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mercoledì 29 giugno 2016

Il regale Basilico, cenni e usi

Il regale Basilico, cenni e usi. Una pianta nobile che vanta rituali molto antichi e le cui proprietà non si limitano al suo uso in cucina.


Ocimum deriva da okirnon, nome greco della specie di piante a cui appartiene il basilico, mentre basilicum significa ''regale". . . La nobiltà di questa pianta, originaria dell'Oriente, era sottolineata dai rituali che ne regolavano la raccolta presso i Greci. Si doveva purificare la mano destra, aspergendola mediante un ramo di quercia con acqua di tre diverse fonti. Si doveva, inoltre, indossare abiti candidi e astenersi da contatti con esseri considerati impuri. In Egitto, il basilico fu uno dei componenti del balsamo usato per la mummificazione ma ebbe successo anche come condimento.

Presso i Romani il basilico, oltre ad essere simbolo degli innamorati, figurava tra gli odori utilizzati in cucina. Apicio, per esempio, lo inserisce in una ricette per i piselli. Nel medioevo si attribuiscono a questa pianta proprietà magiche e, ad esempio, la si considera portentosa contro il drago basilisco. Ancora nel '600 si sosteneva che se uno avesse fatto a pezzetti  qualche foglia di basilico e li avesse riposti in un buco tra due mattoni, dopo breve tempo ne sarebbero nati degli scorpioni. Ai giorni nostri, il basilico è uno degli aromi più usati nella cucina mediterranea.


Caratteristiche e proprietà
Si tratta di una pianta erbacea della famiglia delle Labiate; ha fusto eretto, raggiunge un'altezza di 30-60 cm con foglie opposte, verde vivo sulla parte superiore e verde-grigie inferiormente. I fiori sono piccoli, bianchi. Il basilico cresce bene nei terreni leggeri, ben drenati, in posizioni soleggiate.
Da tutta la pianta emana un piacevole caratteristico profumo e viene coltivato con successo anche nei vasi sui davanzali delle finestre. Le foglie fresche possono essere raccolte da maggio fino a settembre. Si possonoessiccare, disponendole in strati sottili, in luogo all'ombra, riparato ed aerato.
Il prodotto, che anche essiccato mantiene un certo profumo, va conservato in recipienti di vetro o porcellana. Le foglie non vanno tagliuzzate col coltello ma sminuzzate con le dita. Il basilico ha proprietà toniche, calmanti, ed è utile ai nervosi e agli insonni.

Utilizzo
Il basilico è l'ingrediente fondamentale in due famose preparazioni della cucina mediterranea: il pesto genovese e il pistou provenzale. Il primo si confeziona pestando un buon numero di foglie di basilico, uno spicchio d'aglio e formaggio pecorino sardo, olio d'oliva finissimo sino ad ottenere
una crema liquida ma non troppo. Alcuni aggiungono nel mortaio un po' di pinoli. Il pistou vede invertite le proporzioni fra aglio e basilico. Come formaggio viene usato il parmigiano. Per il resto il procedimento è uguale a quello del pesto.

L'olio al basilico si prepara mettendo nell'olio un certo numero di foglie di basilico spezzettate e lasciando macerare un paio di mesi.
L'aceto al basilico si ottiene versando aceto bollente sulle foglie sminuzzate di basilico; lasciato macerare per due o tre giorni va poi filtrato.
Anche la medicina popolare utilizza variamente il basilico. Contro la caduta dei capelli si mette una manciata di foglie fresche di basilico in una tazza d'acqua bollente. Dopo un quarto d'ora, strizzate bene le foglie, si friziona la cute con il liquido.
Un pizzico di foglie di basilico in acqua bollente zuccherata serve a preparare un ottimo energetico.
Un infuso ottenuto con 5 g di basilico fresco in una tazza d'acqua bollente, con succo di limone e zucchero serve a calmare gli spasmi gastrici.
Un rimedio per l' alito cattivo si ottiene mettendo in infusione in mezzo litro d'acqua bollente 30 g di foglie essiccate di basilico, 30 g di bacche di ginepro e 10 g di foglie di rosa rossa. Quando il liquido si è intiepidito, bisogna colarlo strizzando bene foglie e bacche e versarne l'infuso in una bottiglia. Serve per fare sciacqui alla bocca. Per ottenere un efficace colluttorio da adoperare contro le infiammazioni della bocca, basta far bollire per 10 minuti 50 g di foglie essiccate di basilico in mezzo litro d'acqua. Si adopera il liquido per sciacquare la bocca.
Quando un raffreddore non si risolve giova molto provocare degli starnuti liberatori aspirando col naso una presa di polvere di basilico. Un infuso di foglie secche in acqua bollente calma il vomito.

giovedì 23 giugno 2016

Insonnia: come aiutarsi a Dormire

Insonnia: come aiutarsi a Dormire. Chi soffre di insonnia spesso è alla ricerca di un metodo consolidato per riuscire a riposare la notte. Dobbiamo però prestare attenzione anche all'ambiente in cui viviamo in particolare in casa


Non è semplice determinare e quindi cercare di eliminare, le cause che creano l'insonnia. Anzichè cominciare dalle cause più serie, più profonde e nascoste, si può affrontare questo problema, che affligge un numero sempre crescente di persone, cominciando da quelle più modeste, più immediate e ovvie. L'ambiente, la temperatura, i piedi freddi, l'aria, la luce, il letto, le coperte, i rumori, la digestione, la stanchezza, l'umore, le preoccupazioni, i pensieri: sono tutti elementi che possono di volta in volta esercitare un'influenza decisiva sulla qualità del nostro riposo.


Cominciamo dunque ad analizzare:
  • Se la stanza ha la temperatura corretta: quindi nè troppo calda nè troppo fredda; fra le due meglio piuttosto fredda. Un'aria stagnante non giova a nessuno, ma per chi è abituato a una vita abbastanza sana, all'aperto, l'aria viziata e surriscaldata di una camera può impedire il sonno
  • Se il letto è sufficientemente rigido e non crea una buca nel mezzo, mancando di sorreggere nel modo adeguato la spina dorsale. Mettere un'asse sotto il materasso può andare benissimo, ma bisogna ricordare che il letto deve "accogliere" l'individuo, non respingerlo e tenerlo sollevato come sul dorso di un mulo
  • Se le coperte sono calde e leggere, oppure dure e pesanti. Le coperte non devono mai creare un senso di soffocamento e di oppressione. Nella stagione calda inoltre conviene sempre avere un lenzuolo sottile con cui proteggersi, perchè dormire completamente scoperti può creare insicurezza.
  • Se vi sono rumori molesti: i suoni a cadenza regolare sono i peggiori, il ticchettio della sveglia, la giccua insistente che cade da un rubinetto mal chiuso. Creare il silenzio, anche a costo di mettersi itappi nelle orecchie, è importante.
  • Se non c'è troppa luce: l'oscurità favorisce il sonno e aiuta l'attenuarsi dell'attività cerebrale
  • Se le estremità sono gelate: chi ha i piedi sempre freddi, si metta nel letto una borsa d'acqua calda
  • Se la causa dell'inquietudine e della difficoltà a prendere sonno non viene da una digestione difficile: rimpinzare lo stomaco è sempre una pessima abitudine, specie al pasto della sera, e un'altra pessima abitudine è cenare molto tardi
Bisogna cercare di aiutarsi a dormire. Avere un buon rapporto con il letto, non guardarlo come un luogo di passione e di angosce, ma un luogo dove si trova rifugio, come in un grembo materno. Abbandonare i pensieri, la realtà della giornata; essa tornerà comunque a noi, trasformata nelle vesti metaforiche del sogno. Per creare un cuscinetto protettivo fra la vita attiva e la pausa di riposo che è il sonno, la lettura anche se breve è di aiuto. Ma che il libro non sia eccessivamente eccitante, o si otterrà l'effetto contrario.

