Pandiremerino e pan co' santi modi di dire ma anche specialità della vecchia tradizione fiorentina.
PANDIRAMERINO: tradizione fiorentina del Giovedì Santo: pagnottelle più o meno lievitate, non molto dolci, con zibibbo e foglie di rosmarino; non vogliono burro ma olio di'oliva. Accanto alla porta di ogni chiesa addobbata per la visita dei fedeli chiamata, appunto, "visita delle sette chiese", non manca mai il venditore di "Pandiramerino" (grido caratteristico: "coll'olio!") a fare atmosfera campagnola d'altri tempi e, magari, folclore per i turisti pasquali.
Le nonne, specialmente, non rinunciano mai ai "Pandiramerino", "per benedizione!", e li portano a casa nella brata illusione che i nipoti ne sentano il richiamo ancestrale, finalmente stufi di bignè e cioccolate. Ma finiscono per mangiarli loro, le nonne, rischiando per amore della tradizione gli ultimi denti malfermi; perchè il Pandiramerino è fatto per durare un pomeriggio e già la sera è diventato salcigno. I seccarelli si ritroveranno in qualche cassetto molto dopo Pasqua, dato che buttar via il Pandiramerino è quasi peccato, se non altro per quei due tagli in croce che gli danno una certa religiosità, anche se in effeti servono perchè lieviti meglio
PAN CO' SANTI: focaccia senese strettamente tradizionale della ricorenza dei Santi, al principio di Novembre. E' un dolce di stirpe campagnola fatto con pasta di pane lievitata, noci, pinoli, fichi secchi, uva passa, miele, olio.