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mercoledì 17 febbraio 2016

I giganti in Gran Bretagna e Germania

In questo excursus sui giganti non possiamo dimenticare la tradizione inglese, anch'essa  ricca di storie fantastiche e impressionanti in merito alla nascita di colline, valli e altre forme paesaggistiche. Essi avrebbero più volte gettato cumuli di terra e scagliato in mare imponenti blocchi di roccia. Nelle loro antiche poesie, gli anglosassoni citano spesso giganti che sarebbero esistiti prima del loro arrivo in Inghilterra.

Secondo le antiche leggende, il noto santuario megalitico di Stonehenge, nell’Inghilterra meridionale, viene definito il luogo della “danza dei giganti”. Il mago Merlino, coi suoi poteri magici, avrebbe trasferito quel colosso di pietra dall’Irlanda alla sua sede attuale.

Ma anche i tedeschi hanno i loro giganti. Riibezahl, il genio del monte dei giganti, era capace di  assumere numerose sembianze. Egli avrebbe aiutato i viandanti, ma si sarebbe anche vendicato dei suoi dileggiatori: così viene detto nei testi antichi. Sono molti i giganti che rivestono un ruolo nelle saghe del Reno. Un gigante di nome Tannchel avrebbe fatto saltare le rocce che facevano ristagnare le acque del Reno tra la Foresta Nera e il Volgi.

Si racconta addirittura che l’imperatore Massimiliano in persona abbia sconfitto l’ultimo gigante dell’Odenwald in un torneo medievale svoltosi nella città di Worms.
Ma chi erano i giganti? Forse questa domanda rimarrà sempre senza una risposta. Chi erano questi esseri giganteschi che hanno dimorato sul nostro pianeta in un epoca estremamente remota? Perchè sono scomparsi e quale la causa della loro estinzione? Che siano stati i discendneti della civiltà della mitica Altlantide? Come spiegare i continui ritrovamenti archeologici che sembrano sfidare il buon senso e la cronologia classica dello sviluppo della civiltà umana?

Le scoperte archeologiche, che tanto straniscono la comunità scientifica, aprono uno strano capitolo della storia del nostro pianeta. In molte parti del mondo, sono state rinvenute, nel corso dei secoli, le apparenti prove di una civiltà di giganti. Possibile che prima della nascita e dello sviluppo della razza umana, sia esistito un popolo di giganti? Un popolo che avrebbe lasciato numerosi segnali della sua esistenza, segnali giganteschi! Dobbiamo davvero riscrivere la storia del nostro pianeta? E’ esattamente questo che sembrano suggerire i reperti rinvenuti nei diversi luoghi del mondo.

mercoledì 10 febbraio 2016

Sull'esistenza passata di giganti sulla terra

Ogni tanto la mia mente torna a pensare ai giganti, questi "omoni" di corporatura fuor dal comune che popolano la fantasia di molti ma che non sono solo il parto dell'immaginario collettivo. Di loro e della loro esistenza si ha notizia fin da epoche  antidiluviane, tempi bui e oscuri in cui essi  popolarono la Terra. La mitologia greca è una fonte inesauribile di racconti sui giganti. Chi erano, quale il loro ruolo sulla terra e soprattutto, perchè sono scomparsi? Nel giugno del 2011, sulla Pravda online si leggeva una notizia incredibile: un team di archeologi aveva rinvenuto una sepoltura misteriosa nella giungla dell’Africa Centrale, nei pressi della città di Kigali, Ruanda.

Il ritrovamento era a dir poco strabilinate, poichè all’interno del sepolcro furono trovati gli scheletri di creature umanoidi gigantesche. Erano circa 40 fosse comuni che contenevano  200 corpi, tutti perfettamente conservati. Tali creature misuravano circa 7 metri di altezza e le loro teste sembravano essere decisamente grandi e sproporzionate rispetto al resto del corpo.Il team pensò nell'immediato a visitatori di un altro pianeta, ma nessun elemento supportò tale ipotesi.

