Che la frutta faccia molto bene è un dato di fatto ormai. Di stagione, buona, sana, ricca di sostanze nutrienti la frutta non dovrebbe mai mancare sulle nostre tavole. Ma quando è meglio consumarla? A fine pasto o fuori pasto? Cerchiamo insieme di dare una logica risposta a questa domanda.
Uno dei dilemmi che più confonde le persone è quello relativo al consumo di frutta, o meglio, che la frutta sia un toccasana per la salute lo sappiamo tutti, ma è meglio consumarla a fine pasto, come tradizione ci ha insegnato o fuori pasto? Le teorie sono diverse, anche se recentemente alcuni nutrizionisti consigliano di consumare frutta come spuntino, non durante i pasti.
Fra i motivi che giustificano questa teoria della frutta fuori pasto c'è il fegato, alla base del metabolismo energetico e biochimico del nostro organismo. E' noto che dopo un pasto a base di carboidrati, come pane, pasta, pizza o altri prodotti da forno, il nostro corpo registra un picco di glicemia nel sangue: glucosio e insulina si trasformano principalmente in energia per i muscoli ma, quando sono in eccesso, finiscono nel fegato e vanno a costituire il deposito personale di zuccheri chiamato glicogeno.
Nel momento in cui il glicogeno raggiunge il livello di saturazione, a godere saranno i depositi adiposi del nostro corpo. In pratica, il nostro fegato produrrà grasso. Se ad un pranzo ricco di carboidrati, quindi, si aggiunge la frutta, questa verrà direttamente trasformata in adipe, perché il nostro fegato sarà già sovraccarico di glicogeno e grassi presenti nel pasto appena ingerito.
Altra motivazione per cui si ritiene che la frutta a fine pasto non debba essere consumata è il fatto che questa sarebbe già pronta per essere immediatamente digerita, ma viene trattenuta nello stomaco dalla presenza del pasto precedente: questo sarebbe causa di fermentazione e rallentamento della digestione.
D'altra parte ci sono coloro che sostengono che la frutta si debba mangiare “soprattutto” a fine pasto e i vantaggi sarebbero molteplici: primo, perchè grazie al naturale apporto di vitamina C, migliorerebbe l’assorbimento del ferro presente negli altri vegetali; secondo, sarebbe utile a ripulire la bocca da eventuali residui di cibo; e, inoltre, sarebbe un ottimo sostituto del dolce e contribuire a farci sentire sazi più velocemente.
Concludendo: la frutta è ottima a stomaco vuoto e a fine pasto quando le portate sono a basso contenuto glicemico; risulta, invece, più dannosa che benefica quando abbiamo appena consumato un pasto abbondante ricco di carboidrati e zuccheri.
Uno dei dilemmi che più confonde le persone è quello relativo al consumo di frutta, o meglio, che la frutta sia un toccasana per la salute lo sappiamo tutti, ma è meglio consumarla a fine pasto, come tradizione ci ha insegnato o fuori pasto? Le teorie sono diverse, anche se recentemente alcuni nutrizionisti consigliano di consumare frutta come spuntino, non durante i pasti.
Fra i motivi che giustificano questa teoria della frutta fuori pasto c'è il fegato, alla base del metabolismo energetico e biochimico del nostro organismo. E' noto che dopo un pasto a base di carboidrati, come pane, pasta, pizza o altri prodotti da forno, il nostro corpo registra un picco di glicemia nel sangue: glucosio e insulina si trasformano principalmente in energia per i muscoli ma, quando sono in eccesso, finiscono nel fegato e vanno a costituire il deposito personale di zuccheri chiamato glicogeno.
Nel momento in cui il glicogeno raggiunge il livello di saturazione, a godere saranno i depositi adiposi del nostro corpo. In pratica, il nostro fegato produrrà grasso. Se ad un pranzo ricco di carboidrati, quindi, si aggiunge la frutta, questa verrà direttamente trasformata in adipe, perché il nostro fegato sarà già sovraccarico di glicogeno e grassi presenti nel pasto appena ingerito.
Altra motivazione per cui si ritiene che la frutta a fine pasto non debba essere consumata è il fatto che questa sarebbe già pronta per essere immediatamente digerita, ma viene trattenuta nello stomaco dalla presenza del pasto precedente: questo sarebbe causa di fermentazione e rallentamento della digestione.
D'altra parte ci sono coloro che sostengono che la frutta si debba mangiare “soprattutto” a fine pasto e i vantaggi sarebbero molteplici: primo, perchè grazie al naturale apporto di vitamina C, migliorerebbe l’assorbimento del ferro presente negli altri vegetali; secondo, sarebbe utile a ripulire la bocca da eventuali residui di cibo; e, inoltre, sarebbe un ottimo sostituto del dolce e contribuire a farci sentire sazi più velocemente.
Concludendo: la frutta è ottima a stomaco vuoto e a fine pasto quando le portate sono a basso contenuto glicemico; risulta, invece, più dannosa che benefica quando abbiamo appena consumato un pasto abbondante ricco di carboidrati e zuccheri.