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domenica 12 luglio 2015

Vitamine, alcune precisazioni,Vitamina A

Sarà capitato anche a voi, soprattutto durante l'infanzia, di essere stati sottoposti al bombardamento vitaminico post antibiotico. Quando ero piccola bastava una febbriciattola e via con una cura di vitamine.  Ma facciamoci una domanda: come vanno assunte le vitamine, in quali alimenti si trovano, e se vanno integrate, in che dosi?


VITAMINA A
Con il temine vitamina A vengono indicati sia il retinolo (di origine animale) che i suoi analoghi detti retinoidi, di cui ne conosciamo almeno 1500 tipi diversi, tra naturali e sintetici. Anche alcuni carotenoidi (presenti nel regno vegetale) possiedono l'attività biologica della vitamina A, in quanto possono fungere da provitamine (che si traformano in vitamina A nell'organismo).

Il più famoso precursore della vitamina A tra i carotenoidi è il betacarotene. E' noto che questa vitamina liposolubile è utile per la salute della pelle, mucose e vista, soprattuttto con luce scarsa; inoltre, essa sostiene il lavoro del sistema immunitario, aumentando così la resistenza dell'organismo contro le infezioni. Intensa è anche la sua azione antiossidante.

Le fonti: la vitamina A è presente negli alimenti di origine animale, soprattutto nel fegato e nella milza, seguiti poi da latte e derivati e uova. Dato che carne, latte e uova sono ricchi di colesterolo LDL, si consiglia di assumerla principalmente tramite pesce e derivati e fonti vegetali. I carotenoidi, da cui l'organismo ricava la vitamina A, sono presenti soprattutto nei tessuti vegetali e nei microrganismi fotosintetici. Tra i tessuti vegetali, ne sono particolarmente ricchi quelli a colorazione giallo- arancione  (visto che tali fattori sono direttamente responsabili di questo tipo di colorazione) e quelli a foglia verde.

Integrazione: per fini generici disalute, bastano 5000 UI (unità internazionali) per gli uomini e 2500 UI per le donne. Nel corso di un'infezione virale acuta, un dosaggio singolo di 50.000 UI per uno o due giorni è sicuro ache nei bambini in età scolare (sempre chiedendo consiglio al medico). Nel caso del betacarotene, una dse giornaliera di 25.000 UI (15 mg dibetacarotene) è indicata a fini generali. Come immunostimolante, il dosaggio varia da 25.000 a 300.000 UI in quanto ancora utlizzate sulle confezioni di numerosi integratori di vitamina A.


sabato 11 luglio 2015

Gli oli essenziali, precauzioni d'uso

Non assumere essenza per via interna di propria iniziativa senza il controllo del medico. Evitare il contatto con gli occhi e con le mucose: in tal caso sciacquare immediatamente e abbondantemente con acqua. Non applicare direttamente sulla pelle gli oli essenziali non diluiti perchè potrebbero irritare la pelle. Non esporsi al sole dopo l'applicazione di essenze, perchè potrebbero scatenare, in presenza dei raggi ultravioletti, delle reazioni cutanee di tipo fotoallergico. 

Questa precauzione vale in particolare per le essenze derivate dagli agrumi (bergamotto, arancio, mandarino, limone), verbena e cumino.
Per persone soggette ad allergie, è consigliabile testare l'olio applicando una goccia di essenza diluita, a livello della superficie interna dell'avambraccio e attendere 24 ore. Se compaiono nella sede dell'applicazione manifestazioni quali prurito, arrossamento, irritazione, non procedere all'uso. Particolare attenzione va usata con i bambini, diluendo sempre le essenze, e utilizzando quelle più delicate quali: camomilla, lavanda, arancio, mandarino, rosa, benzoino, niaouli, mirto. Per bambini di età superiore ai 3 anni usare metà della dose raccomandata per gli adulti; per i bambini di età inferiore ai 3 anni usare un quarto della dose per adulti; per i bambini di età inferiore  all'anno e mezzo, per bagnetti usare una sola goccia di essenza. Si sconsigliano in età pediatrica i seguenti oli: timo, eucalipto, salvia, anice e tutti gli oli indicati come tossici o lievemente tossici. Tenere le essenze fuori della portata dei bambini. In gravidanza evitare le seguenti essenze: finocchio, issopo, salvia, timo, rosmarino. In caso di ipertensione evitare: issopo, salvia, timo, rosmarino.

