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domenica 21 giugno 2015

Gli oli essenziali, spremitura, distillazione in corrente di vapore, enfleurage

Spremitura: forse è la tecnica più antica, gli Egizi usavano la spremitura a sacco per estrarre l'essenza dai petali dei fiori. Seguendo questo sistema si pestavano le parti odorose di una pianta tagliata di fresco, si chiudevano in un sacco di lino che si torceva con l'aiuto di due bastoni infilati in due anelli posti alle estremità delsacco. L'essenza filtrava attraverso le tela e veniva raccolta in un contenitore sottostante. Attualmente vengono estratte in questo modo le essenze di agrumi, come il limone, il bergamotto, l'arancio ecc., spremendo la scorza esterna fresca del frutto.

Distillazione in corrente di vapore: è adatta per oli che hanno una forte componente volatile, e si basa sulla caratteristica che hanno queste componenti di essere facilmente trasportate da particelle di vapore acqueo in movimento. Si utilizza un distillatore simile a quello che serve per distillare l'alcool. La sostanza vegetale non viene posta direttamente sulla fonte di calore, per non degradare l'olio, bensì su una grata che si trova sopra un contenitore in cui bolle l'acqua. Le particelle di vapore acqueo, salendo verso l'alto fanno scoppiare le cellule contenti l'essenza e trascinano con sè le molecole odorose. Il vapore viene poi fatto passare attraverso un contenitore refrigerante, dove la temperatura si abbassa, provocando il distacco delle molecole oleose dalle particelle di vapore, cje si condensa in acqua; olio e acqua si separano a causa del differente peso specifico: l'olio galleggerà sull'acqua , essendo più leggero. Attraverso un rubinetto viene fatta defluire l'acqua che conterrà le componenti idrosolubili dell'essenza (acqua aromatica), e così si ottiene l'olio essenziale puro. Talvolta gli oli ottenuti vengono sottoposti a un'ulteriore distillazione, chiamata rettificazone, per eliminare alcune sostanze particolarmente irritanti come avviene per esempio con il timo, oppure vengono ridistillati a temperature diverse per ottenere determinati costituenti, come per la canfora bianca. La resa di questa tecnica  è molto bassa, per la scarsa quantità di essenza contenuta nel materiale di partenza: si va dallo 0,02% della melissa al 2-3% della maggior parte delle essenze.

Enfleurage: consiste nel solubilizzare i principi odorosi in materie prime. Questo metodo era molto diffuso nell'antichità in Persia, per produrre l'unguento di rosa, e in Egitto. Su apposite graticole si distribuiva uno strato di grasso animale e sopra di esso si spargevano i petali dei fiori più delicati. I fiori, appassendo, impregnavano il grasso con la loro essenza e venivano continuamente sostituiti con fiori freschi, finchè il grasso si saturava di profumo. Gli Egizi usavano riempire con il grasso profumato un cono che veniva posto sopra la testa: con il calore del corpo, il grasso a poco a poco si scioglieva, liberando la fragranza dell'essenza. Attualmente questa tecnica si utilizza raramente per l'alto costo, e si riserva per alcuni fiori estremamentedelicati quali il gelsomino, la tuberosa. i fiori d'arancio. La sostanza così ottenuta ha un'elevatissima concentrazione e viene poi diluita e trattata con altri solventi che sciolgono la materia grassa.

giovedì 11 giugno 2015

Gli oli essenziali, Metodi di estrazione delle essenze

Le essenze, o oli essenziali, sono i prodotti più pregiati delle piante. Si tratta di sostanze oleose, volatili e odorose, che hanno la peculiarità, rispetto ai "grassi fissi", di non macchiare la carta in modo permanente: infatti le macchie prodotte dagli oli essenziali dopo poco tempo spariscono, perchè buona parte della miscelaè costituita da sostanze che evaporano sotto l'effetto del calore, per cui la macchia sulla carta scompare presto. Fin dai tempi più antichi gli uomini si sono ingegnati nelle tecniche di estrazione delle essenze delle piante, per poterle usare a scopo medicinale, cosmetico, odoroso e così via. 

Le essenze si possono estrarre in molti modi: per distillazione a vapore, per spremitura, per incisione del vegetale, per separazione con l'aiuto del calore, con solventi, per enfleurage.
In Cina, India, Persia, l'estrazione di essenze dalle piante di pratica da millenni; la conoscevano gli Egizi e la insegnavano ai Greci, e questi, a loro volta, la tramandarono ai Romani. Sembra che già quattromila aani fa gli Egizi sapessero estrarre l'olio dal legno di cedro, ponendolo in un vaso di argilla, sulla cui apertura si poneva una graticola di fli di lana. Scaldando il legno, l'olio evaporava e impregnava la lana, che veniva poi compressa per liberare l'essenza. 

Un altro metodo molto usato dagli antichi era la macerazione, che consisteva nell'immersione in olio caldo dei vegetali aromatici, che venivano lasciati macerare mescolando e schiumando sovente, finchè l'olio non era totalmente impregnato di essenza. A questo punto il composto veniva filtrato, fatto decantare e raccolto in vasi di terracotta. Oggi vengono impiegate sostanzialmente l'estrazione per spremitura, per distillazione in corrente di vapore, la tecnica dell'enfleurage e l'estrazione per passaggi successivi di solventi.
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