Simply

Visualizzazione post con etichetta Bibbia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Bibbia. Mostra tutti i post

lunedì 21 marzo 2016

I Sumeri, la Mesopotamia e la culla dell'umanità

La civiltà sumerica è ancora in parte avvolta nel mistero, e il lavoro che gli archeologi hanno fatto in Iraq è ancora molto piccolo. Meno dell'1 per cento è stato portato fino ad oggi alla luce.
L’odierno Iraq si trova nel territorio dove tutto è cominciato, nella cosiddetta ‘culla della civiltà’.

Questi scavi potrebbero fornire elementi preziosi, risposte sulle origini dell'uomo. “Le informazioni principali sulla verità del passato del genere umano sono ancora nascoste sotto il paesaggio dell’Iraq, specialmente nei resti di antiche città, borghi e cascine” , rivela il dottor Robert Killick (archeologo britannico). Nonostante lo stato attuale dell’Iraq, la maggior parte dei siti antichi non è stato danneggiato dal recente conflitto.

Il sito di Tell Khaibar, è uno dei più interessanti, a circa 20 km dall’antica città di Ur, nei pressi di Nassiriya, nella provincia di Thi Qar. Questa zona, nel sud dell’Iraq, è il luogo in cui la civiltà ha avuto la propria origine più di 5 mila anni fa. Ur è uno dei più strordinari siti archeologici dell’Iraq è sita nella regione dove i Sumeri hanno sviluppato la propria civiltà, dando vita alla urbanizzazione e all’uso della scrittura cuneiforme per far fronte a tutte le esigenze amministrative e pratiche del tempo.

Come descritto nella Bibbia, Ur era la città di provenienza di Abramo, capostipite delle tre religioni del libro, Ebraismo, Cristianesimo e Islam. Dai rperti in ceramica trovati in superficie, gli studiosi hanno dedotto  che la gente ha vissuto a Tell Khaibar per più di 3 mila anni, dal 5000 al 2000 a.C. Questa potente città ebbe lungo periodo di prosperità in funzione della sua posizione geografica, proprioo perchè ubicata vicina a quella che era la riva occidentale del fiume Eufrate. Dalle immagini satellitari si evidenzia la presenza di grandi edifici pubblici rettangolari su due tumuli principali dell’insediamento, forse palazzi reali ed edifici amministrativi della città. E questo conferma l’importanza di Tell Khaibar nell’antichità.

La speranza degli archeologi è quella di trovare all'interno delle camere degli edifici prove di come funzionasse, così da aiutare a ricostruire le condizioni economiche e politiche dell’insediamento e la sua area di influenza.

Tutte le attività di scavo e ricerca si sono fermate dopo la prima guerra del Golfo, nel 1991. Dopo il 2003, con la caduta del regime di Saddam Hussein, l’Iraq è rimasto instabile e pericoloso per gli scavi o qualsiasi tipo di ricerca in loco. Questo, purtroppo ha segnatouna brusca battuta d’arresto per lo sviluppo degli studi archeologi e della storia dell’antico Iraq, con risultati disastrosi.

Sembra però che la situazione stia lentamente cambiando, anche perchè è necessaria la presenza di archeologi internazionali in Iraq atta a formare i giovani archeologi iracheni e migliorare lo studio della storia e del patrimonio di questo antichissimo territorio, in particolare nel suo ruolo di culla della civiltà.Ciò che  più entusiasma gli studiosi, in questa nuova fase, è il fatto di non avere la minima idea di quello che troveranno, poichè molto ancora è da scoprire. Cosa altro c’è sotto la superficie di Tell Khaibar, e qual era il suo rapporto con Ur? Ed è proprio l'imprevedibilità che rende così affascinante l'archeologia.

domenica 7 febbraio 2016

La Bibbia, la mitologia greca e i giganti

La Genesi dice:" Anche coloro che erano nati dall’unione tra figli degli dèi e donne terrestri sarebbero stati ‘giganti sulla terra’ "(Genesi 6,4). L’ Antico Testamento rammenta diversi giganti, come ad esempio gli Anakiti, i Refei, Og e il noto Golia, sconfitto da Davide. Si legge infatti: “Davide corse contro il filisteo… trasse fuori un ciottolo, lo frombolò, colpì Golia alla fronte ed egli cadde con la faccia a terra [...], Davide corse e si fermò sul filisteo, afferrò la spada di lui, la estrasse dal fodero e lo uccise troncandogli la testa” (Samuele 1, 17-51). Questa immagine rappresenta la vittoria del buono sulla violenza del malvagio.

Ciò che viene raccontato nel Vecchio Testamento è una delle tante storie che raccontano di come un uomo riesca a sconfiggere un gigante con l’astuzia. Sembra che Golia raggiungesse i tre metri e mezzo di altezza, e la sua corazza pesasse circa 104 chilogrammi. Ma nella Bibbia si parla anche di Og, un altro gigante. Fu Mosè a sconfiggerlo durante la conquista di Canaan da parte degli israeliti (Numeri 21, 32-35). Così si legge: “Perché Og, re di Basan, era rimasto l’unico superstite dei Refaìm. Ecco, il suo letto, un letto di ferro, non è forse a Rabbà degli Ammoniti? È lungo nove cubiti e largo quattro, secondo il cubito di un uomo” (Deuteronomio 3,11). Og dunque, in base alle misure forniteci, doveva essere un colosso di circa 4 metri di altezza.

