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domenica 11 maggio 2014

Come smettere di lottare con se stessi | Psicopittografia

E' noto il caso di un soldato giapponese che continuava a combattere nella giungla quindici anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Quando alcune truppe amiche lo avvicinarono, il soldato pensò ad un attacco nemico. Ci vollero giorni per convincere il soldato che la guerra era finita da molto tempo. Quando finalmente comprese, depose il suo fucile e se ne andò a casa. [Immagine mentale 67]

L'uomo può esser paragonato a questo uomo smarrito. Fuori dal contatto della realtà, circondato dalla paura e dall'ostilità, egli continua a combattere. Ignorando che la guerra è finita, egli continua a combattere anche contro coloro che gli portano il messaggio di pace. Non è sorprendente che il suo universo sia costituito da una giungla spaventosa.

Se ben considerate, colui che combatte nella vita per il potere politico o finanziario, anche se vince una battaglia, non sarà più felice di prima. Se si accanisce ad inseguire altri successi egli proverà dispiaceri sempre più grandi. Tutte le conquiste sulle quali contava per raggiungere la soddisfazione interiore non fanno che approfondire la sue paure. Un tale uomo deve capire che non può vincere questa specie di guerra. La guerra che egli vuole veramente vincere, quella su se stesso, è già vinta. Non ha bisogno di ascoltare il messaggio di vittoria del vero Io che è in lui.

In questo stato ricettivo egli non ha bisogno di combattere per qualcosa nè contro nessuno. E' il messaggio che la vera religione, la filosofia e la psicologia hanno proclamato attraverso i tempi dell'umanità bellicosa.

1 commento:

  1. Effettivamente l' uomo cerca sempre la vittoria, l' inseguire uno scopo, la conquista. E' nel suo DNA e quando non lo segue, soffre e si deprime.
    In realtà forse l' uomo insegue la cosa sbagliata, l' errato obiettivo. Dovrebbe cercare di raggiungere la serenità e la felicità.

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