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venerdì 15 luglio 2016

Tirati su le poppe, ti vo in culo piscio chiaro e bevo boccia

Tirati su le poppe, ti vo in culo piscio chiaro e bevo boccia, tocca e lecca, tocco...in effetti sono un po' volgari, ma tanto d'effetto

TIRATI SU LE POPPE: rallegrati. Ma sa di ironico, quando capita una fortuna o un guadagno insignificante. Il gesto cianesco del tirarsi in su i seni con le due mani contemporaneamente, in segno di soddisfazione, quasi per sentirsi meglio a proprio agio, è l'equivalente dello stropicciarsi le mani


TI VO IN CULO, PISCIO CHIARO E BEVO BOCCIA: è sinonimo dell'optimum della buona salute e della perfetta forma. Così si risponde a Firenze, con esorcismo un po' triviale e in segno di noncuranza, a chi augura del male per scherzo o sul serio. E' d'altronde vero che "chi piscia chiaro va in tasca al medico": lo dice anche il proverbio

TOCCA E LECCA: sinonimo di cosa ghiotta: "unm angiarnio che tocca e lecca", o dicono in Versilia

TOCCO: le ore 13 oppure l'una dopo mezzanotte. "Fare al tocco", invece, significa "fare la conta", cioè a chi tocca


giovedì 14 luglio 2016

Ti ci covano i rondoni, tirar de niffo

Ti ci covano i rondoni, tirar de niffo, tirare l'aiolo, tirare l'umido, tira su e serba a Pasqua per dire che uno è fortunato, che tira di lungo, per significare morire e via dicendo

TI CI COVANO I RONDONI: lo dicono a Siena a chi è molto fortunato. Dov'è che gli covano i rondoni? "Quello ha un culo tanto grande che gli ci covano i rondoni"

TIRAR DE NIFFO: a Massa significa tirar di lungo, sdegnare, no ndare considerazione

TIRARE L'AIOLO: è una delle più familiari tra le molte espresioni del vernacolo fiorentino per non dire morire. "L'Aiolo" è una rete aperta per acchiappare gli uccelli: dopo che è rimasta stesa su un'aia pulita, appena gli uccelli vi si posano il cacciatore tira le corde per chiuderla e nel fare questa operazione stende le gambe "come fa chi muore" (Camaiti). Con diverso significato, "tirar l'aiolo" fu usato dal Sacchetti (nel senso di ingannare) e dal Boccaccio (adescare gli amanti)


TIRARE L'UMIDO: nella lingua italiana l'umido, ovvero l'umidità, "si prende": a Firenze "si tira". E il verbo è molto più proprio, perchè rende meglio il senso dell'assorbimento. Quando, appunto a Firenze, i fuochi artificiali che il Comune organizza perl a festa di San Giovanni riescono un po' fiacchi, di poco effetto e accompagnati da esplosioni fioche, la gente assiepata sui Lungarni osserva ironicamente che "gli hanno tirato l'umido"

TIRA SU E SERBA A PASQUA: si dice per bonario rimprovero al bambino che ha il vizio di non soffiarsi il naso e "tira su", tenendosi il moccio come se fosse una cosa preziosa da serbare per qualche solenne occasione festiva

mercoledì 13 luglio 2016

Te cardo, te la se messa la camicia a rovescio

Te cardo, te la se' messa la camicia a rovescio, tenere come un oracolo, terra santa piglia e non rende, terratrepoli, t'ha detto tigna alcuni modi di dire forse un po'sibillini ma pregni di significato

TE CARDO: in aretino significa "ti pettino", "ti sistemo per le feste". E' modo figurato da cardare la lana

TE LA SE' MESSA LA CAMICIA A ROVESCIO: frase scherzosa che si dice a chi va in cerca di funghi. Innocua superstizione che trova il suo motivo nell'idea di diversi adeguare al regno antitetico della natura non coltivata, com'è appunto il regno dei funghi che nascono spontanei nei boschi e non durante il giorno, ma di notte, secondo la convinzione popolare

TENERE COME UN ORACOLO: cioè in grnde stima, con grande cura, profondo attaccamento. "Qui' figliolo lo tengon come un oracolo".


