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mercoledì 22 aprile 2015

Persistenti e ricorrenti sintomatologie: attenzione ai tumori

Sebbene non esistano disturbi o sintomatologie comuni alle varie tipologie di tumore e che ne indichino l'insorgenza, è bene non sottovalutare sintomi e segni particolari che possono essere la spia di un cancro. Più precisamente se si riscontrano fenomeni anomali e persistenti, è bene rivolgersi al medico di base per fare delle indagini approfondite. Vediamo quali possono essere le sintomatologie che, se eccessevimente protratte necessitano di controlli medici. 


Perdita di peso immotivata: se si perde peso senza una ragione, meglio controllare. In genere i tumori che portano a una improvvisa perdita di peso sono quelli a carico dell’apparato digerente.
Febbre: se la febbre è costante e continua e non ha un motivo apparente, potrebbe essere la spia dei tumori a carico del sistema immunitario.
Dolore: in certe zone del corpo senza che ci sia stato un trauma o una lesione, come mal di testa persistenti, fitte alla schiena importanti, devono far mettere in allarme. Rivolgetevi al medico, in questo caso.

Senso di affaticamento costante: sentirsi sempre e costantemente molto stanchi può essere preoccupante: vi sono certi tumori che si manifestano con emorragie interne o perdite di sangue che provocano spossatezza generale e grande fiacchezza.
Anomalie della pelle: alcune forme tumorali possono manifestarsi sulla pelle che si ingiallisce, cambia, si scurisce, impallidisce profondamente. Anche strane lesioni a carico della pelle o una crescita anomala della peluria.
Noduli: se compaiono, forse, si potrebbe essere in presenza di un tumore. Le zone più colpite sono il seno e i testicoli. Se si nota la presenza di un nodulo o l’ingrossamento di un nodulo già esistente, rivolgersi tempestivamente a un medico.

martedì 21 aprile 2015

Arancione e Giallo: simboli e significato dei colori - seconda parte


Continua l'indagine sul significato il simbolismo dei colori, legati alla nostra personalità.  Oggi è la volta di arancione e giallo. Immerigamoci dunque in questo articolato mondo.


L'ARANCIONE: colore dello spettro della luce fra il rosso e il giallo, simboleggia l'armonia interiore, la fertilità creativa sia artistica sia sessuale, la fiducia in sé e negli altri, l'ambizione, la comprensione, la saggezza. Se lo si sceglie siamo in grado di dimostrare energia e vitalità, ma in maniera più controllata rispetto a chi sceglie il rosso; è capace di grandi imprese ma non impulsive, è ottimista; ha fiducia in sé ma senza presunzione; sa mare con gioia; si sente in armonia con il mondo in cui vive. Al contrario, rifiutarlo, significa voler controllare emozioni e attività; avere difficoltà nei rapporti con gli altri e tendere ad ingigantire i problemi; non essere abituati a ponderare le decisioni,  gettarsi a capofitto o tentennare troppo oppure buttarsi e poi tirarsi indietro; avere un rapporto con la sessualità e l'amore filtrato dalla ragione.

IL GIALLO: è la luce solare, la conoscenza appresa, l'energia intellettuale e nervosa. Gli amanti del giallo sono vitali, ma la loro è una vitalità che si manifesta con alti e bassi; hanno fervore di idee e attività seguito da cambiamenti repentini di rotta; si aspetta grandi cose dal futuro, sa individuare le vie d'uscita; ama fare nuove esperienze, ma con rischio di superficialità; cerca la stima e l'applauso e si prodiga per ottenerli; non sopporta di sentirsi isolato. Rifiutare il giallo significa essere delusi dalle proprie aspettative, sentirsi poco apprezzati dagli altri, non avere molta fiducia in sé; può voler dire anche che gli è necessario ricaricare le energie che tende a consumare facilmente, di ritrovare la calma interiore.

lunedì 20 aprile 2015

Una buona Azione a Settimana per incrementare la Produttività

La vita moderna può essere frenetica, sapersi destreggiare con lavoro, carriera, famiglia e socializzazione non è facile, per non parlare di come riuscire a tenere il passo con le reti sociali dei media. Quindi quando si ha poco tempo, come si può massimizzare la produttività? La risposta è semplice e potrebbe sorprenderci: aiutare qualcun altro. Questa conclusione deriva da uno studio redatto da ricercatori di Wharton, Yale e Harvard: "Giving time Gives you time".