A volte la mente è affaticata entre il corpo non ha avuto modo di esaurire tutta la sua energia. Un corpo piacevolmente stanco favorisce un buon sonno. Chi non ha tempo di dedicarsi a qualche attività sportiva, può sempre camminare, andare in bici, fare qualche lavoro manuale, qualcosa che comunque impegni un po' i muscoli, fosse anche mettere in ordine la cantina o il ripostiglio di casa.

Arrabbiarsi nelle ore serali che precedono l'andare a letto, impegnarsi in discussioni violente e sgradevoli sono errori da evitare con la massima cura. Ascoltare buona musica, invece, è mettersi sulla buona strada. La musica ha un effetto suasivo e rilassante, svuota i contenuti della realtà, trasportando la mente in modo astratto, lontano dalle contraddizioni e dai conflitti.

E infine, bere una tisana calda, carezzevole è già un atto di riposo. Ne liquido odoroso che colma il cavo di una tazza c'è una promessa di benefica clama, di salutare, compiacente avvio verso le braccia di Morfeo.



lunedì 11 aprile 2016

Il Luppolo: usi benefici per la salute

Quando si parla di Luppolo non si può non pensare alla birra. E forse non ci vengono in mentre altri possibili usi. Ma non è così, infatti il Luppolo è stato usato ed è usato anche per altri benefici scopi. Vediamone insieme le proprietà.

Tutti conosciamo il Luppolo, Humulus lupulus, quale ingrediente fondamentale della birra. Ma prima di tutto è stato apprezzato come aroma, e per le proprietà curative. In particolare si rivela adatto al trattamento dei disturbi del sonno e dell'ansia. Questa pianta viene anche utilizzata per curare i casi di inappetenza, i disturbi digestivi o i problemi associati alla menopausa.

Uso interno: per i disturbi del sonno (proprietà sedative),   degli spasmi digestivi di lieve entità, eruttazione intestinale e "crampi" causati dalla digestione. Miglioramento dell'appetito. In menopausa riduce le vampate di calore e il nervosismo. Effetto febbrifugo: azione regolatrice.

Uso esterno: in cosmetica per tonificare e riparare le pelli fragili.


Riduce lo sviluppo di cancro del seno (azione dei fitoestrogeni), ha un effetto sedativo (trattamento della distonia vegetativa), cura i disturbi associati alla menopausa (ruolo dei fitoestrogeni), attenua i disturbi sessuali di origine neurologica (eiaculazione precoce, assenza di libido), allevia i dolori articolari (artrite, reumatismi), stimola la funzionalità renale (diuretico). Nel bambino, il luppolo consente di attenuare alcuni disturbi digestivi (dispepsie, disturbi gastrici, bruciori), oltre che l'eccesso di emotività.



Il cono del luppolo è la parte utilizzata in fitoterapia. I suoi principi attivi sono i sesquiterpeni: umulene e beta-cariofillene, monoterpeni. I sesquiterpeni costituiscono dal 50 all'80% degli oli essenziali del luppolo. I sesquiterpeni funzionano da ipotensori, antinfiammatori, calmanti, decongestionanti linfatici del sistema nervoso, antistaminici e antitumorali. I monoterpeni hanno proprietà linfotoniche, antisettiche, antivirali, stimolanti e antalgiche. Sono anche decongestionanti delle vie respiratorie ed espettoranti.

Dosaggio:
-Per preparare un infuso, mettere in ammollo 10 g di coni di coni di luppolo secco in 500 ml di acqua molto calda. La tisana va bevuta al mattino, a mezzogiorno e alla sera, dopo i pasti, per combattere i disturbi del sonno. Sono sufficienti due assunzioni per il trattamento dell'insonnia.
 - L'estratto secco in capsule va assunto (con un bicchiere d'acqua) ai pasti, tre volte al giorno, in dosi da 200 mg per ogni somministrazione.
- L'estratto secco di luppolo si presenta finemente macinato. Va assunto durante i pasti, accompagnato da un bicchiere d'acqua, in dosi di 1 g per somministrazione (mattino, mezzogiorno e sera).
- Per quanto riguarda il decotto di coni di luppolo, bere una tazza al mattino, a mezzogiorno e alla sera, dopo i pasti.

ATTENZIONE:  l'impiego del cono di luppolo nei pazienti affetti da cancro ormonodipendente (cancro del collo dell'utero, cancro del seno e così via) deve avvenire con la massima cautela (nei casi in cui non sia vietato), proprio per la presenza di estrogeni.

È sconsigliato il consumo di alcolici durante l'assunzione di luppolo. Si consiglia di interrompere l'utilizzo del luppolo almeno 14 giorni prima di sottoporsi a qualsiasi intervento chirurgico, poiché la pianta può interferire con i farmaci anestetici. Non devono consumare il luppolo le donne in gravidanza o che allattano e neppure i soggetti che ne sono allergici (o allergici a qualsiasi altra pianta della stessa famiglia). Le persone che soffrono di depressione o di disturbo bipolare non devono assumere luppolo senza il parere del medico.

Gli effetti collaterali sono rari e associati a un'assunzione protratta nel tempo: itterizia, disturbi dell'erezione, vertigini, stanchezza mentale e così via. A causa della sua azione sedativa, il luppolo potrebbe interagire con alcuni farmaci, come i sonniferi e i tranquillanti (benzodiazepine), gli antiepilettici, gli antidepressivi, gli antalgici oppiacei (derivati dell'oppio), i neurolettici antipsicotici e gli antistaminici H1. Per l'assunzione concomitante di questi prodotti e del luppolo è necessario rivolgersi al proprio medico curante.

giovedì 7 aprile 2016

Tutti gli usi della Lavanda

Il profumo della lavanda è a tutti noto, in qualunque casa, nei cassetti, negli armadi, è difficile non trovare un aromatico sacchettino di lavanda che dona quell'inconfondibile profumo. Ma se è universalmente assodato che la lavanda è un ottimo profuma biancheria, non tutti conoscono gli infiniti usi di questa magica pianticella.

