Simply

mercoledì 23 gennaio 2013

LA STANZINA

 
C'era, in fondo al corridoio della casa dei nonni, la " Stanzina". Era piccola e aveva una finestra che si affacciava sulle verdi colline intorno, così che lo sguardo si perdeva, fino a raggiungere il mare.
I tramonti d'estate si incendiavano visti da quella finestra, e un'aria profumata di rose mi riempiva i polmoni. Il roseto era sotto la finestra e copriva in parte il pollaio dove abitavano comode, quattro galline.
La "Stanzina" era un regno pieno di sorprese; pur piccola, vi trovavano locazione: due macchine da cucire, una vecchia Singer  a pedale e una più moderna Necchi elettrica, due poltrone con schienale reclinabile e poggia piedi, una libreria con la selezione Reader's Digest e altri libelli di novellette e romanzi per bambini fra cui "I cagnolini di Perlarosa", tre mobiletti con saracinesca nei quali potevo trovare campionari di stoffe meravigliose che nonna usava per le sue creazioni sartoriali, avanzi di lana, spolette da ricamo, una parte del mio futuro corredo e una piccola bambolina dai capelli biondi con cui giocavo sovente.
Mi era concesso usare la vecchia Singer, con la quale mi esercitavo a fare orli, ed ero bravissima a cambiare i rocchetti dei vari filati che nonna usava per cucire. Sui campioni di stoffa usavo invece la filza, per le imbastiture dei modelli, e con grande piacere usavo il gessetto con cui si tracciavano sulla stoffa le linee del taglio.
Quando il divino ardore della sartoria mi lasciava, e non ero in giro per boschi a fare la naturalista, mi sedevo su un tappeto di lana tondo che stava in mezzo alla stanzina e leggevo o disegnavo con le vecchie matite di babbo, che erano ben risposte negli astucci di legno di una volta.
In quella stanza c'era un leggero profumo di lavanda, che proveniva da svariati sacchettini riposti nei cassetti, e che io odoravo con trasporto, e in uno dei mobiletti si trovavano anche delle vecchie scarpe con il tacco che mi misuravo ogni anno, desiderando che il mio piede crescesse velocemente per poterle indossare con un qualche vestito confezionato con una di quelle sete che il campionario offriva alla mia vista.
Vecchie collane e bigiotteria completavano la scena, con lieve odore di borotalco, che proveniva dalle scatole in cui le bigiotterie erano custodite.
Anni beati quelli passati nella "stanzina", dove il tempo scorreva lentamente, scandito dai rintocchi del campanile, dal corso del sole, dal profumo delle rose.

Nessun commento:

Posta un commento

Qualunque sia la modalità che vi ha portato su questa paginetta, vi invito a restare e a leggere i miei racconti e le mie poesie.
Cerco di comunicare tutta me stessa e spero che le mie emozioni arrivino anche a voi.
Lasciate traccia del vostro passaggio, un commento o anche solo una parola, sapere che anche una frase o un solo verso vi ha lasciato qualcosa significherà aver toccato le corde del vostro cuore.
Buona lettura,
Silvia

Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.