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domenica 24 aprile 2016

Burghul, il frumento delle Mille e una Notte

Qualche anno fa, durante una delle mie scorribande nel mio supermercato preferito, spulciando scaffali e studiando etichette, mi sono imbattuta in un prodotto il cui nome mi fece pensare alle Mille e una Notte (non chiedetemi mai, vi prego, i perché di queste mie associazioni mentali): il Burghul.


Sono curiosissima (curiosità che credo un giorno o l'altro mi farà cadere vittima di un intrigo internazionale), quindi lo presi. Il burghul (ma anche bulgur, bulghur, boulgour, boulgoul o boulghoul), nome scientifico Triticum aestivum, è un alimento tipico della cucina mediorientale (Siria, Libano ecc.) che è poco conosciuto in Italia e anche in Europa. È un tipo di grano duro, germogliato, che subisce un processo di precottura al vapore, poi viene essiccato e tritato. In base alla granulometria ne esistono tre varietà o pezzature: finissima, fine, grossa.

È un alimento che si presta a svariati usi in cucina, in quanto viene usato per insalate fredde (per le quali si usano le pezzature più fini) o minestre (nella preparazione delle quali si usa la pezzatura grande), ma anche come contorno per piatti di carne o pesce. È un cibo dalla alta digeribilità e può essere consumato sia crudo che cotto.

Le caratteristiche nutrizionali sono simili a quelle del frumento; è quindi un alimento essenzialmente glicidico (78%), il contenuto proteico è circa il 15% mentre la percentuale lipidica è il 7%. A livello vitaminico è caratterizzato dalla presenza di vitamina E, vitamina A e vitamine del gruppo B (B1, B2 e B3); contiene inoltre anche alcuni minerali (calcio, fosforo, magnesio, potassio e zinco).

Lo si può reperire nei negozi che commercializzano prodotti etnici e in quegli esercizi specializzati in prodotti provenienti da agricoltura biologica o nelle erboristerie. Ha tempi di conservazione molto lunghi ma si deve avere l'accortezza di tenerlo al riparo dall'umidità.

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