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domenica 12 giugno 2016

Ponce

Ponce, che a Livorno e ormai ovunque, è, possiamo dirlo con certezza, il simbolo di questa città. Insomma un elisir. Andate a Livorno e provatelo.


PONCE: si provi qualcuno a dire ai livornesi che il ponce deriva dall'inglese punch! E' il toccasana, il nutrimento, la bandiera di una città ("a Livorno c'è il ponci 'n del cervello!"), il latte al quale non ci si divezza mai, il whisky labronico, l'aperitivo il digestivo, il pretesto, la scusa, il brindisi e l'ammazzaguai che ha fatto proseliti in tutta la costa tirrenica.


Eppoi, PONCE è solo il nome di una specie: di ponci, diversissimi, ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le occasioni, e ognuno ha un suo nome gergale preciso. Eccone alcuni:
BERSAGLIERE: ponce bianco con un spicchio d'arancia. Si chiama così perchè si prepara alla svelta
BOERO: ponce forte con curaçao, detto anche "boerino", "bola", "dragone", "drosche" come pure "trosche". A seconda della forza alcolica c'è il "drosche" semplice, il "drosche" di spora ecc. Era il ponce dei vetturini e proprio dalla carrozza (drosche, e a Firenze troschei) ha preso il nome di MEZZINO: piccolo ponce economico.
NONNA: a Pisa è un ponce carico, abbondante
PONCE RISTRINTO E PONCE RUMMOSO: ambedue con molto rum,
ROCCHINO: ponce bianco
RUMMINO: solo rum
VESTRINO: ponce viareggino piuttosto leggero, ma lo si può rafforzare e renderlo "bello zingato con sete 'olpi di rumme". A Uliveto (Pisa) il vestrino è il caffè con uno schizzo di cognac.
VIPERA: ponce nero
TORPEDINE O TORPEDINIERA: ponce molto carico


Una clinica per gatti terminali

Un clinica per gatti terminali esiste, ed è stata creata dalla signora Maria Torero che si prende cura di pazienti felini terminali.


Vi siete mai chiesti che fine fanno i gatti malati terminali di cui nessuno si prende cura? Sono moltissimi gli esemplari che ogni anno muoiono di leucemia. E in loro aiuto accorre Maria Torero, un'infermiera di 45 anni che, al fine di sensibilizzare le persone nei confronti delle sofferenze di questi gatti, ha trasformato la sua casa in un clinica.


La sognora Torero ha attualmente 175 pazienti, un numero davvero notevole come le spese che deve affrontare per le cure: 1.500 dollari ogni mese. Nonostante tutto, per Maria è un dovere aiutare questi animali che naturalmente nessuno vuole, e molto esplicativa è una sua dichiarazione:  “La gente non adotta gatti adulti, meno che meno malati terminali”.

Tra l'altro, fra gli amici di Maria alcuni trovano che questa scelta sia inopportuna, poichè il tempo che deve essere loro dedicato è molto, per non parlare dei cattivi odori che si spandono nell'ambiente domestico. Anzi, ci sono quelli che le cosigliano di dedicarsi piuttosto a gatti sani. Ma Maria è irremovibile:  “Non è il mio ruolo, io sono un infermiera”, dice. C’è però in generale grande solidarietà ed ammirazione verso la donna, con molti che le fanno piccole donazioni per aiutarla a coprire le spese che sostiene per curare i gatti.

Usi cosmetici dell'olio di oliva

Usi cosmetici dell'olio di oliva: struccante, peeling, scrub, maschera per pelle secca. Scopriamo insieme virtù e modalità d'uso


Ci sono tantissimi prodotti a base di olio di oliva per la cura del corpo, creme per il viso, oli e bagni doccia, lozioni per il corpo e per i capelli. Ma il prezioso oli odi oliva lo possiamo usare anche in ricette fai da te e risparmiare sull'acquisto di costose confezioni ed avere tutti i preziosi benefici dell'olio in casa. Ecco alcuni utili usi.


Struccante: è di una semplicità disarmante, perchè basta bagnare in acqua calda un batuffolo di cotone, togliere l’acqua in eccesso, versarvi qualche goccia di olio extravergine di oliva, passarlo sul viso e collo: il trucco sarà asportato in maniera molto delicata e se volete evitare anche l'uso del tonico, con un altro batuffolo intriso in un po’ d'olio massaggiare per bene il viso e sciacquare via tutto con sapone delicato.

