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sabato 11 giugno 2016

Piantare un melo, pici, piecciocci, piedi a parabarberi

Piantare un melo, pici, piecciocci, piedi a parabarberi, pigliare i cocci e incocciassi altri modi, qualcuno un po'fetente, di descrivere anche qualche difetto fisico


PIANTARE UN MELO: cadere all'indietro battendo il sedere (le mele cioè). Si dice soprattutto ai bambini per distrarli dal dolore della caduta e farli sorridere. E siccome l'espediente, in genere, fallisce fra i pianti e strilli, si insiste aggiungendo scorno pur con le migliori intenzioni: "Vien qui che ti rizzo"

PICI: la politica non c'entra: i "Pici" sono certi spaghettini aritgianali, tirati e filati a mano, specialità della gastronomia casalinga del Senese e di Chiusi. Parenti stretti, di nome e di fatto, dei "pinci" che si mangiano, però a Montalcino


PIECCIOCCI: è chi cammina piano piano, magari strascicando i piedi; e anche una persona indecisa, che non leva un ragno da un buco

PIEDI A PARABARBERI: piedi con le punte divaricate. Lo dicono nel Senese dove "barberi", oltre che i cavalli che corrono il Palio, sono le palline di terracotta con le quali giocano i ragazzi

PIGLIARE I COCCI E INCOCCIASSI: arrabbiarsi, impermalirsi, diversamente dal significato di intestardirsi che i dizionari italiani di lingua danno "incocciarsi". C'è chi vi trova un riferimento all'opera vana e rumorosa di raccogliere frammenti di stoviglie o vetri ("Chi rompe paga e i cocci sono suoi")


giovedì 3 marzo 2016

Coccolare i piedi con una crema fai date

La cura dei piedi è importante sia che le vostre attività prevedano lo stare in piedi tutto il giorno o lo stare seduti davanti ad una scrivania per le consuete otto ore. I piedi ci sostengono, ci guidano e devono essere coccolati a fine giornata, per mantenerli in salute e benessere, un benessere che poi si ripercuote su tutto il corpo. Infatti secondo la Medicina tradizionale cinese sono anche lo specchio di quello che accade nel resto del nostro corpo. Ecco perché non andrebbero mai trascurati. Ecco dunque una ricettina semplice per preparare una crema fai da te davvero efficace.


Ingredienti
20 grammi di burro di cacao
60 grammi di burro di karité 
30 grammi di olio di cocco
20 grammi di olio di avocado 
10 gocce di olio essenziale di melaleuca
10 gocce di olio essenziale di menta piperita

Procedimento: sciogliete a bagnomaria, nello stesso pentolino, il burro di cacao, il burro di karitè, l’olio di cocco e l’olio di avocado. Mescolate bene e togliete dal fuoco. Lasciate raffreddare, in modo che il composto si rapprenda. In inverno è possibile lasciare il pentolino sul balcone per velocizzare il procedimento di raffreddamento. Una volta raffreddato, aggiungete gli altri ingredienti e mescolate nuovamente, eventualmente aiutandosi con un frullatore a immersione. Infine, conservate la crema in un contenitore.

Grazie a questa crema avrete il vantaggio di unire le proprietà emollienti del burro di cacao e del burro di karitè a quelle disinfettanti, purificanti, antifungine, lenitive e rinfrescanti degli oli essenziali di melaleuca (albero del tè o tea tree oil) e menta piperita.

domenica 20 dicembre 2015

Gigioneggiare

A volte capita: ciondolare, dormivegliare, ronfare. In effetti poi, ieri sera,  mi sono ritrovata come avevo anticipato, con la testa reclinata all'indietro e la bocca vergnosamente aperta, bolla inclusa: tutto il pacchetto all in one, prendi e porta a casa. Oggi è andata meglio, che fortuna per me. 

