Anche in India, la fitoterapia ha avuto un enorme importanza sin dalla notte dei tempi. Cinquemila anni fa, nella Valle dell'Indo, come avvenne tra i Sumeri, si sviluppò la scrittura che permise di tramandare, aggiornandole, le conoscenze mediche.
Preparati fitoterapici |
Circa 1500 a.C. cominciarono ad essere redatti i Veda, testi sacri nei quali si compendia la sapienza induista. Gli studenti di medicina nei sette lunghi anni di apprendistato, dovevano conoscere l'intero scibile teorico-pratico del tempo. Alla fine dell'iniziazione, il guru si rivolgeva loro in modo solenne per incamminarli verso una vita di castità, onestà e vegetarianesimo.
Come detto, il grande valore di questa tradizione medica si fonda sulla redazione di trattati di medicina come quello del medico Sushruta il quale annotava: "La bontà di un medicamento dipende dalla qualità del terreno su cui la pianta è stata coltivata e dal giorno della sua raccolta, ma soprattutto da come la medicina viene somministrata, in che dose e in quali tempi".
Sempre in quel testo si insegnava ad anestetizzare i pazienti con giusquiamo, canapa indiana e belladonna. Bisongerà aspettare il chirurgo-barbiere Ambroise Paré, nella Francia del XVI secolo, per veder comparire in Europa metodi simili.
MEMENTO: Circa 4000 anni fa, in India si scrivevano i primi trattati di erboristeria nei quli le piante venivano indicate con nomi poetici, se ne specificavano le proprietà e si prescriveva anche il modo corretto di assumerle per non peccare contro le divinità.