La lavanda, una delle piante più conosciute, era utilizzata nell’antichità per il suo profumo e per le sue proprietà terapeutiche, ed oggi  è una delle piante medicinali più apprezzate in fitoterapia, soprattutto per i problemi digestivi, articolari e di nervosismo.


Utilizzo interno: per il suo leggero effetto narcotico (cumarina) si usa per l'insonnia, l'isteria, i disturbi nervosi. Ha anche un effetto antispasmodico, grazie agli esteri contenuti nella pianta. Va benissimo per una digestione difficile legata allo stress o al nervosismo, e per le ulcere. E' una pianta multitasking e quindi si usa anche per il raffreddore e l'asma. Allevia le vertigini. Inoltre calma i sintomi iniziali dell'angina pectoris. Trattamento delle emicranie e delle cefalee.

Utilizzo esterno: per alcune affezioni della pelle come eczema, acne, ustioni lievi, psoriasi, punture di insetti. Favorisce la cicatrizzazione e la guarigione delle piaghe e delle ulcere. Dolori articolari: distorsioni, slogature, contusioni e reumatismi. Azione antivipera, in caso di morso, antiparassitaria (pidocchi) e vermifuga.

La lavanda è un ottimo battericida e un antisettico e favorisce la guarigione delle piaghe e delle ulcere della pelle; è anche un antiparassitario ed elimina i pidocchi. Neutralizza il veleno in caso di morso di vipera ed è coadiuvante nel trattamento delle distonie neurovegetative. Il suo olio essenziale è utilizzato in massoterapia.  Se ne utilizzano le sommità fiorite. Fra i principi attivi troviamo gli acidi fenolici; alcoli terpenici: linalolo, geraniolo; alcol perillico; cumarina; ombelliferone; tannini; esteri; ossidi; chetoni; aldeidi.

Dosaggio:
- In polvere secca micronizzata (gellule): 1-2 g al giorno in tre assunzioni.
- Estratto secco (gellule): 200-400 mg al giorno in tre assunzioni.
-In infusione: 2 cucchiaini da te in 150 ml d'acqua calda. Bere fino a 3 tazze al giorno tra i pasti per contrastare o prevenire i problemi digestivi e per alleviare l'emicrania, le vertigini o i sintomi iniziali dell'angina pectoris.
- Alcolato: per le frizioni locali in caso di dolori articolari (mattina e sera).
- Per risanare il cuoio capelluto: frizionare leggermente con la punta delle dita tre volte alla settimana.
- Olio per massaggio: 2-4 gocce per 60 ml di base neutra (ad esempio olio di mandorla dolce) per alleviare i dolori legati alle distorsioni, alle slogature e ai crampi muscolari.
- In inalazione, per contrastare l'insonnia e il nervosismo: 2-4 gocce versate in un diffusore o 1-2 gocce su un tampone di ovatta messo in un cuscino.

Benchè l'olio essenziale di lavanda possa essere applicato direttamente sulla pelle, in presenza di pelle sensibile se ne sconsiglia l'uso. E' sconsigliata alle persone che assumono prodotti naturali o farmaci ad effetto anticoagulante e alle donne incinte nei primi tre mesi di gravidanza. Non si segnalano effetti indesiderati noti legati alla lavanda, anche se pare che alcune persone presentino una reazione eccessiva al suo effetto narcotico, benché quest'ultimo sia lieve.  ATTENZIONE: la lavanda è incompatibile con i sali di ferro e lo iodio.  Si sconsiglia di assumere la lavanda, in infusione o in altra forma, insieme ai farmaci anticoagulanti (a causa della cumarina in essa contenuta).

domenica 3 aprile 2016

Gestire l'ansia e la dieta con la griffonia

Gestire l'ansia non è facile, e chi ne è prigioniero spesso deve affidarsi a farmaci di sintesi nel tentativo di migliorare una situazione che crea panico e preoccupazione e che non permette di vivere una vita normale. Ma come ben sappiamo i farmaci di sintesi creano una certa dipendenza e hanno anche delle pesanti controindicazioni. A quale alternativa naturale possiamo affidarci? La natura ci ha fatto dono della griffonia.

La griffonia, o  Griffonia simplicifolia, è apprezzata per le sue proprietà ansiolitiche, regolatrici dell'umore e del sonno, oltre che come coadiuvante nel contesto di una dieta dimagrante. Grazie al 5-HTP, un amminoacido che interviene in vivo nella secrezione della serotonina, rende la griffonia una valida alternativa in ambito fitoterapico agli antidepressivi e ad altri neurolettici di sintesi.


Uso interno:   depressione, ansia, angoscia, aggressività, perdita di autostima. E quindi anche insonnia, sonno agitato, difficoltà di addormentamento. Per i distubi alimentari: bulimia, obesità. Inoltre: cefalee, sindrome fibromialgica, mestruazioni dolorose. Stato generale: prevenzione dell'invecchiamento, tonicità (azione antiossidante).

Uso esterno:  dermatosi, ferite della pelle, infiammazione cutanea, bruciature (uso nella medicina tradizionale africana).

Qualsiasi patologia e/o sintomi per i quali si rendono necessari una regolazione o una migliore concentrazione di una carenza di serotonina nel sangue. Trattamento sostitutivo nei casi di dipendenza da alcuni antidepressivi IRS. Trattamento dell'anemia falciforme (presenza di un principio attivo, il lithospermoside). Combatte l'ossidazione e l'invecchiamento cellulare. Costipazione, pigrizia intestinale, impotenza maschile (nella medicina tradizionale africana).

Benchè molto usata nella medicina tradizionale africana, solo  negli anni '80 perché gli studiosi iniziarono a interessarsi alla griffonia. Fu proprio il riscontro della sua efficacia nel trattamento dei disturbi dell'umore che permise alla ricerca di adoperarsi per rivelarne il principio attivo, un amminoacido denominato 5-HTP, ad alta concentrazione, e che è un precursore naturale di serotonina, un neurotrasmettitore essenziale secreto dal cervello e che concorre, tra l'altro, alla regolazione dell'umore. Da quel momento la griffonia ha potuto occupare un posto nella fitoterapia occidentale come pianta officinale, considerata il miglior sostituto dei neurolettici di sintesi.

Tutti gli elementi e le parti (radice, fusto, corteccia, foglie, fiori e semi) sono utilizzabili nella fitoterapia tradizionale e locale, anche se la concentrazione ottimale di 5-HTP è presente nei semi che vengono raccolti ed esportati dopo l'essiccazione.