Ma il continente africano aveva già restituito agli archeologi anomalie particolari, infatti nel 1936,  due archeologi e antropologi francesi, Marcel Griaule e Jean Paul Lebeuf, rimasero stupiti al vedere i risultati dei loro scavi  nell’attuale Ciad. All’interno di alcuni tumuli funerari trovarono resti umani di dimensioni assai più grandi di quelle comuni. Marcel Graule (1898-1956), fra l’altro, è lo stesso che ci ha fatto conoscere, per primo, qualcosa in più circa i Dogon: infatti, fu a capo di diverse spedizioni nel continente africano, dal 1931 al 1946, tra cui quella (che è ricordata come Missione Dakar-Gibuti) nella quale studiò l’incredibile cosmologia di quel popolo.

Persino l’antico Egitto ha registrato alcune anomalie che sarebbero l'indizio dell’esistenza dei giganti. In una delle tombe egizie ritrovate nel sito di Saqqara, uno dei luoghi più antichi e più importanti della civiltà egizia, venne ritrovata la mummia di un uomo alto 2,5 metri. Si sarebbe potuto ipotizzare che fosse un uomo affetto da gigantismo, una rara malattia come tutti sanno, ma la mummia non aveva il naso, nè le orecchie, la sua bocca era molto ampia e non aveva lingua. In base alla datazione fatta dall’archeologo Gaston de Villars, l’età della mummia era pari a circa 4 mila anni.

Questo strano e molto emigmatico personaggio era stato sepolto alla stesso modo e maniera di un nobile egiziano, circondato da oggetti domestici, cibo, opere d’arte, che avrebbero accompagnato il defunto nel viaggio verso l’aldilà. Ma, e c'è sempre un ma, come si appurò in seguito ad una più approfondita analisi del'oggettistica ritrovata, non tutti gli oggetti presenti  nel sepolcro appartenevano  alla cultura egizia o a una qualcunque altra delle culture umane conosciute. Ad esempio, tra i reperti fu trovato un disco rotondo di metallo lucido, ricoperto di strani personaggi, un costume di colore metallico con i resti di qualcosa di simile a calzature di plastica e alcune tavolette di pietra piene di immagini di stelle, pianeti e strani macchinari.

 In verità tutto ciò che circondava la strana mummia era particolare: il santuario stesso nel quale era stata sepolta presentava delle caratteristiche strane. Il sepolcro, infatti, era stato realizzato utilizzando un materiale sconosciuto nell’antichità. La pietra infatti, era stata letteralmente scavata nella roccia, in modo tale che le pareti risultassero lisce come marmo lucido. A vederla dava l'impressione che  fosse stata realizzata con una tecnologia laser di altissima precisione. In più, la superficie della pietra sembrava come fusa. La tomba è stata poi decorata con una sostanza simile al piombo.

 Ma avvicinandoci ai nostri giorni altre scoperte sono state fatte. Nel 1992, un sacerdote cattolico,  Carlos Vaca, aprì al pubblico il suo armadio pieno di ossa raccolte in Ecuador, ossa che per gli scienziati che le analizzarono diventarono un vero rompicapo. Gli studiosi vi trovarono frammenti di un teschio e di una tibia che portarono a pensare a qualcosa di inimmaginabile: erano sì, identiche a quelle umane, ma con delle proporzioni decisamente diverse. Fra i resti conservati da Carlos Vaca c’era anche  un molare. Gli studiosi confermarono che si trattava di un dente umano.

