Simply

martedì 22 gennaio 2013

SONO QUI














Sono qui,
non aver paura,
sono qui,
non temere.
Veglio su di te,
anche se siamo lontane,
cancello i dubbi dalla lavagna della tua mente,
scrivo  risposte alle tue domande.
E se una lacrima solca il tuo viso,
l'asciugo con un abbraccio.
Se nel tuo cuore farà capolino lo sconforto,
lo affronterò,
per tutto il bene che ti voglio.

lunedì 21 gennaio 2013

OCCHI











E d'improvviso mancano le parole,
ma gli occhi,
gli occhi dicono tutto.

venerdì 18 gennaio 2013

LA CURA










Metterò tre cerchi di ferro al cuore,
perché non si spezzi,
prosciugherò i miei occhi,
per non piangere,
cucirò le mie labbra,
perché non ne esca suono alcuno,
legherò i miei capelli sericei,
perché non sfiorino più la mia pelle,
perché solo le tue mani erano così leggere,
avvolgerò il mio corpo nel fuoco,
perché non si raffreddi,
cancellerò la memoria,
e potrò dimenticarti per sempre.





giovedì 17 gennaio 2013

IL DESERTO (pensieri sconclusionati)

Sto osservando due piccole bottigliette di vetro, dentro cui ho riposto molto accuratamente due tipi di sabbia sahariana che mi è stata regalata da un fotografo viaggiatore. Il primo tipo, proviene dall'estremo sud del deserto, color salmone, di grana grossa, mentre il secondo, ha il tipico color della sabbia ed è finissima.
Mi piace pensare che queste sabbie che ora io posseggo, siano state testimoni di avvenimenti meravigliosi: il passaggio di antichi eserciti, di regine, la marcia dell'armata perduta, il galoppo di cavalli arabi, sotto il sole, fra le dune infuocate e battute dal vento.
Più le guardo, più in me cresce la brama di fuggire da qui e andare nel deserto, convinta di ritrovare in quel mare di sabbia, la vera me stessa.
Immagino ancora un mondo antico, fatto di tende, copricapi e caffettani, il mondo delle tribù nomadi che viaggiano tra un'oasi e l'altra, sulle piste carovaniere fianco a fianco con mercanti di spezie, oro e argento, pietre preziose. Città bianche, dalle cupole adorne di trafori belli come pizzi, cortili con fontane, suk, vicoletti stretti, mercati gremiti di gente, ricchezza e povertà, città del mistero.
Guardando queste sabbiettine, mi pare quasi di udire il soffio del vento, cori di donne, echi di battaglie, sussurri, nitriti.
E' un mondo insostenibile, talmente irreale da non sussistere già di per sé. Ma io spero sempre in un angolo di quel mondo ancora vivo. Non so perché, ma io il mio destino lo sento legato a questa terra, magari in una vita precedente ero figlia del deserto, del vento, del sole, forse le mie mani erano tatuate con l'henné. Difficile dire ciò che sento dentro, ma è come se ora un pezzetto di deserto fosse tutto mio.
Amo le tempeste di sabbia perché mi fanno amare la vita, amo il sole perché mi fa sentire il suo potere, amo la sabbia perchè nei suoi granelli racchiude tutto un mondo.
Io sono il deserto e il deserto è me, siamo una simbiosi perfetta, un unico corpo, atomi che si aggregano e disgregano, energia continua, flusso armonico dell'essere e della vita.
E più ne scrivo e più ne parlo, e più lo penso, e più me ne innamoro, mi attrae come una calamita, come un campo magnetico, mi risucchia come un buco nero risucchia la materia stellare.
E' come se lì il mondo si scordasse del progresso, della società, del conformismo, delle regole..
E' il suono del silenzio che penetra in te, quello strano suono della "sabbia che canta ", delle notti fredde, delle giornate torride, la vita e la morte, l'inferno e il paradiso. Ecco perché la solitudine spesso mi è cara,  a chi potrei dedicare queste riflessioni se non a me stessa?
Come mi piace l'odore di antico che mi ispirano, odore di aria diversa, di altro tempo, di altra vita, quell'aria da c'era una volta, dei fiori splendenti nell'abbraccio degli amanti. Il deserto non è forse il luogo dove giorno e notte si incontrano, patria di Iside e Osiride, tempio di Ra?