In base alla  mitologia ebraica, Og doveva far parte dei numerosi giganti antidiluviani. Fra questi, egli fu l’unico sopravvissuto, perché l’acqua gli arrivava appena fino alle ginocchia. Addirittura si racconta che Noè lo avesse preso con sé nell’arca durante il diluvio. All'interno dell'arca il gigante non aveva posto, ma poté sedere sul tetto. Un altro episodio biblico in cui si rammentano i giganti si svolge nei dintorni di Ebron. Lì viveva da anni una stirpe di giganti che discendeva da Anak, gli Anakiti. In particolare tre figli di Anak, Achiman, Sesai e Talmai, seminarono il terrore negli israeliti durante il loro cammino verso la terra promessa (Numeri, 13, 22 e 31 sgg.).

E qui è possibile collegarsi con il mondo greco, che venerava una stirpe di dèi e di antichi re, gli Anachi, il cui nome deriverebbe proprio dai giganti biblici. Nella mitologia greca, innumerevoli sono i racconti sui giganti. Nell'Odissea infatti, che racconta il rocambolesco viaggio di Ulisse (re di Itaca)  si parla dell’incontro con il ciclope Polifemo. Secondo gli studiosi di mitologia il mito dei ciclopi è nato dai teschi di elefanti nani, rinvenuti nelle isole greche del Mediterraneo.

Quei teschi presentavano un grande foro all’altezza della proboscide, cosa che faceva pensare al cavo orbitale sulla fronte di un gigante. In Grecia sono comunque molti i luoghi connessi alle peregrinazioni di Ulisse, considerati scenari storici di alcuni eventi. Uno di questi è “l’antro del ciclope”, situato presso Maronia, a nord del Paese. Gli scavi hanno rilevato che questa grotta è servita per secoli come abitazione e luogo di culto. Al centro dell’ingresso si trova una grande stalagmite a cui è stato dato il nome di “sigillo di pietra di Polifemo”. Non lontano si trova una grande galleria, denominata “zona dei giganti”.

domenica 6 settembre 2015

Oculum pro oculo, dentem pro dente, manum pro mano, pedem pro pede

La legge del taglione, ne abbiamo sentito parlare, l'abbiamo sentita citare in italiano e in latino, nella conversazione di tutti i giorni, soprattutto ricordo il mio stupore di bambina quando per la prima volta lo sentii citare in casa. 

Codice di Hammurabi
Essa consisteva nella possibilità riconosciuta a una persona che avesse ricevuto un'offesa di infliggere all'offensore una pena uguale all'offesa ricevuta. La funzione di questa legge era di porre un limite alle vendette private, che spesso degeneravano in faide. La più antica codificazione di questo principio è stata probabilmente espressa nel Codice di Hammurabi nel quale la pena per i vari reati era spesso identica al torto o al danno provocato. 

Ad esempio la pena per l'omicidio era la morte: se la vittima però era il figlio di un altro uomo, all'omicida sarebbe stato ucciso il figlio; se era uno schiavo l'omicida avrebbe pagato  un'ammenda, commisurata al prezzo dello schiavo ucciso. Era dunque la pena inflitta, in caso di danno volontario corporale.

Oculum pro oculo, dentem pro dente, manum pro mano, pedem pro pede: Occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede (Esodo, 21, 23-5) Appunto la cosiddetta legge del taglione, contestata da Gesù nel celebre passo del Vangelo di Matteo (5, 38 ss), dove invita l'offeso a porgere l'altra guancia.



martedì 14 luglio 2015

Erbe curative nella preistoria

"Maledetto sia il suolo per causa tua. Con dolore ne trarrai il cibo...Spine e cardi produrrà per te, e tu mangerai le erbe del campo" (Gen. 3,17). Così la Bibbia dà inizio all'avventura dell'uomo sulla terra. Difficile poter ricostruire questo cammino senza aiutarci con un po' di fantasia. Qualche reperto archeologico ci porta a pensare alla presenza di pollini di piante curative insieme ad ossa di epoca neandertaliana (200 mila- 35 mila a. C.) rinvenuti in una caverna irachena. 

Vita quotidiana
In altri siti archeologici, risalenti a circa 60 mila anni fa, sembra ci siano tracce di prodotti curativi. Con l'arrivo dell'Homo sapiens (35 mila anni fa), questi segnali si moltiplicano e acquistano maggiore concretezza, specialmente per quanto riguarda il lenimento del dolore: camomilla, valeriana, millefoglio, lino, canapa e papavero. L'uomo inizialmente si basava sull'osservazione degli altri mammiferi, poi, man mano, sull'epsrienza diretta. In Mesopotamia troviamo i primi accenni di prescrizioni mediche in caratteri ideografici e cueniformi. Sappiamo che i Sumeri utilizzavano decotti, cataplasmi, unguenti...ed anche "sostanze ausiliarie" (miele, birra, vino) come eccipienti alla somministrazione del farmaco.

Memento: L'uomo discerne gli elementi che lo circondano: sperimenta il valore terapeutico del sole, dell'acqua, del calore. Nel bosco non  trova solo cibo, ma anche le piante con cui curarsi. Le scoperte avvengono per imiazione dei comportamenti osservati negli animali. Forse le piante, grazie agli effetti che producono, venivano viste avvolte da un alone di mistero e superstizione.
Diceva l'abate Galiani: "La malattia è una come una lotta tra il male e il malato, nella quae interviene il medico con un bastone, che tira botte da orbi: se colpisce il male, va bene per il malato; ma se colpisce il malato....."
Che cos'è un'erbaccia? E' una pianta di cui ancora non si sono scoperte le virtù (Ralph W. Emerson)


Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.