Io,
animula, dolce e vagabonda,
ospite del corpo,
cosa sono adesso?
Fuori da questo mondo che corre corre,
io, che non amo gli orologi,
incessante ticchettio,
inesorabile trascorrere di giorni,
amo il suono delle campane, il sorgere e tramontar del sole.
Io,
amo il silenzio e i suoni suoi,
mi soffermo sul volo di una coccinella.
Io,
odoro i libri vecchi,
polverose testimonianze di versi semplici,
e non conosco invidia,
mi commuovo alla guancia tonda di un bimbo.
Io,
errabondo essere di luce,
in vuote stanze della vita,
cerco te,
anima mia.
Deliziosa introspezione, contornata da quel tocco di triste e ben celato senso di nostalgia per ciò che fu che adesso è e che chissà mai se sarà...lunga vita e prosperità!
RispondiEliminaBrava...oltre ogni dimensione.
Quando la parola si fa bellezza.finalmente anche oggi ho provato un' emozione
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