TERRA SANTA PIGLIA E NON RENDE: si dice di un luogo in cui si è perduto un qualche oggetto che non si riesce più a trovare. Sembra che  il modo di dire sia pisano, probabilmente derivato dalla convinzione popolare che nell'antico camposanto di Pisa fosse stata portata terra santa del MOnte Calvario che in breve riduceva in nulla i cadaveri

TERRATREPOLI: piccola insalata dicampo, non coltivata, che tutti possono andare a raccogliere durante l'inverno quando il terreno è in riposo. I "terratrepoli" sono un po' i parenti poveri dei raperonzoli, altra insalata di campo

T'HA DETTO TIGNA: ti ha detto male, hai avuto sfrotuna. Espressione pisana




martedì 12 luglio 2016

Taneo, tanti ne nasce tanti ne pasce

Taneo, tanti ne nasce tanti ne pasce, tanto la morte ci ha a trovà vivi, tarabaralla, tasca ladra, tattamea, detti toscani di cui non vi anticipo nulla leggete e imparate

TANEO: voce lucchese. Come aggettivo significa alterato dal tempo, scolorito, frusto, sclacinato (dal francese tané , conciato, color buccia di castagno). "Per ora son molto tanèo" scriveva Giacomo Puccini alla mamma nel novembre 1880 appena arrivato a Milano da Lucca per sostenere gli esami al Conservatorio musicale. Come sostantivo è usato specialmente per indicare la smorfia, il cenno d'intesa, il colpetto allusivo di tosse con cui il giocatore di carte comunica in codice al compagno. "non vo' tanèi!", "Se m'avvedo d'un tanèo smetto di giocare!".

TANTI NE NASCE, TANTI NE PASCE: si dice, nel pisano, delle persone che spendono tutto quello che guadagnano


TANTO LA MORTE CI HA A TROVA' VIVI: modo di dire scherzoso per affrontare sportivamente un rischio

TARABARALLA: press'a poco; su per giù; nè bene nè male. Qualcuno ci fa un'aggiunta: "Tarabaralla fa le frittelle", ma senza un particolare motivo

TASCA LADRA: è la tasca all'interno della giacca, aperta nella fodera, dove un tempo si metteva il portafogli per maggior sicurezza contro i ladri

TATTAMEA: definisce con un certo disprezzo ironico la persona di modi stucchevoli, ipocritamente mansueta


lunedì 11 luglio 2016

Sudicio come un bastone da pollaio

Sudicio come un bastone da pollaio, sui pesci mesci, sullo stendere, suonare a cicciafredda, taccio, da un modo per dire sporco, ad un incoraggiamento, e altri modi da memorizzare per un vocabolario ricco e sapido


SUDICIO COME UN BASTONE DA POLLAIO: ed effettivamente poche cose possono essere altrettanto sporche

SUI PESCI MESCI: un consiglio, un incoraggiamento e uno dei tanti aforismi gastronomici: questo sembra nato in una di quelle baracche lungo l'Arno dove si friggono saporiti pesci di fiume che fanno la delizia di merende e cene all'aperto, allietate naturalmente da un fiasco di vino locale


SULLO STENDERE: sul finire. "Son sullo stendere", detto anche scherzosamente per "non ne posso più", "Sto per morire". A parte lo stendere o tirare la cuoia, sembra che derivi dall'operazione del cacciatore che toglie le reti tese

SUONARE A CICCIAFREDDA: modo di dire senese, un po' macabro, per: "suonare a morto"

TACCIO: stralcio. "Fare un taccio" significa giungere a un accomodamento, a una transazione



Il fiore amato da Apollo: il Giacinto

Il fiore amato da Apollo: il Giacinto, un grappolo profumato dai colori diversi, che regala ai giardini, ai balconi e alle case un tocco di colore e di anticipi di bella stagione.

Il fiore amato da Apollo: il Giacinto

Il Giacinto ha un profumo che mi inebria, e la sua consistenza a grappolo, così carnosa, mi fa pensare ad un materasso di petali. Giacinto era un giovinetto amato da Apollo, ma un giorno, mentre insieme giocavano al lancio del disco, Giacinto fu accidentalmente colpito da quello lanciato dal dio e morì, dal suo sangue nacque questo splendido fiore.