Questa pianta contiene del 5-idrossitriptofano (5-HTP è il principio attivo precursore della serotonina). Gli altri componenti sono vitamine, antiossidanti e sali minerali: alcaloidi (hyrtioerectina B, 3-carbossi-6-idrossi-β-carboline, hyrtiosulawesina, 5-idrossindole-3-carbaldeide, 5-idrossi-3-(2-idrossietil) indolo, trigonellina, 5-idrossitriptamina, griffonina [1] Lectine (rodamina). Uso e posologia della griffonia

Dosaggio: si acquista in farmacia o presso i distributori specializzati nella vendita di integratori alimentari, sotto forma di capsule o compresse con un dosaggio compreso tra 50 e 100 mg di principio attivo (il 5-HTP). Si consiglia di assumerne da 1 a 4 dosi a seconda della concentrazione del prodotto per le patologie trattate abitualmente, di preferenza alla sera, per evitare la sonnolenza nelle ore diurne. I trattamenti con la griffonia possono durare da uno a tre mesi. In caso di assunzione permanente, è necessario parlarne al proprio medico curante. Poiché in Europa la disponibilità di questa pianta in erboristeria è assai rara, è difficile preparare da soli soluzioni per uso esterno. In compenso, in ambito cosmetico e dermatologico vengono commercializzati prodotti (creme, lozioni, pomate, tinture, ecc.) contenenti estratti di griffonia. Anche in questo caso, è necessario attenersi alle modalità d'uso e ai dosaggi riportati nei foglietti illustrativi dei prodotti.

Non esistono precauzioni d'uso particolari alle dosi terapeutiche indicate. Occorre però prediligere le assunzioni serali per evitare il rischio di sonnolenza diurna e la diminuzione o la perdita del livello di attenzione (attività professionali, conduzione di veicoli e così via). In caso di contraccezione ormonale, le donne dovranno informare il medico riguardo l'assunzione di griffonia e tenerne sotto controllo gli effetti. Gli estratti di griffonia per uso interno non possono essere somministrati in automedicazione ai soggetti epilettici, alle donne in gravidanza o che allattano, e neppure ai bambini.

Non sono stati riferiti effetti indesiderati alle dosi terapeutiche indicate. Possono comunque verificarsi disturbi intestinali di lieve entità. In questi casi, ridurre le dosi di assorbimento. Occorre evitare di assumere estratti di griffonia contemporaneamente all'assunzione di iperico (o erba di San Giovanni), genziana o di kawa kawa.


mercoledì 23 marzo 2016

L'Escolzia o papavero della California, la pianta del Sonno

L'escolzia o papavero della California è noto come sedativo e ansiolitico naturale, utile nel trattamento di diversi disturbi del sonno  di adulti bambini: difficoltà di addormentamento, insonnie, enuresi... Questa pianta, che non dà alcun tipo di assuefazione alcuna, placa anche gli stati di nervosismo e le forme lievi di ansia, oltre che attenuare i disturbi psicosomatici correlati.

Uso interno: come sedativo  favorisce l'addormentamento. Calma i bambini prima di andare a letto, riduce i risvegli notturni, l'enuresi e gli incubi. Come ansiolitico migliora i disturbi psichici normalizzando le funzioni psicologiche. Combatte il nervosismo e lo stress senza creare assuefazione, come gli stati lievi di ansia responsabili di palpitazioni o di sensazioni di oppressione. Ma è anche un antispasmodico e come tale  attenua i dolori, le coliche, le irritazioni intestinali, i crampi o le infiammazioni biliari o a carico della colecisti che accompagnano i disturbi del sonno.



E' originaria della costa pacifica degli Stati Uniti, e del Canada meridionale, ed è stata un rimedio tradizionale dei popoli amerindi per le sue proprietà analgesiche: questa pianta infatti contribuiva ad alleviare il mal di testa e il mal di denti di cui soffrivano queste popolazioni.

Anche se parente del papavero sonnifero (Papaver somniferum), l'escolzia non è un narcotico. In fitoterapia sono le parti aeree assunte per via orale. Principi attivi sono costituiti da alcaloidi isochinolinici, glucosidi flavonici, fitosteroli, carotenoidi, mucillagini, linamarina.

Dosaggio:
Gli alcaloidi responsabili dell'effetto ansiolitico dell'escolzia non sono solubili in acqua, perciò gli infusi non sono efficaci nel trattamento delle forme leggere di ansia.
- Un infuso si prepara utilizzando 5 g di parti aeree essiccate, da lasciare in infusione per quindici minuti in una tazza di acqua bollente, da bere prima di andare a letto.
- In capsula di estratto secco, la posologia è di 2 capsule da 100 g, da assumere a cena, poi altre due al momento di coricarsi.
- L'assunzione di escolzia sotto forma di tintura madre richiede la diluizione di un minimo di 100 a un massimo di 150 gocce in un bicchiere d'acqua. Bere il composto un'ora prima di andare a letto. Può risultare più facile consumare l'estratto fluido, più concentrato, in dosi da 15 a 30 gocce, da una a tre volte al giorno.

ATTENZIONE:  operatori di macchinari o conducenti di veicoli devono considerare gli effetti sedativi dell'escolzia. Inoltre, non va assolutamente associato al consumo di alcol. Le persone in attesa di sottoporsi a interventi chirurgici dovranno interrompere l'assunzione di escolzia da una settimana a dieci giorni prima dell'operazione, per evitare interferenze con eventuali altri farmaci (anestetici o altri).

Benchè la pianta sia priva di tossicità, l'escolzia è sconsigliata durante la gravidanza e l'allattamento, nei bambini di età inferiore ai 6 anni e in caso di antecedente di glaucoma, per la presenza di alcuni alcaloidi, tra cui la sanguinarina. Benché si sospetti che la sanguinarina sia responsabile della formazione di glaucomi, questa sostanza è principalmente concentrata nella radice della pianta, che non viene utilizzata in fitoterapia. E' anche controindicata nei soggetti allergici alle piante della famiglia delle papaveracee e ad alcuni farmaci, come la morfina e la codeina.

Raramente l'escolzia può indurre un leggero stato di torpore. Tra gli altri effetti collaterali, sono stati riferiti sonnolenza mattutina e rigidità muscolare. Utilizzata in associazione con il biancospino, l'escolzia può anche causare nausea.

Può essere associata ad altre piante, in funzione dell'effetto desiderato: il papavero in caso di incubi notturni, l'eleuterococco contro l'enuresi, il marrubio per le persone che hanno difficoltà ad addormentarsi. In compenso,  intensifica gli effetti di altre piante officinali, in particolare il kawa kawa, la valeriana, il corniolo giamaicano e l'iperico, con un rischio di sonnolenza.

Se  associata all'assunzione di tranquillanti, l'escolzia può aumentarne le proprietà sedative. Interagisce con gli oppiacei, i barbiturici e le benzodiazepine. Ne è quindi sconsigliata qualunque associazione.

giovedì 25 febbraio 2016

L'Escolzia, la pianta del sonno e dell'igiene orale

L’escolzia, il cui nome botanico è eschscholtzia californica, viene altresì detta  papavero della California, ed è una pianta erbacea perenne originaria appunto degli stati nordamericani. Già gli Indiani d’America e i primi coloni americani ne utilizzavano le foglie sia come alimento, dopo averle bollite, sia a scopi terapeutici e per il trattamento interno in caso di coliche intestinali, biliari e mal di denti.

