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sabato 15 agosto 2015

La zampata post laurea, Zoe parte quattordicesima

Dopo quella cena anche l'atteggiamento dei compagni universitari di Zoe cambiò. Nei giorni seguenti in biblioteca, dove di solito si riunivano per studiare, si parlò molto di quella cena e dei suoi sviluppi.
A Zoe non importava un fico secco dei commentucci di quella conventicola, meglio per loro se avevano capito di che natura era fatta la sua personalità. L'esagerato controllo che Zoe aveva sempre esercitato su se stessa, nel rispetto dei principi che le erano stati insegnati, dell'educazione, e dell'umanità universale, l'avevano presentata al mondo come una persona debole, forse qualcuno aveva addirittura pensato che fosse stupida, senza carattere

Le carte in tavola erano cambiate, e cambiate le carte, cambiava anche il gioco e relative regole.
Ci sarebbero state altre occasioni che avrebbero scatenato il lato leonino, el "rebelde", come lo chiamava lei, e non aveva intenzione di tamponarlo, anche perchè non ne sarebbe stata capace, "el rebelde" era come un fiume in piena, e la forza di un fiume in piena non si argina.
Proprio in quel periodo Zoe stava pensando alla propria tesi di laurea, e, dato che l'indirizzo specialistico da lei scelto era il Diritto Internazionale, cominciò ad elaborare una serie di validi temi da proporre al professore a cui voleva chiedere la tesi. Perciò, mentre preparava gli esami specialistici, si rinchiuse presso il Dipartimento di Diritto Internazionale, sezione Studi Europei e si trasformò in una sorta di topo di biblioteca attirato solo dai trattati internazionali, entant cordial, diritto internazionale di guerra, politiche comunitarie e condomini internazionali.
Spulciò, scartabellò, consultò, fotocopiò, trascrisse, tradusse, inoltrò richieste al Consiglio Europeo, e finalmente, dopo mesi di lavoro, durante i quali non vide il sorgere e il calar del sole, ebbe fra le mani diverse bozze da proporre al professore.

Si presentò al ricevimento puntuale e decisa, davanti al professore, un docente forse ancora troppo giovane, pronto ad arrampicarsi sulla ripida scala della carriera universitaria e diplomatica, e per far questo sarebbe stato disposto a far terra bruciata intorno a sè (e come piromane non era granchè, e non era granchè nemmeno come diplomatico, dato che la diplomazia insegna che necesse est badare bene quali piedi si pestano e quali poteri si urtano per non incorrere in raid punitivi, o peggio trovarsi soli ad attraversare campi minati, dei quali si ignorano le mappe).

Il professore la guardò dall'alto in basso, con un'aria di sufficienza a cui sommò un gelido sguardo, che comunicò a Zoe un certo sprezzo verso il genere femminile. Ma Zoe fece finta di nulla,  sorrise gentilmente, fece la sua richiesta e propose i suoi argomenti.
Il professore guardò a lungo il soffitto del suo studio, sospirò semi annoiato, e poi dette la sua benedizione "urbi et orbi" al tema "L'attività dell'Unione Europea e il contributo dell'Italia alla ricostruzione del Sud-Est Europa (aspetti giuridici ed internazionali)". 

Fu così che Zoe iniziò la maratona per la preparazione della tesi. Le ci volle un anno esatto, considerando che ogni volta che il professore le dava un appuntamento per la consegna dei capitoli, poi lui all'appuntamento non c'era, perchè era all'estero a tamponare situazioni di crisi (questo almeno era quello che lui diceva), perciò, considerando le sue assenze, le successive correzioni da apportare ai capitoli, la ricerca dei materiali di approfondimento, le attese per la ricezione dei documenti da parte della Comunità Europea, i tempi si dilatavano e Zoe, insieme al "rebelde", bolliva come un geyser in attesa di eruttare.
Alla consegna dell'ultimo capitolo e relative conclusioni, Zoe tirò un sospiro di sollievo, poteva andare presso la segreteria universitaria, fare la richiesta e consegnare una volta per sempre il libretto universitario. E così fece. Poi tornò nuovamente dal professore che le aveva dato l'ennesimo ed ultimo appuntamento attraverso il quale le avrebbe più o meno detto come intendeva procedere durante la sessione di laurea. 
Finalmente Zoe si laureò, e intonò un inno ad Apollo Delfico, affinchè le concedesse ingressi migliori, poi sentì il bisogno di dare una repentina svolta alla sua vita e infatti si imbattè felicemente nel bando di un Corso per Operatori di Pace Internazionali che l'avrebbe portata dritta dritta in una delle tante sedi dell'Onu. Si recò presso la segreteria dell'Univesità, chiese informazioni e prese i moduli da riempire, era a dir poco entusiasta.

Compilò la parte che la riguardava e poi come da bando, si recò dal professore, poichè alcuni moduli dovevano essere compilati da lui, una sorta di presentazione e relative referenze.
Il professore recitò il suo solito copione: ascoltò indifferente, fissò il soffitto dello studio, inspirò ed espirò, poi pronunciò queste parole: " Non faccio fare questi tipi di corsi alle donne, siete troppo instabili a causa del ciclo mestruale, poi vi salta in mente di sposarvi e infine di mettere al mondo dei figli, questo comporta l'abbandono della carriera e quindi crea un posto vacante, perciò la mia risposta è no".

Nella testa di Zoe quelle parole risuonarono come una stilettata, per un momento le girò la testa, sentì il sangue, che copioso le affluiva alle tempie, che risuonavano come una gran cassa a causa della pressione sanguigna. Il circolo vascolare del suo cervello si bloccò, mentre "el rebelde" gonfiava la sua criniera, ruggiva e graffiava. Cercò di contenere l'eruzione di bile che le veniva dallo stomaco, ma sentì che non avrebbe potuto arginare nulla, perciò optò semplicemente per il controllo vocale e rispose: " Non sta a lei giudicare o decidere cosa voglio fare della mia vita, e nemmeno può sapere cosa mi rende instabile o meno, sempre che vi sia qualcosa che mini la mia stabilità psichica, tantomeno lei, caro professore, sa, ho letto la sua tesi e ho notato che è una lunga raccolta di documenti internazionali, interessanti, ma non vi è alcuna interpretazione del diritto internazionale, tesi di cui lei si fregia perchè l'ha fatta a Washington, distretto nel quale è arrivato grazie ad alte sfere, perciò mi permetta di rammentarle un proverbio che mi ha insegnato la mia saggia bisnonna: <<Non sputare dove mangi>>. La saluto".

Il professore guardò Zoe allibito, e rimase a bocca semi aperta, mentre con gesti fluidi Zoe si chiudeva la porta dello studio alle spalle. Zoe sapeva che non avrebbe mai più avuto chance nel campo della diplomazia, ma era felice di aver chetato quel bamba pieno di vento, e "el rebelde" faceva le fusa.




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