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sabato 5 settembre 2015

Quo vadis?

Quo vadis?
Celebre il film che porta questo titolo, e, naturalmente celebre questa frase, tutti l'abbiamo sentita almeno una volta nella nostra vita.

Quo vadis?: dove vai?, sono le parole che Pietro, in fuga dalle persecuzioni di Roma messe in atto da Nerone, avrebbe rivolto al fantasma di Cristo. Ed Egli avrebbe risposto: "Vado a Roma, a farmi crocifiggere per la seconda volta", facendo così vergognare l'apostolo, che tornò sui suoi passi e, come il suo maestro venne crocifisso.

E' anche il titolo di un celebre romanzo, del polacco Henryk Sienkiewicz (1895) da cui poi fu tratto il film di M. Le Roy (1951).




domenica 26 luglio 2015

Erbe e cure nella Roma dei nostri avi

Roma, alle sue origini, mutua le conoscenze mediche da quelle di altri popoli vicini e dalla medicina etrusca, forse la più evoluta soprattutto nella fase della prevenzione. Nel terzo secolo a.C. cominciarono ad arrivare medici dalla Grecia e qui ebbero immediata fortuna. Questo suscitò le ire di Marco Porcio Catone (detto il "Censore") il quale pensò ad una congiura dei Greci che per vendicarsi dei conquistatori Romani, volessero ammazzare tutti con la loro medicina, per di più facendosi pagare oltre misura. 

Certo è che mal si poteva opporre la "casalinga" medicina romana amministrata dal pater familias, che aveva come fulcro delle terapie il vino, l'olio e la lana, e le foglie di cavolo nei casi più gravi! Altra cosa invece erano i medici militari dopo la riforma dell'esercito voluta dall'imperatore Augusto: essi, al contrario di quelli civili, ricevevano una specifica formazione, lavoravano in  veri e propri ospedali da campo con degli "infermieri" specifici per le varie mansioni, erano arruolati per 16 anni e si specializzavano per la cavalleria (medici alarum), per la fanteria (medicus legionarius) e per la marina (medici triremis). Con la caduta dell'impero romano si perdono anche le conoscenze terapeutiche tradizonali. Il Medioevo si affaccia con una sorta di "medicina conventuale" che, specie con l'uso delle erbe medicinali e la riscoperta degli antichi testi medici della classicità, sarà alla base della moderna medicina.

MEMENTO: Mens sana in corpore sano. Dieta, moto, ginnastica: questa è la prima regola della medicina romana, basata principalmente su norme igieniche. Fermo oppositore della medicina greca, Catone è tra i primi ad occuparsi di vini medicati con speciali erbe toniche o ricostituenti. Ma il più autorevole medico del mondo classico è Galeno: divulga un vero e proprio ricettario pieno di prescrizioni relative alle diverse malattie e spiegazioni sull'azione farmacologica delle piante.


mercoledì 27 novembre 2013

Oggi nella mia rubrica: Cynara Scolymus, due notizie sul carciofo


Il carciofo, deriva da lunghi e pazienti incroci del cardo selvatico. Nell'antica Roma non era considerato di buon auspicio. Plinio il Vecchio (sec. I d.C.) ne fa una dettagliata descrizione. Nel Medioevo si smarrì quasi completamente la domesticità di questa pianta, ma nel Rinascimento ricomparve sulle mense importanti come verdura nobile, tanto che Caterina de' Medici rischiò di morire d'indigestione per averne mangiati troppi. Nel corso dei secoli furono attribuite, indebitamente a questa pianta proprietà afrodisiache. Oggi si riconoscono al carciofo ottime virtù contro disturbi epatici e dell'apparato digerente. E' un ottimo depurativo dell'organismo ed inibitore della produzione di colesterolo.
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