Nello stelo e nel fiore dell’escolzia vi sono sostanze alcaloidi, fitosteroli, carotenoidi e flavonoidi che danno a questa pianta le sue carattersitiche sedative; infatti è consigliata per favorire il rilassamento muscolare e per combattere l’insonnia. Inoltre per la presenza della chelidonia, l’escolzia ha notevoli proprietà antispasmodiche ed analgesiche che la rendono consigliabile per affrontare soprattutto disturbi a livello gastroenterico, come crampi notturni, ma anche mal di testa e tosse.


Un'altra delle sue caratteristiche è quella di essere adatta all’igiene orale (sciacqui e tinture orali) grazie alla presenza dell’alcaloide sanguinarina. Per i suoi effetti sedativi, ben si confà a chi stenta ad addormentarsi senza indurre sonnolenza durante il giorno, può essere usato in età pediatrica anche per enuresi notturna e come calmante della tosse.

L’escolzia è controindicata  a donne in stato di gravidanza e durante l’allattamento; è da evitare anche se si è affetti da disturbi cardiocircolatori o se si assumono contemporaneamente psicofarmaci (come tranquillanti o sedativi) o antistaminici di sintesi. Può essere assunta sotto forma di infuso (50-100 gr in acqua bollente), di estratto secco (50-100 gr in capsule) e di tintura madre (30- 40 gocce la sera).

Con melissa, biancospino, valeriana, tiglio e passiflora, l’escolzia costituisce il gruppo di erbe rilassanti che favoriscono la distensione, per combattere l’ansia e aiutare il sonno. Per uso interno si consiglia di versare un cucchiaio raso delle sommità dell’escolzia in una tazza d’acqua bollente e lasciare in infusione per una decina di minuti. Quindi, filtrare l’infuso per poterlo consumare. Dolcificare a piacere e bere poco prima di coricarsi.

venerdì 1 gennaio 2016

Antichi rimedi popolari per il sonno: la lattuga

La saggezza empirica si tramanda di generazione in generazione, come l'uso delle erbe per altro. Non esistono trattati scientifici sugli antichi rimedi popolari, e ogni paese ha elaborato la propria tradizione. In tanta vaiertà, ecco uno degli espedienti più diffusi per ritrovare il bene inestimabile del sonno.


La lattuga
In molti paesi si mangia lattuga se si vuole riposare bene. Il lattucario, sostanza amarognola ha potere sedativo e ipnotico, è contenuto nel lattice che corre nelle nervature principali di questo vegetale e sgorga anche dal gambo quando si recide un cespo di lattuga. Nel passato è stato usato come succedaneo dell'oppio, soprattutto per ridurre l'eccitazione nervosa.
Gli insonni dunque consumino come verdura, a ogni pasto della sera, un bel cespo di lattuga bollita. Oppure, seguano il consiglio dell'antica medicina che prescrive, prima di coricarsi, 2-3 foglie di lattuga cruda, condita con miele.
Si può anche preparare un decotto: 1-2 foglie per 300 grammi d'acqua , far bollire una decina di minuti.


La lattuga è anche leggermente lassativa. Ci conferma la forza oppiacea di questa verdura chi vive in campagna e coltiva insalate. E' comune, infatti, trovare tra le foglie di lattiga diverse vespe, che di solito vi si intrufolano cercando rifugio o per vizio, completamente inebetite e con gli occhi appannati dal sonno.

domenica 29 novembre 2015

Pietre e cristalli, Vesuviana

Originaria del Monte Vesuvio,ècdetta anche idocrasio deriva dal greco e significa " forma mista " in quanto i cristalli mostrano spesso una combinazione di forme.


VESUVIANA O IDOCRASIO
Caratteristiche: silicato di calcio e alluminio; sistema tetragonale; aggregati fibrosi e microgranulari, ma anche cristalli prismatici tozzi; colori: giallo, verde, bruno e talvolta rosso e azzurro. PUò essere confusa con la grussularia e, quando si presenta come cristallo, con lo zircone.

Proprietà: infonde coraggio e apporta tranquillità, bilancia le emozioni
Disturbi: rafforza la vescica e aiuta chi soffre di insonnia
Associazione con i chakra: primo, terzo, quanrto e quinto

sabato 21 novembre 2015

Pietre e cristalli Tormalina rosa e verde

TORMALINA ROSA
Proprietà: è la pietra del cuore, infonde fiducia nel futuro e negli amori, che potranno essere vissuti con slancio e gioia, senza paure
Disturbi: fluidifica il sangue e combatte  l'insonnia; porta sollievo nel caso di vene varicose; sfiamma gli ascessi e rinforza il cuore
Associazione con i chakra: secondo e quarto






TORMALINA VERDE
Proprietà: rinforza il sitema nervoso e stabilizza le emozioni, riduce stress e stanchezza fisica e mentale
Disturbi: regolarizza la pressione del sangue e previene la febbre; rafforza il sistema immunitario
Associazione con i chakra: secondo, terzo e quarto

venerdì 13 novembre 2015

Insonnia, quali oli essenziali sono efficaci

Insonnia

Inalazione secca e diffusione ambientale: Anice, Bergamotto, Camomilla blu, Camomilla romana,
Lavanda, Maggiorana, Nardo, Neroli, Verbena odorosa, Ylang-Ylang.
Si consiglia di effettuare almeno un'inalazione secca prima di cena e di ripeterla dopo cena mentre
si utilizza anche il diffusore per ambienti (con lo stesso olio o con uno diverso).

Frizionare le tempie e la fronte con poche gocce di un'essenza pura, facendo attenzione a che non
vadano negli occhi: Anice, Camomilla romana, Lavanda, Mandarino, Nardo, Neroli, Ylang-YIang.


Massaggio rilassante e bagno a cui ricorrere a fine giornata (uno o più oli): Anic , Bergamotto,
Camomilla romana, Lavanda, Maggiorana, Mandarino, Nardo, Ylang-Ylang.

Maniluvio e pediluvio contemporanei, la sera dopo cena: stemperare uno o più oli in un bicchlor
di aceto (circa 20 gocce di essenza in totale) e versare la miscela in una bacinella di acqua calda; preparare due bacinelle diverse, una per le mani e una per i piedi. Essenze consigliate: Anice, Camomilla romana, Lavanda, Maggiorana, Mandarino, Nardo, Ylang-Ylang.

Ecco tre formulazioni rilassanti da utilizzare in inalazione secca, diffusione ambientale, massaggio,
bagno, maniluvio e pediluvio: può bastare anche una sola di queste modalità di somministrazion ,
ma è meglio se si ricorre a più di una.
Formulazione 1: Anice, Camomilla romana, Lavanda, Ylang-Ylang.
Formulazione 2: Bergamotto, Camomilla romana, Lavanda, Maggiorana.
Formulazione 3: Lavanda, Mandarino, Mimosa, Nardo. Ciascuna delle 4 essenze viene aggiunta nello stesso numero di gocce delle altre, secondo i criteri della modalità di somministrazione prescelta. Potete provare anche a miscelare gli oli suggeriti in queste tre formulazioni in maniera diversa, eventualmente utìlizzandone solo 3 invece di 4.