Mi sono svegliata senza avere gli occhi piombati, e questa è stata una sensazione gradita a tutto il corpo, forse anche alla gambina non collaborante, che però, si è dissociata comunque, penso sia una ripicca o un tentativo di ricatto in cui mi impongo di non cadere. In cucina sono approdata camminando e non pattinando, ma sulla brioscina Londi mi sono avventata ferocemente. Del resto anche il mio specchiarmi è stato meno traumatico, il viso era più disteso e non v'era segno di passaggio di trattore.

Con queste premesse sono uscita per la camminata gambino-stimolante con rinnovato vigore, approfittando del fatto che dovevo espletare alcune commissioni, fra cui un acquisto in farmacia e anche qui altra perla di saggezza che mi sono dovuta subire. Come al solito la farmacia era gremita di gente, potrei dire che la gran parte dei clienti vociava di influenza e disturbi parainfluenzali, mentre un'invadente signora tiranneggiava una delle dottoresse davanti ad un aerosol nuovo, all'angolo dedicato ai prodotti di bellezza, c'era la commessa che mi serve di solito. Era da tempo che non mi vedeva, ma delle mie vicissitudini operatorie aveva avuto notizie. 

Con la sua squillante voce mi ha accolta anche lei esclamando che non mi aveva mai vista più in forma di così (stile la signora conoscente di mamma descritta ieri)......se avessi potuto le avrei dato un centinaio di piattonate sulla pianta dei piedi, per darle giusto la sensazione di cosa provo io quando cammino, senza per altro aggiungere il dolore al nervo.  Ha chiacchierato da sola per dieci minuti abbondanti, notando secondo lei, qualcosa di diverso nei miei capelli, inducendomi a sottolineare: "Sono sei mesi che non mi vede, si sono allungati!"

Dai discorsi blaterati che la mia mente ha selezionato, deletandone circa il 90 per cento, ho solo intuito che, siccome sono una persona sorridente, è gioco forza che stia bene no?  Fortuna per lei che il mio lato diplomatico vince quasi sempre. Sono uscita dalla farmacia sbuffando come una locomotiva, e ho completato il mio giro passando dal lungomare, almeno avrei concluso la camminata senza incontrare inopportuni scocciatori detentori di saggezza salutistica. Sono rientrata a casa fiera di essere riuscita a mantenere la gambina abbastanza elastica, nel frattempo mi sono messa a "gigioneggiare" su come terminare la mia lettera in inglese ad amici di New York, con cui ho deciso di mantenere una corrispondenza scritta, per il gusto di scrivere una lettera e concedermi un momento di meditazione di fronte ad un bel foglio di carta da lettere. Non sapete cosa significa gigioneggiare

Gigioneggiare (non nel senso del dizionario sia chiaro, se non forse, per alcuni aspetti esteriori) è un verbo che non indica propriamente un'azione, ma più un modo di fare-non fare gratificante, che può mettersi in pratica sia in solitudine o in compagnia delle persone a cui si vuol bene. Si può gigioneggiare sotto la doccia, al pc, davanti ad un libro (cosa per altro che faccio spesso; pare che vi siano persone che se le togli dai libri non sanno fare altro, io sono fra quelli, anche se prima del problema alla gambina ero parecchio sportiva); ma più bello ancora è gigioneggiare con i propri familiari o amici. 

Io gigioneggio con mamma, spesso e volentieri, coinvolgendola in giochi di parole o discorsi senza senso, leggendole i contenuti dei miei post o mimando vecchi cartoni animati e canzoncine, tutti spunti per scrivere e soprattutto per ridere e sorridere, dimenticando così i problemi alla gambina, la mancanza di lavoro causa scadenza contratto, e altre piccole infelicità. Insegnerò il gigioneggiare anche a mio nipote Leonetto, affinchè possa sempre avere un'alternativa creativa agli intoppi della vita e alla noia, e riesca a vedere il lato comico di ogni situazione.


domenica 6 dicembre 2015

La nebbia dell'ignoto

 Apro gli occhi, sono in mezzo ad un mare di nebbia spessa, senza punti di riferimento, senza luce, immersa in un grigiore tutto uguale, dove anche il respiro si fa affannoso. 
Il passo è incerto, non v'è percezione di ciò che mi circonda. Giro su me stessa ma tutto intorno a me è uguale. Cerco disperatamente di guardarmi i piedi, per capire dove poggiano, ma non li vedo, sento solo qualcosa di gelatinoso e globoso che mina la mia stabilità. Provo a camminare, lentamente, portando le mani avanti, per proteggermi, ma sembra che mi trovi in uno sterminato spazio aperto dove non c'è suono, solo nebbia. 