Il Giacinto può essere piantato in giardino, sempre prima dell'arrivo delle gelate, ma si presta molto bene anche ad essere coltivato in casa. La sua particolarità è che può essere indotto a fiorire (“forzatura”), in casa durante l’inverno. E questa fioritura anticipata ci regala uno spicchio anticipato di primavera…

Fiorisce una volta all’anno ma pochi bulbi in fiore sono sufficienti a profumare un’intera stanza (se avete un olfatto sensibile, vi renderete conto che è anche alla base di molti profumi). I colori sono i più vari: blu, rosa, lavanda, violetto, fucsia, e persino giallo e arancio. Non solo.

Ultimamente è possibile trovare anche bulbi di giacinto “multiflora”, ovvero che producono da un unico bulbo due “fiori”: le infiorescenze sono un poco più piccole di quelle singole, ma ancora più decorative e “piene”. Al momento dell’acquisto, per sapere se avete trovato un giacinto multiflora, basta osservare attentamente sbirciando all’interno delle foglie. Se ci sono due steli invece di uno, avete fatto bingo.

In casa il giacinto si può coltivare anche in acqua (ovvero in “idroponica”): se comprate i bulbi in autunno, questo permette di assistere al miracolo della fioritura “in diretta” e ad ottenere una fioritura anticipata. Sia in vaso che in acqua (nel loro bravo vasettino dal collo stretto), scegliete quelli con la spiga floreale già ben in vista (quindi forzati): in pochi giorni si apriranno, donandovi l’annuncio della primavera decisamente anzitempo.


venerdì 8 luglio 2016

Strascicato, striggine, struggino, strullo

Strascicato, striggine, struggino, strullo, succhiellare altri detti toscani per la cucina, il freddo, un luogo di Livorno e via andare


STRASCICATO: passato in padella col sugo, "cavolo strascicato, penne strascicate"

STRIGGINE: voce esclusivamente toscana divenuta ormai rara, ma fino a una ventina di anni fa usata nel contado aretino e pisano per indicare il freddo pungente, rigido e secco. A Volterra, in senso traslato, significava anche "carestia"


STRUGGINO: i livornesi chiamano così il luogo alla periferia della città, all'altezza di Stagno, dove venivano interrate e "lavorate" le carogne di animali e le immondizie, paradiso maleodorante di talpooni, mosche e tafani. Il nome popolare è rimasto anche dopo la costruzione dell'inceneritore inaugurato il 2 febbraio 1974. Lo stesso significato di "struggino" si ritrova nel Pisano, per una zona nella frazione di San MArtino adibita all'identico scopo

STRULLO: sciocco. Modo di dire diffuso soprattutto nel contado aretino e in Valdarno, deriva dall'antico "trullo", variante con aferesi da citrullo

SUCCHIELLARE: appartiene al gergo dei giocatori di carte: è il movimento rapido, quella specie di tentennamento col quale, tenendo le carte strette fra il pollice e l'indice si fanno scorrere a poco a poco per il gusto dell'attesa e dell'azzardo

giovedì 7 luglio 2016

Stizza, stoppinare, storiare, stracanarsi

Stizza, stoppinare, storiare, stracanarsi, strapparsi il buco con l'ugne sono dei buffi modi di dire che noi toscani usiamo davvero spesso per definire la ritrosa dei capelli, la chiusura ermetica di una finestra e altro ancora


STIZZA: voce strana ma efficacie con la quale a Montecatini s'intende la ritrosa che a volte si forma nei capelli tenendo appoggiata la testa sul guanciale durante il sonno

STOPPINARE: chiudere bene una finestra, una porta. Quando su vuol sigillare qualcosa si ricorre alla stoppa. Ma il verbo può anche derivare dalla stoppinatura delle botti da vino durante la preparazione per la svinature: dopo che dall'interno è stata scrostata la gruma dell'anno prima, vi si introduce uno stoppino di juta impregnata di zolfo, gli si dà fuoco e si "stoppina" ermeticamente ogni chiusura della botte perchè fumo e gas della combustione liberino e preservino il legno dai cattivi odori e sapori di lezzo o muscido


STORIARE: perder tempo in lungaggini; indugiare; spazientire.

