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sabato 19 settembre 2015

L'armatore fuori legge, scene dal precariato lavorativo

Era una delle tante sere in cui Zoe era al lavoro fino alle 23:00, solito periodo di regate, stesso via vai di equipaggi, per fortuna senza strani accadimenti, del resto si era sparsa la voce dell'episodio dell'equipaggio anarchico- insurrezionalista e delle conseguenze cui era andato incontro.

Tutto sembrava tranquillo, la serata filava che era una meraviglia, quando quella pace fu interrotta dall'arrivo di un armatore iscritto alla regata.
Il nostro uomo manifestava un certo nervosismo, il suo viso era contratto, lo sguardo tagliente.
Zoe non potè fare a meno di pensare: "Ma perchè proprio a me? Insomma perchè devo esserci sempre io a dover affrontare questi individui?"

Avrebbe voluto  riflettere ancora, sviscerare l'argomento con se stessa, ma non le fu possibile, perchè l'armatore le espose l'urgente problema da risolvere.
Il nostro uomo aveva preso possesso del posto barca che gli era stato assegnato per i giorni della regata, poi era uscito con la sua imbarcazione per provare le vele nuove, ma al suo ritorno, il posto barca era occupato. 

Zoe rimase un po' perplessa e gli spiegò che questo era un problema che doveva essere risolto dalla società che gestiva il porto, ma si offrì di telefonare al capo degli ormeggiatori per capire cosa fosse accaduto. Naturalmente a quell'ora gli uffici erano chiusi, quindi Zoe dovette in ogni caso chiamare a casa il capo ormeggiatore, il quale non potendo intervenire chiese la cortesia all'armatore di far sostare la barca presso il distributore di benzina (non sulla terra ferma ovviamente...) e di presentarsi il mattino seguente presso gli uffici della Marina e avrebbero risolto il problema.

Ma il nostro pervicace e bizzoso armatore con grande meraviglia di Zoe, si mise a pestare i piedi e a battere i pugni sul bancone del desk, alzando la voce e pretendendo che la faccenda venisse risolta alle 22:30, perchè lui non avrebbe mai e poi mai ormeggiato presso il ditributore di benzina.
Allora Zoe con le sue solite buone e gentili maniere cercò di fargli capire che a quell'ora non si poteva fare altrimenti, e che pur essendo la situazione incresciosa, portasse pazienza fino al mattino seguente, e per cercare di convincerlo e farlo desistere da quell'assurdo intento, si spinse persino a disturbare Bosley, il quale mangiò la foglia e intuendo che il saltellante personaggio era una bomba ad orologeria, gli parlò personalmente, cercando di umidificarlo a dovere.

Ma evidentemente Capitan Fracassa aveva i neuroni orientati in un solo senso, ed esordì: " Senti tu, sei un'incompetente, io non mi muovo da qui finchè qualcuno non viene a risolvere la questione, intanto restuiscimi la quota di iscrizione, perchè domani me ne vado!"
Ancora una volta Zoe fu costretta a spogliarsi dell'educazione, che evidentemente era un abito di taglia stretta per molti, anche per Capitan Fracassa, e trasformò  se stessa e la sua voce, nella gemella portuale che albergava dentro di lei: " Mi ascolti lei" si rivoltò Zoe " questo problema non è di competenza dello Uaisipiei, ma della Marina, le ho fatto un favore prestandomi a chiamare nel privato delle loro abitazioni le persone che sono adibite alla soluzione di questo sciocco qui pro quo, e che saranno a sua disposizione domani mattina presto; e per quanto riguarda la sua stramaledetta quota di iscrizione, io non sono autorizzata restituirla, dovrà aspettare il segretario Bosley domani mattina, sono stata chiara?"

Ma il nostro Capitano, vistosi esautorato del potere che il dio Nettuno gli aveva conferito, comincò a prendere a calci il desk e a minacciare tutto e tutti, Zoe inclusa, che se non avesse avuto indietro la sua quota avrebbe bloccato la porta dello Uaisipiei e non avrebbe fatto uscire nessuno fino all'indomani.
A Zoe l'idea non piacque affatto, e non piacque nemmeno ad uno degli ospiti di Charlie che passava in quel momento e che fu testimone della squallida scena, tanto più che era un avvocato di fama e, messosi accanto a Zoe, pronunciò la sua arringa: " Zoe cara, mentre io parlo a questo maleducato individuo, vuoi chiamare la vigilanza? E quanto a lei, ci sta forse minacciando di sequestro? Ci sta minacciando? Perchè in questo caso possiamo parlarne in tribunale!"

Nel frattempo, attirati dalle urla del capriccioso navigatore, erano scesi altri ospiti di Charlie a godersi lo spettacolo di Capitan Fracassa che menava calci e pugni al desk, desk dal quale Zoe si era allontanata insieme all'avvocato per tutelare la propria incolumità.
In quel momento arrivò anche il vigilantes, con il maresciallo dei carabinieri, il quale, resosi conto che il capitano era in preda ad una crisi isterica, e offendeva pesantemente tutti, minacciando, sbatacchiando, sbraitando, lo mise di fronte ad una scelta: o cominciare a ragionare o trasferirsi al comando dei carabienieri di forza e rimanerci fino al mattino.

Intanto l'avvocato ospite di Charlie suggerì a Zoe di tenere bene tutto a mente e di stendere una relazione scritta che descrivesse l'accaduto, che sarebbe stata firmata da Zoe stessa e da tutti i testimoni, lui incluso, come prova per la denuncia ai danni dello schizofrenico lupo di mare (molto lupo e poco mare).
La prospettiva di un arresto e di una denuncia non piacque a Capitan Fracassa, che si calmò, pur soffiando come un mantice. Erano le 23:45, il maresciallo accompagnò fuori dallo Uaisipiei l'armatore fuorilegge, Zoe potè finalmente chiudere la segreteria e il desk e , insieme agli ospiti di Charlie, fu libera di tornare a casa.


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