Possono sembrare dei fenomeni occasionali; ma, se consideriamo la totalità della questione, i numeri sono davvero sbalorditivi. Alcuni esperti hanno affermato che le collisioni con le finestre uccidono più uccelli rispetto ai disastri provocati dalle fuoriuscite di petrolio o dai pesticidi. I periodi particolarmente rischiosi sono quelli delle migrazioni, in primavera e in autunno, quando, di città in città, passano grandi stormi di uccelli.
Ma la tecnologia progredisce e oggi ci sono dei tipi di vetro che agli occhi degli uomini appaiono trasparenti, ma che gli uccelli, invece, sono in grado di distinguere in maniera molto precisa, in modo da poterli evitare. Come suggeriscono anche esperti nel campo dell’architettura, si dovrebbero evitare i posizionamenti dei vetri vicino a degli specchi d’acqua e, inoltre, sarebbero da limitare tutti quegli effetti determinati dai riflessi del sole, che confondono gli animaletti, facendo apparire ampi scenari con il cielo azzurro e le nuvole. La gamma delle soluzioni, per le quali si può optare, è veramente vasta.
Le soluzioni sono molto semplici, ad esempio si possono applicare alle strutture esistenti, schermi esterni alle finestre, come gli ombrelloni o la pittura a tempera, per formare delle figure sui vetri. Ad esempio spesso si ricorre al disegno di linee orizzontali, che dovrebbero essere distanziate non più di 5 centimetri. Si possono tratteggiare anche delle linee verticali, a 10 centimetri di distanza l’una dall’altra, perché si sa che gli uccelli non volano attraverso qualcosa che abbia queste misure. Non basta disegnare la sagoma di un falco o di un uccello predatore su una finestra, perché questo serve a fare soltanto in modo che gli uccelli volino attorno, sbattendo lo stesso sui vetri. Sono stati studiati dei vetri visibili soltanto da chi è in grado di percepire una determinata gamma di raggi ultravioletti. Tuttavia non è possibile applicare questo rimedio su scala generale, perché non tutte le specie di uccelli percepiscono gli stessi raggi ultravioletti. L’ideale sarebbe ricercare un modello che rifletta le lunghezze d’onda viste dalla gran parte delle specie volatili.
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