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domenica 12 giugno 2016

Una clinica per gatti terminali

Un clinica per gatti terminali esiste, ed è stata creata dalla signora Maria Torero che si prende cura di pazienti felini terminali.


Vi siete mai chiesti che fine fanno i gatti malati terminali di cui nessuno si prende cura? Sono moltissimi gli esemplari che ogni anno muoiono di leucemia. E in loro aiuto accorre Maria Torero, un'infermiera di 45 anni che, al fine di sensibilizzare le persone nei confronti delle sofferenze di questi gatti, ha trasformato la sua casa in un clinica.


La sognora Torero ha attualmente 175 pazienti, un numero davvero notevole come le spese che deve affrontare per le cure: 1.500 dollari ogni mese. Nonostante tutto, per Maria è un dovere aiutare questi animali che naturalmente nessuno vuole, e molto esplicativa è una sua dichiarazione:  “La gente non adotta gatti adulti, meno che meno malati terminali”.

Tra l'altro, fra gli amici di Maria alcuni trovano che questa scelta sia inopportuna, poichè il tempo che deve essere loro dedicato è molto, per non parlare dei cattivi odori che si spandono nell'ambiente domestico. Anzi, ci sono quelli che le cosigliano di dedicarsi piuttosto a gatti sani. Ma Maria è irremovibile:  “Non è il mio ruolo, io sono un infermiera”, dice. C’è però in generale grande solidarietà ed ammirazione verso la donna, con molti che le fanno piccole donazioni per aiutarla a coprire le spese che sostiene per curare i gatti.

domenica 7 febbraio 2016

Aumentare la produttività e diminuire lo stress in ufficio: il Giappone adotta i gatti

Ormai è assodato che i nostri amici pelosi sono in grado di ridurre i livelli di stress a cui siamo sottoposti, quello stresso soprattutto che si accumula al lavoro. Lo conferma uno studio della  Virginia Commonwealth University. Gli animali, come i cani, abbassano i livelli di cortisolo nel sangue, favoriscono la socializzazione e la cooperazione e aumentano la produttività degli impiegati. Sulla sciadi questa ricerca, un’azienda giapponese ha deciso di “assumere” nove gatti da inserire in ufficio.


L’azienda protagonista è la Ferray Corporation di Tokyo, una società che si occupa di costruzione di siti web e sviluppo delle applicazioni. L'iniziativa ha avuto successo perchè  da quando i gatti sono liberi di scorazzare all’interno degli uffici dell’azienda, i livelli di stress dei dipendenti sono crollati. Anche se possono verificarsi alcuni piccoli inconvenienti.

I gatti, infatti, non rispondono alle regole dell’ufficio: spengono i computer, masticano i cavi, graffiano i muri e strappano le carte, camminano sulle tastiere. E quando i clienti visitano gli uffici, oltre a fare le fusa, i gatti si addormentano nelle loro borse o sui tavoli da riunione!

Eppure, stando a quanto riportato dal giornale, i dipendenti non sembrano assolutamente infastiditi da questi simpatici inconvenienti! I livelli di socializzazione e comunicazione in ufficio, infatti, sono aumentati dal momento che il tema “gatti” si presta come ottimo argomento di conversazione.

mercoledì 27 maggio 2015

Non gettate mai i fondi del caffè

 Prima di gettare i fondi di caffè pensateci bene, potete utilizzarli in svariate maniere e scoprire che facendone uso non solo contribuite a far del bene alla terra, ma risparmierete molto. Come tutti sanno i fondi di caffè si possono riciclare nei bidoni dell'umido ed essere utilizzati come fertilizzanti, dato che aumentano l'acidità del suolo.

Ecco alcuni usi:
 1) ECO ESFOLIANTE I fondi del caffè sono un ottimo esfoliante naturale per la pelle. Basta applicare sul corpo con movimenti circolari, massaggiare e risciacquare.
2) CAPELLI LUMINOSI Dedicato a chi ha i capelli scuri. Se volete una chioma super lucente, prima dell’ultimo risciacquo dei capelli applicate del caffè avanzato e vedrete che risultato!
3) RIMEDIO ANTI-LUMACHE Per tenere lontane le lumache dalla vostra bella insalata senza ricorrere ai pesticidi, spargete un po’ di fondi di caffè.
4) ALLONTANARE I GATTI DAI VASI Siete stanchi del gatto che continua ad utilizzare i vostri vasi pieni di fiori come se fossero una lettiera? Allora spargete intorno ai fiori fondi di caffè e bucce d’arancia…vedrete che il gatto non si avvicinerà più.
 5) MAI PIU’ ODORI NEL FRIGO Per eliminare in modo eco-compatibile gli odori dal vostro frigorifero basterà mettere una tazzina contenente i fondi di caffè.

