La Ceratonia siliqua o carrubo è nota per i suoi impieghi per la cura di piccole lesioni quotidiane e per il suo potere di regolarizzare le funzioni digestive e per l'efficace cura della diarrea e stipsi. Il suo uso è tipicamente interno perchè grazie alla gomma di carrube svolge una efficace azione contro il reflusso gastroesofageo e inoltre attenua i sintomi del colon irritabile. Si trova in forma di polveri, frantumazioni, bevande, sciroppi e capsule.
Oltre alle suddette proprietà è efficace contro il vomito persistente, l'acidità gastrica, la steatorrea (cioè l'eccessiva presenza di grasso nelle feci), emorroidi, anemia e carenze nutrizionali. E molti saranno felici di sapere che è un ottimo alleato delle diete dimagranti, poichè inibisce, da un lato, alcuni enzimi digestivi grazie all'elevata presenza di tannini e, dall'altro, creando una sensazione di sazietà. I ricchi nutrienti di cui è composto prevengono le eventuali carenze che possono accompagnare i regimi dimagranti.
Come detto anche per le piante descritte nei mie post precedenti, anche il carrubo è noto fin dall'antichità, infatti nell'antico Egitto, i suoi baccelli, mescolati a miele, farina di avena e cera erano utilizzati per la cura della diarrea, infezioni oculari, i disturbi della vista e infestazione da parassiti intestinali. E' noto che i Berberi consumano i frutti del carrubo come bevanda per attenuare i disturbi digestivi. La farina di carrube è impiegata anche nell'alimentazione dei bambini come sostitutiva della farina di grano presente nel latte in polvere, per la sua scarsa capacità di provocare reazioni allergiche e per il tenore elevato di elementi nutritivi.
In fitoterapia sono i frutti del carrubo sono le parti più utilizzate perchè permettono di ottenere due prodotti distinti: la gomma di carrube, originata dal sottile involucro dei semi, e la farina di carrube, che deriva dall'essiccazione, dalla torrefazione e dalla frantumazione dei baccelli. I principi attivi del carrubo si trovano nelle pareti carnose che separano i semi dai baccelli. La polpa contiene proteine, amido e zucchero (saccarosio e glucosio) oltre che fibre, sali minerali, tannini e grassi. Inoltre contiene anche oligoelementi, come il calcio, il ferro, il magnesio, il fosforo e il silicio. La gomma di carrube contiene dei polisaccaridi, tra cui il galattomannano. Si tratta di zuccheri complessi che possono sostituire l'amido.
Anche se il consumo giornaliero di carrubo non ha alcun effetto collaterale, è sempre bene rispettare le dosi indicate per evitare i rischi di intossicazione.
- Per curare i disturbi digestivi dell'adulto, la dose da assumere nell'arco delle 24 ore è di soli 30 g. La polvere di carrubo va sciolta nel latte, nel tè o in acqua calda. La bevanda così ottenuta può essere consumata in qualsiasi momento della giornata, in quantità minime di 2 g ogni due ore.
- Per i bambini e i ragazzi di età inferiore a 18 anni, la quantità deve essere ridotta di circa 10 g al giorno. Nei neonati, la proporzione di polvere di carrubo da assumere deve rispettare la seguente formula, ovvero: 1,5 g/kg/giorno.
- Le capsule di carrubo, di circa 330 mg, vanno assunte a pranzo per attenuare i disturbi digestivi. La dose efficace è di 2 capsule.
- Per beneficiare dell'effetto di soppressione della fame, si raccomanda di assumere da 3 a 4 e capsule di carrubo un'ora prima di pranzo.
È indispensabile consultare uno specialista prima di avviare un trattamento a base di polvere di carruba a lungo termine. Chi è diabetico, anemico, e che soffrono di insufficienza renale, devono sottoporsi ad un controllo medico. Non va somministrato ai neonati che presentano un'insufficienza ponderale, oltre che nei pazienti affetti da disturbi metabolici o che sono allergici a uno dei suoi componenti.
E' possibile osservare reazioni allergiche, come eruzioni cutanee, inoltre il carrubo rischia di modificare le azioni delle piante officinali, che riducono il tasso di glicemia nel sangue. Questa pianta officinale può aumentare in modo rilevante l'effetto delle statine o di altri farmaci per la riduzione del tasso di colesterolo. Nei pazienti diabetici è stata anche riscontrata una variazione rilevante dei livelli di insulina.
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