Ridossino, ridursi alla porta co' sassi, ridursi sulle cinghie, rimetter le dotte, detti toscani per descrivere alcuni modi di trovarsi a mal partito
RIDOSSINO: concorrenza. Chi apre un negozio accanto, o vicino (a ridosso) a un altro dello stesso genere, "fa un ridossino" al primo.
RIDURSI ALLA PORTA CO' SASSI: ridursi all'ultimo momento per far qualcosa. A Firenze, in altri tempi, coloro che abitavano vicino alle porte della città avevano l'abitudine di uscire le sere d'estate a godersi l'aria e il fresco della campagna. A una certa ora le porte venivano chiuse; ma prima, per avvertire quelli che ancora non erano rientrati, il gabellotto di guardia picchiava un sasso su un battente: a quel sengale i ritardatari si affrettavano. Da qui il detto, che è rimasto aggiornando il significato.
RIDURSI SULLE CINGHIE: ridursi al mal partito, in miseria, o i ncattiva condizioni di salute. L'origine è dal linguaggio di scuderia: quando il cavallo, per malattia o per vecchiaia, non si regge più sulle gambe, viene sorretto con le cinghie. Ma non sembra estraneo neppure il riferimento alla lettiga sulla quale i Fratelli della Misericordia assicurano con le cinghie l'ammalato durante il traasporto all'ospedale. Il modo di dire fiorentino non ha nulla a che vedere con il "tirare le cigne", apparentemente analogo, diffuso nell'alta Versilia e a Massa. "Tirare le cigne" significa darsi da fare, agitarsi per arrivare a qualcosa.
RIMETTER LE DOTTE: riprendere il tempo perso; o, anche, rimettersi in salute. E' un modo di dire antico: da "dotta" e "otta" che significava "ora" (locuzione in disuso: ad otta, a tempo convenuto). Spesso, nel linguaggio comune, si dice, ovviamente sbagliando, "rimettere le rotte".