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domenica 15 maggio 2016

Mettere a lettiera, mettere la cesta in capo, mettere l'asino a cavallo, mettici un toppino

Mettere a lettiera, mettere la cesta in capo, mettere l'asino a cavallo, mettici un toppino. Li avrete di sicuro sentiti, almeno una volta, altrimenti significa che non siete stati in Toscana.


METTERE A LETTIERA: lo stesso che sistemare per le feste, ridurre a mal partito

METTERE LA CESTA IN CAPO: modo di dire senese: incoraggiare un incontro fra due giovani che si amano, ma sono troppo timidi per farsi avanti. L'origine è campagnola; le contadine, per fare acoppiare le coniglie un po' retinenti, le mettono col maschio sotto una cesta capovolta, in modo che prima o poi, per amore o per forza, la prigionia, la vicinanza e la mancanza di distrazioni producono l'effetto sperato


METTERE L'ASINO A CAVALLO: modo di dire figurato molto efficace quando si vuole accoppiare il bello e il brutto e mettere una cosa di poco valore sopra una pregiata. le applicazioni, sempre sarcastiche, sono numerosissime; per esempio nel Giusti, che l'usa più volte: "Che volete che facessi, io, alla testa d'un battaglione? Era proprio un metter l'asino a cavallo"

METTICI UN TOPPINO: lo dicono a Livorno per commenare ironicamente una cosa inverosimile o per chiudere una discussione. "A me mi ci metti un toppino"



Esaurimento ed Anemia: facciamo scorta di Fave

Esaurimento ed anemia: facciamo scorta di fave. Le fave in questa primavera dal clima alquanto ballerino possono essere un valido aiuto in caso di esaurimento ed anemia per l'alto contenuto di sostanze nutrienti e benefiche. Mettiamole in tavola con allegria.


Aprile e Maggio sono i mesi delle fave o baccelli, uno dei legumi più antichi.Soprattutto quelle fresche, sono un alimento fortemente ricostituente e dunque particolarmente indicato a sostenere l’organismo al cambio di stagione. Contengono vitamine del gruppo B (come la riboflavina, l’acido folico e la tiamina) e di vitamina Epotassio, zinco, magnesio, fosforo, rame e ferro. Quest'ultimo infatti è un ottimo rimedio contro l’anemia e la stanchezza di primavera, si assorbe più facilmente dai tessuti se assunto contemporaneamente con la vitamina C. Alle fave, per aiutare ancor più l'assorbimento del ferro si possono abbinare alimenti ricchi di vitamina C, come agrumi, peperoncino, verdure a foglia verde (soprattutto la rucola), pomodori, piselli e prezzemolo.


Inoltre le fave hanno un alto contenuto di proteine contenute in abbondanza nelle fave, che però mancano di un particolare aminoacido e per essere meglio assimilate sarebbe preferibile associarle a dei carboidrati, come pasta, riso o pane, sempre integrali. E poi contengono vitamina E,  nutrimento della pelle. Dalle mie parti si mangiano con gran gusto insieme a formaggio fresco, una fetta di pane integrale, o del prosciutto.

Sono buone anche cotte al vapore o appena sbollentate, con un filo di olio extravergine e una manciatina di prezzemolo fresco, oppure stufate in padella con una piccola cipolla di Tropea affettata e una manciata di lattuga tagliata a listarelle. Fuori stagione troviamo quelle secche, non più verdi ma beige, più grosse, che come tutti i legumi secchi devono essere ammollate nell'acqua: se sono decorticate bastano 2-3 ore, altrimenti almeno una giornata. Dopo l’ammollo vanno sbucciate e per farlo velocemente è meglio sbollentarle per mezz’ora. Le fave secche sono il legume più ricco di proteine: un etto ne contiene ben 27,2 grammi.

Mettetele  nelle zuppe e nei minestroni, nella preparazione dei puré (perché si sfaldano facilmente) e possono essere arrostite in forno. Attenzione, aggiungere il sale solo a fine cottura: in questo modo non si rischia di indurire le fave, rendendole indigeste.






Star bene usando il linguaggio del corpo

Star bene usando il linguaggio del corpo è una pratica che dovremmo fare tutti. Grazie al linguaggio del corpo infatti, è possibile combattere la depressione. Come? Con gesti davvero semplici e alla portata di tutti.


Avete bisogno di un rapido toccasana?  Ecco sei modi facili per battere la depressione con il linguaggio del corpo.


1. UNA PASSEGGIATA A PIEDI
Gli scienziati del Canada’s Institute for Advanced Research avevano due gruppi di partecipanti per un singolare studio: un gruppo doveva cammianre su un tapis roulant, il primo ad andatura lenta e portamento cadente, l'altro ad andatura sostenuta e portamento eretto.  Mentre camminavano, ai soggetti sono state indicate una lista di parole positive e negative. I camminatori "depressi" hanno ricordato le parole più negative, mentre i camminatori "allegri" quelle positive riportate sulla lista, suggerendo che il loro linguaggio del corpo durante la prova ha influenzato il loro stato d'animo e la memoria . Morale? Alzate la testa e puntate in alto.