Così è nato un progetto: Good Deed Time, che ha preso questa ricerca a cuore, ed è stata creanta una piattaforma che invia, a persone o gruppi, emails con l'obiettivo di realizzare una buona azione ogni settimana. Il sito facile da usare, richiede solo la registrazione tramite email per diffondere le buone azioni. E per ispirare gli utenti vengono anche forniti alcuni esempi: preparare un pranzo (o spuntino) e condividerlo con qualcuno, raccogliere rifiuti e gettarli via...

Good Ded Time si è ispirato ai risultati dello studio che ha evidenziato che, "dedicare del tempo agli altri può farci utilizzare meglio il nostro tempo ed essere così meno propensi a sprecarlo" .  Good Deed Times  è un modo semplice per diffondere questa cultura della buona azione, aumentando la produttività personale e le soddisfazioni.


Simboli e significati dei Colori: Rosso e Rosa - parte prima

I colori hanno su di noi molteplici effetti, e con essi possiamo avere rapporti diversi, talvolta contrastanti. Ma ognuno di noi ha un proprio colore, quello che preferisce sopra ogni altro e con cui ha un feeling particolare.  Mi sono spesso chiesta perché alcuni amano certi colori piuttosto che altri, compresa me stessa. Così ho deciso di documentarmi un po', per mettere fine ad una curiosità tremenda che mi tormentava da tempo. Fra una lettura e un'altra mi sono imbattuta in un libellum che tratta della cristalloterapia, anch'essa quanto mai affascinante, all'interno del quale ho trovato la risposta ad alcune mie domande. Oggi ci occupiamo del Rosso e del Rosa


IL ROSSO: simboleggia il sangue, l'energia vitale sia mentale che fisica. Chi sceglie il rosso ha voglia di vincere, desidera il potere; è energico e audace; ama muoversi e mettersi in competizione con gli altri ma anche con se stesso; gli piace far colpo. Di contro ha come difetti l'irascibilità, l'irrequietezza, la presunzione. Chi lo rifiuta invece è nervoso e tendenzialmente o al momento stanco; si sente incapace di affrontare le sfide della vita; preferisce mettersi in secondo piano, lasciare il palcoscenico ad altri; è introverso e tende a rifugiarsi nella ripetizione di ciò che conosce senza tentare strade nuove.



IL ROSA: è la capacità di dare e ricevere amore. Chi lo sceglie è capace di grandi passioni temperate dall'abnegazione, dal desiderio di comprendere l'altro; sa capire oltre che amare; sa dare ed è disposto ad annullarsi, ma ha bisogno anche di ricevere; è una persona che predilige ambienti e persone "morbidi", che entra in contatto con le cose prevalentemente attraverso i sensi. Se lo si rifiuta, si teme di mostrare la propria fragilità, di venire ferito; si può aver deciso di non manifestare in alcun modo la tenerezza che prova a causa di antiche ferite oppure può essere veramente arido; diffida delle sfumature della sensualità e preferisce la limpidezza della ragione.

domenica 19 aprile 2015

Mic, il gatto che sognava di essere un delfino

Sono sempre stata una divoratrice di storie, e rimpiango i tempi in cui in quelle storie potevo davvero immedesimarmi, completamente. Sono poche ora le letture che il tempo ingannatore può concedermi, quindi scelgo ciò di cui la mia "animatamente" vuole cibarsi. Immedesimazione, quasi incarnazione, avete mai provato questa sensazione o avete mai desiderato sentirvi qualcun altro? Vedere il mondo attraverso occhi altrui, sentire e vivere attraverso mente e corpo che non appartengono alla  vostra sfera emozionale? Io sì, ecco perchè mi piacciono le memorie altrui. Qui trovo compenetrazione,  e acquisto una consapevolezza non mia, saltellando fra le righe fluide di una vita e del suo svolgersi che non vivo in parallelo ma in cui mi identifico. La compenetrazione allarga la mente e questo apre alla comprensione.