STRACANARSI: affaticarsi per un lavoro o in una corsa

STRAPANARSI: ridursi in brandelli, anche mtaforicamente. Stracciato, malridotto

STRAPPARSI IL BUCO CON L'UGNE: è un vecchio modo di dire fiorentino, ormai quasi in disuso, per significare: disperarsi ma inutilmente. E davvero non si sa se un'operazione del genere potrebbe essere più atroce o più disperata

mercoledì 6 luglio 2016

Star fresco, starnuti sgloriati

Star fresco, starnuti sgloriati, star sull'albero a cantare, star sulle sue, stiracchio, ridanciani modi di dire per definire altrettante situazioni non sempre piacevoli. Se non altro il modo è comico.


STAR FRESCO: modo di dire ironico che significa "andare incontro a cose o conseguenze spiacevoli". "Si sta freschi se la vita la seguita a rincarare di questo passo". L'origine sarebbe dantesca (Inferno, XXXII, 117): "Là dove i peccatori stanno freschi". Ed effettivamente nell'Antenora, secondo girone, terzo cerchio, quelli ci stanno freschi davvero, dentro il ghiaccio come sono stati messi. "Star lustro" è l'equivalente di "star fresco", e senza scomodare Dante


STARNUTI SGLORIATI: a Siena sono gli starnuti rumorosi, da maleducati

STAR SULL'ALBERO A CANTARE:  gingillarsi; perdere l'occasione propizia. Forse l'origine del modo di dire può essere attribuita alla favola ricorrente in Esopo, Fedro, Apuleio e La Fontaine, di quel corvo che convinto dalla volpe a cantare aprì stupidamente il becco e lasciò cadere il cibo che vi teneva

STAR SULLE SUE: non concedere confidenze; mostrare una certa superbia

STIRACCHIO: a Siena è il lesso rifatto, ovvero gli avanzi del bollito cucinati in modo da gabellarli come una pietanza differente. "Ossessione delle famiglie toscane poco agiate" lo definì Arrigo Benedetti


martedì 5 luglio 2016

Spiga, sprocchio, stacchente

Spiga, sprocchio, stacchente, stare alla pidocchina, stare alla scocchetta sono modi di dire davvero interessanti da tenere bene a mente proprio per l'originalità 


SPIGA: i ragazzi che giocano a rincorrersi gridando "spiga!" quando non ne possono più e chiedono un momento di tregua

SPROCCHIO: in Versilia è il rovo, lo stecco pungente e anche qualsiasi cosa che punge. In senso figurato è il ragazzo vivace e anche noioso. Un festival locale della canzone ha come premio "lo sprocchio d'oro". In qualche zona si preferisce il singolare "sprocco". Al plurale lo usa anche Lorenzo Viani ne I Vageri: "Avevano tramutato la soffice lana dei materassi in sprocchi di siepe"


STACCHENTE: si tratta, evidentemente, di belle ragazze, prosperose, che "staccano", cioè risaltano. L'esempio è dal dialetto massese di una poesia di Ubaldo Bellugi:

Stacchente, culurite, bei mi omi,
da magnarle a boccate com'i pomi

STARE ALLA PIDOCCHINA: in Valdinievole significa "stare al solicino, d'inverno, e al riparo dal vento.

STARE ALLA SCOCCHETTA: stare sull'avviso, non perdere la battuta. Si dice a Prato, con ardita derivazione da "scoccare", dallo scattare con violenza della cocca della freccia sulla corda tesa dell'arco


lunedì 4 luglio 2016

Sommommolo, son tutti del sussi


Sommommolo, son tutti del sussi, spericolone, detti toscani per definire un dolcetto, una situazione di guadagno e un pessimista



SOMMOMMOLO: è una specie di modesta frittella di farina zuccherata. Adatto per quando "si allenta un punto" a mezza mattinata o per merenza a metà pomeriggio, si vende solo in friggitoria


SON TUTTI DEL SUSSI: si dice quando il guadagno per un certo affare va tutto a uno. Così scriveva Renato Fucini nella poesia Un ambo cèlto, un ambo sicuro:

L'hai vorsuti gioà? Te lo dicevo:
enno tutti der sussi, 'mbecillone

Cioè tanto chi ci guadagna è sempre il Lotto. Il "sussi, o lussi", a seconda delle zone, è un pezzetto di pietra o di mattone che i ragazzi rizzano per terra e ci mettono sopra ognuno la propria posta in soldi: poi, da una distanza stabilita gli tirano, facendole strisicare per terra, delle piastrelle, chiamate "murielle o morielle", da "mota" che vuol dire mucchio di pietre, ognuno cercando di colpire il "sussi" in maniera che i soldi rimangano più vicini alla propria muriella. Se il sussi non è colpito i ragazzi gridano: " Son tutti del sussi", e il gioco ricomincia.  !Essere i' sussi" significa "fare da bersaglio a scherzi e canzonature".

SPERICOLONE: pessimista; chi non ha coraggio e pensa sempre a quanche disgrazia


Cosa sono gli aminoacidi?

Cosa sono gli aminoacidi? Sono dei micronutrienti importanti per la salute della pelle, dei capelli, delle unghie, muscoli, enzimi, anticorpi e ormoni. Scopriamoli insieme


Gli aminoacidi (o amminoacidi) sono l'unità strutturale primaria delle proteine. Possiamo quindi immaginare gli aminoacidi come mattoncini che, uniti da un collante chiamato legame peptidico, formano una lunga sequenza che dà origine ad una proteina.

Gli aminoacidi, come le vitamine, i sali minerali e gli oligoelementi, appertengono al gruppo dei micronutrienti e sono i costituenti di importanti sostanze e strutture del corpo umano: pelle, capelli, unghie, ossa, muscoli, enzimi, anticorpi (sistema immunitario), ormoni.

Inoltre gli aminoacidi partecipano a vari processi metabolici (metabolismo energetico, processi di disintossicazione, sintesi dei neuropeptidi-neurotrasmettitori-ecc.) e stimolano il sistema immunitario. Vediamo i più indicati per stimolare il sistema 
immunitario.

ISTIDINA
Aminoacido abbondantemente presente nei globuli rossi e bianchi di cui regola la sintesi. Partecipa alla formazione della guaina mielinica che protegge le cellule nervose e garantisce l'ottimale conduzione dello stimolo nervoso. Precursore dell'istamina, questo importante aminoacido collabora alla funzionalità del sistema immunitario e all'insorgenza del desiderio sessuale. Nei bambini è considerato essenziale.

venerdì 1 luglio 2016

Se vi par poco, sguerguenza, siena, sito

Se vi par poco metteteci 'r pane sotto, sguerguenza, siena, sito, soccorso di Pisa interessanti modi di dire dalle bizzarre origini


SE VI PAR POCO METTETECI 'R PANE SOTTO: si dice ironicamente a Pisa a proposito di una cosa già grave o gravosa di per sé senza bisogno d'altre aggiunte (il riferimento è per la minestra: "se vi sembra poca aggiungetevi un po' di pane")

SGUERGUENZA: villanìa; risposta strafottente; birichina e atto o comportamento ineducato; gesto o espressione d'insofferenza. E i significati potrebbero continuare....


SIENA: curiosa forma imperativa diffusa nella zona del Monte Amiata per dire: vattene, sparisci, smamma

SITO: solo in Toscana indica esclusivamente il cattivo odore, il puzzo. Usato nel senso di "luogo" fa  ridere. SITARE è, naturalmente, puzzare; mentre l'aggettivo SITOSO si usa soprattutto per il cavallo che è ombroso, di temperamento ribelle, ma anche per l'individuo permaloso o suscettibile

SOCCORSO DI PISA: modo proverbiale per significare un aiuto tardivo o inutile. C'è il riferimento storico agli aiuti che l'imperatore Massimiliano aveva promesso a PIsa assediata dai fiorentini (1508) ma che non arrivarono mai. Questa è la versione, diciamo, dei Pisani: ma ne esiste un'altra  che si riferisce alla presa di Gerusalemme (1099) da parte dei crociati, quando le milizie pisane, trattenute da venti contrari, arrivarono dopo la vittoria.

