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giovedì 12 novembre 2015

Le tre sedie, un consiglio a settimana per migliorare la propria vita e quella altrui

A tutti è capitato di attraversare un momento doloroso, tutti abbiamo una storia da raccontare. Molti di noi rimangono ancorati alla propria sofferenza: è un espediente per non separarci dal passato e da ciò che è stato, ma in questo modo non facciamo che procurarci altro male. L'azione di questa settimana ci permetterà di liberarci del dolore e aiutare il prossimo a fare altrettanto.


  • Nei prossimi giorni ci eserciteremo a raccontare e rifletteremo sui diversi modi in cui una storia può essere narrata. Non scoraggiamoci! Ricordiamoci che più la salita è ripida, maggiore sarà la ricompensa una volta conquistata la vetta.
  • A volte teniamo per noi i segreti dolorosi del passato, altre volte li confidiamo a qualcuno. Tuttavia gli episodi che ci hanno fatto soffrire di più rimangono impressi nel nostro  cuore e nella nostra anima e possono pesare come macigni, annientando la nostra voglia di vivere. Seguiamo dunque tre mosse e ritroveremo tutta la nostra energia
  • La sedia del dolore. Accomodiamoci sulla "sedia del dolore" e affidiamo la nostra storia a un quaderno o a una persona che ci conosce bene, come un amico o un parente. Questo ci aiuterà a tirare fuori la sofferenza nel corso del racconto
  • La sedia del divertimento. Adesso proviamo a esporre lo stesso episodio, immaginando però di essere seduto sulla "sedia del divertimento". Per quanto la vicenda sia triste, questa volta dovremo sforzarci di trovare al suo interno qualcosa di divertente, magari un dettaglio buffo che avevamo dimenticato e che ci fa sorridere o ci strappa addirittura una risata
  • La sedia dell'ispirazione. Raccontiamo la storia una terza volta. Ora cerchiamo di narrarla in modo da ispirare noi stessi e il nostro lettore immaginario o la persona che abbiamo di fronte. Descriviamo la forza che abbiamo conquistato grazie a quella prova difficile, gli amici che abbiamo conosciuto, la saggezza accumulata e la capacità di metterci nei panni degli altri....insomma, tutti i doni che la sofferenza ci ha portato. 
  • Raccontiamo ciò che ci accade, sforzandoci di applicare sempre la regola delle tre sedie per vedere la vita da prospettive diverse. Ascoltiamo le storie degli altri e incoraggiamoli a trarne un esempio per motivare se stessi e il prossimo. Pensiamo almeno che Dio ci sottrae qualcosa per darci qualcos'altro in cambio. Impariamo a trovare anche negli avvenimenti più tristi un motivo per sorridere.

5 commenti:

  1. Post davvero interessante!
    Ho provato la via dell'ispirazione. Ho scritto un racconto ispirandomi al dolore che avevo vissuto. Ho anche cambiato città e creato nuove amicizie. Persone pronte ad ascoltare non mi mancano... Il problema è che nonostante gli sforzi mi è difficile ritrovare me stessa, ovvero quello che ero prima del fatto doloroso...vivo un periodo di alienazione in cui neanche più mi riconosco...

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    1. Cabi, capisco perfettamente, anche io ho vissuto una situazione molto simile alla tua. Credimi, contunua a scrivere e a raccontare, è la via migliore per uscire dall'alienazione. Il mio periodo di alineazione è durato qualche anno, Non perdere il coraggio e la speranza, vedrai che ce la fai.

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Qualunque sia la modalità che vi ha portato su questa paginetta, vi invito a restare e a leggere i miei racconti e le mie poesie.
Cerco di comunicare tutta me stessa e spero che le mie emozioni arrivino anche a voi.
Lasciate traccia del vostro passaggio, un commento o anche solo una parola, sapere che anche una frase o un solo verso vi ha lasciato qualcosa significherà aver toccato le corde del vostro cuore.
Buona lettura,
Silvia

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