Uso interno: Anice, Bergamotto, Camomilla blu, Camomilla romana, Lavanda, Maggiorana, Melissa, Mimosa, Muschio di Quercia, Neroli, Tuberosa .

lunedì 9 novembre 2015

Il biancospino, il tranquillante del cuore

Il biancospino è un parente del melo, del pero, del cotogno. Da noi son comuni due specie di biancospini: il Crataegus oxycantha, con fiori forniti di due o tre stili e foglie poco frastagliate, e il Crataegus monogyna, con un solo stilo e foglie profondamente lobate. Entrambi fioriscono a primavera, nel mese di maggio, e illuminano con il candore fiori i boschi e le siepi di campagna.


A volte si confondono con lo spino nero, Prunus spinosa, ma all'epoca dei frutti non ci si può sbagliare: quelli dello spino nero sono nerazurri, quelli del biancospino rossi brillanti. Si tratta di una delle più belle piante della nostra flora spontanea, molto decorativa,  sia d'inverno con l'intrico nero dei suoi rami spogli, sia in primavera, durante la bianca fioritura, sia in autunno, con l'allegro accento rosso delle sue bacche.

Come medicina non ha una lunga storia dietro di sè. Solo alla fine del secolo scorso due dottori americani hanno ottenuto ottimi risultati impiegandone i frutti e i fiori in decotto nel trattamento delle angine e delle malattie dell'aorta.

Confermate le sue qualità sedative e antispasmodiche, il biancospino vide estendere il suo campo d'azione ai disturbi dell'apparato circolatorio e agli squilibri neurovegetativi. Soccorre, ad esempio, le donne nell'età critica ed è utile come "tranquillante" naturale.

Un trattamento prolungato si fa con il decotto: 30 grammi di fiori e frutti per ongi litro d'acqua; far bollire per 5 minuti e prenderne 4 tazze al giorno. Per una tisana ipnotica e sedante, da prendere prina di coricarsi, preparare una infuso con 1 cucchiaino di fiori per ogni tazza d'acqua in ebollizione.


sabato 7 novembre 2015

Contro le occhiaie i rimedi naturali

Quello delle occhiaie è un problema che affligge molte persone e la loro comparsa è dovuta a vari motivi fra cui lo stress intenso, gli eccessi alimentari, una vita eccessivamente frenetica, il fumo, l'insonnia, o anche una carenza di ferro.  Non sono da sottovalutare le allergie, alimentari e non che possono provocare questo inestetismo. Per curare le occhiaie come tutti ben sapete si trovano in commercio creme o correttori  che magari sono efficaci sì, costano molto o in certi casi provocare degli effetti collaterali atrettanto fastidiosi. Io come sempre voto per i rimedi naturali che hanno la loro efficacia e sono privi di ingredienti provenienti da sintesi chimica o di origine animale.


Sarebbe opportuno riuscire a prevenire le occhiaie partendo da una sana alimentazione,  perchè con l’avanzare dell’età, la pelle si assottiglia sempre di più rendendo visibili i capillari, provocando di conseguenza le occhiaie. Perciò prendiamo l'abitudine di introdurre arance, carote, kiwi, succo di limone, pomodori e lattuga, daremo all’organismo la possibilità di assumere il giusto livello di vitamina C necessario per rafforzare i capillari; ruolo fondamentale contro le occhiaie è dato anche dagli alimenti ricchi di antiossidanti come legumi e cipolle.

E ora veniamo ai nostri rimedi:  il sia verde che nero, può essere impiegato per uso esterno contro le occhiaie, basta fare degli impacchi sugli occhi. Dopo aver imbevuto di tè un disco di cotone, applicatelo sotto gli occhi e lasciate agire per qualche minuto.

Efficaci contro le occhiaie sono anche le patate e i cetrioli: basta applicare uno spicchio di patata o una fettina di cetriolo sotto l’occhio per attenuare il gonfiore oppure i segni della stanchezza.

Poi ci sono gli infusi: a base di camomilla, rosmarino, malva e rosa: basta mettere un disco di cotone imbevuto nell’infuso sotto gli occhi e lasciare agire per almeno 10 minuti.

Se volete eliminare i segni della stanchezza, potete ricorrere ad una maschera per il viso con la Pappa Reale: basta applicare il prodotto sul viso e lasciare agire per 10 minuti.


venerdì 6 novembre 2015

La malva, il rimedio di Cicerone e Marziale

La malva, erba umile e agreste, fu tuttavia esaltata dalla scuola pitagorica come capace di grandi imprese: anche quella di liberare il corpo dalla schiavitù delle passioni. Senza arrivare a tanto, i medici concordano nell'affermare che un infuso di malva è eccelletnte per rimediare agli stati di infiammazione: coliche, cistiti, crampi, ascessi, mal di denti, mal di gola.

La malva agisce stendendo sul luogo del dolore la sua mucillagine, sostanze di cui è ricchissima , tenera, gelatinosa soave come una carezza. Per quanto ci si riferisce al sonno, dunque, la malva (Malva silvestris o rotundifolia) non potrà recar solievo se le turbe sono da imputare alla sfera delicata dell'anima e della psiche, ma solo quando si è resi inquieti da un malessere fisico.


La malva si può anche mangiare in minestre, frittate e in luogo degli spinaci. Cicerone e Marziale ne facevano gran uso, il primo per liberare il ventre pigro e restio (ufficio che anche l'infuso compie in modo eccellente) , il secondo per cancellare gli effetti di un'orgia.

Come racconta Virgilio, le capre malaticce brucano malva ad ogni pasto; i cavalli con la gastrite si giovano di un infuso di malva proporzionato alla loro taglia: 200 grammi di fiori e foglie in 5 litri d'acqua. Per l'uomo la dose è di 10 grammi in 5 litri d'acqua a bollore, cioè circa 1 cucchiaio di sommità fiorite (anche fresche) per ogni tazza.

In luogo della malva si può far uso della bismalva (Althea officinalis) ancor più persuasiva perchè è la due volte malva. Decotto di radici: 1 cucchiaino di frammenti per ogni tazza, far bollire 3-4 minuti. Il sapore non è strordinario: se si uniscono 2-3 frammenti di radice di liquirizia, le tisane di malva migliorano.


giovedì 5 novembre 2015

L'arancio per sonni irrequieti

Il paesaggio mediterraneo non è immaginabile senza l'arancio. E' l'albero dai frutti d'oro, dalle foglie lucide e profumate, dai fiori bianchi e talmente  odorosi che per tradizione sono stati ritenuti i soli degni di stare nel bouquet della spose.

Le proprietà del frutto sono arcinote: più o meno dolce, sempre comunque salutare e ricchissimo di vitamina C, è la grande riserva di freschezza nei freddi e sterili mesi dell'inverno. Con l'arancia si fa anche la marmellata per antonomasia, la prima e la più classica.


