Simply

Visualizzazione post con etichetta cartolina. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cartolina. Mostra tutti i post

venerdì 27 maggio 2016

Eco-Postcard, la cartolina green

Eco-Postcard, la cartolina green, un modo davvero nuovo per inviare i propri auguri o i propri saluti a tutti coloro a cui vogliamo bene. Non è solo una semplice cartolina in carta riciclata, ma contiene semi da piantare. 


Tutto ciò che concerne il riciclo mi interessa e nei limiti del possibile cerco di riciclare di tutto. Ecco perché accolgo sempre con grande entusiasmo le novità relative ai gadgets green come quello che, girellando sul web, ho trovato e ritengo sia davvero interessante. Parlo di Eco-Postcard, una geniale cartolina brevettata, al cui interno si trova una piccola cialda di torba che custodisce semi veri. Se inumiditi quotidianamente i semini germogliano, facendo così crescere una piantina che al momento opportuno può essere messa in vaso. Eco-Postcard è totalmente riciclata, sia internamente, in quanto costituita di cartoncino alveolare riciclato, sia esternamente, carta di canapa ecologica e riciclabile. Inoltre è possibile personalizzarla sia nella grafica che nei colori e richiedere anche una diversa qualità dei semi rispetto a quelli proposti, che sono: 


Fiori: girasole, campanella (ipomea), bella di notte 

Verdure: melone, peperoncino ornamentale, melanzana, zucchino romanesco, finocchio selvatico

Queste splendide ecocartoline si possono tranquillamente spedire affrancandole, permettendo così di fare pubblicità a fiere, eventi, novità, ecc. Sul sito, per chi fosse interessato ad usare questo ecologico strumento di comunicazione ecosostenibile è possibile richiedere un preventivo e una personalizzazione completa della cartolina, prevedendo anche il tipo di imbustamento.

Far nascere le piantine è semplice: basta togliere il disco di carta tratteggiato sulla facciata superiore della cartolina, inumidire la pastiglia di torba e spingere i semi al suo interno. Mantendo la superficie umida tutti i giorni,  in poco tempo si avrà la soddisfazione di veder  nascere una pianta

lunedì 30 dicembre 2013

L'INEFFICIENZA DELLA POSTA

La mia convalescenza post operatoria mi obbliga a camminare tutte le mattine e quindi senza mai sgarrare dalla regola che mi sono imposta, anche stamani sono andata a camminare. Al mio ritorno, per abitudine, ho controllato la cassetta della posta. Al suo interno la rivista settimanale di mamma e un avviso di ricezione raccomandata

L'avviso non è più la cara vecchia cartolina di una volta, bensì una sorta di scontrino, nel quale compaiono: il nome e cognome dell'intestatario (in questo caso io), l'indirizzo dell'ufficio postale destinato al ritiro della raccomandata, un codice a barre, e alcune fondamentali istruzioni. Fra queste, l'ufficio postale ti informa che la raccomandata rimarrà in giacenza per trenta giorni, ma dopo cinque, se la vuoi ritirare, devi pagare €0,52 centesimi, solo perchè la tengono lì, quindi se hai un problema e non puoi andarla a ritirare subito, sgancia gli "sghei". 

Il fatto che il postino avesse lasciato l'avviso mi è però, sembrato strano, in casa c'erano i miei. Così, appena varcata la soglia, ho chiesto ai miei se per caso erano usciti, e sono venuta a sapere che non si erano mossi da casa: tre cervelli funzionanti hanno dedotto che il postino non aveva suonato per avvisare della raccomandata (forse il messo postale aveva una gran fretta di farsi i cavolacci suoi?). Poco male penso, vado alla posta. Giunta in loco, faccio una bella fila costituita da persone indispettite perchè tutte avevano ricevuto l'avviso (senza che il postino avesse suonato il campanello). Giunta al cospetto dell'impiegato, porgo lo scontrino e lui sbuffando mi dice: "Non posso darle la raccomandata, è ancora in possesso del postino che è in giro, o aspetta o torna oggi, altrimenti venga domani".

 "Allora mi spieghi perchè il postino non ha suonato il campanello,  se lascia un avviso o non trova nessuno in casa, oppure sono cambiate le regole e lascia questo scontrino perchè le raccomandate sono in giacenza qui e non nella sua borsa". Nessuna risposta. Nel pomeriggio mi reco nuovamente alla posta, e trovo lo stesso soffiante impiegato che davanti al mio scontrino esclama: "Non posso darle la raccomandata perchè deve essere smistata con le altre".

"Ma a che gioco giochiamo scusi?" replico io "Stamani mi dice che il postino si è portato dietro la mia raccomandata per tutto il suo giro, e quando ha riconsegnato la borsa cosa avete fatto voi?" Con le labbra incorniciate da una sorta di baviccia biancastra, l'impiegato non si smuove e mi dice: "Dobbiamo smistarle torni domani".

A questo punto direi che c'è ben poco da commentare, se non che l'organizzazione fa acqua, come al solito, da tutte le parti, gli impiegati praticamente non hanno voglia di fare nulla, si scocciano ad ogni piè sospinto, si assentano....E l'utente? In balia della loro indifferenza, noncuranza, maleducazione. 
Tanto vale mettersi a giocare ad attacca la coda all'asino, anche se io proporrei di sfasciare l'incomodo divisorio che divide l'utente e l'impiegato e menare manate.


Licenza Creative Commons
Quest' opera è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.