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mercoledì 24 giugno 2015

Gluten sensitivity

Bene, oggi come promesso oggi parliamo della Gluten Sensitivity. Vi è una percentuale di individui, pari a sei volte quella dei celiaci, che pur soffrendo dei sintomi analoghi, tuttavia non sono celiaci. Ma è pur vero che stanno meglio se eliminano dalla loro dieta i cibi che contengono glutine.

 Da lungo tempo la medicina alternativa sostiene l'esistenza di una forma di intolleranza diagnosticata grazie ad un metodo inconfutabile: l'esclusione dell'alimento, e quindi del glutine, dalla dieta. Questa la Gluten Sensitivity. Finalmente la ricerca medica ufficiale ha riconosciuto che, in assenza di test positivi per la celiachia, la causa dei disturbi di un paziente può essere l'ipersensibilità al glutine. 

Allora come diagnosticarla? Abbiamo detto che inconfutabile è l'esclusione dell'alimento se in presenza di test negativo per la celiachia, eliminando i cereali contenenti gllutine i sintomi di un paziente migliorano, allora il soggetto è solo sensibile al glutine. Ma c'è anche un altro metodo di indagine che, attraverso il dosaggio delle immunoglobuline IgG4 nel sangue è in grado di evidenziare la presenza di intolleranzea determinati alimenti. La conferma di ciò si ha con l'esclusione dell'alimento. E' importante segnalare come evidenziato dal Dott. Fasano, nei suoi studi, la sensibilità al glutine, pur innescando nell'organismo una risposta immunitaria diversa da quella autoimmune della celiachia, è comunque in grado di infiammare la muscosa intestinale, al punto tale da dare disturbi che sono simili a quelli della celiachia. 
Domani tutti i passi necessari per aiutare il nostro organismo a ripristinare il benessere intestinale.

martedì 23 giugno 2015

11 piante d'appartamento che purificano l'aria

I ricercatori della NASA sono stati i primi ad effettuare alcuni studi relativi al collegamento intercorrente fra piante d'appartamento e aria pulita. La ricerca ha avuto origine dalla necessità di purificare l'aria all'interno delle strutture spaziali. Dai risultati della ricerca è emerso le alcune piante possono migliorare la qualità dell'aria che respiriamo, eliminando le tossine nocive.  Dalla navicella spaziale al  salotto, ecco 11 piante d'appartamento che purificano gli ambienti interni.


1. Areca o palma di Betel: pulisce l'aria da benzene, monossido di carbonio, formaldeide, tricloroetilene, xilene .

2. Aloe vera: pulisce l'aria da formaldeide e benzene, che possono liberarsi da detergenti e vernici a base chimica.

3. Dracena marginata:  non mettetela in appartamento se avete animali domestici. Pulisce l'aria da xilene, tricloroetilene e formaldeide.

4. Chlorophytum comosum: è sicura per gli animali domestici. Pulisce l'aria da formaldeide, CO2 e xilene, un solvente utilizzato nelle industrie cuoio, gomma e stampa.

5. Ficus: pulisce l'aria da formaldeide, benzene e tricloroetilene, che di solito accompagnano tappeti e mobili.

6.Giglio della pace: pulisce l'aria da formaldeide, benzene e tricloroetilene.

7. Edera: pulisce l'aria da benzene, monossido di carbonio, formaldeide, tricloroetilene, allergeni e muffe.

8. Sanseviera trifasciata: pulisce l'aria da benzene e formaldeide, che è comune in prodotti per la pulizia, carta igienica, fazzoletti e prodotti per la cura personale.

