29 Settembre
2007
Come al
solito, mi trovavo sola soletta in ufficio in una delle tante calde domeniche
di Luglio, nel vano tentativo di smaltire le solite carte e dividendomi fra gli
arrivi, il bar e il telefono. Il silenzio regnava sovrano, tranne il frinire
delle cicale. Proprio mentre mi trovavo concentrata al massimo sul trimestrale
del commercialista, vedo con la coda dell'occhio, un'ombra muoversi dietro la
tenda di lino che separa la reception dal giardino. Abbozzo un sorriso ad uno
dei nostri più affezionati e simpatici clienti, quando, fra lo stupito e il
basito lo vedo agitarmi davanti i rubinetti della vasca da bagno della suite in
cui lo avevo accompagnato il giorno prima. ANATEMA!
"What's the matter?" dico con la voce quasi rotta dal pianto -
"I am so sorry Silvia, but I opened the water taps and this is the result,
but the water is still open". Il sangue già colava dalla mia fronte in copiose
gocce, ma nonostante pensassi che "delle mie vene potesse farsi in
terra laco", afferro la prima cassettina degli attrezzi giacente nello
scannafosso e corro per il camminamento seguita dal mio cliente sfiatato a
tappare la falla. Al mio ingresso nella suite che vedo? Acqua scrosciante dal
muro privo di rubinetti che si riversava come le cascate del Niagara nella
vasca e sul parquet. Sguisciando come un'anguilla chiudo il generale dell'acqua
(primo passo verso la soluzione del problema) e armata di stracci sotto i piedi
mi metto a pattinare sul parquet per asciugare (nemmeno ci fosse stata passata
la cera), poi insieme al mio cliente con i pantaloni girati fino al ginocchio e
seduti sul bordo della vasca abbiamo riavvitato gli indiavolati rubinetti,
congratulandoci per il lavoro in team da noi stessi effettuato. Rientro
in ufficio ben zuppa, intenzionata a farmi un corroborante caffè, ma trovo ad
aspettarmi un altro cliente proveniente dal Residence e villeggiante nella
mansarda. "Oh Silvia, we have problem in our apartment!" Con il
sorriso sulle labbra chiedo di che si tratta e il signore mi dice che non ha
acqua calda. Poco male, penso, vado a dare un'occhiata...e così faccio. Entro
nella mansarda e tutto sembra a posto a parte il fatto che non viene acqua
calda, quindi armata di pazienza esco in veranda ed entro nel vano caldaia:
APOCALISSE! Il vano caldaia è allagato. Sono immersa nell'acqua fino alle
caviglie; e ora? Stacco la pompa dell'autoclave, svuoto il serbatoio, e cerco
di spazzare via l'acqua dal buco di scolo al momento occluso da un nido di
passerotti, cui, per cause di forza maggiore sono costretta a cambiare
locazione d'appartamento. Finalmente faccio ripartire la caldaia per la
gioia dei clienti e bagnata, dimessa, con i jeans ormai ridotti a bermuda
alternativi, torno in ufficio per presenziare all'aperitivo.
Quando si dice "problem solving"... Io non avrei saputo da dove iniziare!
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