Ci sono alcune essenze (anice, issopo) che possono presentare un rischio di tossicità se utilizzate in quantità elevate. Per quantità elevate si intendono 10-20 millilitri di essenza (si tenga presente che un millilitro corrisponde a 20 gocce).
Alcune essenze, a dosaggio elevato, si considerano lievemente tossiche su soggetti sensibili: canfora, ginepro, incenso, timo, eucalipto, rosmarino. Altre, pur non presentando rischio tossicità, possono essere irritanti anche se applicate sulla cute: basilico, limone, melissa, menta, timo, finocchio.


Il mix di fiori di Bach per i traumi: Rescue Remedy o Rimedio d'emergenza

Il Rescue Remedy o Rimedio di Emergenza è una miscela di fiori, costituita da Rock Rose, Impatiens e Clematis, Cherry Plum e Star of Bethlehem. Un “elisir”, un mezzo di pronto soccorso terapeutico in tutte le condizioni di emergenza, dal trauma fisico (per esempio un mal di testa) a quello psichico, e anche dal lutto, all’abbandono, alla perdita, agli esami da sostenere, al post partum.


Grazie a questo rimedio si hanno benefici immediati come la calma, la serenità, il sollievo, la sicurezza, il riequilibrio delle energie interiori nelle situazioni di stress o particolarmente impegnative. Inoltre, aiuta a ridimensionare la paura e il nervosismo. Il Rescue Remedy è indicato nelle situazioni di emergenza, per coloro che sono sotto shock o infortunati, o per le persone che vivono accanto a queste.

E' un rimedio universale e può essere utilizzato anche per le piante  (quando si rinvasa, si sposta o si trapianta, oppure anche quando la pianta ha sofferto uno stress termico o di scarsità di acqua) e per gli animali (quando hanno subito un trauma, sono impauriti, terrorizzati o prima di un intervento chirurgico). Mix floreale prezioso per coloro che soffrono di tachicardia e attacchi di panico (o poco prima o in corso), che hanno subito uno shock, che in macchina soffrono il traffico o per coloro che si sentono agitati prima di un impegno importante (colloquio di lavoro, esame, meeting, etc.).



Ad ogni segno la sua pietra, Capricorno

La terra, simbolo di ciò che è stabile, razionale, di legame con le tradizioni, del materiale, della semplicità, della continuità.

CAPRICRONO
Pianeti: Saturno, Urano, Marte
Pregi: affidabilità, tenacia, determinazione, ambizione, razionalità, umiltà, perseveranza, professionalità, spirito di sacrificio, pazienza.
Difetti: durezza, mancanza di scupoli, avidità, scarsa affettività, aridità, diffidenza, eccesso di rigore, ipercriticità. 
Colore: verde scuro, marrone scuro
Cristalli: onice e tutte le pietre nere

Energie disponibili e parti del corpo associate: ha poche energie ma le sa usare con grande intelligenza; è il segno della longevità ma anche delle malattie croniche; la parte del corpo che lo caratterizza è la colonna vertebrale, quindi sono tipiche le artrosi, i reumatismi, le calcificazioni. Anche identi sono il suo punto debole; ha infine la pelle incolore e delicata, spesso soggetta funghi, vitiligine e simili

Per potenziare i pregi: cristalli indaco, neri, azzurri
Per combattere i difetti: cristalli rossi, rosa, bianchi


Emicrania d'estate: idratarsi aiuta a ridurre il rischio

Con l'estate coloro che soffrono di emicrania passano un momento molto difficile a causa del caldo opprimente e dei picchi di temperatura che sono fra le cause del mal di testa cronico. La conferma arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Neurology che spiega che come il rischio emicrania cresca dell’8% rispetto ad ogni innalzamento di 9 gradi della temperatura.


Rimanere adeguatamente idratati riduce il rischio. La disidratazione provoca un calo del volume del sangue la cui conseguenza è un minore flusso di sangue e ossigeno al cervello. Ciò causa la perdità di elettroliti che si riversa sul sistema nervoso del cervello che lancia in questo modo segnali di dolore. E proprio lo studio ha evidenziato lo stretto legame tra la disidratazione e l’emicrania.

Il team ha coinvolto un gruppo di persone affetto da emicrania e lo ha diviso in due gruppi. Al primo è stato prescritto un farmaco placebo, al secondo è stato raccomandato di bere 1,5 litri di acqua (circa 6 bicchieri), in aggiunta alla dose giornaliera. Dopo due settimane, i ricercatori hanno scoperto che il gruppo a cui era stato raccomandato di bere, non solo aveva aumentato di 4 bicchieri l’assunzione di acqua, ma aveva anche provato complessivamente, per l’intera durata della rilevazione, 21 ore di dolore in meno e mal di testa di intensità minore, rispetto al gruppo cui era stato somministrato il farmaco.


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