giovedì 30 giugno 2016

Secondo dove la batte, segnala ner buo ar gatto

Secondo dove la batte, segnala ner buo al gatto, seminare i frasconi, sentire, per definire imbarazzanti situazioni in maniera allegra 


SECONDO DOVE LA BATTE: a seconda del caso. Gli storici del vernacolo sono concordi sull'etimologia. Una vecchia contadina stava cuocendo la polenta nel paiolo e mentre la lavorava domandò a un ospite se ne avrebbe mangiata volentieri anche lui. E quello, non perdendo di vista la gocciola che pendeva tremolante dal naso della nonnina, rispose: "Secondo dove la batte". La gocciola, pare, finì fuori dal paiolo e l'invito fu accettato


SEGNALA NER BUO AR GATTO: come dire "segnala col carbon bianco". Di cosa eccezionale, da tenersi a mente; memorabile quasi quanto la riuscita di una rischiosa operazione come potrebbe essere quella di segnare qualcosa nel buco di un gatto. E' vernacolo pisano

SEMINARE I FRASCONI: ciondolare per stanchezza o per debolezza; significa anche essere mezzo addormentato. Deriva da lgergo dei contadini i quali dicono così dei polli malati che lasciano pendere le ali fino a trascinarle per terra, come gli asini portano a soma le frasche e le fascine di legna legate penzoloni ai fianchi

SENTIRE: nelle zone del litorale tirrenico, sentire, ovvero "sentì", cioè "mi sente", significa dolere, far male. "Mi sente un dente"

Il ragno rosso: combatterlo in modo naturale

Il ragno rosso: combatterlo in modo naturale non è impossibile, anzi, vi sono rimedi naturali molto economici e altrettanto efficaci contro questi rossi invasori.


Chiunque abbia la passione delle piante lo incontra, soprattutto con l'arrivo della primavera e il comparire dei primi caldi. Si tratta del ragno rosso ovvero il trombidium holosericeum e lo troviamo sui balconi che cammina allegro e veloce sulle piastrelle e sulle nostre piante: che fare? Usare la natura per contrastarlo, non ci sono dubbi. In  verità questo animaletto non appartiene alla famigliola dei ragni, è un acaro, innocui per noi, per gli animali e per la salute delle piante. Però è invasivo.


La temperatura ideale per questi ragnetti è 20° poi quando il caldo si fa più intenso spariscono, vanno in letargo e ricompaiono la primavera successiva. A loro piace stare in gruppo e così si muovo in team sui balconi, le terrazze e a volte anche nelle nostre case: si nutrono di larve quando sono piccoli e in età adulta di escrementi di uccelli. Si deve però stare atenti a non schiacciarli poichè il loro colore rosso che rivela la presenza di carotenoidi macchia in maniera indelebile.


Ma come evitare la loro invasione? La natura ci offre diversi rimedi, uno di questi è l'aglio, che come abbiamo già visto, si rivela essere un veroe  proprio insetticida naturale. Basta mettere qualche spicchio di aglio schiacciato in mezzo litro di acqua bollente, lasciar bollire per circa 15 minuti e far raffreddare. Ponete tutto in uno spruzzino e spruzzate le piante invase dai ragnetti.
  
Dato che i ragnetti non amano l'umidità potete spruzzare anche muri e davanzale e aumentate le irrigazioni in giardino.Ricorrete anche  all’argilla espansa: stendetene uno strato sul fondo dei vasi. L’argilla tratterrà l’umidità e li lascerà scappare via in un baleno.

Utilissimo il sapone di Marsiglia, lasciatene sciogliere piccole quantità nell’acqua calda, fate raffreddare e poi spruzzate sulle piante.

Il ragno rosso  ha anche un nemico naturale, si tratta dell’acaro phytoseiulus persimilis. Lo trovate nei negozi specializzati, e viene utilizzato come antiparassitario naturale nelle coltivazioni. Una volta diffuso nelle piante del vostro giardino, si preoccuperà di tenere sotto controllo la proliferazione dei ragni rossi.