6) VIA GLI ODORI DALLE MANI Dedicato ai cuochi eco-friendly: per eliminare dalle mani gli odori sgradevoli consigliamo di strofinarle con i fondi del caffè.
7) VIA I GRAFFI DAI MOBILI Il graffio ora c’è e dopo non c’è più! Eh, si…i fondi di caffè servono anche a questo: eliminano i graffi dai vostri mobili.
8) COLTIVARE FUNGHI I vecchi fondi di caffè sono ricchi di sostanze nutritive e quindi rendono il terreno ideale per la crescita e la coltivazione dei funghi.
 9) DALLA TAZZINA…AL PIATTO: gli Olandesi, che sono molto eco friendly, una ne pensano e cento ne fanno! Questa volta hanno trovato il modo di riciclare in maniera creativa i resti del caffè: Matthijs Vogels, con la sua attività Sprout Design, raccoglie grandi quantità di caffè che rimangono nella moka o nella macchinetta e dopo operazioni di pulitura, procede a pressarlo su degli stampini con l’aiuto di una macchina appositamente costruita. Vengono così prodotti “contenitori di caffè”, cioè fatti proprio con il caffè. La linea di piatti, barattoli, vasetti tutti fatti di caffè e riciclabili al 100%, si chiama Cup ‘a coffee e, a differenza delle normali stoviglie, questi oggetti, una volta rotti o rovinati, potranno essere riutilizzati come concime per l’orto di casa.
10) LA STAMPANTE CHE USA IL CAFFE’ AL POSTO DELL’INCHIOSTRO: per finire, l’invenzione innovativa del coreano Jeon Hwan Ju: la stampante che non usa inchiostro, ma fondi di caffè. Si chiama RITI coffee printer ed è a tutti gli effetti eco-sostenibile.

domenica 19 aprile 2015

Mic, il gatto che sognava di essere un delfino

Sono sempre stata una divoratrice di storie, e rimpiango i tempi in cui in quelle storie potevo davvero immedesimarmi, completamente. Sono poche ora le letture che il tempo ingannatore può concedermi, quindi scelgo ciò di cui la mia "animatamente" vuole cibarsi. Immedesimazione, quasi incarnazione, avete mai provato questa sensazione o avete mai desiderato sentirvi qualcun altro? Vedere il mondo attraverso occhi altrui, sentire e vivere attraverso mente e corpo che non appartengono alla  vostra sfera emozionale? Io sì, ecco perchè mi piacciono le memorie altrui. Qui trovo compenetrazione,  e acquisto una consapevolezza non mia, saltellando fra le righe fluide di una vita e del suo svolgersi che non vivo in parallelo ma in cui mi identifico. La compenetrazione allarga la mente e questo apre alla comprensione.


Così mi sono incarnata in un gatto e nelle sue memorie, di cui mi è giunto uno stralcio, l'incipit di una coinvolgente avventura umanamente felina, fatta di riflessioni, ragionamenti e vivide descrizioni. Mic parla in prima persona, con la delicatezza tipica dei felini, ripercorrendo la strada che dal caldo abbraccio di mamma gatta l'ha portato al quasi graffiante incontro con Lisa, la sua umana.  Ferruccio Gianola, autore di queste feline memorie, "Il gatto che sognava di essere un delfino", più che autore è un veggente sciamano, tanto ha saputo interpretare quell'essenza che fa dei gatti un universo ancora sconosciuto per molti aspetti.

Sì, perchè nel momento in cui essi entrano a far parte della nostra vita, sono loro a gestire le fila del gioco non noi, noi siamo sul palcoscenico e loro ci osservano con sottile ironia e a volte con marcato disappunto, un modo di essere il loro  che li contraddistingue per la capacità di farsi servire anzichè essere servi, ma non è opportunismo è coerenza con se stessi. E Ferruccio Gianola ha colto egregiamente questo aspetto. Non vi svelerò perchè Mic desiderava essere un delfino, ma posso anticiparvi che le sue ragioni sono disarmanti.  Non voglio dilungarmi oltre, vi lascio alle parole di Mic:


"Ricordo ben poco di mia madre. Quando mi presero e mi portarono via, succhiavo ancora dai suoi capezzoli, perciò non chiedetemi se fosse bella o se mi somigliasse: sono dettagli senza importanza ai fini delle storie che voglio raccontare. Non ricordo nulla neppure dei miei fratelli, a parte i miagolii nella cuccia e il colore nero di uno di loro. In quei pochi giorni passati insieme non facemmo altro che lottare e sospingerci per trovare il posto migliore adatto a succhiare.

