
Socchiusi
gli occhi, era presto, forse le sei del mattino. I raggi del sole curiosavano
nella mia stanza, si appoggiavano lievi sulle canne di bambù della carta da
parati e danzavano sugli scaffali come se fosse la prima volta che si
affacciavano in quella cameretta: la mia.
Avevo dormito profondamente, un sonno senza sogni, uno di quei sonni che si
fanno spesso da bambini, dopo che si è pianto...