Sembra un muro gigantesco, impenetrabile, che il mio tatto percepisce, ma che non è consistente. E' una cataratta che mi avvolge, e io cerco di camminare.
Ad ogni passo mi pare di sprofondare, come su trucioli di gomma, barcollo. Non riesco ad articolare parole, vorrei urlare, ma non ci riesco, sono sola con i miei pensieri e un intento che non controllo.
La nebbia preme sul mio corpo, ne avverto la pesantezza, so che non devo fermarmi per nessun motivo, mi sento braccata, ma non so da cosa o chi.

Vado avanti a tentoni, incespicando, camminando in quella che mi pare essere una eternità caotica e senza forma. Non ho percezione del tempo che passa, senza riferimenti visivi è come non esistere. 
Mi struggo, nella paura e nella disperazione e quando il mio io cede alla rassegnazione, mi accascio a terra e allora sento, come foglie di sottobosco umide, il fruscio di un terreno reale, e la nebbia comincia a lasciare qualche sprazzo di confuso panorama.

Di fronte a me un ponte. Ma dove porta? Su cosa è sospeso? Cosa c'è al di là? Mi siedo al suo limitare, sotto il ponte nebbia, intorno nebbia, la mia vista scorge solo pochi metri avanti, un tratto del ponte che penetra dentro questo grigio muro. Mi par di percepire una voce, una voce che viene da dentro, che mi istiga ad andare avanti, guardo il ponte, forse c'è qualcuno, una sembianza che si confonde con il lattiginoso essere di questo velo nebbioso che copre ogni cosa. 

Comincio a percorrere il ponte, scossa dal terrore del vuoto, strizzo gli occhi per mettere a fuoco l'incerta forma che sembra attendermi in quella che credo essere la metà del ponte. Dentro la mia testa risuona sempre più forte quella voce che mi incita, quasi mi frustasse, ad andare avanti, ma cos'è quella voce? 

Mi prendo la testa fra le mani, forse sto impazzendo, ma non la  posso  arginare, ripete continuamente di andare avanti. Voglio gettarmi nel vuoto, e farla finita, ma non riesco a staccare i piedi da terra se non per proseguire.
Cedo, non ho più la forza di contrastare quella voce, chiudo gli occhi e disarmata, lascio che quella voce sia la mia guida. 
All'improvviso un lieve tepore,  socchiudo le palpebre, mi ritrovo nel mio mondo, niente più nebbia, solo in lontananza quella voce: "Sono la voce del "vedere", hai assaggiato l'ignoto!"


venerdì 27 novembre 2015

Piacevoli rimedi per favorire il rilassamento

Tutti i massaggi (esclusi quelli violenti), in particolare i massaggi di sfioramento, sono efficacissimi a indurre la mente a lasciare ogni pensiero, a vagare nel vuoto, mentre il corpo si abbandona al piacere di essere toccato. L'affidarsi e l'essere presi in cura infondono un senso di sicurezza che placa l'ansia, anche quela inconscia.


Massaggi e carezze sulla schiena, dove sono presenti tanti importanti centri nervosi, ottengono effetti sorprendenti, anche se vengono praticati da mani amorevoli ma non professioniste. Un massaggio ai piedi, alla fronte, alla nuca e anche il semplice atto di spazzolare i capelli, creando un gradevole stato di abbandono e di relax, sono di aiuto nel persuadere al sonno le presone nervose, malati, bambini eccitati.

