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domenica 13 dicembre 2015

Il Silenzio della Neve

Sono uscita dal mio sonno aprendo gli occhi in un irreale silenzio, e dagli scuri una luce fra il grigio e l'indaco danzava sul piumone. Nessun tipo di suono, nemmeno il canto degli uccellini sui rami ancora spogli del pruno rosso, che, eleganti e sottili, quasi toccano il davanzale della finestra. 

Dalla porta accostata si affaccia il musetto curioso della bambina pelosa che salta sul letto e mi tocca delicatamente con la zampa. Ci coccoliamo un po', un paio di grattini e decido di trascinarmi fuori dal letto cercando di trovare il modo di srotolarmi dal piumone in cui mi sonno avvolta come un salame. Uff, che fatica! Apro gli scuri, richiamata dal suono del silenzio e, a falde larghe come margherite, cade lenta la neve. Il giardino è bianco,  i rami del melo si son vestiti a  festa,  e continuano ad adornarsi di cristalli di ghiaccio, algoritmi in perfetto accordo con il silenzio e il leggero gelido vento che li fa ballare sospesi fra terra e cielo.

Brividini mi attraversano la schiena, al pensiero di mettere il naso fuori, ma non posso resistere e dopo una corroborante colazione, mi trasformo in una sorta di omino Michelin: scarponcini da montagna, scaldamuscoli, giaccone imbottito, cappello e cappuccio. Ora posso andare a sondare l'esterno. 

La neve continua a cadere e il mio impatto con l'aria fa diventare la punta  del mio naso rossa e fredda. Sarà meglio camminare ed esplorare i dintorni, nulla è come sembra quando la neve ricopre tutto, nemmeno San Filippo. Nessun segno di vita, nessun rumore. I frutteti e le vigne dormono in un letargo antico e i miei passi sul manto bianco producono un buffo cigolìo, mentre alle mie spalle lascio una lunga scia di orme tutte uguali, la strada da seguire per il ritorno. 

Ai bordi della via, qualche verde foglia ancora fa capolino, resa traslucida dal ghiaccio che l'ha avvolta e ha scattato un'istantanea ai fiori di campo chiusi nella rigida trasparenza del gelo, che come l'ambra, ne ha immortalato un particolare istante. Sento solo il mio respiro e sono l'unico essere colorato nei dintorni, colorato ancora per poco, perchè i fiocchi ballerini si stanno accumulando sul giaccone uniformandomi all'irreale paesaggio, e con ragione, perchè in effetti in tutta quella candida purezza ci stono solo io.


domenica 22 novembre 2015

C'è un negozio a San Filippo...

C'è un negozio a San Filippo
Esiste un piccolo negozio a San Filippo, un negozio dal sapore ancora antico, là, immerso nella campagna, poco più di una stanza. Ci trovi tutto, proprio tutto, come nel vecchio spaccio di Meca, quello nel bosco. E' una stanza grande ma non troppo, in cui lo spazio è utilizzato alla perfezione e non manca nulla: all'ingresso il bar-tabacchi con due tavolini per sedersi e chiacchierare, intorno, il piccolo supermercato, con tutti i suoi reparti. 

L'angolo delle bevande, il banco frigo, la salumeria, la zona dei cosmetici e quella dei detersivi, gli scaffali con la pasta, l'espositore delle calze e dei gambaletti e l'angolo della ferramenta. Lì trovi la signora Lorella, con il suo benevolo e accogliente sorriso, intenta nel suo lavoro di commessa e bargirl,  nelle sue pubbliche relazioni con i clienti che vanno e vengono, anche dieci volte al dì. Si respira un aria di bazar e mesticheria, di salumificio e saponeria, di miscela di caffè e tabacco aspro, una fragranza che riconoscerei ad occhi chiusi, che mi trasporta ad altro luogo, ad altra vita, ad altro tempo.

Ci si va a piedi a San Filippo, lungo la strada dei frutteti e dei filari delle viti, è una strada stretta, ai cui lati sbocciano le pratoline, e le case silenti dischiudono persiane pigre, nei giorni di nuvolo e nebbia, quando è forte l'odore dell'erba bagnata e il disco solare appare pallido. Si va piano, passo dopo passo, la fretta è bandita, non ci si trova nel caos del mondo. 

Qui si sentono gli uccellini, le papere nel canale, e qualche lepre saltella furbetta all'angolo di un orto.  Si cammina in piano, verso l'orizzonte e alla fine della strada svolti a sinistra e nel cortile c'è il negozio. Ci puoi stare quanto vuoi a San Filippo, nessuno te lo fa pesare, e se hai bisogno di far presto ti prestano la bicicletta. Quando ci vado sento solo l'attutito sgambettio dei miei passi, il fruscio della mia giacca e il sorriso di Lorella, là, a San Filippo.

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