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giovedì 16 giugno 2016

Presenterò, prete, propiare, pulcesecca

Presenterò, prete, propiare, pulcesecca, purammò, modi di dire talvolta un poco ellittici ma che vanno a segno


PRESENTERO': modo ellitico usato esclusivamente per assicurare chi prega di portare i saluti a qualcuno che l'incarico sarà assolto. Come per dire: presenterò i saluti

PRETE: scaldaletto a forma allungata fatto con stecche di legno. Il "trabiccolo o monachina" è invece a forma tondeggiante, come una cupola, ed è più adatto al letto dei bambini perchè scalda una superficie limitata. Sembra che il nome di PRETE derivi dal fatto che questo scaldaletto, quando è in "riposo" ritto al muro, ricorda per la forma una specie di piviale. Ma occorre una certa fantasia.


PROPIARE: a firenze significa asserire, assicurare, magari con ostinazione

PULCESECCA o PURCESECCA: i fiorentini chiamano così sia il pizzicotto, sia il livido lasciato sulla pelle dal pizzicotto.

PURAMMO': buono, educato. Lo usano in Versilia. "E' purammò quel cicchino", è perbene quel bambino



domenica 14 febbraio 2016

Cavoli a legnaia, cècia, cènci

CAVOLI A LEGNAIA: insieme con i "vasi a Samo" e le "nottole ad Atene" è inutile portare i cavoli a Legnaia, dove, appunto, ci sono gli orti che riforniscono di verdura Firenze.

CèCIA: così si chiama a Firenze uno scaldino di terracotta, a fondo piatto, largo e senza piede, che nelle case non riscaldate si mette ancora fra le lenzuola d'inverno, naturalmente attaccato al  gancio del PRETE (che è l oscaldaletto di legno a forma allungata) o della MONACHINA (forma a cupola).
La CECìNA invece, non ha nulla a che vedere con la CèCIA, essendo una torta fatta con ceci, ma solo ne lPIsano, in Lucchesia e in Versilia. A Livorno si chiama semplicemente TORTA. A Firenze non esiste.

CéNCI: a Firenze sono nastri di pasta sfoglia tagliata a smerli con l'apposita rotella, poi annodati o intrecciati, fritti in olio bollente e finalmente spolverati con zucchero. Sono dolci casalinghi, ora lifanno anche industrialmente, ma non c'è paragone, che cambiano nome da una località all'altra della stessa Toscana, dove sono molto popolari: a Portoferraio, per esempio, li chiamano FRANGETTE, altrove GALANI, FRAPPE, SFRAPPOLE, FIOCCHI, FIOCCHETTI, NASTRINI.




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