La bontà ddel frutto d'arancio ha fatto passare in seconda linea l'importanza delle virtù curative delle foglie e dei fiori di quest'albero (Citrus sinensis, l'arancio dolce, e Citrus aurantium, l'arancio amaro). Ma da lungo tempo è stata provata l'azione che questi svolgono per eliminare i disturbi provocati dalla eccesiva sensibilità ed eccitabilità del sistema simpatico.

I principi attivi contenuti nell'essenza di arancio regolarizzano i centri nervosi periferici, diminuiscono l'ampiezza delle contrazioni cardiache, infondendo un gran senso di calma. L'arancio viene in aiuto quando si stenta a prendere sonno e quando i sono sono irrequieti; quando, appena coricati, si è colpiti da forme nervose, come una tosse frequente, ansia, palpitazioni, angosce ossessive.

I grandi agitati farebbero bene a prendere un tè d'arancio anche durante la giornata, e lo stesso si consiglia a coloro che hanno lo sbadiglio facile e ripetitivo. Se il riposo notturno è impedito anche da disturbi della digestione, unire alle foglie anche alcune scorze d'arancia, che la medicina prescrive soprattutto come calmante dell'apparato digestivo.

L'infuso si prepara con 10-15 grammi di foglie e fiori d'arancio amaro in 2 decilitri d iacqua in ebollizione, oppure con una dozzina di fiori secchi, oppure con una dozzina di fiori freschi e con 2 foglie verdi. Lasciar riposare per non più di 6 minuti, dolcificare con miele.



mercoledì 7 ottobre 2015

Il luppolo per i pessimi dormitori

Il luppolo è parente della canapa, si arrampica su siepi, cespugli e boschetti arrivando anche a 3 metri di altezza. Possiede fiori maschili e femminili; quelli femminili sono amenti conici che, maturando, si trasformano in piccoli coni a forma d'uovo, nei quali sono contenuti i principi attivi più importanti, gli amari, che danno il caratteristico aroma alla birra.

L'infuso di luppolo (Humulus lupulus) era consigliato già nell'undicesimo secolo dalla badessa di un convento benedettino, Ildegarda di Bingen, esperta di erbe officinali. E da allora tutti i fitoterapeuti ne hanno sostenuto l'efficacia in molti disturbi connessi con la sfera psichica e nervosa: ansia, angosce notturne, stanchezza della vita, gastrite nervosa, mal di testa, pessima disposizione al riposo.


Ribadiscono tale opinione gli esperimenti di un fisiologo, tal Gromberg: somministrato alle rane in dosi basse, il luppolo le induce al sonno, in dosi alte arriva a paralizzarle. Per queste sue qualità sedative è stato nel passato prescritto anche come anafrodisiaco, ma non si abbiano forti timori, l'azione antieccitante non è stata confermata.

I principi attivi sono contenuti nel fusto e nelle foglie di questo bel rampicante, ma soprattutto nei frutti femminili che, a scuoterli, lasciano cadere una polvere resinosa e dorata, fortemente aromatica, dal grazioso nome di luppolino. Il luppolino contiene a sua volta la luppolina, alcaloide a potere rilassante e sedativo, ma anche tonico, digestivo.

Tutti i pessimi dormitori dovrebbero far appello al luppolo e prepararsi ogni sera prima di coricarsi una tisana versando 5 decilitri d'acqua a bollore su 10 grammi di erba secca; far riposare 8 minuti. Il sapore amarognolo è gradevole.

giovedì 1 ottobre 2015

Lavanda, olio essenziale

Nome botanico: Lavandula officinalis
Famiglia: Labiate
Provenienza: bacino del Mediterraneo
Estrazione: dai fiori
Profumo: fresco, penetrante, floreale
Azione energetica: yin-yang
Pianeta governatore: Mercurio, Luna
Proprietà: analgesica, antidepressiva, antispastica, antireumatica, cicatrizzante, antisettica, calmante, antiemicranica, antitossica, regolatrice del sistema nervoso, diuretica, deodorante
Principali indicazioni: malattie della pelle, reumatismi, affezioni delle vie respiratorie, disturbi digestivi, infezioni genitourinarie, disturbi del sistema nervoso

La lavanda gode di numerosissime proprietà ed è considerata l'essenza più versatile, per le sue molteplici utilizzazioni, da tenere sempre a portata di mano per ogni evenienza. Il nome deriva dal latino lavare, e infatti i Romani usavano utilizzarla per le loro pratiche di abluzione; ben noto è il suo potere antitossico e antiveleno, per cui ancora oggi i cacciatori, quando i loro cani sono morsi da una vipera, colgono un po' di lavanda, la stropicciano tra le dita per liberarne l'essenza e la strofinano sulla sede del morso per inattivare il veleno.

Sacchettini di tela pieni di fiori di lavanda vengono messi tra la biancheria per aromatizzarla e per preservarla dalle tarme, ma alla base di questa tradizione c'è un significato ben più profondo: infatti la lavanda è una vera e pianta per le donne, che si adattava, tradizionalmente, per i primi tempi di matrimonio (fiori di lavanda venivano messi tra le lenzuola di lino del corredo della sposa). Essa aiutava la personalità femminile ancora immatura a superare il timore dei rapporti sessuali.

L'utilizzo di fiori ancora in boccio si confaceva alle personalità non ancora "sbocciate" di queste promesse spose, spesso giovanissime, con aspirazioni di matrimonio romantico in cui però il sesso veniva avvertito in modo alquanto minaccioso. La lavanda quindi, pianta sotto l'influsso della luna, pianeta tipicamente femminile, rafforza l'ego della donna, stabilizzandone l'emotività eccessiva. La lavanda, pianta mercuriana, è prettamente indicata in tutti gli squilibri energetici, quali nervosismo, stress, debilitazione, e nelle relative somatizzazioni: insonnia, ipertensione, cefalea, palpitazioni, dove svolge un'azione essenzialmente riequilibratrice. Alla sera, qualche goccia massaggiata sulla nuca e sulle tempie o messa sul cuscino favorirà il sonno. Secondo gli antroposofi, qualche goccia di essenza nell'acqua del bagno aiuta a ristabilire il contatto tra il corpo fisico, l'etereo e l'astrale. E' leggermente anestetica, ha proprietà antisettiche e antimicrobiche, stimola la produzione dei globuli bianchi, quindi è utile in corso di infezioni e malattie da raffreddamento.