Oltre ai bagni e ai massaggi, molto efficace è l'applicazione di compresse calde alla spina dorsale. Si prepara un infuso concentrato di un' erba calmante, vi si immerge un panno grande piegato a formare un lungo rettangolo, lo si avvolge in un altro telo protettivo e lo si applica alla schiena.



E allora potrete accompagnare questo rituale con questa nenia:

Ninna nanna, ninna-o
ho mandato il sonno a chiamare
e m'ha detto sarebbe venuto
quando viene lo voglio pagare
 con monete d'oro velluto

venerdì 23 ottobre 2015

Tè e cura del corpo, efficacia naturale garantita

Ciò che possiamo fare con il tè per la cura del nostro corpo è davvero molto. Oggi vorrei darvi a lcuni suggerimenti utili ed efficaci  per usarlo e ricordate che del tè non si butta via nulla!

Cura del viso
Ecco come preparare uno scrub delicato: versate mezzo bicchiere di olio di cocco in un recipiente,  aggiungete due cucchiai di zucchero integrale di canna e 1 cucchiaio di tè verde in polvere. Amalgamate tutto e il vostro scrub è pronto.
Tonico: mescolate due cucchiai di infuso tè verde e qualche goccia di succo di limone: ecco  un tonico per il viso antiossidante. Si applica mattina e sera con un batuffolo di cotone sulla pelle pulita.
Uomini: dopo la rasatura, passate sulla pelle arrossata una bustina di tè utilizzata e ancora umida, oppure tamponate il volto con un fazzoletto inumidito con infuso di tè verde. Fate un infuso molto forte di tè verde e, con l'aiuto di un batuffolo di cotone, tamponate brufoli e punti neri.
Non buttate via le foglie del tè: se applicate  umide sul volto avrete una maschera di bellezza antiossidante e illuminante.


Cura dei capelli 
Per preparare l'henné potrete utilizzare il tè nero così da rendere ancora più vivi i riflessi di questa colorazione. Il tè è ottimo anche per curare capelli opachi e spenti: utilizzate un infuso di tè verde per l'ultimo risciacquo, aggiungendovi anche 1 cucchiaino di aceto di mele. Se soffrite di forfora, dovete massaggiare, prima dello shampoo la vostra cute con un asciugamano o fazzoletto di cotone imbevuto in infuso di tè verde.

Cura dei piedi e mani
Diluite in un catino d’acqua calda una tazza di infuso di tè verde e due o tre cucchiai di sale grosso per garantirvi un pediluvio  rilassante.  Se nei piedi vi sono calli e duroni, applicate una bustina ben strizzata e ancora tiepida per 20 minuti al giorno per ammorbidirli.


Cura della pelle
Se vi siete scottati, allora applicate dei panni in cotone imbevuti di tè o le bustine di tè direttamente sulle zone interessate.


martedì 20 ottobre 2015

Gonfiori, consigli casalinghi

Ecco qualche piccolo rimedio ai gonfiori vari. A volte dovuti alla stagione o a posture sbagliate che assumiamo durante il giorno.

Se si gonfiano le mani, sollevatele al di sopra della testa per un paio di minuti: ripetete l'esercizio almeno 3-4 volte al giorno. Se sono i piedi a gonfiarsi abbiate cura di tenerli sollevati appoggiandoli su un cuscino alto ma non con legambe stese, bensì semipiegate, favorirete il deflusso venoso e terrete la schiena in scarico.


Se un'eccessiva esposizione al sole vi ha fatto gonfiare le labbra mettete del gel di aloe vera.

Attenzione al contorno occhi, applicate idrantanti specifici per la zona perioculare, non una normale crema idratante viso, perchè potrebbe farli gonfiare.

Se non è la crema potrebbe essre un problema di ritenzione idrica, un consiglio naturale è ridurre l'apporto di sale mangiare più pompelmi e banane, che sono diuretici naturali. Dormite con la testa leggermente sollevata, con un doppio cuscino o se possibile rialzando la rete del letto.