Ovviamente si trattava di un molare enorme: quale bocca avrebbe potuto contenerlo se non quella di un gigante? Nel 2009 è stata, inoltre, pubblicata la scoperta di un’equipe di ricercatori della Oxford University. Nel bacino prosciugato del lago Makgadikgadi, nel Deserto del Kalahari in Botswana, fra centinaia di reperti più convenzionali, sono venute alla luce quattro asce di pietra di una grandezza tale da far  supporre che sarebbero dovute appartenere a uomini di almeno 3 metri.

domenica 7 febbraio 2016

La Bibbia, la mitologia greca e i giganti

La Genesi dice:" Anche coloro che erano nati dall’unione tra figli degli dèi e donne terrestri sarebbero stati ‘giganti sulla terra’ "(Genesi 6,4). L’ Antico Testamento rammenta diversi giganti, come ad esempio gli Anakiti, i Refei, Og e il noto Golia, sconfitto da Davide. Si legge infatti: “Davide corse contro il filisteo… trasse fuori un ciottolo, lo frombolò, colpì Golia alla fronte ed egli cadde con la faccia a terra [...], Davide corse e si fermò sul filisteo, afferrò la spada di lui, la estrasse dal fodero e lo uccise troncandogli la testa” (Samuele 1, 17-51). Questa immagine rappresenta la vittoria del buono sulla violenza del malvagio.

Ciò che viene raccontato nel Vecchio Testamento è una delle tante storie che raccontano di come un uomo riesca a sconfiggere un gigante con l’astuzia. Sembra che Golia raggiungesse i tre metri e mezzo di altezza, e la sua corazza pesasse circa 104 chilogrammi. Ma nella Bibbia si parla anche di Og, un altro gigante. Fu Mosè a sconfiggerlo durante la conquista di Canaan da parte degli israeliti (Numeri 21, 32-35). Così si legge: “Perché Og, re di Basan, era rimasto l’unico superstite dei Refaìm. Ecco, il suo letto, un letto di ferro, non è forse a Rabbà degli Ammoniti? È lungo nove cubiti e largo quattro, secondo il cubito di un uomo” (Deuteronomio 3,11). Og dunque, in base alle misure forniteci, doveva essere un colosso di circa 4 metri di altezza.

In base alla  mitologia ebraica, Og doveva far parte dei numerosi giganti antidiluviani. Fra questi, egli fu l’unico sopravvissuto, perché l’acqua gli arrivava appena fino alle ginocchia. Addirittura si racconta che Noè lo avesse preso con sé nell’arca durante il diluvio. All'interno dell'arca il gigante non aveva posto, ma poté sedere sul tetto. Un altro episodio biblico in cui si rammentano i giganti si svolge nei dintorni di Ebron. Lì viveva da anni una stirpe di giganti che discendeva da Anak, gli Anakiti. In particolare tre figli di Anak, Achiman, Sesai e Talmai, seminarono il terrore negli israeliti durante il loro cammino verso la terra promessa (Numeri, 13, 22 e 31 sgg.).

E qui è possibile collegarsi con il mondo greco, che venerava una stirpe di dèi e di antichi re, gli Anachi, il cui nome deriverebbe proprio dai giganti biblici. Nella mitologia greca, innumerevoli sono i racconti sui giganti. Nell'Odissea infatti, che racconta il rocambolesco viaggio di Ulisse (re di Itaca)  si parla dell’incontro con il ciclope Polifemo. Secondo gli studiosi di mitologia il mito dei ciclopi è nato dai teschi di elefanti nani, rinvenuti nelle isole greche del Mediterraneo.

Quei teschi presentavano un grande foro all’altezza della proboscide, cosa che faceva pensare al cavo orbitale sulla fronte di un gigante. In Grecia sono comunque molti i luoghi connessi alle peregrinazioni di Ulisse, considerati scenari storici di alcuni eventi. Uno di questi è “l’antro del ciclope”, situato presso Maronia, a nord del Paese. Gli scavi hanno rilevato che questa grotta è servita per secoli come abitazione e luogo di culto. Al centro dell’ingresso si trova una grande stalagmite a cui è stato dato il nome di “sigillo di pietra di Polifemo”. Non lontano si trova una grande galleria, denominata “zona dei giganti”.