Così mi sono incarnata in un gatto e nelle sue memorie, di cui mi è giunto uno stralcio, l'incipit di una coinvolgente avventura umanamente felina, fatta di riflessioni, ragionamenti e vivide descrizioni. Mic parla in prima persona, con la delicatezza tipica dei felini, ripercorrendo la strada che dal caldo abbraccio di mamma gatta l'ha portato al quasi graffiante incontro con Lisa, la sua umana.  Ferruccio Gianola, autore di queste feline memorie, "Il gatto che sognava di essere un delfino", più che autore è un veggente sciamano, tanto ha saputo interpretare quell'essenza che fa dei gatti un universo ancora sconosciuto per molti aspetti.

Sì, perchè nel momento in cui essi entrano a far parte della nostra vita, sono loro a gestire le fila del gioco non noi, noi siamo sul palcoscenico e loro ci osservano con sottile ironia e a volte con marcato disappunto, un modo di essere il loro  che li contraddistingue per la capacità di farsi servire anzichè essere servi, ma non è opportunismo è coerenza con se stessi. E Ferruccio Gianola ha colto egregiamente questo aspetto. Non vi svelerò perchè Mic desiderava essere un delfino, ma posso anticiparvi che le sue ragioni sono disarmanti.  Non voglio dilungarmi oltre, vi lascio alle parole di Mic:


"Ricordo ben poco di mia madre. Quando mi presero e mi portarono via, succhiavo ancora dai suoi capezzoli, perciò non chiedetemi se fosse bella o se mi somigliasse: sono dettagli senza importanza ai fini delle storie che voglio raccontare. Non ricordo nulla neppure dei miei fratelli, a parte i miagolii nella cuccia e il colore nero di uno di loro. In quei pochi giorni passati insieme non facemmo altro che lottare e sospingerci per trovare il posto migliore adatto a succhiare.

Così le memorie più vive che possiedo mi portano dentro una vasca da bagno bianca illuminata dai raggi del sole che entravano dalla finestra aperta. Doveva trattarsi della stanza di una piccola mansarda situata in un palazzo nei dintorni di Milano, ma non posso confermarlo con certezza: non ho più avuto l’occasione di rivedere quel luogo dopo quella volta. Restai lì dentro a lungo, senza capire cosa stesse succedendo e cosa mi riservasse il futuro, con una ciotola piena d’acqua e un piattino contenente alcune fettine di prosciutto cotto sgrassato.

Faceva caldo quella mattina e degli uccelli, innervosendomi, facevano capolino sul davanzale della finestra aperta a curiosare. Era tutto ciò che potevo cogliere con lo sguardo sollevando il muso.
Trascorsi le ore nel tentativo di risalire e uscire da quella specie di trappola smaltata di bianco. Miagolavo con la speranza che qualcuno mi sentisse e venisse in mio soccorso, ma la situazione sembrava senza via di uscita.

Poi, all’improvviso, quando la mia sfiducia era giunta quasi al culmine, la porta si spalancò. Entrò una ragazza. Si abbassò per afferrarmi e mentre lo fece le sfiorai con le zampe i capelli sottili e lunghi. Aveva uno strano e buon odore. Questa sciocca però mi prese nel modo sbagliato e invece di afferrarmi per la collottola, come aveva sempre fatto mia madre, mi strinse le costole.
Solo in seguito capii che non desiderava farmi del male, ma di primo acchito, d’istinto, le soffiai addosso e cercai di graffiarla.

«Sei un leone» disse. Era molto graziosa, per essere una donna. Aveva i lineamenti del viso sottili e delicati. Indossava dei jeans e una maglietta bianca con un cuore disegnato sopra che pareva vero.
Mi guardò con curiosità, sollevandomi con la mano destra verso l’alto, fissandomi a lungo. Poi rise come una bambina.  Era Lisa e mi sarebbe rimasta accanto per il resto della vita."

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