Applicate compresse rinfrescanti di latte freddo, infuso di borragine, o un astringente

Rinunciate all'ombretto iridescente, perchè accentua il gonfiore.




lunedì 13 luglio 2015

Ad ogni segno la sua pietra, Pesci

Eccoci ancora una volta all'acqua, alla sua profondità e alla sua apparente tranquillità

PESCI
Pianeti: Nettuno, Giove, Luna
Pregi: comprensione, affettività, dolcezza, fantasia, poesia, capacità di sognare, intuito, creatività
Difetti: mutevolezza, instabilità, autocommiserazione, emotività, irrequietezza, infedeltà, passività, pigrizia, autolesionismo, angoscia, disorganizzazione
Colore: turchese

Cristalli: acquamarina e tutte le pietre azzurre trasparenti
Energia disponibile e parti del corpo abbinate: l'energia è poca e va soggetta agli stati d'animo; è un segno predispoto ai contagi epidemici, alle intossicazioni da cibo e farmaci; la sua parte del corpo sono i piedi
Per potenziare i pregi: cristalli verdi, azzurri, indaco
Per combatter i difetti: cristalli arancioni, gialli, rossi

venerdì 6 giugno 2014

Le emanazioni del regno minerale e il flusso vitale | Varie

È possibile anche entrare in rapporto con le emanazioni irradiate continuamente dal regno minerale, dalle rocce e dalla terra che ci attorniano e su cui viviamo e ci moviamo, sebbene la giungla artificiale di cemento delle nostre grandi città ci impedisca di ricevere tali emanazioni, se non in forma diluita. Nel contempo, è qui, nel corpo eterico basilare del pianeta, che noi entriamo in contatto, tramite il centro sotto i piedi, con le grandi fonti dell'energia vitale, come nel centro sopra la testa entriamo in contatto con le forze positive che sono le energie attivanti dell'universo al suo livello più elevato.

Possiamo considerare questi due centri come i terminali che ci collegano all'universo bipolare della forza e della forma, i terminali di un circuito a corrente elettrica alternata. Il pieno flusso verrà ostacolato, se uno dei due terminali non è debitamente collegato alla centrale universale. Il flusso universale è alternato, perché va prima, in una direzione e poi nell'altra, e chiunque svolga un'attività pratica occulta o psichica deve tener conto della direzione di tale flusso in ogni dato momento.


In Oriente è stato calcolato meticolosamente; ma in Occidente non esiste una conoscenza dettagliata accessibile, se non in alcuni gruppi occulti segreti. La psicologia moderna, e soprattutto quella che oggi viene chiamata« psicologia del profondo », ha molto da dire a proposito di questo flusso vitale e dei modi in cui può venire frenato e intralciato, oppure accresciuto e facilitato. A seconda della direzione del flusso di questa corrente primaria o centrale dell'aura, cambiano la natura e la manifestazione dell'energia universale.

Se fluisce dal centro della terra verso l'alto, tende a intensificare la vitalità corporea e tutte le funzioni normali del corpo vengono rafforzate. Se, invece, fluisce dal centro della testa, predominano gli aspetti mentali. Ma in ogni momento l'aura sarà caricata di un « magnetismo» misto, e il fattore decisivo del mondo in cui si manifesterà l'energia sarà nelle mani della coscienza dello stato di veglia. Sebbene le forze interiori possano essere aspetti stimolanti della nostra natura, che sul momento giudichiamo inopportuno o sbagliato manifestare nella forma basica, è la coscienza dello stato di veglia che ha la responsabilità del modo in cui queste forze si mostrano effettivamente nella vita quotidiana.

È qui, nella coscienza non dimensionale del presente che si compie sempre il nostro sviluppo. Infatti il passato non c'è più, il futuro non è ancora emerso, e solo il filo del rasoio del presente è a nostra disposizione. Mentre noi pensiamo, parliamo ed agiamo, ciò che era presente diviene passato, e il futuro diviene presente. Forse c'è una profonda verità c' psicologica nelle parole della Bibbia: «Il presente è il tempo accettabile; il presente è il giorno della salvezza ».
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