Oggi mi sono imbattuta in un ritrovamento quasi archeologico. Stavo sistemando alcune cose e ho aperto un mobiletto in cui non infilavo la mia testa da parecchio.
Incredibile, mi sono ritrovata fra le mani tutti i miei vecchi 45 giri.
Avevo un bellissimo mangiadischi color arancio quando ero bambina che tenevo sul comodino di camerina. Aveva una tracolla sintetica bianca e potevo portarlo in giro con me girellando per casa. Praticamente il primo walkman!
Con grande semplicità sfilavo i miei 45 giri dalla loro custodia di carta colorata o patinata, su cui campeggiava o un disegno o una foto e relativo titolo della canzone, lo infilavo nel mangiadischi e la musica partiva in automatico. Una piccola rotellina mi permetteva di regolare il volume. Tutto qui.
Li ho guardati uno ad uno, sorridendo e parlando felicemente da sola, quasi potessi instaurare di nuovo quel dialogo incantato che avevo una volta con loro.
Così ho azionato il mio "Doctor Sound" e ho iniziato con il coro dello Zecchino d'Oro "Il paese dell'incontrario", "Furia cavallo del West" cantata da Mal, "Sandokan", "Goldrake" (Si trasforma in razzo missile coi circuiti di mille valvole...), "Gig robot d'acciaio" (Corri ragazzo laggiù, vola più in alto lassù...) cantata addirittura da Piero Pelù, "Anna dai capelli rossi" (Anna dai capelli rossi va, vola e va come una rondine...), "Dolce Remi"(Dolce Remi, piccolo come sei..), "Isotta Isotta" interpretata da Pippo Franco, "Orzowei", "La banda dei cinque", "Woobinda" (Woobinda aiutalo, Woobinda inseguilo...).
La casa si è riempita dei jingle, della musica e della mia voce che, libera da ogni inibizione intonava, ugola in forma, le canzoni, creando un certo scompiglio in famiglia, dato che ormai, certe armonie musicali sono state sostituite dal rock e altri generi non eccessivamente apprezzati.....
Ovviamente non potevo non accompagnare il tutto con qualche passo di danza, accolto con non poca ilarità.
Di contro, questo mio ritorno alle origini ha prodotto una risposta da parte del genitore che, preso da furia divina, ha sostituito i miei 45 giri con i ben più primitivi 72 giri di Luciano Virgili, la cui voce ha avuto su di me un effetto sonnifero immediato, manifestatosi con una potente bolla al naso simile a quella di "Sampei" in attesa di pescare la sua carpa blu.
Non c'è che dire è stato uno scontro all'ultima nota, e pensare che, appena la voce di Luciano Virgili ha smesso di gorgheggiare mi sono risvegliata d'improvviso, con la bocca aperta e la gola secca.