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domenica 20 aprile 2014

I giganti sono davvero esistiti? | Oggi nella mia rubrica

Ricordate il mito dei  nefilim, giganti o angeli caduti, di cui si parla nella Bibbia, detti anche Titani, se si fa riferimento alla mitologia? Ebbene, nel secolo scorso, ci fu un periodo in cui sui giornali delle principali cittadine nordamericane, comparvero numerosi articoli relativi al ritrovamento di scheletri e ossa di uomini giganti e di città sepolte in cui questi misteriosi abitatori della Terra avrebbero abitato.
Sarà vero che sono esistiti realmente? E questi giganteschi scheletri altrimenti a chi potrebbero appartenere?

Uno degli articoli più famosi è apparso nell’edizione del 5 aprile 1909 del giornale The Arizona Gazette, con il titolo “Explorations in Grand Canyon”. In questo articolo è descritta la scoperta da parte di un certo G.E. Kinkaid di una ‘immensa cittadella sotterranea’, mentre faceva rafting sul fiume Colorado. L’uomo si imbatté in un tunnel che si estendeva per quasi due chilometri sottoterra, dove erano presenti numerose tavolette incise con un certo tipo di geroglifici e una statua di pietra che l’uomo descrive come simile ad un Buddha. Diverse armi di rame rivestivano le pareti, ma l’aspetto più intrigante di questa antica dimora (forse un luogo di culto o di sepoltura) erano le mummie, completamente avvolte in un tessuto di colore scuro. Incredibilmente, secondo il testimone, le mummie conservate nella cavità erano alte più di tre metri.  Un articolo comparso sul New York Times dell’8 aprile 1885, si riporta la scoperta di una città sepolta nel Missouri: una strana scoperta in una miniera di carbone nei pressi di Moberly. La scoperta è avvenuta ad opera di un gruppo di minatori che, dopo aver scavato un pozzo di più di 100 metri, si è ritrovato in quella che sembrava una meravigliosa città sepolta. I minatori descrissero che il soffitto della cavità era sostenuto da archi di pietra che incombevano sulle strade della città, regolarmente disposte e racchiuse da muretti in pietra. Gli operai tornarono ad esplorare il sito insieme a David Coates, sindaco della città di Moberly e al suo sceriffo George Keating. Il gruppo di esploratori trovò una sala ampia 10 metri per 30, con all’interno una serie di panche in pietra e numerosi attrezzi. Inoltre, gli uomini videro diverse statue e incisioni fatte di un materiale molto simile al bronzo. Continuando l’esplorazione, il gruppetto scoprì in una vasta corte una fontana di pietra ancora funzionante, dalla quale sgorgava acqua perfettamente limpida. Ma quello che attirò l’attenzione degli uomini era ciò che giaceva vicino alla fontana: “Situati accanto alla base della fontana, giacevano parti dello scheletro di un essere umano. Il femore misurava quattro piedi e mezzo, la tibia quattro piedi e tre pollici, mostrando dimensioni fino a tre volte più grandi delle ossa di un essere umano comune”. Secondo l’articolo, il cranio dell’uomo gigante era stato frantumato. Utensili di bronzo, martelli di granito, seghe metalliche e coltelli di selce erano sparsi tutto intorno. “Non si trattava di utensili perfettamente lucidati, né accurati come quelli eseguiti dai  migliori artigiani, ma abbastanza sofisticati da provare l’esistenza di una civiltà avanzata del passato davvero meravigliosa”. Gli esploratori trascorsero dodici ore nella città sepolta, riemergendo solo dopo che l’olio delle loro lampade si era quasi esaurito. Secondo l’articolo, di lì a pochi giorni si sarebbe organizzata un’altra spedizione per continuare l’esplorazione, ma la vicenda, come molte altre, è finita nell’oblio della storia, semplicemente dimenticata, oppure, come pensa qualcuno, definitivamente cancellata.
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