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sabato 20 giugno 2015

Charlie e famiglia, parte prima | Scene dal precariato lavorativo

Pur essendo praticamente onnipotente, Charlie aveva una spina nel fianco, quello che potremmo definire il suo tallone d'Achille: la sua famiglia.
Charlie aveva una splendida consorte, e quattro figli, due maschi e due femmine.

Erano tutti grandi e quasi proiettati nel mondo del lavoro, ma  avendo immense possibilità economiche, si trastullavano in attività alternative dando dei sani grattacapi a Charlie, che spesso, investiva con la sua voce la cornetta del telefono, inveendo brutalmente contro consorte e figli medesimi.

Specialmente lo Smilzo, non dava pace alla povera e tormentata anima di Charlie, che doveva tamponare i guai che lo Smilzo combinava appena muoveva un passo.
Lo Smilzo, fra una gitarella e l'altra in giro per il mondo, era riuscito a finire il suo corso di studi, e in seguito Charlie lo aveva spedito all'estero a fare una specializzazione, ma anche dall'estero, costui era una fonte di grattacapi e pensieri per la mente già ingombra di responsabilità di Charlie, che in ogni caso aveva il suo bel da fare per reggere tutta l'impalcatura dello Uaisipiei e delle sue attività private. Quando Charlie era al telefono con la sua consorte, non era raro sentirlo urlare sui se e sui ma, su chi e come, quando e perché che riguardavano lo Smilzo, il quale, in patria o all'estero, ne combinava sempre una.

Di tanto in tanto lo Smilzo faceva visita al paparino presso il suo ufficio all'interno dell'headquarter, e arrivava su di una utilitaria color violetto, tutta ammaccature e sverniciature, bozzi e cigolii, la parcheggiava in bella mostra davanti alla porta blindata dello Uaisipiei e poi entrava, in tutta la sua magrezza. Era così secco che più che un ragazzo, sembrava uno scheletro che camminava, ci si aspettava che scricchiolasse e implodesse. Aveva un'aria trasognata, forse più che trasognata diciamo pure assente, di chi non sa dove è stato e non sa dove andrà, Zoe più volte si era chiesta dove quel ragazzo avesse lasciato la materia cerebrale e relativi inquilini, cioè i cari e utili neuroni.

Proprio un giorno durante il quale Zoe era di turno serale, Charlie e consorte erano saliti al ristorante “Re Sugo” per una cenetta in santa pace, insieme ad alcuni ospiti. Quella sera tutto era tranquillo, anche perchè la presenza di Charlie faceva da deterrente, quando alla porta dell'headquarter Zoe vide comparire la spettrale figura dello Smilzo. Zoe aprì e con bei modi, salutò, e lo Smilzo con la solita aria di chi cade in questo mondo per la prima volta, le disse che sarebbe salito dal potente papà a prendersi le chiavi di casa, perchè lui, le sue, non sapeva dove cavolo fossero.
Zoe lo avrebbe volentieri mandato dall'onnipotente e ubiquitario genitore, ma si accorse che lo Smilzo indossava bermuda e infradito, che Charlie a quell'ora della sera aborriva come la peste.
Allora lo Smilzo chiese a Zoe il piacere di andare al posto suo, e Zoe acconsentì, pur di far filare tutto liscio.

Salì al piano superiore e attraversò il salone del ristorante, raggiunse la veranda dove Charlie sorseggiava un rum da meditazione insieme alla consorte ed alcuni ospiti, si avvicinò guardinga, e attese che Charlie finisse di parlare, poi, con un bel sorriso, si scusò del disturbo, ma Charlie la rassicurò:”Bambina rossa, lei non disturba mai!”...... Così Zoe si fece coraggio e chiese a Charlie le chiavi per il figlio, che, di sotto, attendeva pazientemente.
Charlie sbarrò gli occhi, si congestionò, tossì, mentre la sua dolce consorte si mise le mani nei capelli e così si espresse: “Oh Signore, le ha perse un'altra volta!!!”

Nella mente di Zoe suonò l'allarme rosso, ci fu un attimo di imbarazzo generale, tanto che anche Zoe fece uno sguardo periferico, sul modello militare, tipo “Signorsì signore!”
Charlie tirò fuori le chiavi e le porse a Zoe facendole questa raccomandazione: “Bambina rossa, ecco le chiavi, Le dia a mio figlio e gli dica da parte mia che è un FESSO!!!!!”
Se fosse stata una situazione diversa, Zoe si sarebbe smascellata dalle risate, ma non era certo l'occasione adatta, quindi si dette un tono solenne, prese le chiavi, scese e le consegnò allo Smilzo, ma si guardò bene dal riferire il resto del messaggio, considerando che le faccende di famiglia di Charlie non la riguardavano.
Dal canto suo lo Smilzo uscì, chiavi in mano, e poi ritornò cambiato di tutto punto, salì di sopra e rimase in compagnia dei divini genitori. Ma la faccenda non era chiusa.







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