Levare i' grillo, un tipico detto fiorentino dalle origini veramente particolari: una festa
LEVARE I' GRILLO: a Firenze (il detto è fiorentino) non vuol dire, come sembrerebbe evidente, stanare il grillo dal suo buco nel terreno, ma andare di buon mattino nel parco delle Cascine a far merenda sui prati, megli ose in lieta brigata. Questo succede ogni anno nel giorno dell'Ascensione e i "grilli canterini" ne fanno le spese: chiusi in gabbiuzze, unico conforto una mezza foglia d'insalata, sono acquistati a migliaia per i bambini (ai quali, notoriamente, fanno ribrezzo, neri e grossi come sono quelli cosiddetti "di razza") e per le ragazze da marito (con allusione din troppo lampante". Dalle Cascine le gabbiuzze sciamano per tutta la città: sui balconi e alle finestre, in capo a qualche giorno tutti igrilli muoiono miseramente, per buona pace loro e di quella del vicinato.
Il grillo a dispetto del modo di dire che lo fa passare per allegrone e gaudente ("Vispo cpme un grillo"), è un personaggio piuttosto tragico della mitologia popolare. A chi non stringe il cuore la famosa canzoncina che viene dalla campagna pistoiese?
Pòero grillo 'n un campo di lino
la formicuzza ghie ne chie'un filino.
Risponde grillo: D'i che te vo fare?-
Scuffie e camicie; mi vogghio maritare.
Risponde grillo: I' ti pigghierò io-
La formicuzza: Ne so' content'anch'io.
Ghi arria grillo pe' mettegghi l'anello
e' casca 'n terra e si romp'i' cervello.
La formicuzza v'a chiamà i' dottore.
Pòero grillo! Ghi hàe un gran malore.
Cuando ghi arria, arria di là da i' porto,
vienne la nova che grillo ghi era morto.
La formicuzza e' si buttò n' su i' letto
co' carcagni de' piedi e' si battea i' petto.