Così le memorie più vive che possiedo mi portano dentro una vasca da bagno bianca illuminata dai raggi del sole che entravano dalla finestra aperta. Doveva trattarsi della stanza di una piccola mansarda situata in un palazzo nei dintorni di Milano, ma non posso confermarlo con certezza: non ho più avuto l’occasione di rivedere quel luogo dopo quella volta. Restai lì dentro a lungo, senza capire cosa stesse succedendo e cosa mi riservasse il futuro, con una ciotola piena d’acqua e un piattino contenente alcune fettine di prosciutto cotto sgrassato.

Faceva caldo quella mattina e degli uccelli, innervosendomi, facevano capolino sul davanzale della finestra aperta a curiosare. Era tutto ciò che potevo cogliere con lo sguardo sollevando il muso.
Trascorsi le ore nel tentativo di risalire e uscire da quella specie di trappola smaltata di bianco. Miagolavo con la speranza che qualcuno mi sentisse e venisse in mio soccorso, ma la situazione sembrava senza via di uscita.

Poi, all’improvviso, quando la mia sfiducia era giunta quasi al culmine, la porta si spalancò. Entrò una ragazza. Si abbassò per afferrarmi e mentre lo fece le sfiorai con le zampe i capelli sottili e lunghi. Aveva uno strano e buon odore. Questa sciocca però mi prese nel modo sbagliato e invece di afferrarmi per la collottola, come aveva sempre fatto mia madre, mi strinse le costole.
Solo in seguito capii che non desiderava farmi del male, ma di primo acchito, d’istinto, le soffiai addosso e cercai di graffiarla.

«Sei un leone» disse. Era molto graziosa, per essere una donna. Aveva i lineamenti del viso sottili e delicati. Indossava dei jeans e una maglietta bianca con un cuore disegnato sopra che pareva vero.
Mi guardò con curiosità, sollevandomi con la mano destra verso l’alto, fissandomi a lungo. Poi rise come una bambina.  Era Lisa e mi sarebbe rimasta accanto per il resto della vita."

venerdì 17 aprile 2015

Il Gatto migliora la nostra Salute

Chi ha uno o più gatti  sa che la loro presenza è un toccasana per la nostra salute psico fisica, e ben lo sapevano gli Egiziani, che li consideravano magici. Se stiamo male i gatti intuiscono dove si nasconde la causa del nostro male e riescono a trattarci in maniera efficace. Va da sè che è necessario avere un vero e proprio contatto con il gatto e non limitarci a tenerlo con indifferenza, come molto spesso capita, o a considerarlo ancora indifferente agli affetti e opportunista. Il gatto semplicemente non si sottomette, va solo capito.



1.Gli amanti e possessori dei gatti vivono in media 10,3 anni di più rispetto a coloro che non hanno un gatto in casa. Inoltre hanno la pressione arteriosa e il colesterolo più nella norma.

2.Il ruolo positivo del gatto nel caso della malattie cardiache è risaputo.

3.Accarezzare un gatto fa bene al sistema digerente (meglio se si tratta dei siamesi, dei mau egiziani, degli abissini).

4. Sono capaci di eliminare l’emicrania, di abbassare la pressione, di normalizzare i battiti. I gatti neri sarebbero capaci, più degli altri, scaricano l’energia negativa. Quelli rossi caricano di energia; i gatti dalla peliccia blu-azzurra calmano, mentre i bianchi sarebbero migliori da tutti i punti di vista.

5. Ascoltare le fusa (4-16 Hz) aumenta le difese. E’ una cura simile a quella con gli ultrasuoni (accelerano la guarigione delle ferite, lo sviluppo osseo).

6. I massaggi felini con le unghie fuori sono simili all’agopuntura

7. Secondo la bioenergetica, il gatto è un vero dispositivo energetico-informazionale. La zona del nostro corpo dove il gatto va a coricarsi segnala problemi (se va nei piedi, avremmo problemi con la pressione, o siamo inclini ai raffreddori; se va nella spalla sinistra, potremmo avere problemi cardiaci).