9. Sempreverde cinese: proviene da foreste tropicali dell'Asia, e pulisce l'aria da benzene, monossido di carbonio, formaldeide, tricloroetilene

10. Pothos: pulisce l'aria da formaldeide, xilene, toluene, benzene e monossido di carbonio.

11. Chamaedorea: pulisce l'aria da benzene, tricloroetilene e la formaldeide.






Glutine e celiachia

Cerchiamo di capire cosa sia il glutine. Si tratta di un complesso proteico, costituito da due proteine, gliadina e gluteina, presente in molti cereali, nello specifico frumento, orzo, farro, segale, kamut, avena e in tutti gli alimenti da questi derivati, è invece assente nel riso, nel mais, nel grano saraceno, nel miglio, come anche nella quinoa, nell'amaranto e nella tapioca.

 Delle due componenti del glutine, mentre la gluteina non sembra essere implicata nella genesi di problematiche glutine-dipendenti, ne è invece responsabile la gliadina, in particolare una sua frazione, detta α-gliadina. Qualora l'α-gliadina, nei soggeti predisposti, non venga digerita a livello intestinale, l'organismo innesca una risposta immunitaria nei suoi confronti, trattandola non più come alimento ma come sostanza estranea, contro la quale difendersi. 

La patogenesi di questa comlessa reazione immunitaria è ancora poco nota. Ciò che è chiaro invece, confermato dalle evidenze istologiche, è che la presenza dell'α-gliadina indigerita non solo innesca una risposta immunitaria verso la gliadina stessa (con la produzione di anticorpi anti-gliadina), ma attiva anche la formazione di anticorpi e sostanze infiammatorie che letteralmente si scatenano contro la mucosa intestinale stessa, provocandone la progressiva lesione fino ad atrofia dei villi intestinali e perdita delle capacità selettive ed assorbenti della mucosa. Coloro che vanno incontro a questo tipo di reazione in seguito all'assunzione di glutine, sono detti appunto celiaci. E' stato stimato che l'1% della popolazione è affetto da celiachia, riconosciuta tramite esami specifici. 

I sintomi caratteristici di celiachia sono prevalentemente a livello gastrointestinale, come ad esempio forti scariche diarroiche, nausea, vomito, gonfiore addominale, ma vi sono anche manifestazioni extraintestinali, quale stanchezza mentale cronica, spossatezza, annebbiamento dela memoria. I dati indicano che di celiachia è colpito l'1% della popolazione nazionale, ossia 600 mila individui.
Domani vedremo l'altra faccia del rapporto conflittuale con il glutine: la gluten sensitivity.


Oligoelementi, Cobalto


E' l'oligoelemento che fa parte integrante della molecola della vitamina B12, detta anche cianocobalamina. Una carenza di cobalto compromette la biosintesi della vitamina stessa e induce anemia. E' uno degli oligoelementi principali con un ruolo di regolatore del sistema neurovegetativo, in particolare la livello vascolare arterioso, dove esplica un'azione vasodilatatrice e ipotensiva. Viene anche definito oligoelemento "tranquillante". Grazie alla sua azione antistress sostiene anche il lavoro del sistema immunitario.


Le capacità del cobalto non devono assolutamente essere sottovalutate, esso infatti ha un potere di forte stimolazione delle ghiandole endocrine, quindi permette il corretto funzionamento della tiroide, del pancreas e delle ghiandole surrenali. Non solo, essendo anche un elemento importante per il metabolismo del ferro, permette un allungamento della vita dei globuli rossi, riuscendo anche a stimolarne la produzione.   

Se poi associato con altri minerali ed oligoelementi le funzioni positive del cobalto aumentano notevolmente. In coppia con il manganese, il cobalto permette di risolvere disturbi come l'insonnia, l'ansia, l'alterazione del metabolismo, il mal di testa e anche i classici problemi circolatori e digestivi. In associazione con il nichel e lo zinco, il cobalto aiuta ad avere un effetto ipoglicemizzante nella cura della sindrome di disadattamento. Insomma come si può notare questo tipo di oligoelemento è sicuramente un ottimo alleato per la nostra salute fisica e mentale, solitamente lo troviamo nelle varie erboristerie nella classica fiala e bisogna trattenre il liquido sotto la lingua per circa un minuto.