Peeling: 1 volta a settimana, mescolare bicarbonato di sodio e olio fino ad ottenere una consistenza cremosa e strofinare leggermente il viso, sciacquare con sapone delicato, la pelle sarà perfettamente liscia e si potrà anche fare a meno di usare la crema.

Scrub: vi occorrono olio d’oliva a una manciata di sale grosso (o fino se si ha la pelle sensibile) da mischiare insieme, quindi strofinare sulla pelle del corpo e risciacquare; è efficace anche per la pelle secca di gomiti e talloni.

Maschera per pelle secca: mescolare una parte di olio, una parte di miele ed una di argilla in polvere per una maschera purificante e distensiva;  sempre per il viso una parte di olio, una di miele ed una di yogurt per una maschera nutriente.

sabato 11 giugno 2016

Piantare un melo, pici, piecciocci, piedi a parabarberi

Piantare un melo, pici, piecciocci, piedi a parabarberi, pigliare i cocci e incocciassi altri modi, qualcuno un po'fetente, di descrivere anche qualche difetto fisico


PIANTARE UN MELO: cadere all'indietro battendo il sedere (le mele cioè). Si dice soprattutto ai bambini per distrarli dal dolore della caduta e farli sorridere. E siccome l'espediente, in genere, fallisce fra i pianti e strilli, si insiste aggiungendo scorno pur con le migliori intenzioni: "Vien qui che ti rizzo"

PICI: la politica non c'entra: i "Pici" sono certi spaghettini aritgianali, tirati e filati a mano, specialità della gastronomia casalinga del Senese e di Chiusi. Parenti stretti, di nome e di fatto, dei "pinci" che si mangiano, però a Montalcino


PIECCIOCCI: è chi cammina piano piano, magari strascicando i piedi; e anche una persona indecisa, che non leva un ragno da un buco

PIEDI A PARABARBERI: piedi con le punte divaricate. Lo dicono nel Senese dove "barberi", oltre che i cavalli che corrono il Palio, sono le palline di terracotta con le quali giocano i ragazzi

PIGLIARE I COCCI E INCOCCIASSI: arrabbiarsi, impermalirsi, diversamente dal significato di intestardirsi che i dizionari italiani di lingua danno "incocciarsi". C'è chi vi trova un riferimento all'opera vana e rumorosa di raccogliere frammenti di stoviglie o vetri ("Chi rompe paga e i cocci sono suoi")


Come riciclare i calzini spaiati

Come riciclare i calzini spaiati può essere un'interessante attività creativa attraverso la quale sarete in grado di creare, in base al tipo di calzino, utili oggetti casalinghi 


Prima o poi succede, anche quando si presta somma attenzione: si perde un calzino e non lo si ritrova più. Inutile cercarlo tanto non lo troverete mai. Com'è come non è, ve ne rimane solo uno. Che fare? Sicuramente non gettarlo, questo è poco ma sicuro, ma riciclarlo in base al tessuto o al filato di cui è composto. Vediamo alcuni esempi. 


Calzino in spugna: si presta perfettamente per essere usato nella cosmetica casalinga, infatti potete inserirvi uno scrub naturale, le erbe da cui trarre l'infuso per detergervi, residui di saponette ecologiche per detergere la vostra pelle.

Calzino in filo di scozia:  da riciclare sottoforma di sacchettini profuma armadi. All’interno del calzino potete inserire una manciata di lavanda oppure di camomilla e riporlo nei cassetti e negli armadi.

Calzino in lana: usatelo per spolverare le piccole superfici della casa. Indossatelo come un guanto così passerete facilmente attraverso le fessure dei termosifoni o delle tapparelle.

Calzino in cotone:  usatelo per la pulizia dei sanitari e dei vetri delle finestre in quanto non lascia pelucchi e si asciuga molto in fretta.

Creare un peluches da un calzino: in questo caso va bene qualunque tipo di calzino abbiate. Farete felici i bambini realizzando dei pupazzi davvero belli, in questo modo insegnerete ai vostri bimbi che in giocattolo non è solo quello che si compra ma anche quello che si ricicla. Occorrente: calzino colorato,  forbici,  pennarello,  passamaneria,  tanta fantasia,  ago e filo
Come fare:  prendete un calzino, infilatelo nella vostra mano e osservate le grinze e le pieghe, poi con
un pennarello delineate la forma degli occhi e quella della bocca. Qui usate la vostra fantasia,  occhi grandi, bocche sorridenti, qualche dente buffo. A questo punto decorate gli occhi con perline, bottoni, strass colorati, altra stoffa. Per la bocca va bene del filo di lana rosso e grosso, o passamaneria e per il corpo tutto ciò che vi viene in mente.



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