Come l'aglio e il sapone di marsiglia funziona anche l'olio essenziale di rosmarino,  disciolto nell’acqua di un nebulizzatore oppure potete anche piantare direttamente un rametto di rosmarino accanto alle piante infestate.

Oppure provate con questo composto fai da te:  mescolate 1 cucchiaino di detersivo ecologico per i piatti e 1 cucchiaino di olio vegetale in 1 litro di acqua. Agitate bene prima dell’uso e poi spruzzate sulle piante.

mercoledì 29 giugno 2016

Scarpe del battesimo, scazzottare

Scarpe del battesimo, scazzottare, sciabordito, sciala beco, scoglionato, scrio scrio sono detti che vi consiglierei di aggiungere al vostro vocabolario per dare un po' di colore a qualche battuta


SCARPE DEL BATTESIMO: "Camminà co le scarpe del battesimo", in Lucchesia, significa andare scalzi

SCAZZOTTARE: i dizionari di lunga danno il significato di prendere a pugni; a Firenze vuol dire maneggiare senza cura, abbattere, sballottare, urtare.


SCIABORDITO: stupido, cretino, svantato. E' termine senese

SCIALA BECO!: è un modo ironico per tacciare qualcuno di tirchieria. La frase completa è: " Sciala beco, t'ho cotto un uovo"!, come se un semplice uovo fosse un pollo arrosto

SCOGLIONATO: si dice della persona franca ma in modo plebeo e un po' esibizionista. Al contrario, cioè, di quanto si potrebbe credere stando all'apparente etimologia che fa pensare a uno melenso, senza virilità

SCRIO SCRIO: puro, genuino, non allungato


Se il tuo gatto beve acqua sporca, tu che fai?

Se il tuo gatto beve acqua sporca tu che fai? Nonostante abbia una bella ciotola di acqua fresca e pura, lui cerca quella sudicia. Perché?

Se il tuo gatto beve acqua sporche, tu che fai?

Durante un lungo periodo di lavori effettuati in casa, ci fu un gran passaggio di muratori, imbianchini, e manovali. Oltre a far diventare la casa l'apoteosi del sudiciume, il mio gatto Nur si arrabbiò moltissimo per quell'invasione di campo, ma non solo, lo trovammo prima a zampettare sul cemento fresco, poi intento a bere l'acqua sporca di calcina........Perché quella schifezza?

Questo, nonostante in casa fosse presente una ciotola colma di acqua pulita. Chiesi al veterinario, il quale mi disse che se l'acqua pulita a disposizione proveniva dal rubinetto, questa poteva essere stata sottoposta a trattamenti chimici, clorata ed avesse un odore caratteristico, che certo non sfuggiva al mio beniamino. Se, invece, l'acqua pulita era stata messa in una ciotola lavata con detersivo, probabilmente Nur ne avvertiva lo sgradevole odore. Detto questo, era facile capire come il piccolo imperatore aveva bevuto fino a quel momento dalla sua ciotola ufficiale solo perché non aveva avuto altra alternativa.

Se fosse stato un gatto randagio, l'acqua delle pozzanghere sarebbe stata molto più invitante: poiché piena di microbi e vegetazione in putrefazione, ricca di materiale organico naturale. In realtà, sebbene dissetarsi con l'acqua delle pozze, potesse essere pericolosa per la sua salute, bisogna ricordare che i rischi sarebbero stati minimi.

Ricordiamoci dunque, che i gatti sono più sensibili di noi ai detersivi, perciò le ciotole lavate col sapone andrebbero sempre ben risciacquate. Inoltre, prima di offrire al nostro "stregatto" l'acqua di rubinetto, lasciamola riposare per un po', cosicché i prodotti chimici in essa disciolti possano dissolversi almeno in parte.

Cerchiamo dunque di non eccedere con l'uso di detersivi o saponi, e, pur usando l'acqua di rubinetto, di informarci, e questo anche per noi stessi, se sia addizionata con sostanze chimiche.


martedì 28 giugno 2016

Sbambocciare, sbornia, sbucchiare

Sbambocciare, sbornia, sbucchiare, scagliozzi, scancio, scangeo, altri articolati detti, interessanti modi di vedere la vita, la gastronomia e altro ancora


SBAMBOCCIARE: verbo del dialetto versiliese: significa sbattere, sciabordare. Si dice soprattutto di recipienti con liquido, ma anche per le persone: "Smetti di sbambocciarmi".