mercoledì 16 gennaio 2013

NONNO (fra prosa e poesia)

Ti ricordi quando ci sedevamo vicini a guardare la televisione e ti tenevo la mano? Avevi una vestaglia da camera color barbabietola e un grazioso berrettin da notte che ti avevo regalato.
Ogni tanto gustavamo una caramella e poi facevamo un commento alla trasmissione che stavamo guardando.
La tua camera era accanto alla mia e io potevo sentire il buffo cigolio della tua poltrona, lo sentivo, e questo mi bastava. Eri sveglio fino a tardi per via dell'insonnia e questo mi permetteva di affacciarmi da te quando rientravo dalle mie passeggiate estive con le amiche, per raccontarti e darti la buonanotte.
Sei stato tu il primo a farmi guidare la macchina, appena fui patentata, senza mai rimproverarmi.
Sapevo che se avessi avuto un problema, avrei potuto venire da te a parlarne con tranquillità perché  non mi avresti giudicata e se ti avessi chiesto di non parlarne a mamma e babbo, avresti tenuto il segreto nascosto nel tuo cuore.
Ti ricordi quando ci mettevamo la crema per le mani? Tu avevi la pelle sottile e io le screpolature che mi procuravano le redini, poi facevamo farfallina per farla assorbire più in fretta ed era buffo.
Il tuo risotto con la salsiccia era squisito, il mio preferito e di uguali non ne ho più mangiati.
Avrei voluto avere la tua forza d'animo, la tua volontà, quella capacità di vivere ed andare avanti, quella capacità di affrontare con un coraggio che non mi appartiene.
Ma da te ho ereditato la rettitudine, la costanza e l'onestà che ormai sono fuori moda e forse fuori secolo.
Sapevi fare tutto, e tutto riparare, una mente spalancata, moderna, priva di pregiudizi, con cui confrontarsi, con cui dibattere, questo eri tu.
Ti ricordi quando leggevamo i vecchi libri di preghiere in latino?
E quando mi lamentavo del dover fare la prosa della Divina Commedia, tu, la recitavi a memoria.
Per farmi mangiare da piccola mi raccontavi la storia del PESCIONE, era arancione il PESCIONE, e faceva lunghi e interminabili viaggi nel mare, e per tenermi i piedi caldi, cercavi sempre le calzature più bizzarre.
Con te ho girato tutti i ristoranti della città, ho assaggiato vini pregiati, ho avuto in dono il DE RE EQUESTRI di Senofonte, testo greco a fronte in edizione limitata. Sei riuscito a trovare le CINQUANTA NOVELLE dei Fratelli Grimm con le illustrazioni di Accornero.
Ti arrabbiavi quando mi trovavi la sera  tardi ancora a studiare, perché dicevi, avevo troppi compiti, e a me questo faceva immenso piacere.
Ricordi lo yogurt e i cheerios a merenda? Ci piacevano.
Tutte le mattine quando mi sveglio, di fronte a me c'è il quadro con i cavalli selvaggi che mi regalasti tu. Perché tu sapevi, semplicemente sapevi, davi senza chiedere, ascoltavi senza puntare il dito, consigliavi senza imporre.
Sono passati sedici anni, e il vuoto che hai lasciato è incolmabile per me. Ti cerco tutti i giorni, in quella stanza che ora è diventata la mia.
Forse se ci fossi stato tu, certe cose non sarebbero accadute, e sono contenta che tu non le abbia viste, perché molto ti saresti angustiato per me e non avrei voluto.
Ogni tanto compari nei miei sogni, e quando lo fai, io so che qualcosa sta per cambiare. Cerco sempre di trattenerti, e ti chiedo di non andare via, ma poi tu svanisci e io mi sveglio.
Mi manchi tanto nonno.
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