E' antispastica, calma i dolori mestruali e stimola la mestruazioni scarse. Facilita la digestione, combatte le coliche e il meteorismo, soprattutto su base nervosa. Allevia i dolori muscolari; durante il travaglio del parto, massaggiata sulla regione lombare, allevia i dolori e facilita le contrazioni, inoltre ha un'azione calmante. Per le sue proprietà antisettiche, antinfiammatorie e cicatrizzanti, unite alla sua tollerabilità, trova largamente impiego nella cura della pelle: dopo un'eccessiva esposizione al sole, spalmata sulla pelle , diluita in un latte rinfrescante o in un olio doposole, previene e calma le scottature, disinfetta le ferite e promuove la cicatrizzazione,agisce sulle punture di insetti, sulle ustioni, sulle micosi; può essere applicato su ogni tipo di pelle, combatte la seborrea e può stimolare la ricrescita dei capelli in caso di alopecia areata.


sabato 29 agosto 2015

Camomilla romana, olio essenziale

Nome botanico: Matricaria chamomilla
Famiglia: Composite
Provenienza: Europa
Estrazione: dai fiori
Profumo: erbaceo, dolce
Azione energetica: yin
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: analgesica, antiallergica, antispastica,, antinfiammatoria, sedativa, nervina, antidepressiva, cicatrizzante, sudorifera, febbrifuga, digestiva


La camomilla era una delle dodici piante sacre ai Greci, che la utilizzavano ampiamente per la cura delle malattie. Questa "erba del leone" possiede una importante azione antinfiammatoria, legata a un principio attivo in essa presente, l'azulene, che si combina in modo sinergico con i suoi altri costituenti. Di qui il suo valido potere sfiammante e cicatrizzante delle dermatiti, allergie cutanee, arrossamenti, ustioni. L'altro grande versante di azione è la psiche e il sistema neurovegetativo; è uno dei più antichi sedativi, in caso di insonnia, nervosismo, negli adulti ma anche nei bambini, in caso di coliche addominali, dolori da dentizione, mal d'orecchio, agitazione e disturbi del sonno.

 E' antidepressiva e, massaggiata nell'area del fegato, allevia la collera, nei soggetti "biliosi". Calma le mestruazioni dolorose e il mal di testa, aiuta la digestione, combatte l'aerofagia, il vomito e i dolori di stomaco. Migliora le difese del sistema immunitario, potenziando l'azione dei globuli bianchi, quindi è indicata in tutte le infezioni. Mescolata a un olio da massaggio scioglie i muscoli contratti dopo attività fisica e allevia i dolori reumatici. In caso di dolori colici renali o epatici, massaggiandola lungo l'uretere o sull'area epatica, svolge un'azione analgesica, sedativa e antispastica.

Aiuta nell'espulsione di calcoli renali. La sua azione si combina assai bene con essenze quali rosa e lavanda, che condividono l'azione sul sistema nervoso e che possono essere aggiunte, in parti uguali, per un bagno rigenerante e rilassante. Per la ricchezza e la varietà delle sue azioni, l'essenza di camomilla dovrebbe, a pieno titolo, rientrare nell'elenco dei rimedi e dei prodotti da tenere nell'armadietto del pronto soccorso familiare.


martedì 25 agosto 2015

Pietre e cristalli, Lepidolite

Un viola che ti riempie gli occhi  e ti ricorda che non sei solo carne e sangue, ma anche energia, anima, spirito e potenza. 

LEPIDOLITE
Caratteristiche:  Gruppo delle miche potassiche; sistema monoclino; si presenta di solito in masserelle scagliose o fogliacee, raramente in cristalli; colore: dal viola pallido al rosa, fino all'incolore

Proprietà: dissolve le paure e placa l'ira, combatte lo stress
Disturbi: indicata per chi soffre d'insonnia; attiva la produzione di ormoni
Associazione con i chakra: terzo e sesto


lunedì 10 agosto 2015

Arancio amaro, olio essenziale

Nome botanico: Citrus aurantium
Famiglia: Rutacee
Provenienza: India, Cina
Estrazione: dalla scorza esterna del frutto maturo, per spremitura
Profumo: fresco, ricco, dolce-amaro
Azione energetica: yang
Pianeta governatore: Sole
Proprietà: antispasmodico, sedativo, astringente, antisettico, tonico del cuore, depurativo
Principali indicazioni: stanchezza, insonnia, disturbi nervosi, stitichezza, disturbi digestivi, dermatiti, rughe, gengiviti, stomatiti

Dalla pianta di arancio amaro, originaria dell'estremo Oriente e poi diffusasi nel bacino del Mediterraneo, si ricavavano tre tipi di essenza: dalla scorza esterna l'essenza di arancio amaro, dalle foglie fresche e dai rametti si distilla il petitgrain, dai fiori la pregiata essenza denominata neroli. Dalla scorza dei frutti di un'altra pianta di arancio, varietà dolce (nome botanico: Citrus sienesis) si ricava l'essenza denominata arancio dolce, le cui caratteristiche richiamano quelle del''arancio amaro.

Gli agrumi, arance, limoni, ma anche mandarini e pompelmi, sono i vegetali che meglio si lasciano penetrare dal calore cosmico e per questo sono intimamente legati all'elemento fuoco: sono la manifestazione delle forze cosmiche di luce e calore che si materializzano e diventano sostanza nei fiori, nelle scorze, nei frutti, nel legno. Negli agrumi la luce diventa profumo, e ciò spiega l'azione vitalizzante di questi oli essenziali. Erano arance i "pomi d'oro" del giardino delle Esperidi, messi al sicuro da Giove in un luogo ben protetto; l'undicesima fatica d'Ercole fu proprio quella di riuscire a trafugare i pomi d'oro dal giardino segreto. I pomi delle Esperidi, questi frutti solari segnati dal fuoco, esprimerebbero i più alti concetti della scienza ermetica, l'intelligenza del cuore, rappresentata dal sole,che si fonde e si armonizza con il freddo e il limpido intelletto lunare. 

La varietà arancio amaro  ha, nonostante il nome, un profumo fresco e delicato, molto gradevole e aromatico, per niente amaro. Si ossida facilemente, pertanto non si conserva a lungo. E' particolarmente indicato per il massaggio e, aggiunto all'acqua del bagno, esplica un'azione rinfrescante, depurativa, tranquillante e rivitalizzante nel caso di pelle untuosa o asfittica o nel caso di ritenzione idrica. Questa essenza di agrumi, che racchiude l'energia dei magici frutti dorati, richiama qualità tipicamente solari, quali vitalità, espansione, fiducia, azione, temperate e mitigate dalla dolcezza. Così, un massaggio, in particolare a livello del plesso solare e del petto, apporterà energia e aiuterà a cacciare la malinconia e lo stress, senza eccitare, ma calmando la tensione nervosa a livello del cuore, organo solare per eccellenza.  

Diluito in acqua, sotto forma di sciacqui, è tonico per le gengive e combatte stomatiti e afte. L'essenza di petitgrain si ottiene per distillazione dalle foglie e dai ramoscelli dell'albero di arancio amaro. Un tempo veniva estratta dalle arance verdi acerbe, quando ancora erano molto piccole, da cui il nome petit grains o piccoli grani. Il profumo è fresco e delicato, tra quello degli agrumi e quello dei fiori, per cui spesso l'essenza viene usata per adulterare quella dei fiori d'arancio (neroli), più pregiata. Il petitgrain trova impiego nei disturbi del sistema nervoso quali insonnia, esaurimento, stress, per bagni o massaggi rilassanti, nel trattamento della pelle grassa o acneica e nell'ipersudorazione. Svolge inoltre un'azione antispastica e digestiva.


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