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lunedì 23 maggio 2016

Considerare il proprio comportamento

Considerare il proprio comportamento significa riflettere sulle nostre abitudini che, spesso, sono negative e di riflesso, ci fanno vivere una vita chiusa e decisamente negativa.


Una vita chiusa è conseguenza delle cattive abitudini. Allora perché persistere nelle attitudini auto-distruttive? Perché non ci accorgiamo che esse sono  contro di noi. In un modo o nell'altro le giustifichiamo. Perché è così difficile cambiare le nostre attitudini?

 Perché ci identifichiamo con esse. Pensiamo che abbandonandole ci possiamo svuotare. Dobbiamo respingere le false idee della mente senza bisogno di sostituirle subito con altre. All'inizio, questo vuoto ci lascerà perplessi. In seguito sarà colmato dalla  verità, così come avviene per un lago che dev'essere dragato e poi riempito con acqua fresca. 

Si può farne esperienza nella vita quotidiana? Sì, e con ottimi risultati. Cerchiamo di avere il coraggio di respingere un sentimento che proviamo nei confronti di un'altra persona. A suo tempo la luce verrà. Questo sentimento negativo sparirà completamente. Noi siamo schiavi di coloro nei confronti dei quali nutriamo sentimenti negativi. 

Eliminiamo questi sentimenti e quelle persone spariranno dalla nostra vita emozionale. E così sparirà la nostra pena. Questa regola può essere applicata ad altre situazioni quali la depressione? Naturalmente. E' il nostro comportamento nei confronti di una situazione che provoca la depressione, e non la situazione. Facciamone esperienza e vedremo. Qualsiasi depressione è assolutamente inutile.

martedì 28 luglio 2015

Erbe e cure nella medicina del Medioevo europeo

Nell'alto Medioevo, la conoscenza medica si basava principalmente sui testi greci e romani, conservati nei monasteri. Non solo: nell'ottica della carità evangelica nacquero ospedali, in un primo tempo intesi come luoghi di accoglienza per poveri, pellegrini, ammalati, vecchi, neonati o infanzia abbandonata; poi come strutture dedicate alla cura delle malattie, soprattutto con prodotti erboristici

Questa forma di aiuto al prossimo, chiamata spesso "medicina monastica", era considerta come parte del dovere religioso. La Regola di San Benedetto stabiliva  che prima di tutto si doveva porre attenzione ai malati, che dovevano essere serviti in verità, come Cristo. Così tutti i monasteri, sia maschili che femminili, si dotarono di un'infermeria, nella quale cominciarono ad essere accolti pure pazienti secolari. Non a caso, quasi la metà degli sopedali nell'Europa medioevale era direttamente affiliata ad un monastero o ad altre istituzioni religiose. Nacquero anche strutture laiche ad imitazione di quelle religiose, con precise regole di condotta che prevedevano servizi di culto e di carità nella loro routine quotidiana.

 In questo ambito, nel secolo IX, nasce e prende forma la Scuola Medica Salernitana: è la prima scuola laica dell'Occidente, ed ospita studenti e medici di ogni nazione, fra cui molti ebrei; legata inizialmente alla scuola greca, subisce l'influsso arabo, quando Costantino l'Africano traduce dall'arabo i testi di Galeno e Ippocrate, i più studiati della scuola.

MEMENTO: Nei conventi e nelle corti più illuminate si cerca di riprendere in medicina le fila troncate dalla caduta dell'impero romano. Non solo si cerca di reduparare il patrimonio medico precedente, ma si approfondisce la ricerca, attraverso lo studio dei principi curativi delle piante e dei loro principi attivi. Grazie agli scambi commerciali vengono conosciute piante nuove.


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