattamente non lo sappiamo poiché le persone non volevano essere etichettate come 'maghi' ", dice Choat. Parte del linguaggio usato nel codice suggerisce che venne scritto per un uomo. Tuttavia, ciò "non avrebbe certo fermato una praticante donna dall'utilizzo del testo".

Rimane un mistero anche l'origine del codice . L'Università di Macquarie lo acquistò alla fine del 1981 da Michael Fackelmann, un mercante di antichità di Vienna. "Negli anni '70 e '80, l'Università di Macquarie (come molte collezioni in tutto il mondo) acquistò dei papiri da Michael Fackelmann", dice Choat. Ma dove Fackelmann abbia preso il codice non si sa. Lo stile della scrittura suggerisce una provenienza dall'Alto Egitto: "Il dialetto indica un'origine dell'Alto Egitto, forse nelle vinanze di Ashmunein/Hermopolis", scrivono Choat e Gardner. Il codice è attualmente ospitato al Museo delle Culture Antiche dell'Università di Macquarie a Sidney.

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