domenica 20 aprile 2014

I giganti sono davvero esistiti? | Oggi nella mia rubrica

Ricordate il mito dei  nefilim, giganti o angeli caduti, di cui si parla nella Bibbia, detti anche Titani, se si fa riferimento alla mitologia? Ebbene, nel secolo scorso, ci fu un periodo in cui sui giornali delle principali cittadine nordamericane, comparvero numerosi articoli relativi al ritrovamento di scheletri e ossa di uomini giganti e di città sepolte in cui questi misteriosi abitatori della Terra avrebbero abitato.
Sarà vero che sono esistiti realmente? E questi giganteschi scheletri altrimenti a chi potrebbero appartenere?

Uno degli articoli più famosi è apparso nell’edizione del 5 aprile 1909 del giornale The Arizona Gazette, con il titolo “Explorations in Grand Canyon”. In questo articolo è descritta la scoperta da parte di un certo G.E. Kinkaid di una ‘immensa cittadella sotterranea’, mentre faceva rafting sul fiume Colorado. L’uomo si imbatté in un tunnel che si estendeva per quasi due chilometri sottoterra, dove erano presenti numerose tavolette incise con un certo tipo di geroglifici e una statua di pietra che l’uomo descrive come simile ad un Buddha. Diverse armi di rame rivestivano le pareti, ma l’aspetto più intrigante di questa antica dimora (forse un luogo di culto o di sepoltura) erano le mummie, completamente avvolte in un tessuto di colore scuro. Incredibilmente, secondo il testimone, le mummie conservate nella cavità erano alte più di tre metri.  Un articolo comparso sul New York Times dell’8 aprile 1885, si riporta la scoperta di una città sepolta nel Missouri: una strana scoperta in una miniera di carbone nei pressi di Moberly. La scoperta è avvenuta ad opera di un gruppo di minatori che, dopo aver scavato un pozzo di più di 100 metri, si è ritrovato in quella che sembrava una meravigliosa città sepolta. I minatori descrissero che il soffitto della cavità era sostenuto da archi di pietra che incombevano sulle strade della città, regolarmente disposte e racchiuse da muretti in pietra. Gli operai tornarono ad esplorare il sito insieme a David Coates, sindaco della città di Moberly e al suo sceriffo George Keating. Il gruppo di esploratori trovò una sala ampia 10 metri per 30, con all’interno una serie di panche in pietra e numerosi attrezzi. Inoltre, gli uomini videro diverse statue e incisioni fatte di un materiale molto simile al bronzo. Continuando l’esplorazione, il gruppetto scoprì in una vasta corte una fontana di pietra ancora funzionante, dalla quale sgorgava acqua perfettamente limpida. Ma quello che attirò l’attenzione degli uomini era ciò che giaceva vicino alla fontana: “Situati accanto alla base della fontana, giacevano parti dello scheletro di un essere umano. Il femore misurava quattro piedi e mezzo, la tibia quattro piedi e tre pollici, mostrando dimensioni fino a tre volte più grandi delle ossa di un essere umano comune”. Secondo l’articolo, il cranio dell’uomo gigante era stato frantumato. Utensili di bronzo, martelli di granito, seghe metalliche e coltelli di selce erano sparsi tutto intorno. “Non si trattava di utensili perfettamente lucidati, né accurati come quelli eseguiti dai  migliori artigiani, ma abbastanza sofisticati da provare l’esistenza di una civiltà avanzata del passato davvero meravigliosa”. Gli esploratori trascorsero dodici ore nella città sepolta, riemergendo solo dopo che l’olio delle loro lampade si era quasi esaurito. Secondo l’articolo, di lì a pochi giorni si sarebbe organizzata un’altra spedizione per continuare l’esplorazione, ma la vicenda, come molte altre, è finita nell’oblio della storia, semplicemente dimenticata, oppure, come pensa qualcuno, definitivamente cancellata.
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