Imprigionai la tua essenza,
trasparente luminescenza del tuo essere,
vago spirto esiliato dal corpo,
che sparuto correva ad obliare se stesso.
Lo raccolsi nel suo vagare senza meta,
cieco all'amore che pur anelava.
In un'ampolla lo chiusi,
e quivi lo custodii,
perchè non si smembrasse
nel deserto arido dell'ignoto.
Così fu mio,
fuso nell'unità di un corpo sarcofago.