I poteri magici della mandragora, parte seconda

Continuiamo con la misteriosa mandragora, e la sua storia nel corso dei secoli . Dioscoride nel I secolo d.C. testimonia l’impiego della radice di mandragora, stemperata nel vino, come antidolorifico nei pazienti sottoposti a incisioni e cauterizzazioni.


Il suo uso come analgesico era noto anche a Roma, infatti lo stesso preparato (importato dall’Egitto) era anche in uso (come anche la coda essiccata di vipera) contro il mal di denti. Addirittura negli erbari medioevali attribuivano si attribuivano poteri prodigiosi a tutte le parti di questa pianta, alcuni di essi corrispondenti a verità, quali ad esempio la proprietà di indurre anestesia. Arnaldo da Villanova verso la fine del XIII secolo, che fu tra i rappresentanti più eminenti della famosa Scuola Medica di Montpellier, riporta una “ricetta anestetica” consistente nell’applicare sul naso e sulla fronte del paziente un panno imbibito di un miscuglio acquoso di oppio, mandragora e giusquìamo in parti eguali, che consentiva di far “cadere il paziente in un sonno così profondo da poterlo operare senza che sentisse dolore e potergli quindi fare qualsiasi cosa”.

Tuttavia, come spesso accade, nel periodo del Rinascimento molte delle tante virtù medicinali proprie della mandragora furono contestate, benchè le farmacie fossero stracolme dei preparati più diversi a base della pianta. In realtà la gente continuava a credere che bastasse possedere un po’ di mandragora, anche senza utilizzarla, per assicurarsi la felicità, la salute e la ricchezza, la richiesta era molto alta. Persino là, dove non sussistevano le condizioni climatiche per la crescita della mandragora, esistevano abilissimi sofisticatori che provvedevano a soddisfare le crescenti e lucrose richieste trasformando in “autentiche”, piante che le assomigliavano solo vagamente.

La moderna Scienza ha riconosciuto alla mandragora i reali effetti sul corpo umano nel suo contenuto in principi chimici attivi come la scopolamina, l’atropina e la josciamina, le cui proprietà vengono oggi utilizzate dalla farmacologia ufficiale in dosi ben determinate. Nonostante tutto, nella medicina popolare la mandragora ha continuato ad avere avuto gli impieghi più diversi e fantasiosi: contro l’epilessia e la depressione, contro l’insonnia (commista a rosso d’uovo e latte di donna), contro l’incontinenza urinaria, nonché (in piccole dosi) come anestetico e antiveleno.

In forza delle sue virtù magiche, essa ha infuocato la fantasia di artisti e scrittori: come nella famosa commedia "La mandragola" (secondo l’antica dizione) di Niccolò Machiavelli, in cui la pianta è collegata alle credenze delle sue virtù erotizzanti e fecondanti, le novelle del Boccaccio, del Sacchetti, le numerose citazioni di Shakespeare. Tuttavia, nonostante le attuali convalidate conoscenze scientifiche circa la reale natura chimica e gli effetti farmacologici dei suoi princìpi attivi, nella fantasia popolare la mandragora ha mantenuto pressoché immutato l’antico fascino.

All’Orto Botanico di Berlino si è addirittura rinunciato a coltivarla: le Autorità comunali preferiscono mantenere vuoto lo spazio riservato alla sua coltivazione piuttosto che vederlo continuamente espoliato dai continui furti. E, assicurano gli esperti, nel convulso mondo odierno di super-computer e di missili interplanetari, esiste tuttora un fiorentissimo commercio di “preparati” di mandragora, contenenti frammenti delle sue radici (ma talora sono di rapa), variamente commisti a grani di papavero o di giusquìamo, a polvere di mirra o di ferro calamitato, e (nelle confezioni più ambìte e costose) a sangue di pipistrello. L’importante è crederci...


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