Nome botanico: ver. Satureja montana, var. Santureja ortense
Famiglia: Labiate
Provenienza: Europa
Estrazione: dalla pianta intera
Profumo: fresco, erbaceo, piccante
Azione energetica: yang
Pianeta energetica: yang
Pianeta governatore: Giove, Mercurio, Marte
Proprietà: stimolante, afrodisiaca, antisettica, antispastica, astringente, antifermentativa, epsttorante
Principali indicazioni: stanchezza intellettuale, calo del desiderio, digestione lenta, meteorismo, spasmi intestinali
Precauzioni: è irritante, da non applicare direttamente sulla pelle; utilizzare a piccole dosi
La santoreggia è un'erba aromatica molto usata in cucina per le sue proprietà digestive e antitossiche. Un'infusione delle sommità fiorite, prima o dopo i pasti, facilita la digestione, stimolando la produzione della bile e previene le fermentazioni intestinali. Sempre come infuso è indicata anche in caso di dolori gastrici nervosi, diarrea, crampi addominali, parassiti intestinali, tosse.
L'essenza ha capacità antimicrobiche anche superiori a quelle delle altre Labiate (timo, rosmarino, lavanda). L'essenza di santoreggia esercita un'azione particolare sulle ghiandole sessuali e si confà in particolare all'uomo. Così come la salvia e il rosmarino esercitano maggiormante la loro azione a carico della struttura femminile. La santoreggia, unitamente all'edera, avvolgeva il tirso, una verga portata dal dio Dioniso (Bacco). Le Baccanti, prima di abbandonarsi alle loro danze selvagge ed estatiche di unione con il divino, si colpivano reciprocamente con il tirso, e subito cominciavano a scatenarsi, abbandonandosi a una gioisa ebbrezza, considerata una possessione divina. Bacco stesso colpì con il tirsouna roccia per farne scaturire del vino.
Esso era lo strumento simbolo di una forza attiva, che spinge a superare la normalità quotidiana, gustando avidamente la vita, in un'esplosione di vitalità e di mistica comunicazione con le forze cosmiche. La santoreggia è una pianta piuttosto piccante, forte e aggressiva. Essa può agire come una sorta di tirso a livello eterico, stimolando il polo biliare dell'individuo. Il termine collerico deriva dal greco kholè, che significa bile. Il fegato è collegato con la forza, il coraggio, l'irruenza, la rabbia, con la capacità di produrre e di accumulare energia. Esiste un rapporto tra il funzionamento della bile e quello degli organi sessuali; inoltre le piante attive sul fegato spesso agiscono anche sulla funzione sessuale.
La santoreggia aiuta le persone che hanno difficoltà a sperimentare la fisicità e l'aspetto sessuale connesso alle relazioni amorose, che sono spesso stanche e faticano e lasciarsi andare; l'essenza, attivando il polo biliare-collerico, rende più infiammabili e impetuosi, e rafforza l'energia vitale e l'efficienza fisica. Chi ha bisogno di essere più "dionisiaco" può "ispirarsi" aggiungendo questa essenza tonica e stimolante nell'acqua del bagno, e utilizzare la pianta come erba aromatizzante per i cibi.
Famiglia: Labiate
Provenienza: Europa
Estrazione: dalla pianta intera
Profumo: fresco, erbaceo, piccante
Azione energetica: yang
Pianeta energetica: yang
Pianeta governatore: Giove, Mercurio, Marte
Proprietà: stimolante, afrodisiaca, antisettica, antispastica, astringente, antifermentativa, epsttorante
Principali indicazioni: stanchezza intellettuale, calo del desiderio, digestione lenta, meteorismo, spasmi intestinali
Precauzioni: è irritante, da non applicare direttamente sulla pelle; utilizzare a piccole dosi
La santoreggia è un'erba aromatica molto usata in cucina per le sue proprietà digestive e antitossiche. Un'infusione delle sommità fiorite, prima o dopo i pasti, facilita la digestione, stimolando la produzione della bile e previene le fermentazioni intestinali. Sempre come infuso è indicata anche in caso di dolori gastrici nervosi, diarrea, crampi addominali, parassiti intestinali, tosse.
L'essenza ha capacità antimicrobiche anche superiori a quelle delle altre Labiate (timo, rosmarino, lavanda). L'essenza di santoreggia esercita un'azione particolare sulle ghiandole sessuali e si confà in particolare all'uomo. Così come la salvia e il rosmarino esercitano maggiormante la loro azione a carico della struttura femminile. La santoreggia, unitamente all'edera, avvolgeva il tirso, una verga portata dal dio Dioniso (Bacco). Le Baccanti, prima di abbandonarsi alle loro danze selvagge ed estatiche di unione con il divino, si colpivano reciprocamente con il tirso, e subito cominciavano a scatenarsi, abbandonandosi a una gioisa ebbrezza, considerata una possessione divina. Bacco stesso colpì con il tirsouna roccia per farne scaturire del vino.
Esso era lo strumento simbolo di una forza attiva, che spinge a superare la normalità quotidiana, gustando avidamente la vita, in un'esplosione di vitalità e di mistica comunicazione con le forze cosmiche. La santoreggia è una pianta piuttosto piccante, forte e aggressiva. Essa può agire come una sorta di tirso a livello eterico, stimolando il polo biliare dell'individuo. Il termine collerico deriva dal greco kholè, che significa bile. Il fegato è collegato con la forza, il coraggio, l'irruenza, la rabbia, con la capacità di produrre e di accumulare energia. Esiste un rapporto tra il funzionamento della bile e quello degli organi sessuali; inoltre le piante attive sul fegato spesso agiscono anche sulla funzione sessuale.
La santoreggia aiuta le persone che hanno difficoltà a sperimentare la fisicità e l'aspetto sessuale connesso alle relazioni amorose, che sono spesso stanche e faticano e lasciarsi andare; l'essenza, attivando il polo biliare-collerico, rende più infiammabili e impetuosi, e rafforza l'energia vitale e l'efficienza fisica. Chi ha bisogno di essere più "dionisiaco" può "ispirarsi" aggiungendo questa essenza tonica e stimolante nell'acqua del bagno, e utilizzare la pianta come erba aromatizzante per i cibi.