E io posso testimoniarlo.


venerdì 10 aprile 2015

La Forma della Testa del Gatto svela il suo Carattere

Certo anche per gli amanti dei fascinosi felini non sempre è facile interpretare il carattere, spesso complesso dei loro beniamini, ma grazie ad un libro da poco uscito, "Fit Cat: trucchi e consigli per dare al vostro gatto una vita più lunga, sana e felice", di Arden Moore, sarebbe intuibile dalla forma della testa. Secondo Arden: ‘’La geometria del volto di un gatto è uno degli strumenti più efficaci per abbinare un micio ad un umano. Aiuta soprattutto con i bastardini, la cui razza non può essere determinata’’. Sono tre le forme base della testa dei gatti che possono aiutarci a scegliere quale tipologia di gatto sia adatto a ognuno di noi.


Testa quadrata: è un gatto fiducioso e indipendente, che può stare con tutti, dai cani ai bambini. Tra questi possiamo annoverare il Maine Coon o il gatto norvegese delle foreste. Le persone ideali per questo gatto sono quelle che hanno una vita sociale, ma sono attenti al loro amico a quattro zampe. Meglio ancora se hanno un lavoro e vivono con partner, figli e un cucciolo in una casa vicino al parco.

Testa rotonda: sono gatti tranquilli, timidi e gentili, amano coccolare ed essere coccolati. Come spiega l'autrice: ‘’Una volta che si sviluppa un legame non potranno mai lasciarvi. Questo tipo di gatto si accoppia bene con persone tranquille, a cui magari piaccia passare il tempo sul divano con un buon libro e una tazza di tè. Meglio chi vive ai piani alti, lontano dai rumori della strada. Ma va bene anche un monolocale’’. Tra la categoria rientrano il persiano o il gatto dell’Himalaya.

Testa triangolare: secondo l'etologa sono: ‘’i fighetti del mondo felino’’. Fanno parte di questa categoria il siamese, burmese e abissino. In base a quanto scritto nel libro, tendono ad essere più vocali e preferiscono osservare gli uccellini da dietro una finestra piuttosto che farsi un giro. Gli piace farsi vedere ma non danno troppa confidenza.

lunedì 29 dicembre 2014

Come aiutare i nostri amici pelosi prima e dopo la vaccinazione con rimedi naturali

Sappiamo tutti quanto sia importante vaccinare i nostri amici pelosi per mantenerli in buono stato di salute soprattutto in previsione del periodo estivo quando sussistono serie probabilità che i nostri amici a quattro zampe entrino in contatto con altri animali, oppure se li portiamo con noi all'estero è noto che in alcuni paesi è obbligatorio esibire un certificato che attesti le vaccinazioni a cui sono stati sottoposti, in particolare il vaccino per la rabbia canina.


Il vaccino difende i cani anche da altre gravissime malattie, come cimurro, parvovirosi e leptospirosi, mentre i gatti devono essere immunizzati contro patologie anche letali, come panleucopenia, calicivirus e rinotracheite. In ogni caso prima di ricorrere alla vaccinazione è sempre bene valutare con il proprio medico veterinario a quali rischi possno essere esposti, e quindi contro quali malattie occorre immunizzarli. Come accade ai bambini una volta fatto il vaccino, anche i nostri animali possono presentare una sintomatologia che si manifesta con debilitazione e fiacchezza. Per aiutarli possiamo ricorrere ai rimedi naturali.



Usate  5 granuli di Sulphur 30 CH il giorno prima della vaccinazione, la mattina a digiuno, e 5 granuli di Thuja 30 CH il giorno dopo, sempre la mattina a digiuno. In ogni caso, avvertite sempre il veterinario se notate nell’animale qualche sintomo particolare di reazione alla vaccinazione.

- Non vaccinate un animale con problemi di salute e soprattutto non fatelo se deve subire un intervento chirurgico.

- Se possibile, vaccinateli solo per malattie presenti sul territorio. Per i gatti, attenti alla vaccinazione contro il virus della leucemia felina; prima fate eseguire il test e valutate con il veterinario se è veramente consigliabile. Per i cani, evitate che gli sia iniettato il vaccino contro la rabbia insieme ad altri vaccini.

- I cani e i gatti adulti possono essere vaccinati ogni 2 anni, invece che annualmente. Per gli animali anziani meglio evitare il più possibile le vaccinazioni. Fate fare però controlli annuali dello stato di salute generale.

- Assicuratevi di non far vaccinare un cucciolo o un gattino troppo presto.

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