SBORNIA: i dizionari italiani danno solo il significato di ubriachezza, ma in vernacolo fiorentino significa anche fiacca, sonnolenza, malessere. "Con questo caldo afoso mi sento tutto sborniato".


SBUCCHIARE: a Massa significa "germogliare, sbocciare", e si dice delle ragazzine che cominciano ad arrotondare le forme femminili, ad "aggomitolare" come si preferisce nell'empolese.

SCAGLIOZZI: a Livorno si chiamano così gli gnocchi fritti di polneta gialla tagliata a tocchetti. Da non confondere con i "batufoli o batuffoli", che sono invece gli gnocchi di farina gialla teneri e conditi con sugo

SCANCIO: linea obliqua, di traverso

SCANGEO: inconveniente, contrattempo, confusione. E' usato soprattutto nel Pistoiese

lunedì 27 giugno 2016

Sano come una lasca, sant'Antonio

Sano come una lasca, sant'Antonio, sapere in duve dorme il polpo, sarà di bono, ma le gagge l'hai motose, alcuni colorati detti toscani per indicare una persona sanissima, un animale che non sta bene, conoscere bene un fatto e infine, una persona di dubbia onestà


SANO COME UNA LASCA: sanissimo. Sembra infatti, che fra tutti i pesci la lasca abbia una salute di ferro, tanto che il poeta e scrittore Anton Francesco Grazzini quando si trattò di scegliersi un nome di pesce, come era prescritto dall'Accademia degli Umidi alla quale apparteneva, preferì proprio la lasca, ed è passato alla storia letteraria come il Lasca


SANT'ANTONIO: non dal nome di quello di Padova, dall'altro, da Sant'Antaonio Abate ( 17 gennaio) protettore degli animali, si chiama "un Sant'Antonio" la bestia diffettosa, magra e rifinita (quasi che avesse bisogno della protezione di Sant'Antonio) e anche la bestia morta per un incidente, la carne della quale viene ugualemnte messa in vendita

SAPERE IN DUVE DORME IL POLPO: conoscere il fatto proprio; sapere quel che uno si dice. E' viareggino

SARA' DI BONO, MA LE GAGGE L'HAI MOTOSE: così a Pisa si dice di una persona la cui bontà e onestà sono dubbie. L'espressione è presa dal  gergo dei pescatori di muggini alla foce dell'Arno: il pesce più pregiato è quello che ha le garge o branchie pulite, cioè non imbrattate dalla melma del fondo

venerdì 24 giugno 2016

Rottorino, roventino, rusco e foghie

Rottorino, roventino, rusco e foghie, s'a a di' d'indà, anche in questi particolari casi dobbiamo sforzare la memoria ma tutto vantaggio del nostro vocabolario


ROTTORIO: persona o cosa seccante, che rompe le scatole, che è un rompimento

ROVENTINO: frittata di sangue di maiale (senza uova) salata e con agiunta di un po' di farina. I"roventini" vengono scodellati dalla padella uno sull'altro, intervallati con uno strato di formaggio grattugiato, e magiati caldi. Per i bambini, invece del formaggio, zucchero. E' una vecchia ghiottoneria fiorentina. Dracula è venuto di moda dopo


RUSCO E FOGHIE: "Di  tutto un po'", "d'ogni erba un fascio", "quello che capita". E' un'espressione usata nella zona di Massa dove "rusco non soltanto è il pungitopo ma anche tutto quello che si raccoglie nel bosco per fare da strame alle bestie. "Ruscolare", del resto, significa raccogliere cose sparse in genere: per esempio le olive e le pine. Il Pascoli usa "rusco" nel senso di spazzatura, ovvero avanzi di cucina messi in una buca o ammucchiati a marcire

S'A' A DI' D'INDA'?: sembra uno scioglilingua, ma è un modo di dire scherzoso molto frequente a Pisa: "Allora, vogliamo andare?" (letteralmente: "si deve dire d'andare?")

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