2. SORRIDERE
Un sorriso spontaneo, che coinvolge gli occhi e la bocca,  aiuta a rilasciare endorfine nel flusso sanguigno e stimolare il sistema immunitario. I ricercatori dell'Università del Kansas hanno scoperto che le persone che sorridono hanno maggiori tassi di recupero del cuore dopo eventi stressanti. Quindi, se vi trovate in una situazione stressante, un sorriso potrebbe essere una vera e propria cura.

3. ASSUMERE UNA POSA DI POTERE
Provare un posa di potere per ripristinare la fiducia. O alzare le braccia nella posa di vittoria o mettere le mani sui fianchi come Superman e tenerle in quella posizione per pochi istanti. Può aiutare a ridurre i livelli di cortisolo (ormone dello stress) e aumentare gli ormoni del benessere, dice Amy Cuddy, professore della Harvard Business School.

4. ESSERE UNO SPECCHIO
L' esperto di linguaggio del corpo Christopher Carter dice che rispecchiarsi negli altri è un ottimo modo per costruire una connessione istantanea, ad esempio, se ci troviamo con una persona che si siede e adotta una postura rilassata, proviamo a fare lo stesso. E se l'energia della persona è molto alta, è possibile costruire rapporto con questa persona rispecchiandosi nella sua energia.

5. RIDERE
La risata sostiene l'umore , permette ai muscoli di rilassarsi, migliora la glicemia e abbassa i livelli di pressione sanguigna, secondo la Mayo Clinic. Perché ridere è una azione sociale e riduce l'isolamento.

6. DISTENDERE  I PROPRI ARTI
Quando ci si sente nervosi, incerti e o pauriti, si può ritrovare noi stessi incrociando le braccia o le gambe o mettendo le mani davanti al viso o alla bocca: si chiama "body blocking", ed è segno di disagio universale. Per sentirsi meglio, stendete i vostri arti e occupate più spazio. Facedolo con voi stessi trasmetterete fiducia sia a chi vi circonda chce al vostro cervello. 

sabato 14 maggio 2016

Menga, merda di micio

Menga e merda di micio, due modi di dire davvero strani e con origini altrettanto originali, che, a mio parere, vale la pensa di conoscere.


MENGA: singolare personaggio non meglio identificato, probabilmente di fantasia, che è passato alla storia patria per una sua inflessibile legge detta, appunto "Legge del Menga". L'esemplare applicazione di questa legge è stata illustrata nel famoso "Processo di sculacciabuchi" del quale, per meglio chiarire il concetto e rinfrescare la memoria, viene qui citata la sentenza finale:

...E senz'altro proscioglie l'imputato
dall'accusa lanciatagli infamante,
applicando la gran legge del Menga
che dice: chi l'ha 'b culo se lo tenga.
Oppur la stessa legge di Bisenzio
ch'è di pigliarlo 'n culo e far silenzio.


MERDA DI MICIO: netto diniego registrato a Volterra per significare: "niente affatto". A questo significato negativo, del resto coerente con quelli figurati che derivano da "merda" si contrappone la semplice, campagnola, protoecologica "cacca di gallina", toccasana salutare per tutti i mali, stando almeno a questa ineffabile ricetta popolare:

Medicina, medicina,
un po' di cacca di gallina
un po' di cane, un po' di gatto
domattina 'un ce c'è più altro



Portafiori e Coprichiavi con i palloncini

Portafiori e Coprichiavi con i palloncini. Ecco un lavoretto creativo per usare quei palloncini che vi sono rimasti dopo una festicciola e che non sapete come utilizzare. 



Oggi ci cimenteremo nella creazione di un piccolo vaso da fiori e di un coprichiavi, entrambi usando palloncini, magari proprio quelli che sono rimasti non utilizzati dopo una festicciola. Così avrete la possibilità di usarli in maniera creativa e dare il vostro tocco di originalità, dando nuova vita anche ad un bicchiere o ad un piccolo contenitore in vetro che magari è rimasto spaiato.


Tagliate il palloncino ad un centimetro dalla sua estremita’ superiore facendo attenzione a mantenere quella parte del collo che vi servira’ come foro per inserire i fiori. A questo punto e con un po' di impegno, a partire dal foro, allargate il palloncino e ricoprite poi il bicchiere avendo l’accortezza di tenere in alto la parte bucata.  Potete decidere di tenere l’estremita’ superiore all’interno oppure all’esterno a seconda di come preferite: dipende solo dal vostro gusto.


Sempre i palloncini bucati o vecchi possono rinascere a nuova vita diventando originali coprichiavi. Prendete i palloncini che non usate piu’, di piccole dimensioni. Tagliateli a meta’ usando un paio di forbici.

 

Mettete la parte superiore, quella con l’imboccatura, al di sopra della chiave che volete ricoprire. Fate un foro conficcando uno stuzzicadenti nel palloncino all’altezza del foro della chiave. Inserite l’anello del portachiavi. Il vostro coprichiave e’ pronto. Usando palloncini di diversi colori vi risultera’ molto piu’ facile distingure le vostre chiavi.


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