Io mi ripeto continuamente nel dire che Madre Natura fornisce sempre la soluzione ai nostri problemi e siamo noi ciechi, ma per fortuna esistono ancora coloro che questa vista, la tengono allenata. Sembra infatti, grazie ad un team di ricercatori europei che nel letame di cavallo vi sia una sostanza in grado di uccidere diversi tipi di batteri nocivi. In pratica si tratterebbe di un nuovo antibiotico, che veste i panni di una proteina, la copsina, estraibile dai funghi che crescono sugli escrementi degli equini. I ricercatori sperano di poter usare questa sostanza in luogo degli antibiotici tradizionali per la cura di molte infezioni, dato che come sappiamo, gli antibiotici tradizionali stanno perdendo efficacia.
A quanto dichiara Markus Aebi, professore di Microbiologia all’Università di Zurigo e coautore dello studio, il letame equino costituisce un terreno di coltura eccezionale per funghi e batteri. Tali organismi sono vivono in competizione tra loro per le sostanze nutritive e lo spazio vitale, e così i funghi hanno sviluppato questo antibiotico per eliminare i batteri rivali.
La copsina usa un suo meccanismo per eliminare i batteri, si lega infatti ad alcuni elementi portanti della sua parete cellulare: così essa è efficace là dove gli antibiotici tradizionali non funzionano più. Grazie alla copsina si potrebbe dunque sviluppare una nuova classe di farmaci in grado di curare malattie sempre più resistenti, come la TBC, ma secondo i biologi la copsina potrebbe trovare applicazione anche nell’industria alimentare, per prevenire contaminazioni.
Ancora è presto per dire se la copsina diventerà la base per una nuova generazione di antibatterici. Quel che è certo, ha spiegato Aebi, è che i funghi la utilizzano con successo da milioni di anni per sopravvivere ai loro nemici, mentre gli antibiotici tradizionali stanno perdendo progressivamente efficacia dopo solo 70 anni di utilizzo.
A quanto dichiara Markus Aebi, professore di Microbiologia all’Università di Zurigo e coautore dello studio, il letame equino costituisce un terreno di coltura eccezionale per funghi e batteri. Tali organismi sono vivono in competizione tra loro per le sostanze nutritive e lo spazio vitale, e così i funghi hanno sviluppato questo antibiotico per eliminare i batteri rivali.
La copsina usa un suo meccanismo per eliminare i batteri, si lega infatti ad alcuni elementi portanti della sua parete cellulare: così essa è efficace là dove gli antibiotici tradizionali non funzionano più. Grazie alla copsina si potrebbe dunque sviluppare una nuova classe di farmaci in grado di curare malattie sempre più resistenti, come la TBC, ma secondo i biologi la copsina potrebbe trovare applicazione anche nell’industria alimentare, per prevenire contaminazioni.
Ancora è presto per dire se la copsina diventerà la base per una nuova generazione di antibatterici. Quel che è certo, ha spiegato Aebi, è che i funghi la utilizzano con successo da milioni di anni per sopravvivere ai loro nemici, mentre gli antibiotici tradizionali stanno perdendo progressivamente efficacia dopo solo 70 anni di utilizzo.